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La secolarizzazione e la rinascita religiosa

Nell’accezione culturale il termine secolarizzazione appare sporadicamente in W. Dilthey e in M. Weber. Quest’ultimo parla anche di «disincanto del mondo» in riferimento al processo di razionalizzazione e modernizzazione; e più frequentemente in E. Troeltsch, che lo usa per esprimere, da una parte, il progressivo distaccarsi di ambiti vitali dalla cultura ecclesiastica medioevale, e dall’altra il permanere di impulsi cristiani nel nuovo contesto sociale e spirituale della modernità. Ma è solo dopo il 1945 che il concetto di «secolarizzazione» diventa un concetto interpretativo

globale del formarsi della Modernità38La secolarizzazione l’autocomprensione e le

sue modalità di dialogo nell’attuale contesto culturale.

In teologia è stato F. Gorgarten, che raccogliendo gli impulsi derivati da Bonhoeffer, a studiare nella sua opera Destino e speranza dell’epoca moderna

(1953)39 il rapporto non chiarito tra fede Cristiana e secolarizzazione. Destino e

speranza dell’epoca moderna (1953),così Gorgaten ha intitolato la sua trattazione

teologica sulla secolarizzazione; se il «destino» storico dell’epoca moderna, in cui viene a maturazione la lunga storia dell’occidente Cristiano, e l’autonomia

38 Cfr. R. Gibellini, La teologia del ventesimo secolo, Queriniana, Brescia, 2007 pp. 129-160. 39 Cfr. F. GogartenDestino e speranza dell’epoca moderna, Morcelliana, Brescia1972

Claudio Uras

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dell’uomo; la «speranza» dell’epoca moderna, per Gorgarten, è che l’autonomia dell’uomo non si svincoli da Dio, che la secolarizzazione degeneri in secolarismo, tagliando le sue radici Cristiane, che la chiesa rinunci a Cristianizzare o ecclesiasticizzare il mondo, ma divenga chiesa delle interiorità che vive della parola e chiesa della responsabilità, che rispetta la secolarità e che vive –secondo una

formula felice – «in sincera e aperta solidarietà con il mondo»40 il tema della

secolarizzazione era ritornato al centro di un intenso dibattito con il libro del teologo battista americano, Harvey Cox, la città secolare (1965). Egli accettava da Gorgarten la tesi secondo la quale la secolarizzazione è conseguenza storica della fede cristiana e ne dava un’ulteriore illustrazione, in quanto coniugava il termine secolarizzazione con quello di urbanizzazione: urbanizzazione significa «una struttura di vita in comune nella quale dominano la diversità e la desintegrazione della tradizione; significa che un certo grado di tolleranza e di anonimità sostituisce le sanzioni morali

e le conoscenze di lunga data».Cox accettava con entusiasmo i cambiamenti sociali

in corso della tecnopoli moderna nel tentativo di elaborare una «teologia del

cambiamento sociale»41 vent’anni dopo l’autore de La città secolare (1965)

approdava a La Religione della città secolare (1984), dove sottoponeva a revisione critica e a integrazione l’analisi precedente. In merito H.Cox :

nel 1965, in gran parte sotto l’influsso della teologia di Bonhoeffer e molto preoccupato di ciò che avrebbe significato l’atteso declino della religione tradizionale per la rilevanza del Cristianesimo, ho scritto un libro dal titolo La città

secolare. In esso sulla base della predicazione anti-culturale dei profeti ebraici e

dell’opposizione stessa di Gesù all’establishment sacerdotale dei suoi tempi, argomentavo che la religione non è sempre e ovunque una cosa buona, e che la secolarizzazione poteva anche non essere quel vero flagello che comunemente si pensa. Invece di lamentare il decadimento del potere ecclesiastico o la sparizione del sacro, i cristiani dovrebbero piuttosto concentrarsi sul ruolo positivo che essi potrebbero giocare nel mondo moderno secolare. Io credo ancora in questa tesi. Il problema è che il mondo in cui la religione volge al declino, con il quale il mio libro era alle prese, ha cominciato a cambiare in modo che pochi allora avevano previsto. (…) Al posto di un’epoca di rampante secolarizzazione e di declino religioso, sembra

40 Cfr. F GorgantenL’uomo tra Dio e il mondo, EDB, Bologna 1971 p. 289.

41 Id., Post scriptum, in D. Callahan (ed) Dibattito su «La città secolare» (1966), Queriniana Brescia 1972

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piuttosto che si tratti di un’epoca di risveglio religioso e di ritorno al sacro. (…) L’attuale riemergere dalla religione non rende, tuttavia, antiquato il messaggio di La

città secolare42.

Per il teologo di frontiera tra le due Americhe, il problema non è più – come in La

Città secolare – quello di individuare i nuovi modi di parlare di Dio in maniera a-

religiosa, secolare, ma quello di decifrare, di fronte all’ambiguo revival religioso degli anni ’80 – che va dal fondamentalismo religioso americano di stampo conservatore alle comunità di base e alla teologia della Liberazione in America Latina – i vettori religiosi capaci di rinnovamento e di futuro. In un articolo del 1999 – profetico in alcune sue previsioni – dal titolo Il mito del XX secolo. Nascita e

cadutadella «secolarizzazione», Harvey Cox, avanza l’ipotesi, sulla base delle sue

osservazioni, che si stia entrando in «un secolo puntiforme»43, e precisamente:

«Quello che stiamo osservando non è la secolarizzazione, né il suo opposto (la “risacralizzazione”). Piuttosto è un’affascinante trasformazione della religione, una serie creativa di auto-adattamento delle religioni alle nuove condizioni create dalla

modernità»44. E, nel tentativo di decifrare il movimento delle nuove religioni, avanza

queste previsioni:

Se la qualità del movimento delle nuove religioni presagisce qualche cosa, noi possiamo attenderci un mondo che preferisce l’uguaglianza alla gerarchia, la partecipazione alla sottomissione, l’esperienza all’astrazione, la pluralità dei significati al singolo significato, la plasticità alla fissità. E ci saranno, naturalmente, controcorrenti e contraccolpi – alcuni dei quali possiamo presagire in vari esempi di fondamentalismo, terrorismo religioso e reazione. Ma il profilo generale ha già incominciato, anche se in forma debole, ad emergere. E il mito della secolarizzazione

è morto45.

Come dire che la secolarizzazione non è più l’unica categoria interpretativa della

modernità nella sua fase avanzata46. Un’interpretazione ulteriore la troviamo nel

ruolo svolto dall’illuminismo.

42 H. Cox, La religione nella città secolare, New York 1984, pp. 19-20. 43 Id., Il mito del XX secolo, G. Baum (ed.)New York 1999, pp. 135-143. 44Ivi, p. 139.

45 Ivi, p. 143.

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