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Lo spettacolo dal vivo e il suo impatto economico: la rilevanza della produzione teatrale sul territorio

2.2 Attività teatrale e fussi di scambio con l’ambiente esterno

Le arti performative trovano nella rappresentazione e nella “messa in scena” la loro dimensione propria. Il “festival” esprime in questo senso un riconoscimento dell'attività degli artisti performativi, che in quanto tale diventa un elemento in grado di contribuire allo sviluppo della vita urbana in modo strutturato, coerente a sé stesso nel tempo, riconoscibile (Addis, 2002, p. 18 e ss.). Esso, in quanto “evento culturale”, per defnizione, ha il suo focus appunto nella dimensione della cultura (sebbene esso possa contenere anche altri elementi con caratteristiche diverse e solo in parte riconducibili alla “cultura”). In tal senso, i festival rappresentano evidentemente occasioni, in primo luogo per vedere e partecipare a manifestazioni artistiche che non possono essere fruite nel resto dell'anno. Forniscono opportunità culturali per il pubblico - sia esso locale o straniero - in modo molto spesso innovativo e all'avanguardia, e

che completa quindi la dotazione di “infrastrutture culturali” di un territorio. Si tratta di beni culturali complessi in cui le esibizioni non sono isolate, ma si integrano all'interno di un processo con un obiettivo specifco. Sono centri di “circolazione” culturale, dove la cultura è consumata dagli spettatori, la cultura è riprodotta e anche nei quali si produce cultura.

Il festival, un evento gestito per lo più dall'iniziativa pubblica, incide inoltre sulla vita urbana, determinando delle conseguenze sulla creazione e l'organizzazione dello spazio all'interno della città (De Varine, 2005, p. 26 e ss.). In realtà, fnora, nonostante il fatto che i governi e le amministrazioni locali abbiano visto negli eventi culturali e nei festival anche uno strumento per strategie di sviluppo della comunità, come si è visto, gli approcci e le metodologie che sono stati usati per evidenziare le conseguenze sul territorio di questo tipo di realtà non hanno del tutto consentito di precisare il loro vero valore sul terreno strettamente economico (Barca, 2013, pp. 325-330).

Di fatto, gli impatti che i festival culturali e artistici sono in grado di generare nel lungo termine, compresi quelli sociali, continuano a rappresentare un parametro diffcile da misurare sul piano econometrico. D'altra parte, i festival che vengono organizzati in città medie o piccole hanno suscitato molto meno interesse tra gli studiosi rispetto agli eventi di grandi dimensioni che si tengono nelle grandi metropoli post-industriali (De Varine, 2005, p. 30 e ss.). Alcuni studi hanno tuttavia evidenziato che i festival, così come i grandi eventi culturali, migliorano l'immagine delle destinazioni più piccole e generano ricchezza economica grazie al turismo che attraggono e, anche se non hanno la loro origine nella tradizione locale e nel patrimonio culturale specifco di una

località, possono svolgere un ruolo importante e positivo nello sviluppo delle comunità e nella loro economia (Petraroia, 2015, p. 18 e ss.).

Un elemento di fondamentale importanza nell'affrontare il tema delle ricadute economiche delle arti performative è la prevalenza, nell'ambito della gestione economica della produzione teatrale in Europa, della componente pubblica. Si tratta di una specifcità, si è detto, europea, tanto ché in particolare negli Stati Uniti il modello e la concezione della impresa culturale sono, come è noto, molto diversi. Il sistema delle arti performative e del teatro è invece nel nostro continente da tradizione caratterizzato dalla sua alta dipendenza politica ed economica dai poteri pubblici e dal ruolo determinante degli spazi teatrali che sono principalmente di proprietà dello Stato come intermediari tra la produzione privata e il consumatore fnale (De Varine, 2005, p. 24 e ss.). In tale sistema coesistono due mercati, quello di produzione e quello di diffusione, che presentano entrambi limiti e punti di forza. Nel primo di essi, le società o le unità di produzione fnanziano in sostanza la loro attività sulla base della vendita dei biglietti e dei sussidi concessi dalle diverse amministrazioni pubbliche. Nel secondo, i festival e gli spazi scenici interagiscono con il mercato della produzione. Dunque, le risorse per fnanziare entrambi questi versanti del mercato teatrale derivano solo in modo molto limitato dal consumatore fnale, cioè dal pubblico degli spettatori, in quanto sono le istituzioni pubbliche che direttamente o indirettamente contribuiscono alla maggior parte dei fnanziamenti necessari (O'Hagan, Neligan, 2005, pp.35-37).

Se è innegabile l'importanza del sostegno pubblico alle attività culturali in generale e a quelle che promuovono la cultura teatrale in particolare, in

quanto tale sostegno è spesso un fattore ineludibile per la stessa esistenza di questo tipo di iniziative, ciò non elimina che, come si è detto, anche le attività teatrali siano in grado, al pari di altri fenomeni di “consumo culturale”, di rifettersi in termini positivi sulla crescita sociale e non ultima economica, oltre che identitaria e culturale, dei luoghi e dei territori.

I festival e gli eventi legati alla rappresentazione di arti performative hanno di certo una relazione importante con il luogo in cui sono celebrati, dal momento che, da un lato, subiscono un ineludibile condizionamento da parte del territorio, dalla sua storia e dalla sua gente; e, dall'altro, generano ripercussioni e impatti di vario tipo nei luoghi in cui sono organizzati (De Varine, 2005, p. 10 e ss.). Gli impatti e i rifessi territoriali delle attività teatrali sono stati analizzati sia da un punto di vista teorico che dal punto di vista pratico nell'ambito di diverse discipline di studio (economia, geografa, sociologia, marketing del turismo), quindi ci sono diversi modi per avvicinarsi alla loro valutazione e misurazione. Alcuni autori hanno messo in evidenza il carattere multiforme di tale tipo di rifessi dell'attività culturale sul terreno economico, fsico, socio-culturale, psicologico, turistico e dello sviluppo locale delle comunità (Barca, 2013, pp. 325-330).

Altri approcci hanno valorizzato soprattutto il ruolo dei festival di arti performative e teatrali come “creatori di immagini” o come attrazioni turistiche e il ruolo di tali eventi nel creare un senso di comunità e di rafforzamento identitario dei territori. Il festival risulta dunque tanto come elemento dello sviluppo urbano (catalizzatore del rinnovamento urbano, attrazione per il turismo, fattore di miglioramento dell'immagine e creatore di occupazione) che

come strumento di crescita culturale e spirituale di “città vivibili”, importanti nel migliorare i valori civici della società, lo sviluppo dell'identità e il senso del luogo (De Varine, 2005, p. 18 e ss.).

In termini generali, è forse possibile distinguere diversi tipi di impatti o ripercussioni degli eventi culturali nel luogo in cui si svolgono; sono impatti la cui delimitazione è peraltro diffcile da tracciare poiché sono ambiti e profli tra loro strettamente correlati. Sul terreno degli effetti economici che i festival culturali possono generare sullo sviluppo locale e regionale, in prima approssimazione è possibile dividere tale impatto in due principali profli. Da un lato, gli effetti a breve termine, correlati con il potere di attrazione e creazione di spesa di questi eventi. I festival attirano gli spettatori locali e i visitatori che spendono le loro entrate nelle attività culturali proposte, nonché in altri beni e servizi connessi, i quali a loro volta, hanno un effetto di trascinamento sul resto dell'economia. Tali impatti possono, in massima parte, essere misurati con metodologie di valutazione economica, come gli studi sull'impatto economico (Petraroia, 2015, p. 24 e ss.). Dall'altra parte, ci sono gli effetti economici a lungo termine, che si riferiscono alle modifche della struttura produttiva, urbana e sociale del territorio che sono correlati a loro volta con effetti culturali, sociali o fsici. Possiamo distinguere qui il salvataggio e la riqualifcazione degli spazi e degli edifci e la pianifcazione urbana; la possibilità di attrarre residenti, imprese e investimenti; il miglioramento del livello di istruzione e promozione della creatività; il miglioramento della competitività del territorio; i progressi in termini di coesione sociale, benessere dei cittadini e senso d'identità.

Im ambito turistico, si è visto come i festival culturali oggi costituiscono una risorsa importante per città e contesti locali come una delle maggiori attrazioni più importanti del settore. Lo svolgersi di un festival può essere un fattore decisivo nella scelta di una destinazione, un motivo convincente nella ripetizione della visita o un elemento che migliora la soddisfazione dei visitatori, che consente lo sviluppo del turismo e la crescita dell'immagine culturale di un luogo (De Varine, 2005, p. 18 e ss.)

Come ovvio, il potere di attrazione di un festival o di un'attività culturale varierà caso per caso, ma il suo potenziale collettivo in qualità di risorsa turistica sembra destinato a rimanere un fattore importante e ad implementarsi ulteriormente. Ciò genera, a sua volta, un impatto economico in termini di produttività, reddito e occupazione (O'Hagan, Neligan, 2005, pp. 35-37). Gli eventi culturali possono inoltre contribuire in misura incisiva allo sviluppo sociale, sia da un punto di vista personale, tanto a livello dei singoli attori sociali (incidendo sul livello di ricchezza, creatività, autostima, ecc.), che in una prospettiva generale, con il miglioramento del tono e del livello dell'ambiente sociale. In tal senso, le possibilità culturali offerte, insieme all'atmosfera di festa che caratterizza questo tipo di eventi, possono generare benefci sociali che sono di certo correlati, in termini generali, al miglioramento del benessere sociale e umano dei cittadini, alla coesione sociale e allo sviluppo dei valori civici (Addis, 2002, p. 24 e ss.). Tutto ciò come conseguenza delle opportunità di crescita culturale che caratterizza questo tipo di eventi, la circolazione della creatività, la creazione di reti e relazioni tra le persone e lo stretto rapporto che gli eventi culturali hanno con il luogo in cui vengono celebrati. In generale, favoriscono la

creazione di un senso della comunità e dell'appartenenza locale da parte dei cittadini, così come la generazione di uno spazio di più intensa interazione sociale (Candela e Scorcu, 2000, p. 189 e ss.).

I festival e gli eventi a volte estendono le ripercussioni culturali e sociali che sono in grado di generare lasciando un'impronta più profonda sul territorio, un'impronta di carattere “fsico”. L'edifcazione di strutture per il festival, il riordino di spazi urbani per la sua celebrazione, lo sviluppo delle attività nel resto dell'anno o il coinvolgimento di nuove aree della città, possono avere, come si è già visto, un importante rifesso sull'architettura, sull'urbanistica e sull'uso degli spazi pubblici e privati. Il nesso tra arti performativi e rigenerazione urbana rappresenta forse una delle ricadute più ricche del consumo culturale sulla dimensione spaziale in cui essi si ambientano (Addis, 2002, p. 10 e ss.). Le ripercussioni sono evidentemente più signifcative in caso di grandi eventi culturali, ma anche su scala più ridotta i festival tendono ad avere un impatto positivo sulla dimensione fsica dei luoghi in cui si svolgono (Barca, 2013, pp. 325-330).

Per menzionare alcuni dati sulla capacità dei festival e degli eventi culturali di generare importanti, a volte importantissime, ricadute territoriali, è interessante richiamare i casi analizzati in un ricco studio di Confcommercio, risalente al 2017, “Le ricadute degli eventi culturali e di spettacolo”5: i tre casi

analizzati nello studio sono “Notte della Taranta, una serie di concerti all’insegna della taranta – musica popolare salentina – che si tengono ad agosto in diverse località del Salento per terminare con il concertone fnale a

Melpignano (Lecce, Puglia); “Time in Jazz”, festival di musica jazz che si svolge ogni anno ad agosto principalmente nella piccola località di Berchidda (Sassari, Sardegna); “Home Festival”, una settimana di concerti di musica pop rivolti prevalentemente al pubblico giovane che si tiene ogni anno a Treviso (Veneto) ai primi di settembre”6. La prima manifestazione ha attratto una media di ben

600.000 visitatori l'anno nelle ultime edizioni, la seconda 35.000, la terza 90.000, e in tutti questi casi sono misurabili evidentissime ricadute strutturali sull'economia del territorio.

2.3 Il peso dei costi nel settore teatrale: la sindrome di Baumol e la “malattia