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Gli adolescenti tra tradizione e modernità

8.1 Aspettative e immagini della religione

Gli adolescenti si trovano a vivere importanti sviluppi del mondo occidentale, altamente sviluppato che hanno avuto come conseguenza, il livellamento di precedenti differenze di classe e il raggiungimento di un benessere generale.

L’evoluzione della società umana può essere compresa come uno sviluppo della crescente differenziazione dei sistemi sociali. Thomas Luckmann fa riferimento ad una “de socializzazione” del mondo, necessaria da questo punto di vista. La differenziazione di particolari sistemi sociali in base a delle relazioni interumane specificamente sociali rende allora possibile all’interno di questi sistemi delle formazioni sempre più funzionalizzate, trae di volta in volta caratteristici punti di vista della vita familiare domestica e della religione. In questo modo la società nel suo insieme diventa più complessa, ma anche più dinamica nelle sue funzioni specializzate, crescono anche i problemi e le crisi, ma anche le possibilità.

Il contesto è apparso modellato su base pluralistica. Nell’ambito della ricerca svolta, gli adolescenti si sono dichiarati appartenenti alla religione cattolica altra religione

Ciò che differenza il pluralismo religioso affermatosi in Italia è di non manifestarsi come una differenziazione di religioni e confessioni religiose, ma come una forma di pluralismo interno al campo cattolico. Sotto la comune identità si evidenziano infatti modalità profondamente diverse di intendere e praticare la religione cattolica. Tali diversità coinvolgono il piano delle credenze, quello delle

Claudio Uras

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pratiche e quello dell’appartenenza alla chiesa. Ciò appare chiaramente, non appena nelle domande sull’autocollocazione religiosa si aggiunge la modalità “credente a modo mio”, nella quale finisce per collocarsi una quota significativa dei rispondenti, che altrimenti si sarebbero definiti cattolici.

Accanto all’insieme dei praticanti si evidenzia cioè una quota rilevante della popolazione che può essere inquadrata nel modello di religiosità “senza chiesa”. Inoltre, mentre i praticanti sono una minoranza sia pur consistente, come si è detto, rimane molto alto in Italia il ricorso alla ritualità straordinaria in occasione di momenti particolarmente rilevanti del corso di vita, o di festività di speciale risalto, così che pochi sono coloro i quali possono ritrovarsi totalmente estranei alla religione cattolica.

In sintesi, i modelli di religiosità che caratterizzano il mondo adulto sono largamente differenziati: ai praticanti, essi stessi sempre più spesso caratterizzati da tipi diversi di religiosità, si affianca una parte, maggioritaria, della popolazione la quale se non esclude la dimensione religiosa e l’identità cattolica, non prevede nemmeno forme troppo impegnative di vivere l’esperienza religiosa e l’appartenenza ad una specifica confessione. Il contesto nel cui ambito si attua la socializzazione dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze è dunque ampiamente pluralistico e questo suo carattere non può che essere evidente anche ai loro occhi, quanto meno a partire da una certa età.

L’adolescenza, fase che in Italia coincide grosso modo con la frequenza alla scuola media inferiore è un periodo per molti aspetti cruciale nel processo di socializzazione religiosa dei ragazzi e delle ragazze.

Si può ritenere che la socializzazione religiosa extrafamiliare abbia inizio di norma in corrispondenza con l’inizio della scuola elementare, ma i livelli di pratica nell’infanzia sono senza dubbio largamente inferiori a quelli che verranno sperimentati nel corso della preadolescenza, se non altro perché l’”obbligatorietà” della frequenza alla messa festiva è nell’infanzia considerata come socialmente poco vincolante.

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Il pluralismo nelle scelte religiose che caratterizza gli adulti non si riflette, come ci si potrebbe attendere, in un grado altrettanto elevato di differenziazione nelle pratiche religiose dei ragazzi e delle ragazze. Se si guarda agli indicatori espliciti di pratica si può agevolmente accertare quanto esteso sia nel nostro paese il processo di socializzazione religiosa.

Secondo le rilevazioni dell’Istat circa il 70% degli adolescenti frequenta settimanalmente un luogo di culto. Un altro 14% ci va alcune volte al mese. Anche se si considera che questi dati sono leggermente sovrastimati, come potrebbe dimostrare la comparazione con altre metodologie di rilevazione, si tratta in ogni caso di livelli di pratica molto elevati. La dimestichezza con i luoghi di culto raggiunge i livelli più bassi nelle zone centrali delle aree metropolitane ed i livelli più alti nei piccoli centri al di sotto dei 2.000 abitanti. Per quanto riguarda le aree territoriali i livelli maggiori si registrano nel Mezzogiorno e quelli più bassi nel Centro. Le differenze non sono però mai troppo eclatanti. Per trovarne di maggior rilievo sarebbe necessario evidenziare zone più limitate, dove la tradizione religiosa appare storicamente meno radicata.

Anche in queste però la riduzione dei livelli di pratica dei ragazzi e delle ragazze non è quella che ci si potrebbe attendere osservando quella degli adulti.

Contrariamente a quanto molti si attendevano non si nota, negli ultimi quattro anni, alcuna tendenza ad una riduzione nella quota degli avvalenti. Solo in alcuni grandi centri, come Bologna e Firenze, ma anche Livorno, Venezia e Trieste, tale quota si pone su livelli significativamente inferiori, compresi tra il 70 e l’80%.

Purtroppo non esistono fonti altrettanto sistematiche per sondare l’altro momento cruciale, sotto il profilo formale, della socializzazione religiosa dei ragazzi e cioè la frequenza al catechismo. Indagini condotte a livello locale sembrano però indicare livelli di frequenza molto alti, persino superiori a quelli fatti segnare dalla frequenza alla messa festiva.

La grande maggioranza dei e delle preadolescenti manifesta in sostanza una pratica esplicita costante, frequenta il catechismo e, a scuola, si avvale

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dell’insegnamento della religione cattolica; tutto ciò con una omogeneità territoriale notevole.

Oltre a ciò molto numerosi sono coloro che frequentano qualche associazione o gruppo educativo di carattere parrocchiale, anche se ovviamente in quote non comparabili con quelle appena viste. Quanti non è dato saperlo, ma si può facilmente ritenere che lo spazio educativo extrascolastico sia in buona maggioranza gestito da organizzazioni che si riferiscono, quando non vi appartengono direttamente, alla chiesa cattolica.

Meno peso essa riveste invece oggi, rispetto ad un recente passato, nell’ambito della gestione del tempo libero. Gli oratori assumono ancora, in questa età, un certo rilievo, ma lo sviluppo dell’associazionismo sportivo non confessionale ha sottratto il primato in questo campo alle organizzazioni promosse dalla Chiesa.

L’esposizione alla socializzazione religiosa riveste dunque nel nostro paese un rilievo vastissimo in questa età della vita, con ogni probabilità senza confronti con quanto si può rilevare negli altri paesi europei.

Lo studio del quadro valoriale dell’indagine ci consente di definire e capire i principi che ispirano e alimentano il sistema valoriale e morale del livello simbolico culturale degli adolescenti. L’analisi dei dati evince il peso rilevante che hanno i valori come l’amore, la famiglia, rispetto ad altri valori di carattere più acquisitivo strumentale come la libertà, il coraggio, l’uguaglianza ecc. Si evidenzia, quindi la caratterizzazione all’interno dell’indagine di una vera e propria polarizzazione che vede nel punto più alto della scala di massima importanza i valori affettivi, mentre nei punti più bassi quelli strumentali/acquisitivi più legati ad interessi. Nel proseguire l’analisi possiamo notare come altri valori non riscontrino nessun tipo di attenzione attestandosi sullo zero. Ciò ci porta ad ipotizzare che nella cultura adolescenziale il livello valoriale, nel suo insieme, esprime una visione della vita incentrata su codici normativi e morali che presiedono al governo e al controllo del vissuto fortemente interrelato con dimensioni sociali, privatistiche ed intimistiche. Questo sistema di valori così descritti produce da una parte un processo di legittimazione di alcune istituzioni ad esempio la coppia e la famiglia dall’altra è capace di generare e

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delineare elementi che contribuiscono alla costruzione e alla istituzionalizzazione di nuove forme organizzative. Queste trasformazioni si sviluppano lungo un asse o percorso che si articola con giochi di alternanza tra innovazioni e tradizioni. Il processo di transizione visto all’interno di questa indagine può svolgere un continum tra un ciclo di vita ed un altro tra un modello tradizionale e quello moderno di società. La condizione adolescenziale presenta in misura paradigmatica l’ambivalenza e la fluidità generando una identità incompiuta. L’importanza che si accorda nei confronti dell’amore come valore e quello che appare importante sottolineare come esso influenza e condiziona il livello istituzionale e come al tempo stesso il polo dei rapporti di produzione, attraverso la funzione dei mass media, influisce la concezione stessa dell’amore mediante l’interiorizzazione di visione e modelli indotti. Negli ultimi anni le trasformazioni economiche, culturali hanno

liberato “la coppia del controllo e dall’influenza dell’ambiente sociale”234 In secondo

luogo si registra la preferenza della famiglia dove si continua registrare un luogo di affetto nella cultura adolescenziale. Nel comparare i fatti questo trend con le ricerche

sociologiche235 In questo campo emerge una sorta di omologazione dei valori in cui

giocano un ruolo centrale settori della vita sociale come la famiglia, l’amicizia e l’amore. Queste ricerche inoltre evidenziano come nella nuova generazione sia nato

un processo di “omologazione valoriale e culturale all’Europa”.236Adesso tuttavia

non avviene lungo un percorso lineare ma attraverso un processo fortemente caratterizzato da comportamenti ambivalenti: dal lato si vuole un ritorno al passato, dall’altro non si vuole rinunziare ai vantaggi del presente e alle nuove influenze culturali e valoriali. C’è quindi da sottolineare che tra gli adolescenti della ricerca si è consolidata l’idea che la modernità si può coniugare con la tradizione. L’indagine effettuata sul territorio di Sassari ha voluto rilevare anche quali sono, i valori che permettono di crescere in una convivenza pacifica, tra Cultura, Religione,

234 P.P. Donati, I Colozzi (a cura di ) Giovani e generazioni Il Mulino, Bologna 1997, p.80 235 Ivi p. 155

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Responsabilità, Indipendenza, Libertà, Cooperazione, Coraggio, Uguaglianza. Gli intervistati hanno indicato la religione al primo posto con il 41,38%.

La Responsabilità e la Cultura hanno rispettivamente le seguenti percentuali: 34,48% e 24,14%. (Cfr. Tabella 15).

Livelli di pratica così elevati, i più alti riscontrabili tra le età della vita e l’estesa partecipazione al catechismo, appaiono rafforzati dal fatto che, nella grande maggioranza delle diocesi italiane, il termine della scuola media inferiore coincide con il completamento formale del percorso dell’iniziazione cristiana. Il sacramento della confermazione (cresima) che lo conclude è infatti somministrato di solito in prossimità di quel termine.

La dimestichezza con i luoghi di culto raggiunge i livelli più bassi nelle zone centrali delle aree della città ed i livelli più alti in periferia e nell’agro. Pur tenendo conto della diversità dell’offerta, se si guarda al numero di adolescenti i cui genitori hanno scelto di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola media questa impressione di una socializzazione religiosa molto estesa esce ulteriormente rafforzata. Nell’anno scolastico 2009/2010 il 95,7% degli iscritti alla scuola media inferiore si è avvalso di tale insegnamento . Indagini condotte a livello locale indicano la frequenza al catechismo con livelli di frequenza molto alti, persino superiori a quelli della frequenza alla messa festiva.

La grande maggioranza degli adolescenti manifesta in sostanza una pratica esplicita costante, frequenta il catechismo e, a scuola, si avvale dell’insegnamento della religione cattolica; tutto ciò con una omogeneità territoriale notevole.

Oltre a ciò numerosi sono coloro che frequentano qualche associazione o gruppo educativo di carattere parrocchiale, anche se ovviamente non comparabili Quanti non è dato saperlo, ma si può facilmente ritenere che lo spazio educativo extrascolastico sia in buona maggioranza gestito da organizzazioni che si riferiscono, quando non vi appartengono direttamente, alla chiesa cattolica.

Meno peso essa riveste invece oggi, rispetto ad un recente passato, nell’ambito della gestione del tempo libero. Gli oratori assumono ancora, in questa età, un certo