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Atteggiamenti e comportamenti solidal

La religione e gli adolescent

7.3 Atteggiamenti e comportamenti solidal

Pare che tra gli adolescenti si stia facendo strada una concezione di vita orizzontale, pragmatica, utilitarista, a farsi soggettività: infatti si nota una involuzione sul piano dei valori, il pericolo della trasgressività pare crescere e il rischio da benessere si diffonde anche tra giovani culturalmente ed economicamente non svantaggiati. Si tratta però di primi segnali, la situazione è sospesa e non c’è nulla di deterministico: in altre parole, non mancano le possibilità di capovolgere tali prospettive, operando sia sul piano strutturale sia soprattutto su quello educativo.

Forse basta semplicemente sottolineare, da un lato, il bisogno di scambio e di informazione sociale e, dall’altro, la qualità di mezzo della comunicazione. In ogni caso la denominazione “società della comunicazione” sembra cogliere una dimensione centrale della nostra esistenza sociale. L’importanza della comunicazione non viene sminuita dal fatto che qui non si tratta tanto di una relazione viva tra due o più persone in un rapporto paritario, quanto piuttosto di un sistema autonomo fatto di scambio di informazioni e dotato di un arsenale tecnico di ragguardevoli proporzioni. La ricerca effettuata ha approfondito anche l’appartenenza degli adolescenti ad associazioni. La maggior parte degli intervistati appartiene ad un’associazione sportiva, il dato più significativo si registra tra gli adolescenti frequentanti il centro

Claudio Uras

La religione e gli adolescenti. Una indagine empirica nel territorio di Sassari

Tesi di Dottorato in Fondamenti e Metodi delle Scienze Sociali e del Servizio Sociale - Università degli Studi di Sassari – XXIII Ciclo

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con una percentuale pari al 75,00%, e del 51,43% nella periferia. (Cfr. tabelle 9 e 10)

Tab.9 Fai parte di qualche associazione?

(Distribuzione percentuali)

Totale Centro Periferia Agro

% % % % SI 49,12 48,67 51,52 46,81 NO 50,88 51,33 48,48 53,19 Totale 100,00 100,00 100,00 100,00

Fonte: nostra rilevazione ed elaborazione.Tab. 10 Se si quale? (massimo tre

risposte per ordine d'importanza)

(Distribuzione percentuali)

Centro Periferia Agro

% % % % % % % % % Sportiva 75,00 0,00 0,00 51,43 100,00 0,00 75,00 0,00 0,00 Culturale 3,57 0,00 0,00 5,71 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Religiosa 12,50 100,00 0,00 34,29 0,00 0,00 25,00 0,00 0,00 Di volontariato 1,79 0,00 100,00 5,71 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Di solidarietà 1,79 0,00 0,00 2,86 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Altro 5,36 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 0,00 100,00 0,00 0,00 Fonte: nostra rilevazione ed elaborazione

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183 7.4. La pratica religiosa

Durante l’adolescenza si denota una maggiore pratica religiosa con una frequenza settimanale dei luoghi di culto senza una diminuzione alla partecipazione all’associazionismo.

Molte delle riflessioni sulla religiosità dei ragazzi che vengono sviluppate, partono da questi dati, dal confronto cioè tra un livello di pratica così elevato degli adolescenti e l’abbandono tanto rapido e drastico negli anni immediatamente successivi. L’abbandono non sarà segno di una esperienza religiosa povera di contenuto?

Se così non fosse quali fattori intervengono successivamente a spiegarlo? E quali elementi di debolezza e di scarsa interiorizzazione erano in ogni caso già presenti nella socializzazione precedente? L’adolescenza, dal canto suo, è un periodo statico, sotto il profilo socio- religioso, oppure il cambiamento è già avvertibile in quel periodo? Come si vede molti di questi interrogativi si pongono dal punto di vista dell’ “esperienza religiosa”, e non da quello della socializzazione che i ragazzi hanno vissuto in ambiente religioso, nel suo significato più ampio. Ma gli interrogativi sono in effetti più vasti, coinvolgono entrambi i piani. L’esperienza religiosa potrebbe cioè rivelarsi debole come momento di strutturazione dell’identità, ma la socializzazione ricevuta, al di là degli aspetti propriamente religiosi, potrebbe rivelarsi più consistente e significativa anche sul piano della formazione dell’identità.

Nell’ambito della nostra ricerca è stato chiesto agli intervistati di indicare quale importanza attribuiscono alla religione. A tal proposito sono state fatte due domande: “Quanto è importante per te la religione?” e “La religione soddisfa le tue aspettative?”. (Cfr. tabella 11/12)

Alla prima domanda gli intervistati rispondono: 18 che la religione non è per niente importante, 31 sostengono che sia poco importante, 64 sufficientemente importante, 88 molto importante, e 23 la considerano importantissima (cfr tabella 11).

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Tab. 11 Quanto è importante per te la religione?

(Distribuzione percentuali)

Totale Centro Periferia Agro

% % % %

Per niente importante 8,85 8,33 10,53 8,54 Poco importante 15,93 16,67 0,00 19,51 Sufficientemente importante 33,63 33,33 26,32 35,37 Molto importante 31,86 16,67 52,63 29,27 Importantissima 9,73 25,00 10,53 7,32 Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 Fonte: nostra rilevazione ed elaborazione. Alla seconda domanda rispondono: 29 che la religione non soddisfa per niente le proprie aspettative, 36 rispondono poco, 70 rispondono sufficientemente, 64 rispondono molto, 22 affermano che la religione soddisfi le proprie aspettative moltissimo. Tab. 12 La religione soddisfa le tue aspettative?

(Distribuzione percentuali)

Totale Centro Periferia Agro % % % % Per niente 15,32 25,00 5,26 16,25 Poco 18,92 0,00 5,26 25,00 Sufficientemente 35,14 25,00 63,16 30,00 Molto 21,62 41,67 21,05 18,75 Moltissimo 9,01 8,33 5,26 10,00 Totale 100,00 100,00 100,00 100,00

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I partecipanti all’indagine hanno anche risposto al quesito: “Con quale frequenza partecipi ai riti della religione alla quale appartieni?” tra le opzioni di risposta fornite (qualche volta, una volta la settimana, nei giorni delle principali feste religiose, tutti i giorni, mai, altro), gli intervistati hanno indicato con più frequenza la risposta “qualche volta” con una percentuale del 32,74%.

Da segnalare anche il dato più basso (3,14% degli intervistati) che afferma di partecipare tutti i giorni ai riti religiosi. (cfr tabella 13)

Tab. 13 Con quale frequenza partecipi ai riti della religione alla quale appartieni?

(Distribuzione percentuali)

Totale Centro Periferia Agro

% % % %

Qualche volta 32,74 34,78 23,33 39,58

Una volta la settimana 21,52 17,39 20,00 33,33

Nei giorni delle principali feste religiose 22,42 22,61 28,33 14,58

Tutti i giorni 3,14 4,35 3,33 0,00

Mai 16,14 18,26 20,00 6,25

Altro 4,04 2,61 5,00 6,25

Totale 100,00 100,00 100,00 100,00

Fonte: nostra rilevazione ed elaborazione.

Dal punto di vista sociologico l’interrogativo posto dall’abbandono della pratica non è del resto così difficile come può sembrare alle persone che sono impegnate nell’educazione religiosa dei ragazzi. Osservare i ragazzi significa guardare come la società si riproduce ed in particolare come riproduce le forme della propria religiosità.

Certo, tutti i genitori possono avviare propri figli all’educazione religiosa, ma ciò non impedirà a questi ultimi di notare la pluralità di modi con cui nella società attuale è vissuto il rapporto con la religione. Il cammino che, muovendo dalla preadolescenza, attraversa la giovinezza è dunque anche lo stesso cammino mediante il quale una pratica diffusa, indotta da un mondo adulto spesso non molto coinvolto,

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si trasforma nell’esperienza di una minoranza e la religiosità di maggioranza può assestarsi, come è logico che avvenga.

Vediamo dunque come si articola questo percorso che conduce dall’omogeneità apparente della religiosità dell’infanzia e della preadolescenza alla pluralità di forme che caratterizza la vita adulta.