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Assistenza Ospedaliera

Capitolo 3 Esempi di Sistemi Sanitari Internazional

CAPITOLO 1 Il Fondo Sanitario Regionale per l’esercizio

1.2 Le risorse finanziarie regional

3.1.3 Assistenza Ospedaliera

3.1.3.1 Assegnazione secondo la popolazione residente

Le risorse per tale livello ammontano, per il 2012, ad euro 3.263.522.696.

Criterio di riparto Quota capitaria sulla base della popolazione residente pesata per fascia d’età.

La specificità è rappresentata dai comuni sopra i 600 metri s.l.m. per la provincia   di   Belluno,   dal   territorio   dell’estuario   e   del   centro storico del comune di Venezia, dal territorio del comune di Chioggia e dal territorio del Delta del Po.

L’incremento  della  quota  capitaria  per  i  comuni  sopra  i  600  metri  s.l.m.  per   la  provincia  di  Belluno  e  per  i  territori  dell’estuario  e  del  centro  storico del comune  di  Venezia  è  pari  al  30%  mentre  l’incremento  della  quota  capitaria   per specificità per il territorio del comune di Chioggia e per il territorio del Delta del Po è pari al 10%.

Pesatura Meno di 1 anno 3,3740

1-4 anni 0,3348 5-14 anni 0,2362 15-24 anni 0,3682 25-44 anni 0,5505 45-64 anni 0,9124 65-74 anni 1,9619 Oltre 75 anni 2,9793

Fonte: elaborazione su dati del flusso SDO – anno 2010 – del Datawarehouse Regionale.

Tabella 22: Distribuzione delle risorse del FSR per l’ Assistenza Ospedaliera tramite il criterio della quota capitaria, anno 2012

Fonte:  Regione  Veneto  (2012)

Come già evidenziato all’inizio del paragrafo, parte del fondo destinato alle Aziende Sanitarie viene accantonato ed erogato solamente al raggiungimento di determinati obiettivi stabiliti dal DGR 3140/2010 e successivamente integrati con il DGR 2369 del 29/12/2011. Gli obiettivi riguardano la qualità dei servizi sociosanitari, l’ottimizzazione della loro gestione e la riduzione del costo del

Sistema Sanitario Regionale84.

Inoltre, costituisce un finanziamento separato quello relativo al “Fondo Regionale per le Attività Trasfusionali” (F.R.A.T.). Al F.R.A.T. sono destinati 84.988.884€. Tale fondo è stato creato nel 2007, ed è ripartito alle ASL secondo criteri propri che tengono conto del raggiungimento di alcuni obiettivi. La Regione Veneto ha 7 Dipartimenti Interaziendali di Medicina Trasfusionale (DIMT) che corrispondono alle Province di Venezia, Rovigo, Verona, Vicenza, Padova, Treviso e Belluno, a cui sono erogati tali finanziamenti. A consuntivo, i

ALLEGATO B Dgr n. del pag. 26/32 Riparto per Azienda Sanitaria

Tabella 11 – Assegnazione sulla base della popolazione

84 Per approfondire gli obiettivi che sono stati stabiliti e integrati si veda l’allegato “A” del DGR 2369 del 29/12/2011.

DIMT comunicano al Coordinamento Regionale per l’Attività Trasfusionale (CRAT) i costi sostenuti per tale attività. Il Coordinamento Regionale per l’Attività Trasfusionale è responsabile per la fissazione degli obiettivi che i DIMT devono raggiungere per ottenere il finanziamento. Tale finanziamento è ripartito tra i DIMT utilizzando il criterio dei costi sostenuti e sulla base della percentuale di raggiungimento degli obiettivi che viene garantita dal CRAT e dalla Direzione Regionale per i Servizi Sanitari (Coordinamento Regionale per l’Attività Trasfusionale, 2013).

Nella tabella 23 è stata riepilogata la suddivisione del Fondo Sanitario Regionale tra le ULSS, AO e IOV del Veneto, separando le risorse destinate per il raggiungimento degli obiettivi, e quelle per le specificità territoriali. In base al riparto del FSR del 2012 l’ULSS che ha ricevuto più risorse è stata l’ULSS di Padova, seguita dall’ULSS di Verona e di Treviso. Questo risultato è dato sicuramente dal fatto che l’assegnazione delle risorse finanziarie nel sistema sanitario veneto avviene soprattutto tramite quota capitaria (semplice o ponderata), facendo sì che le ULSS di territori ad alta densità di popolazione ricevano maggiori finanziamenti.

Tabella 23: Riepilogo finale sulla distribuzione del Fondo Sanitario Regionale, anno 2012

Fonte:  Regione  Veneto  (2012)

g iun ta regio na le 9 ^ le g isla tura ALLEGA TO A Dgr n . del pag. 1/ 1 ASSE GNAZI ONE ALLE AZIENDE S ANITAR IE DE LLE  RISORS E  P ER  L ’EROGAZIO NE  DEI LEA – ESE RCIZIO 2 01 2

6.3.2 Il finanziamento attraverso le tariffe a prestazione

Con le riforme attuate negli anni Novanta è cambiata la logica di finanziamento delle unità produttrici ed erogatrici di servizi sanitari: si è passati da un modello di finanziamento basato sulla spesa storica sostenuta da tali unità85, a una

logica di finanziamento tramite quota capitaria e sistemi tariffari (Carbone e Cantù, 2007). Questi ultimi sono stati disciplinati prima a livello nazionale, lasciando però la facoltà alle Regioni di poterli modificare. Infatti, negli anni, alcune Regioni hanno preferito mantenere il tariffario deciso a livello nazionale, pur apportando alcune modifiche, mentre altre hanno preferito creare le proprie tariffe. In quest’ultimo caso sono stati utilizzati due metodi, il “metodo analitico” e il “metodo dei pesi”: il primo metodo prevede che le tariffe siano calcolate attraverso l’analisi dei costi standard di produzione di enti ospedalieri ritenuti best practice, che vengono poi applicati a ciascun DRG attraverso uno speciale algoritmo; nel secondo metodo, invece, le tariffe sono calcolate con gli stessi pesi utilizzati a livello nazionale per creare le tariffe, ma modificando il valore assegnato ad ogni DRG (Carbone e Cantù, 2007). Il Veneto è una delle poche Regioni italiane ad aver ridefinito le tariffe secondo il metodo analitico86.

Tuttavia, a causa della limitata presenza di AO e di case di cura private accreditate, in Veneto il finanziamento per prestazioni tariffate non ha mai costituito una quota importante del finanziamento totale (Fondazione Farmafactoring, 2008).

Fino al 1999 la Regione aveva stabilito che le tariffe fossero diverse in base ad alcune caratteristiche del livello organizzativo della struttura sanitaria (come la presenza di un pronto soccorso autonomo all’interno della struttura ospedaliera) e della modalità di erogazione dei servizi (ad esempio, l’erogazione di servizi sanitari in regime di day hospital). Dal 1999 la Regione Veneto ha deciso di non

85Prima di tali riforme gli enti ospedalieri pubblici venivano remunerati sulla base delle spese sostenute, mentre le strutture ospedaliere private accreditate ricevevano compensi in base alle giornate di degenza e a una diaria, senza distinzione tra le prestazioni effettuate (Petrarca, 2010).

attuare più alcuna differenziazione tra le strutture, prevedendo solo alcuni finanziamenti per funzione per le strutture che rispondono a determinati requisiti (ad esempio la presenza di un punto di pronto intervento nella struttura sanitaria).

Il finanziamento a prestazione presenta tuttavia delle inefficienze: se le strutture sanitarie vengono finanziate in base alle prestazione può accadere che si verifichino dei comportamenti scorretti e fraudolenti. Per questo negli anni sono state attuate numerose misure di controllo e di programmazione delle prestazioni e della loro appropriatezza (stabilendo dei vincoli per incentivare l’appropriatezza delle prestazioni e un sistema di controllo esterno a livello regionale). (Fondazione Farmafactoring, 2008). In questa linea sono stati stabiliti target di volume per le prestazioni di ricovero e target di spesa per le prestazioni ambulatoriali al cui superamento sono previsti abbattimenti graduali delle tariffe (Cantù e Jommi, 2002).

La Regione Veneto negli anni ha apportato modifiche e aggiornamenti alle tariffe delle prestazioni ambulatoriali e ospedaliere. Le più importanti risalgono al 2006 e al 2011. Con la d.g.r 916 del 28 Marzo 2006 è stato attuato l’accorpamento e l’introduzione di prestazioni e la revisione di alcune di esse

(Fondazione Farmafactoring, 2008). Con la d.g.r. 1805 dell’ 8 Novembre 201187

sono state aggiornate le tariffe delle prestazioni ospedaliere, rispondendo all’esigenza di razionalizzazione della spesa e tenendo conto delle mutate condizioni dei fattori produttivi e organizzativi (Regione Veneto, 2011b). Il sistema a tariffa per prestazione della Regione Veneto prevede poi un tetto massimo di finanziamento per alcune prestazioni di ricovero effettuate in mobilità: nel caso in cui la domanda di prestazione sia diretta a un’azienda sanitaria della stessa provincia, viene riconosciuto la totalità dell’importo della mobilità; se la prestazione è richiesta da province diverse allora devono essere applicati degli abbattimenti della tariffa per la mobilità. In quest’ultimo caso, infatti, è prevista la riduzione del 25% dell’importo della mobilità se la richiesta

87 L’anno successivo, con la d.g.r. n. 437  del 20 marzo 2012, si è verificato un ulteriore aggiornamento del sistema di remunerazione delle prestazioni ospedaliere.