• Non ci sono risultati.

3. Atonement

3.4. Atonement e le allusioni medievali

I riferimenti intertestuali più facili da individuare in Atonement sono quelli che richiamano la tradizione tardo ottocentesca e della prima metà del Novecento. Il romanzo di L. P. Hartley si presenta come un fondamentale palinsesto su cui McEwan ha costruito la propria trama, ma ci sono numerosi rimandi alla tradizione medievale che hanno attirato meno l’attenzione dei critici. Come ha notato Mary Behrman, McEwan ha disseminato il proprio romanzo di riferimenti intertestuali che richiamano l’intera opera di Chaucer e la tradizione letteraria arturiana. L’utilizzo di tali richiami ha permesso all’autore di sviluppare una tematica centrale in Atonement: il motivo dell’attesa. Robbie e Cecilia sono amanti destinati ad attendere e a vivere perennemente separati come alcune figure di innamorati della letteratura medievale. Tali esempi vengono inseriti nelle lettere che i due protagonisti si scambiano durante la permanenza in carcere di Robbie. A causa della censura imposta durante la prigionia, i due innamorati utilizzano figure immaginarie tratte prevalentemente dalla tradizione medievale:

So they wrote about literature and used characters as codes. At Cambridge, they had passed each other by in the street. All those books, those happy or tragic couples they had never met to discuss! Tristan and Isolde, the Duke Orsino and Olivia (and Malvolio too), Troilus and Criseyde, Mr Knightley and Emma, Venus and Adonis. Turner and Tallis. Once, in despair, he referred to Prometheus, chained to a rock, his liver devoured daily by a vulture. Sometimes she was patient Griselde (Atonement, p. 204).

Robbie e Cecilia si affidano alle suddette figure per dichiararsi a vicenda il profondo amore che provano l’uno per l’altra. Le lettere rivelano la capacità della letteratura di sublimare anche i desideri erotici più profondi. Ma la scelta di certi personaggi rivela molto di più: la paura della coppia di innamorati di non riuscire a ricongiungersi, lo scoppio imminente della guerra che mina le loro esistenze, e il timore che i sentimenti dell’altro si siano indeboliti con il passare del tempo. Con la selezione di tali figure McEwan compie un interessante esperimento intertestuale poiché attribuisce loro nuovi significati nello stesso modo in cui avviene con le parole secondo le teorie di Kristeva.

de Troie (1160-1170) di Benoît de Sainte-Maure (XII secolo), che narra della

spedizione degli Argonauti per la conquista del vello d’oro in seguito alla morte di Ulisse. Nel classico stile cortese vengono narrati gli amori dei vari personaggi, fra cui Medea e Giasone, Elena e Paride, Achille e Polissena, Diomede e Briseide, e Troilo e Briseide. Il Roman si ispira a sua volta a due fonti latine, quali l’Ephemeris belli troiani e la Historia de excidio Troiae. Successivamente autori medievali come Giovanni Boccaccio (1313-1375) e Geoffrey Chaucer (c. 1343-1400) hanno narrato nelle rispettive opere, Il Filostrato (1337) e Troilus and Criseyde (1380), la storia d’amore che ha unito i due amanti. In questo caso la diegesi si concentra sull’infedeltà della protagonista femminile, Criseide, una figura distante da quella della mitologia greca. Figlia dell’indovino Calcante, troiano di origine ma seguace del popolo greco, Criseide vive a Troia dove incontra Troilo, di cui si innamora e al quale giura amore eterno. In seguito ad uno scambio di prigionieri, Criseide viene spedita nel campo greco dove incontra Diomede, il quale, a sua volta, le dichiara il proprio amore. La giovane cede alla tentazione e si lascia conquistare senza fare ritorno a Troia come aveva promesso a Troilo.

La narrazione di Tristano e Isotta si focalizza invece sull’infedeltà maschile. Ci sono varie tradizioni che tramandano la leggenda di Tristano e hanno origine fra il XII e il XIII secolo. Il nobile Tristano, nipote di Re Marco di Cornovaglia, parte per l’Irlanda per liberare la sua patria dal dominio nemico. Qui uccide il gigante Morold, figlio della regina d’Irlanda e fratello di Isotta “la bionda”. Tristano si reca sotto falso nome alla corte irlandese per farsi guarire dalla regina, l’unica capace di farlo. Una volta tornato in Cornovaglia racconta a Re Marco della bella Isotta e quest’ultimo decide di sposarla. La giovane, nel frattempo, scopre che è stato Tristano ad uccidere Morold, perciò decide di vendicarsi. La madre la invita a perdonarlo e prepara un filtro d’amore affinché si innamori di Re Marco; per errore Tristano e Isotta bevono il filtro e si innamorano perdutamente l’uno dell’altra. La loro passione non cessa nemmeno in seguito al matrimonio che unisce Re Marco e Isotta; una volta scoperti, Re Marco esilia Tristano, il quale sposa Isotta “dalle bianche mani”. Sul punto di morire chiede di poter vedere un’ultima volta Isotta “la bionda”: se la donna deciderà di presentarsi, la vela della sua nave dovrà essere bianca, in caso contrario, nera. Isotta “dalle bianche mani” lo inganna dicendogli che la vela dell’imbarcazione è nera; Tristano muore per il dolore e si accascia a terra. Isotta “la bionda” vede il proprio amato morto e si abbatte sul suo corpo, morendo anche lei per amore.

Sebbene McEwan non specifichi chi faccia uso dei vari referenti, è probabile che Robbie menzioni il personaggio di Troilo per primo mentre Cecilia quello di Tristano. Tali scelte confermano il timore degli amanti di rimanere feriti, già espresso da Robbie nel passaggio in cui incontra Cecilia per la prima volta dopo il suo imprigionamento: “Everything they had, rested on a few minutes in a library years ago. Was it too frail?” (Atonement, pp. 205-206). I personaggi citati sono portatori di molteplici significati: la paura che la guerra possa allontanare i due innamorati è uno di questi. Il paragone con la storia di Troilo e Criseide non solo fa riferimento al motivo dell’infedeltà ma anche allo scoppio imminente del conflitto mondiale. L’Inghilterra, come la città di Troia, è in pericolo.

Il paragone con la narrazione di Tristano e Isotta allude invece alla lontananza che sta per separare gli amanti, e al ruolo di Isotta e Cecilia di “guaritrici” dei rispettivi amati. Ci sono varie versioni del mito dei due adulteri: in una di esse Tristano è ferito mortalmente ad una gamba da Re Marco. La ferita alla gamba rappresenta l’infedeltà secondo la tradizione mitologica. Robbie, a differenza di Tristano, rimane infatti ferito al petto. McEwan ribalta questa immagine proprio per sottolineare l’innocenza e la lealtà del personaggio che ha creato.

Il riferimento a Griselda suggerisce ulteriore preoccupazione da parte di Cecilia nei confronti di Robbie. Il personaggio di Griselda appare nell’ultima novella del

Decameron (1350-53) di Boccaccio ed è successivamente ripreso da Chaucer nei Canterbury Tales (1387-1388) attraverso il racconto del Chierico. La novella narra la

storia di una giovane fanciulla di umili origini, che viene data in sposa al marchese Gualtieri di Saluzzo. La donna si distingue per la pazienza e l’amore che prova nei confronti del marito, il quale la sottopone a numerose prove per misurarne la lealtà. L’uomo la priva dei figli facendole credere di averli uccisi per onorare il proprio popolo, scontento della sua unione con un’umile serva; infine la ripudia per sposare una donna più giovane e altolocata. Quest’ultima, in realtà, è la figlia che era stata affidata a dei parenti lontani incaricati di allevarla; la stessa sorte è toccata anche al fratello che soltanto tredici anni dopo viene ricondotto a casa insieme alla sorella. La novella della “paziente Griselda” serve a mettere in risalto le incertezze di Cecilia, inevitabilmente condizionata dagli eventi che hanno dipinto Robbie come un pedofilo. Tale riferimento, in effetti, tradisce la sua totale fiducia verso l’innamorato. Nelle lettere Cecilia si descrive come una fedele alleata ed assicura Robbie di non aver mai

e svela il timore della giovane di aver compromesso la propria vita e i rapporti con i suoi familiari per un uomo che, in realtà, è un maniaco. Cecilia non può far altro che riporre fiducia nei confronti di Robbie, proprio come ha fatto la sua corrispondente medievale, e attendere la prova che le accuse a lui rivolte sono infondate.

I personaggi citati da Robbie e Cecilia richiamano i temi dell’attesa e della resistenza: essi, proprio come la coppia di innamorati in Atonement, sono destinati ad aspettare che l’ordine ritorni nei loro mondi. I due protagonisti sono separati prima dal periodo trascorso in carcere da Robbie e successivamente dalla guerra. McEwan si appropria dell’opera di Chaucer e vi aggiunge ulteriori significati. Nel caso di Troilus

and Criseyde, l’autore dedica ben quattordici strofe per descrivere la condizione di

attesa straziante in cui Troilo è obbligato a vivere mentre aspetta il ritorno di Criseide a Troia. Lo stato d’animo dell’uomo oscilla fra l’ottimismo e la malinconia e cerca di resistere anche quando Criseide tarda ad arrivare e le speranze diminuiscono. Robbie richiama alla memoria il personaggio di Troilo mentre sta marciando verso Dunkerque: tale elemento rivela i timori del giovane che riguardano non solo la paura di non tornare dalla guerra ma anche la possibilità di trovare Cecilia cambiata. La lontananza dai suoi familiari potrebbe rivelarsi un ostacolo insormontabile perciò, come nel caso di Criseide, potrebbe abbandonarlo e rinunciare al loro amore. Tale allusione si riferisce anche ai danni psicologici causati dalla prolungata attesa: proprio come Troilo, Robbie si ritrova bloccato in una condizione di incertezza, in cui la mente continua a ruotare attorno ai ricordi del poco tempo trascorso con la propria amata. Le ansie di Robbie sono riconducibili a quelle di Tristano, anch’egli ossessionato dal pensiero di trovare Isotta “la bionda” cambiata in seguito alla loro separazione. Sua moglie, consapevole di tale timore, lo inganna e gli fa credere che Isotta non lo ami più. Al contrario, Robbie trova Cecilia sempre la stessa, e il loro incontro si conclude con un bacio appassionato, che conferma la lealtà della donna. Tale conclusione sembra sostenere Robbie durante il periodo successivo, ma il richiamo delle figure medievali citate mantiene un senso di tensione e di incertezza.

A differenza di Troilo e Tristano, Griselda spera che suo marito subisca una trasformazione e che torni ad essere l’uomo che ha conosciuto quando l’ha chiesta in sposa. Il suo desiderio è riconducibile a quello di Cecilia, anch’essa determinata a voler ricostruire l’immagine del Robbie che ha sempre conosciuto, lontana da quella che lo ritrae come un maniaco. Allo stesso modo, Robbie spera che Briony ritratti la sua

accusa permettendogli di tornare ad essere “the man who had once crossed a Surrey park at dusk in his best suit, swaggering on the promise of life” (Atonement, p. 227).

Il personaggio di Briony non è escluso dalla categoria delle allusioni medievali, può essere infatti paragonata alla figura di Re Artù. Quando la ragazzina si siede a tavola sembra proprio emulare il leggendario monarca:

She decided she would stay there and wait until something significant happened to her. This was the challenge she was putting to existence – she would not stir, not for dinner, not even for her mother calling her in. She would simply wait, on the bridge calm and obstinate, until events, real events, not her own fantasies, rose to her challenge and dispelled her insignificance (Atonement, p. 77).

L’abitudine di Re Artù di rimanere immobile, in attesa di un qualsiasi avvenimento, permette lo sviluppo del resto dell’azione che, solitamente, vede i suoi cavalieri coinvolti in imprese eroiche e ricerche avventurose. Un esempio è riscontrabile in un passo tratto da Sir Gawain e il Cavaliere Verde:

Artù non voleva mangiare finché tutti non erano serviti […] E un’altra abitudine così gli dettava: impegno d’onore aveva preso di mai mangiare in un giorno come quello festivo finché non gli fosse narrata la strana storia di qualche avventura, di qualche gran meraviglia cui prestar fede, di antichi o di armi o di altre avventure, o qualcuno non gli chiedesse un cavaliere leale con cui giostrare, tutto azzardare, rischiar vita per vita, ognuno all’altro lasciare il vantaggio, come spirava fortuna. Questo era l’uso del re quanto corte teneva a ogni splendida festa tra i suoi nella sala48.

Ritorna il tema dell’attesa, che stavolta vede Briony la principale protagonista. La giovane attende di agire non soltanto nell’arco dell’intera giornata estiva, ma anche durante il resto della propria esistenza: è ormai troppo tardi quando decide di rivelare il suo errore infantile e di scusarsi con la sorella maggiore. Inoltre, una volta scritta la storia della sua espiazione, Briony decide di attendere la sua morte e quella di tutti coloro che sono stati coinvolti.

Il tributo di McEwan a Re Artù nella scena della cena serve ad annunciare l’imminente disastro. Nel caso di Sir Gawain e il Cavaliere Verde, si tratta della sfida che vede protagonisti i due cavalieri omonimi. Per quanto riguarda Atonement, invece, l’attesa permette lo svolgimento di un evento cruciale: lo stupro di Lola. Sia Re Artù che Briony mettono in pericolo le vite degli altri personaggi. Robbie, proprio come Sir

Gawain, è spinto ad intraprendere un lungo cammino ricco di pericoli, che si conclude con un triste finale. Nella seconda parte, Robbie attraversa la deserta campagna francese, un’immensa terra desolata che ricorda i paesaggi sconfinati che facevano da sfondo alle avventure degli eroi arturiani. Con questo non si vuole certo minimizzare l’accurata ricerca che McEwan ha svolto per poter descrivere nei dettagli, e in maniera realistica, i disastri della Seconda guerra mondiale. La terra desolata descritta da McEwan non può certo non ricordare quella che dà il titolo al celebre poema di T.S. Eliot, il quale, a sua volta, fa riferimento alla terre gaste dei poemi epici medievali, percorsa dai cavalieri impegnati nella ricerca del Sacro Graal. Nella seconda parte di

Atonement, il paesaggio francese viene descritto come cupo e arido, in cui Robbie è

alla disperata ricerca di acqua. Tali immagini ricordano un passo tratto da The Waste

Land, in cui l’autore illustra la presenza di un terreno roccioso, privo di acqua.

Here is no water

Rock and no water and the sandy road

The road winding above among the mountains Which are mountains of rock without water If there were water we should stop and drink Amongst the rock one cannot stop or think.

Robbie è rappresentato come un eroe cavalleresco alla ricerca del Santo Graal: nello specifico, si riscontrano varie somiglianze con Parsifal, l’illustre cavaliere della Tavola Rotonda, l’unico che è riuscito a vedere il Graal. Entrambi presentano delle caratteristiche comuni: appartenenti ad una classe sociale inferiore, sono stati cresciuti soltanto dalla figura materna. Gli autori, Chrétien de Troyes e Ian McEwan, sottolineano tali fattori e mettono in evidenza la condizione subalterna dei rispettivi personaggi. Questi ultimi abbandonano le proprie genitrici per intraprendere un lungo cammino: Parsifal lascia la madre per unirsi ai cavalieri di Re Artù, mentre Robbie è costretto a seguire i poliziotti; qui ha inizio il suo viaggio che prima lo conduce in prigione e, successivamente, nella terra desolata francese. Nonostante i motivi che li inducono ad allontanarsi siano diversi, tali eventi rappresentano dei momenti di svolta nelle vite dei due soggetti; entrambi abbandonano la sicurezza del nido familiare per finire catapultati nell’insidioso mondo adulto. Se quella di Parsifal è una scelta intenzionale, Robbie è vittima di tale cambiamento. Ciò serve proprio a sottolineare le

maggiori difficoltà che il giovane dovrà fronteggiare a causa di un mondo più maligno e ingannevole rispetto a quello del suo predecessore.

Durante la marcia verso Dunkerque Robbie recita i versi di W. H. Auden (1907-1973) che Cecilia gli ha inviato. Si tratta della poesia In Memory of W.B. Yeats, di cui Robbie ricorda “In the deserts of the heart / Let the healing fountain start”49;

tramite ciò il personaggio allude alla propria condizione e a quella della terra che sta attraversando, con la speranza di poter curare sia se stesso sia quei luoghi afflitti. Robbie è dunque associato non solo alla figura di Parsifal, ma anche a quella del Re Pescatore, noto per la ferita che lo contraddistingue in ogni narrazione in cui compare. Recitando i versi di Auden, il giovane si convince di poter sopravvivere e di tornare in patria. Di tutt’altro significato sono i versi, anch’essi tratti dalla poesia di Auden, che Robbie ripete: “In the nightmare of the dark /All the dogs of Europe bark”. Tali parole rispecchiano le paure del personaggio riguardo al proprio futuro e a quello dei paesi coinvolti nel conflitto mondiale. La poesia prosegue con altri versi significativi che sembrano riprendere il motivo dell’attesa: “And the living nations wait, / Each sequestered in its hate”. Proprio come Briony e Re Artù, anche i leader politici inglesi posticipano la scelta di scendere in guerra contro il dispotico nemico. I versi di Auden si coniugano bene con lo scenario catastrofico descritto nella seconda parte di

Atonement: anche in questo caso McEwan si appropria delle parole di un autore oramai

entrato nella tradizione letteraria britannica, e attribuisce loro ulteriori accezioni.