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Tendenze convergenti nella sociologia

La sociologia materialistica sostenne, in modo simile alla dottrina della predestinazione, la determinazione ferrea dell’esistenza umana. Come tale determinazione fu sostenuta da teologi calvinisti a proposito della salvezza degli esseri uomini. La causa ultima della predeterminazione fu individuata nel primo caso in Dio, nel secondo caso nei mezzi di produzione. Sia nell’una che nell’altra concezione agli uomini non rimaneva altro che sottomettersi al loro destino. Tutt’al più essi potevano tentare di ricavare il meglio che potevano dalla situazione esistente.

La sociologia borghese classica superò questo determinismo. La sua teoria poggia su una dialettica tra l’uomo, che crea la propria società, e la società, che nel corso del processo dell’ominazione sociale (socializzazione) penetra nell’uomo. Un uomo nel vero senso della parola, un essere ad un tempo personale e sociale, nasce da un rappresentante della specie umana attraverso l’interiorizzazione della realtà sociale. La reciproca determinazione tra l’uomo e la società opera in un sistema dinamico, in

cui anche le leggi fatte dall’uomo sono cionondimeno reali34.

Questo primo fondamento della concezione sociologica fu subito completato con un secondo concetto da uno dei padri fondatori di questa disciplina. Il tipo e lo sviluppo del sistema sociale sono determinati dalla razionalità dell’essere umano. L’essere umano vuole organizzare la propria vita, i propri rapporti e l’ordine della convivenza in maniera adeguata, razionale e rispondente alle proprie condizioni

interne e esterne35. Pertanto, per capire l’ordinamento e i fenomeni della società e

della cultura, bisogna rifarsi alle intenzioni e alla razionalità di quegli uomini, che hanno creato il mondo sociale.

34 P. Berger, T. Luckmann, La realtà come costruzione sociale, Il Mulino, Bologna 1969.

Claudio Uras

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Tesi di Dottorato in Fondamenti e Metodi delle Scienze Sociali e del Servizio Sociale - Università degli Studi di Sassari – XXIII Ciclo

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Ma una teoria relativizza il ruolo della razionalità e della causalità da essa esercitata. Anche le migliori intenzioni possono avere conseguenze inattese, specie quando si tratta di una molteplicità di razionalità e finalità individuali e delle conseguenze sociali da esse prodotte. Le “conseguenze non previste” sono delle

correzioni della razionalità individuale e vanno similmente tenute presenti36. Esse

non sono affatto solo fenomeni casuali, ma seguono proprie leggi. E se ciò è vero, è anche possibile scoprire la loro logica.

L’ipotesi della coerenza intrinseca del sistema sociale viene accettata con tanta maggior difficoltà quanto più complessa è la società. Lo sviluppo comporta la perdita della trasparenza e della plausibilità della società e della cultura. Il cambiamento sociale tende ad accelerare. Forse nel nostro tempo esso ha addirittura fatto un salto qualitativo. Molte cose inducono a pensare che il mondo sociale della generazione più giovane dei paesi altamente sviluppati non è più uguale a quello delle persone anziane. Per quanto oggi sia meno che mai agevole stabilire ordini mondiali e gerarchie tra un paese e l’altro, potremmo forse pensare che le conseguenze per i paesi meno sviluppati siano evidenti. I dati sul decorso del cambiamento convergono, e cercheremo ora di enumerarli.

Dal punto di vista sociologico siamo soliti indicare lo sviluppo socioculturale della modernità con il termine modernizzazione. Le sue radici sono state in un primo momento individuate nella nascita della società borghese, nell’industrializzazione e nell’Illuminismo, ma negli ultimi tempi si è anche fatto notare che tale sviluppo è diventato possibile con il cristianesimo, con la separazione del sacro dal profano, separazione che poi si è socialmente e strutturalmente concretizzata nella lotta per le investiture e nella separazione del papato dall’impero.

Per quanto a ritroso le radici possano estendersi, l’esperienza concreta di un nuovo mondo si ebbe con la scomparsa dello stile di vita contadino e con la comparsa dello stile di vita cittadino-borghese. Non solo cambiò la cornice della vita, ma cambiarono pure la sua qualità, la sua struttura e la sua costituzione. Le

36 R.K. Merton, The Unanticipated Consequences of Purposive Social Action, in American Sociological

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dimensioni principali di tale cambiamento sono riassumibili in maniera relativamente facile. Accanto ai contatti diretti aumentò a dismisura il numero dei contatti indiretti. Lo spazio della convivenza umana personale fu limitato dalla moltiplicazione delle relazioni formali e impersonali. La semplicità controllabile del mondo sociale cedette il passo ad una pluri stratificata, complessa e anche nelle sue parti poco comprensibile serie di sottosistemi. L’esperienza di una immutabilità e stabilità atemporale dell’ambiente sociale fu scossa dal cambiamento, dal sentimento della temporaneità e del provvisorio. L’applicabilità delle esperienze passate e delle tradizioni raccolte nel corso della storia divenne problematica con la discontinuità delle condizioni sociali e dello sviluppo, nonché con le contingenze del futuro.

L’ambiente sociale si trasformò da “comunità” in “società”37.

Il concetto-chiave di questo cambiamento è la differenziazione sociale. Dal sistema sociale una volta unitario e gerarchicamente ordinato scaturisce un numero sempre crescente di sottosistemi autonomi e indipendenti (come la politica, l’economia, la tecnica, la scienza, l’industria del tempo libero, la comunicazione, ecc.), che non hanno alcun denominatore comune e nemmeno una istanza sovra ordinata, universalmente riconosciuta e capace di governare. Il loro reciproco rapporto e la loro totalità come sistema sociale sono determinati unicamente dalla loro reciproca delimitazione, concorrenza e lotta, con risultati sempre e solo provvisori, che possono raggiungere un carattere vincolante solo relativo.

Una comunità nasce, indipendentemente da regole e strutture interne, da persone naturali. Una qualità importante della modernità è l’esistenza di persone giuridiche e di altri attori corporativi, che partecipano alla vita sociale. In questo campo da gioco l’individuo deve sussistere non solo di fronte ad altri individui, eventualmente più forti, ma viene posto di fronte a istituzioni che seguono le loro proprie leggi, i loro propri calcoli in fatto di costi e ricavi, una loro propria morale, e che il più delle volte sono molto più forti di quanto gli individui possano mai essere.

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Una situazione di concorrenza ha dei vantaggi. Essa può istituzionalizzare la produttività e la selezione dei migliori. Ma ha anche dei lati negativi e degli svantaggi. Menzioniamone tre. Il mantenimento della funzionalità del sistema presuppone, nel caso di un aumento della complessità, un aumento ancor più forte della comunicazione. La complessità produce insicurezze e rischi, per far fronte ai quali non esistono procedure bell’e pronte, né è possibile dedurle dal sistema. Infine, viene lasciato all’individuo il compito di crearsi un ordine a lui personalmente adeguato e di armonizzare le proprie esperienze, partendo da quel mondo differenziato e fatto di per sé di parti variamente strutturate e tra loro non sincronizzate.