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L’ASSISTENZA RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI

Nel documento Regione Molise (pagine 73-76)

La Continuità Assistenziale

29. L’ASSISTENZA RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI

Il Piano individua i seguenti obiettivi da realizzare su tutto il territorio regionale:

 attivare una rete assistenziale per l’area delle demenze, in stretto collegamento tra territorio ed ospedale, con il coordinamento operativo del “Centro regionale dei competenza”;

 promuovere l’invio all’Unità di Valutazione Alzhaimer (UVA) per una diagnosi tempestiva della patologia, anche attraverso il rafforzamento del ruolo attivo dei medici di medicina generale;

favorire l’assistenza continuativa e integrata della persona attraverso l’adozione di piani personalizzati di assistenza in grado di prevedere risposte appropriate rispetto ai bisogni della persona e della sua famiglia;

 favorire il miglioramento degli ambienti di vita quotidiana, rilevanti ai fini della terapia e del contenimento della progressione della malattia;

 promuovere interventi di sostegno alla famiglia, anche attraverso la formazione dei familiari che si prendono cura della persona con demenza.

La Regione indica i criteri per la definizione dei percorsi assistenziali e per monitorare la qualità dell’assistenza nell’area della demenza, finalizzati a garantire il medesimo livello di risposta su tutto il territorio.

L’obiettivo per il triennio è definire il bisogno, qualificare e rafforzare il sistema dell’offerta, tenendo conto che nella Regione l’indice d’invecchiamento è più alto di quello nazionale: la percentuale di ultrasessantacinquenni è pari al 21,90% rispetto al 18,30% nazionale.

La situazione di partenza non è rosea: malgrado le indicazioni programmatorie susseguitesi nel tempo sul territorio regionale si registrano ritardi nell’attivazione di Residenze sanitarie assistenziali per anziani non autosufficienti o per persone affette da Alzheimer.

Di fatto, la residenzialità per gli anziani, ad oggi, continua ad essere assicurata dalle diverse tipologie di residenze sociali, per una disponibilità complessiva di circa 1.800 posti letto ( comunità alloggio, case di riposo, residenze protette) e da 4 istituzioni socio-assistenziali convenzionate con la Regione ai sensi del DPCM 8 agosto 1985 (primo atto di indirizzo e coordinamento in materia sociosanitaria).

Una sola RSA privata accreditata, quella di Castel del Giudice, mette a disposizione 20 posti letto. E’ recente l’attivazione di ulteriori 20 posti letto presso la RSA pubblica di Larino e sono in fase di definizione le procedure per l’attivazione di due moduli da 40 posti individuati presso gli stabilimenti ospedalieri di Venafro e Agnone.

Accanto a questo, c’è un territorio che ha costruito, nel tempo, una rete ancora sottile, ma importante, di rapporti con il terzo settore, con le famiglie e con le strutture esistenti con esperienze di supporto alle persone fragili e non autosufficienti che aspettano di essere valorizzate e portate a completamento.

Da queste esperienze, risorse e professionalità occorre partire per condividere un percorso di cambiamento, con l’obiettivo di definire un sistema di residenzialità flessibile e legato al territorio e alla comunità locale, strettamente collegato al sistema delle cure domiciliari e alla rete ospedaliera e riabilitativa.

Va evidenziato, inoltre, che la scelta prioritaria deve rimanere, per quanto possibile, l’assistenza domiciliare, prevedendo un sostegno della famiglia, almeno in termini di formazione dei care givers; è ben noto, infatti, l’importanza dei programmi di family learning in questi ambiti.

Pertanto, la realizzazione delle strutture residenziali, soprattutto quelle a maggior impegno sanitario quali le Residenze sanitarie assistenziali (RSA), dovrà essere collegata al processo di riduzione strutturale e di riconversione di strutture ospedaliere, nell’obiettivo di migliorare l’appropriatezza della risposte sanitarie e l’utilizzo delle risorse a disposizione.

Anche in rapporto al problema delle demenze e della patologia di Alzheimer, va delineata una precisa strategia, a fronte della oggettiva carenza della risposta territoriale attuale.

Debbono essere realizzati nuclei Alzheimer diurni e/o residenziali, all’interno delle RSA o anche in strutture ospedaliere (i relativi posti sono considerati territoriali). A tal fine la Regione adotta uno specifico piano programmatico regionale, che individui i bisogni e la relativa compatibilità finanziaria.

La normativa regionale delinea due tipologie di strutture: RSA ANZIANI E DEMENZE e RSA DISABILI, definendo i relativi requisiti di qualità per l’autorizzazione all’esercizio e per l’accreditamento.

A queste strutture si aggiungono le RESIDENZE PROTETTE (RP), che costituiscono strutture socio-assistenziali previste dal Piano sociale regionale, con i relativi requisiti qualitativi. Si tratta di strutture sociali a valenza sanitaria, con partecipazione agli oneri per una quota a carico del SSR, destinate ad erogare assistenza a ciclo continuativo a pazienti con limitazioni funzionali, non assistibili a domicilio, che non necessitano di rilevanti interventi di assistenza sanitaria.

Le RSA garantiscono un livello di assistenza medio/alto; le RP assicurano un livello assistenziale medio/basso.

In aggiunta alle tipologie di cui innanzi occorre prevedere una adeguata offerta semiresidenziale (CENTRI DIURNI). In questo modo e ridefinendo gli standard sulla base dei destinatari (calcolando una percentuale di copertura del 2% della popolazione residente), si perviene a queste indicazioni:

(Calcolato sulla popolazione di 320.229, dati ISTAT 2010); Tipologia di struttura per anziani non autosuff.

P.L. x 1.000 ab. Totale P.L. RSA anziani 0,8

260

centro diurno integrato per anziani 0,2

60

RSA demenze – Alzheimer- disabili 0,2

60

centro diurno Alzheimer- disabili 0,1

30

RP (Residenze protette) 0,8

2,10 670

Tale dotazione, prevista a regime, deve essere realizzata in stretto collegamento con le azioni di razionalizzazione del sistema di offerta ospedaliera, ed in particolare con la riduzione di posti letto ospedalieri o la riconversione di strutture, e con gli obiettivi di riduzione dei tassi di ospedalizzazione. Anche al fine di realizzare un doppio livello di impegno professionale sanitario viene quindi prevista una doppia rete:

 La rete delle RSA, caratterizzate come strutture ad elevata integrazione sanitaria destinate ad accogliere pazienti con limitazioni funzionali, non assistibili a domicilio, che necessitano di assistenza sanitaria complessa.

La rete delle Residenze Protette, caratterizzate come strutture sociali a valenza sanitaria, destinate ad erogare assistenza a ciclo continuativo a pazienti con limitazioni funzionali, non assistibili a domicilio, che non necessitano di rilevanti interventi di assistenza sanitaria.

L’ammissione in tutte le strutture residenziali è di competenza esclusiva della UVM (Unità di Valutazione Multidimensionale) presente nel Distretto, che si avvale di strumenti di valutazione multidimensionale scientificamente validati, che devono consentire la individuazione di un indice sintetico di misurazione del case-mix assistenziale e della disabilità e devono essere ripetute periodicamente al fine di qualificare nel tempo la prestazione e verificare l’esatta corrispondenza tra gli specifici bisogni e l’assistenza erogata. Sia nelle RSA anziani che nelle RSA demenze viene garantito un “progetto riabilitativo di struttura”, che prevede trattamenti e mobilizzazioni periodiche dei soggetti che devono eseguire programmi di mantenimento.

La Residenza Sanitaria assistenziale per soggetti non autosufficienti non assistibili a domicilio, mira a garantire livelli di tutela sanitaria medio-alta, variabili in rapporto alle oggettive condizioni degli ospiti, che dovrebbero essere comunque caratterizzati dalla stabilità delle condizioni cliniche.

Nelle RSA, infatti verranno accolti pazienti cronici ad elevato carico sanitario, che necessitano di cure continue e di assistenza infermieristica elevata. Nelle Residenze Protette andranno invece pazienti non autosufficienti che necessitano di modeste cure sanitarie.

Nelle RSA la degenza non avrà un termine prefissato, ma dovrà essere limitata al perdurare delle condizioni che impongono un’assistenza a significativo impegno sanitario, definibile in rapporto alla esecuzione in loco di procedure terapeutico-assistenziali di valenza sanitaria essenziali per la sopravvivenza (nutrizione enterale o parenterale, etc.) o di cure specifiche a rilevante impegno infermieristico (cura di decubiti o ferite, terapia infusiva, demenza in fase produttiva, etc.).

Sulla base delle suddette indicazioni, la Regione adotterà un apposito Programma operativo sulle residenzialità (RSA anziani, RSA disabili, Residenze protette) e semiresidenzialità (Centri diurni), come previsto dal Piano di rientro 2007-2009 e successivo programma operativo 2011-2012.

Al fine di salvaguardare i livelli assistenziali garantiti dalle Strutture attualmente convenzionate con la Regione Molise ai sensi del D.P.C.M. 08.08.1985, nonché i livelli occupazionali determinati dal predetto decreto, le strutture in parola avranno precedenza nella trasformazione in RSA e la ASReM darà priorità nella stipula di specifiche convenzioni alle suddette strutture nel rispetto delle disposizioni regionali.

Nel documento Regione Molise (pagine 73-76)