Dopo una serie di esperimenti, che hanno visto McEwan cimentarsi nella scrittura di sceneggiature per il cinema e per la tv, l’autore pubblica il suo terzo romanzo nel 1987, col titolo The Child in Time. A differenza delle opere precedenti, intrise di elementi ambigui e ambientate in spazi sfocati, ora lo scrittore adotta una prosa più consapevole, che segna una svolta nella sua carriera. Inizia la stesura del romanzo nel 1983, poco prima di diventare padre: la paternità, come lui stesso afferma, cambia radicalmente il suo modo di scrivere. Da questo momento, l’autore abbandona gli spazi claustrofobici a favore di contesti in cui storia, psicologia umana, filosofia e scienza servono a creare un dibattito interessante sulla realtà. Se in The Cement Garden e The Comfort of
Strangers il contesto non è definito, ora McEwan colloca la narrazione in uno spazio
ben preciso, a Londra, dieci anni più tardi rispetto alla pubblicazione dell’opera. In
The Child in Time si mescolano elementi tipici del romanzo psicologico e altri che
17 D. MALCOLM, Understanding McEwan, University of South Carolina Press, Columbia 2002, pp.
afferiscono alla sfera sociale, perciò pubblico e privato si intersecano per dar vita ad un’opera che si differenzia da quelle passate.
La trama ruota attorno al personaggio di Stephen Lewis, uno scrittore di storie per ragazzi, che non riesce a superare la perdita della figlia. La scomparsa della bambina, avvenuta due anni prima mentre si trovava al supermercato con il padre, sconvolge i genitori al punto da mettere in crisi anche il loro matrimonio. Julie, la moglie di Stephen, abbandona Londra e si rifugia in campagna, mentre l’uomo sprofonda nell’abuso di alcol. L’intreccio, oltre a presentare la psicologia interna dei personaggi, si arricchisce grazie ai riferimenti storici e culturali: McEwan delinea il quadro di un futuro distopico, in cui la critica contro il governo Thatcher è evidente. L’autore ne mette in risalto lo spirito conservatore e inflessibile attraverso il coinvolgimento di Stephen in un progetto governativo. Il protagonista fa parte di una Commissione che ha il compito di scrivere un manuale sull’educazione infantile, dal titolo The Authorized Childcare Handbook. In realtà, il manuale è già stato scritto da Charles Darke, primo editore e amico di Stephen, ritiratosi dalla scena politica dopo un periodo in Parlamento. Charles lascia Londra insieme alla moglie Thelma e va a vivere in campagna, dove ha la possibilità di stare a contatto con la natura. Quando Stephen va a fargli visita si accorge che Charles è regredito allo stadio infantile: si è costruito una casa sull’albero e trascorre le proprie giornate a correre nel bosco. L’infanzia, dunque, non è “an invention, a social construct, made possible by society as it increased in sophistication and resource”18 come recita il Childcare Handbook,
ma è una condizione naturale della vita umana. Come per i principi del contrappasso dantesco anche Charles subisce la propria condanna: è costretto a rivivere l’infanzia dopo aver scritto parole retrograde contenute nel testo da lui firmato.
A livello intertestuale, McEwan inserisce una citazione tratta dai Four Quartets (1943) di T. S. Eliot nel quinto capitolo:
Time present and time past
Are both perhaps present in time future, And time future contained in time past19.
Stephen si ricorda i versi eliotiani durante la conversazione con Thelma, mentre si intrattengono a parlare di fisica e di teorie sul tempo. Quest’ultimo è infatti uno dei temi centrali del romanzo insieme all’infanzia, come è evidente già dal titolo. Se ne mette in risalto la visione soggettiva grazie alle esperienze vissute da Stephen in prima persona, come l’incidente sulla strada per Suffolk, in cui ha la sensazione che il tempo stia rallentando, oppure i momenti in cui tenta di ripercorrere gli attimi in cui sua figlia Kate è stata rapita.
Il romanzo si suddivide in nove capitoli, in cui si snoda il viaggio di Stephen che, costellato di epifanie e rivelazioni, lo porta a superare i propri traumi. Il numero nove rinvia ai mesi di attesa affinché una nuova vita si formi: difatti, la storia si conclude proprio con la nascita del figlio di Julie e Stephen. I capitoli, a loro volta, si possono suddividere in tre sezioni, ognuna delle quali si conclude con un’esperienza fondamentale per il protagonista20. Stephen ricorda lo Stephen Dedalus di Joyce:
entrambi vagano per una città alla ricerca di persone perdute, il primo la figlia, il secondo il padre. Oltre al senso di spaesamento che li accomuna, entrambi sono in preda ad una crisi d’ispirazione artistica. Ma il viaggio di Lewis si conclude con la rinascita, ricordando più l’ascesa dagli inferi fino al paradiso di Dante, che viene citato tramite il busto presente nella stanza dei Clarke, dove Stephen ha vissuto dopo la scomparsa di Kate. McEwan pare ispirarsi a Dante anche per l’uso dei numeri, in particolare il tre (e i suoi multipli), considerato il simbolo della perfezione divina. Così il viaggio di Stephen somiglia ad un pellegrinaggio la cui meta è il ricongiungimento con Julie e il superamento dei dolori passati.
Nel 1990 viene pubblicato The Innocent, il primo romanzo di McEwan ambientato nel passato, nel 1955. Il protagonista, Leonard Marnham, è un venticinquenne inglese che si trasferisce a Berlino, dov’è coinvolto nell’operazione anglo-americana che prevede la costruzione di un tunnel per intercettare le comunicazioni sovietiche. Nel romanzo si mescolano fiction e Storia: l’Operazione Gold, infatti, fu un’operazione messa in atto dalla CIA e dai servizi segreti britannici per spiare i sovietici. L’impresa fu scoperta immediatamente grazie a George Blake, una spia inglese che trasmetteva informazioni ai nemici. Il personaggio di Blake appare anche nella fiction di McEwan, permettendo alla Storia di farsi sempre più
spazio all’interno del romanzo. La Berlino del Dopoguerra fa da sfondo alla storia d’amore fra Leonard e Maria Eckdorf, una tedesca trentenne divorziata. La donna lo conduce in un percorso di perdita dell’innocenza, in cui il giovane viene a contatto coi suoi desideri latenti. Dopo un periodo di separazione, causato da un tentativo di stupro da parte di Leonard nei confronti di Maria, i due si ricongiungono e si fidanzano ufficialmente. La loro felicità viene minata dall’ex marito della donna, Otto, che si introduce in casa sua la notte del fidanzamento con Leonard. In seguito a una lite violenta, Otto viene ucciso: i due amanti decidono di occultare il cadavere e di farlo a pezzi nascondendolo in due valigie. Leonard le abbandona all’interno del tunnel informando i sovietici al riguardo. Nel frattempo, il protagonista abbandona la Germania e si separa da Maria. Nella conclusione si scopre che Bob Glass, l’americano che aveva introdotto Leonard alla vita mondana di Berlino, aveva fermato le indagini sull’omicidio. Il finale si svolge sempre nella capitale tedesca, dove Leonard fa ritorno nel 1987, e riceve una lettera da Maria. Apprende del suo matrimonio con Glass in America, della recente morte dell’uomo, e dei sentimenti che la donna nutre ancora nei suoi confronti. Leonard decide di andare a trovarla e di tornare insieme a lei nei luoghi che avevano fatto da sfondo alla loro storia d’amore.
Il romanzo presenta un’evidente commistione di generi, in particolare lo
psychological novel e l’espionage fiction. Come nota Malcolm, sono presenti
numerose allusioni ai romanzi di John Le Carré e Len Deighton, in particolare a A
Perfect Spy (1986) e Berlin Game (1983). Ma se in questi romanzi prevale la
componente dello spionaggio, in The Innocent è l’indagine psicologica dei protagonisti ad avere un ruolo di prim’ordine.
Vi sono riferimenti intertestuali anche alle tendenze contemporanee, secondo cui anche altri autori prediligono setting in paesi stranieri. Leonard ben incarna questo atteggiamento di simpatia nei confronti di tutto ciò che non è inglese, e lo conferma verso la fine del romanzo, quando dichiara: “Perhaps I just like to be abroad”21. Anche
la sua relazione con Maria ne è la prova: il fascino della donna aumenta grazie al suo essere straniera, e le esperienze vissute con lei acquistano maggiore valore proprio perché lontane dall’ambiente provinciale in cui il protagonista è nato. Inoltre, la componente cosmopolita non appare soltanto in The Innocent, ma anche in altri romanzi di McEwan, come The Comfort of Strangers e Black Dogs.
L’autore mette in rilievo l’influenza di Kafka sulla propria scrittura tramite la citazione in epigrafe di un passo tratto da Der Bau (1931), racconto postumo dello scrittore tedesco. Il protagonista, un’entità sconosciuta che presenta caratteristiche sia umane sia animali, racconta della costruzione della propria tana, un complesso lavoro architettonico che ha impiegato anni a terminare. La tana, composta da numerosi cunicoli, richiama il tunnel di The Innocent. Né il tunnel né la tana assumono connotazioni positive: il primo è stato costruito per invadere lo spazio altrui, mentre la tana nasce dal bisogno del protagonista di isolarsi dal mondo.
La narrativa kafkiana ha influenzato i primi romanzi di McEwan, che si discostavano dalla tendenza del romanzo inglese a indagare gli aspetti storico-sociali della realtà. In The Innocent l’autore invece esalta l’importanza del contesto, legittimando definitivamente il ruolo della Storia nella propria narrativa.
Nel 1992 esce Black Dogs, romanzo breve ma complesso per quanto riguarda le coordinate spazio-temporali. Il protagonista, Jeremy, scrive un memoriale sulle vite dei propri suoceri, June e Bernard Tremaine. Nella Prefazione fornisce dettagli sulla propria vita passata: rimasto orfano a soli otto anni, fin da adolescente inizia a nutrire un interesse quasi morboso nei confronti dei genitori dei propri coetanei. Da adulto rimane affascinato dalla storia di June e Bernard, segnata non solo dai cambiamenti storici ma anche da quelli ideologici dei due, i quali, poco dopo essersi sposati e aver abbracciato l’ideologia comunista, si separano in seguito ad un evento che sconvolge ogni loro equilibrio. La rottura è legata all’apparizione di due cani neri mentre June passeggia lungo un sentiero nella regione dei Causses, in Francia. La donna interpreta l’immagine degli animali come rappresentazione del male. Da quel momento si allontana sempre più dalla realtà ritirandosi in una bergerie, dove conduce una vita isolata all’insegna della spiritualità.
Oltre a mettere in risalto le differenze fra uomini e donne, rappresentano i poli opposti dell’idealismo e del razionalismo. Come nota Ferrari, June ricorda la Julie di
The Child in Time: entrambe vivono esperienze traumatiche e si isolano dal resto del
mondo. Vi sono quindi riferimenti macrotestuali, poiché anche le opere precedenti dell’autore mettevano in evidenza le differenze fra i sessi tramite espedienti vari. Anche in quest’ultimo romanzo alla Storia è riservato un ruolo importante: si narrano eventi ambientati nel secondo Dopoguerra, mentre la caduta del muro di Berlino assume una posizione centrale nella seconda sezione. Bernard e Jeremy volano nella
capitale tedesca per assistere al ricongiungimento delle due parti della città, dove il primo viene aggredito da un gruppo di naziskin mentre sta prendendo le difese di un uomo di origini turche. A differenza di June, che attribuisce immediatamente un significato all’episodio dei cani, Bernard si rifiuta di vedere il male nell’aggressione subita dal gruppo di giovani tedeschi.
I cani neri hanno un ruolo centrale com’è evidente fin dal titolo dell’opera. La dedica a Jon Cook, “who saw them too”22, richiama un episodio che McEwan ha
raccontato di aver vissuto in prima persona:
Ero in Francia con un amico, da cinque giorni camminavamo per la campagna. Stavamo percorrendo un sentiero veramente desolato, il villaggio più vicino era a venti chilometri, e all’improvviso ci siamo trovati davanti due enormi cani neri. Non c’era anima viva attorno a noi, né case, né strade, nessun contesto cui quei cani potessero appartenere. Non ci attaccarono, come invece accade a June nel romanzo, stavano lì e basta, giganteschi e inspiegabili23.
I cani neri sono metafora del male latente, pronto a riattaccare anche quando sembra ormai estinto. Sono il male che si è sprigionato durante i conflitti mondiali della prima metà del XX secolo e che si è nuovamente manifestato negli anni Novanta, durante le guerre che hanno portato allo smembramento della Iugoslavia. Sono il male che persiste e si rivela ogni volta sotto forme differenti.
Jeremy menziona autori come Proust, Kafka, Sylvia Plath e Conrad nel corso delle quattro sezioni; sono tutti riferimenti intertestuali che hanno lo scopo di sottolineare il carattere romanzesco dell’opera. Black Dogs si distingue per l’intreccio con la Storia, divenuta ormai una costante imprescindibile nella narrativa di McEwan, attraverso la quale l’autore instaura un contatto diretto con la realtà passata e presente.
A distanza di cinque anni dalla pubblicazione di Black Dogs, nel 1997 esce
Enduring Love. Il protagonista e narratore autodiegetico è Joe Rose, un giornalista
scientifico che ha condotto una vita serena fino al giorno della tragedia in cui rimane coinvolto. Durante un picnic in compagnia della moglie Clarissa, Joe tenta di salvare un bambino che sta volando all’interno di un pallone aerostatico. Insieme a lui altri avventori tentano di riportarlo a terra, ma alla fine tutti mollano la presa, tranne John Logan, un medico di Oxford, che perde la vita schiantandosi al suolo. A partire da
questo momento la vita di Joe cambia: viene avvicinato da un altro soccorritore, Jed Parry, un giovane disoccupato, che lo invita a pregare dopo l’accaduto. Già dalla sera stessa Jed inizia a mostrare un interesse morboso nei confronti di Joe al punto che quest’ultimo inizia a credere che l’uomo sia affetto dalla Sindrome di Clérambault, un disturbo psichiatrico in cui i pazienti si convincono in maniera infondata che una persona provi un sentimento nei loro confronti.
Da un punto di vista intertestuale, il romanzo è costruito secondo le caratteristiche del thriller a partire dalla prima scena, in cui si è incerti sul destino del bambino nel pallone aerostatico. Successivamente Joe sostiene di essere vittima delle molestie di Jed ma nessuno gli crede, nemmeno sua moglie, al punto che anche il loro matrimonio va in crisi. Jed agisce come un vero e proprio stalker nonostante McEwan non nomini mai esplicitamente tale reato. Anche l’evento di massima tensione, che rappresenta il climax del romanzo, è descritto secondo le caratteristiche del thriller: si tratta della scena in cui Jed si introduce in casa di Joe e prende in ostaggio Clarissa, che si libera grazie al colpo che Joe spara al braccio dell’uomo.
Tuttavia, McEwan focalizza la propria attenzione sulla psicologia umana dei soggetti. Il romanzo chiude il cerchio iniziato con The Cement Garden, a partire dal quale l’autore analizza i comportamenti disturbati dei personaggi: si vedano l’ossessione di Jack per la masturbazione e i suoi istinti incestuosi; le tendenze sadiche di Robert e Caroline in The Comfort of Strangers; i traumi psicologici di Stephen in
The Child in Time e di Leonard e Maria in The Innocent. Da Black Dogs riprende
l’opposizione fra religione e scienza, stavolta incarnata rispettivamente da Jed e Joe. Il primo crede fermamente in Dio, mentre il secondo è un razionalista convinto e riconduce ogni cosa alla logica. A livello macrotestuale McEwan riprende il tema dell’amore, declinato in maniera diversa in ogni sua opera. Racconta l’amore incestuoso fra Jack e Julie, quello monotono e poi ritrovato di Colin e Mary, che si incrocia con quello squilibrato di Robert e Caroline. E di nuovo, gli amori che incontrano delle difficoltà in seguito a eventi traumatici come nei casi di Stephen e Julie, di Leonard e Maria, e di Bernard e June.
Vi sono riferimenti intertestuali che richiamano le immagini della Genesi: il giardino descritto nella scena iniziale ricorda quello dell’Eden, dove Joe e Clarissa si associano alle figure di Adamo ed Eva, mentre Jed Parry sembra interpretare il ruolo del serpente, che s’insinua nel mondo incontaminato dei due coniugi.
Non mancano, tuttavia, riferimenti alla letteratura inglese. John Keats è menzionato più volte poiché è l’oggetto di studio di Clarissa, insegnante di letteratura all’università, che all’inizio del romanzo è appena tornata da Boston, dove ha svolto ricerche proprio sul poeta romantico.
Attraverso il protagonista, McEwan utilizza l’espediente del narratore inattendibile. Spesso ci si chiede se la sua versione dei fatti corrisponda veramente alla realtà. Ad esempio, la testimonianza di Joe in merito alla sparatoria non corrisponde a quelle fornite da Clarissa e Jocelyn Kale. Infatti, il narratore afferma che di lì a poco la memoria avrebbe cambiato gli eventi, e magari li avrebbe arricchiti con fatti mai registrati dalla mente. Tali affermazioni sembrano proprio giustificare la presenza di un narratore inaffidabile. Nell’arco dell’intera narrazione è sempre Joe a fornirci il suo punto di vista; la focalizzazione non è mai multipla, a parte nei casi in cui si dà voce a Clarissa e Jed tramite due lettere indirizzate al protagonista.
Enduring Love si presenta come una storia che, a partire da un evento drammatico, sviluppa una serie di tematiche quali la scienza e l’amore, che si incastrano perfettamente per dar vita ad un’opera singolare.