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Il teatro italiano e le problematiche connesse al sostegno fnanziario delle compagnie teatrali: analisi del settore

Il teatro e le compagnie teatrali in Italia

4.1 Il teatro italiano e le problematiche connesse al sostegno fnanziario delle compagnie teatrali: analisi del settore

Di crisi del teatro si parla nel nostro paese da molto tempo. Già nel corso del secolo passato, i maggiori protagonisti della scena teatrale e culturale italiani si interrogavano sul contenuto e sulle tendenze di una forte crisi in atto. Si possono fare a riguardo nomi molto illustri, come quelli di Campanile, di De Filippo, di D'Amico. Esiste in sostanza un leitmotiv che attraversa la storia del teatro, non solo in Italia ma anche almeno in Francia e in Germania, e che nel corso dei decenni ha teso a caratterizzare la storia del teatro come “storia in crisi”, decadenza o stasi, conferendo ora questo ora quel contenuto ad una condizione che è dunque parsa, nel tempo, quasi una connotazione di lungo periodo del teatro del Novecento e delle sue strutture organizzative (Montalto, 2016, p. 21 e ss). A fronte di una tendenza e di una profondità storica della nozione di “crisi del teatro” che attraversa tutto il secolo scorso, non può negarsi che questo scompenso abbia assunto connotati spesso nuovi, più o meno drammatici o sopportabili, in relazione alle circostanze contestuali in cui tale denuncia di “crisi” si sia di volta in volta levata. Ancora di più, è diffcile non riferirsi all'assetto contemporaneo del teatro nel nostro paese, a questa che

pure sembra una categoria scontata o obsoleta se riferito al mondo teatrale. Di certo la crisi attuale presenta due principali profli strettamente connessi alla conformazione della cultura e delle società contemporanee. I profli sono di tipo economico e di tipo culturale.

Il mondo del teatro risente in modo diretto della crisi più generale che investe il mondo dell’arte e della cultura nel suo insieme, anche se il quadro relativo appare in realtà, con riguardo al nostro paese, molto frastagliato e diversifcato nelle varie aree geografche, tra le quali alcune più ricche e vigili nel sostegno dell’arte si alternano ad altre dove le performance delle amministrazioni pubbliche e dell'imprenditoria privata nel “mercato” della cultura sono decisamente peggiori (Valentino, 2013, pp. 357-363).

Un elemento che deriva dalla fragilità economica e culturale del sistema teatrale contemporaneo nel nostro paese è rappresentato dalla diffcoltà a conferire all'organizzazione di tale sistema un'impronta progettuale “forte”, precisamente da parte degli organismi di vertice del mondo teatrale, legati alle grandi istituzioni culturali pubbliche, che dovrebbero essere in grado di esprimere una visione di lungo periodo. Il ruolo del teatro nella società appare in larga parte rimesso in discussione anche solo decenni fa. Il senso e il contenuto del ruolo del teatro all'interno della compagine sociale, ruolo che ne giustifcava fno a poco tempo fa la qualifcazione come un “servizio pubblico”, meritevole per questo di ricevere sostegno economico dallo stato, appare oggi oggetto di un lento processo di erosione quanto non di vero e proprio svuotamento (Guerzoni, 2008, p. 8 e ss.).

Il ruolo tradizionalmente educativo e formativo riconnesso all'istituzione teatrale, il suo essere in grado di “creare comunità” fornendo le occasioni e le circostanze di un incontro “sociale” e dunque, anche in senso lato, “politico” tra le persone e i cittadini, appare disconosciuto, privato di gran parte del suo tradizionale mordente.

La crisi del teatro -ma è dubbio se si tratti davvero di una caratteristica circoscritta alla fase contemporanea della sua storia- è una crisi che si profla in relazione al progresso della società nel suo insieme e ai cambiamenti epocali che la investono, coinvolgendo in misura eminente il senso e il fne del “fare arte” in genere e del teatro in particolare (Montalto, 2016, p. 32 e ss.). Va messo dunque in evidenza questo decisivo sfondo culturale all'interno del quale si situano profli problematici specifci che investono il contesto teatrale italiano in quanto tale. Ad esempio, una caratteristica distintiva del teatro italiano e delle “politiche culturali” del nostro paese nel loro complesso, riguarda l'incapacità di selezionare e privilegiare una direzione e un orientamento di fondo all'interno dell'articolato panorama nazionale. Si tratta di una tendenza a ricercare la composizione anche tra gli opposti che è abbastanza caratteristica della mentalità “accomodante” di un certo approccio, tipico del nostro paese, alle questioni “di interesse collettivo”, ma che fnisce senza ombra di dubbio con il determinare la presenza più o meno latente e sotterranea di confitti e di tensioni pronti ad esplodere. Questa tendenza ha investito in modo diretto il fronte delle politiche culturali pubbliche caratterizzate, come si è illustrato, da una progressiva tendenza al ridimensionamento dei sostegni statali all'attività teatrale, ma anche da un utilizzo altamente “compromissorio” delle risorse

disponibili, che ha inteso accontentare una platea il più possibile ampia spesso in ragione di meccanismi clientelari più o meno scoperti, e di logiche fondate più sulla visibilità e sul “peso” che non su un autentico orientamento di politica culturale nel senso proprio del termine (Guerzoni, 2008, p. 16 e ss.).

Su un sistema che si è attestato per decenni su misure di compromesso si è abbattuta, a partire dalla fne degli anni duemila, la più grave crisi economica da ottant'anni a questa parte e ciò ha determinato inevitabilmente delle cesure dolorose nell'ambito della distribuzione delle risorse. In modo peraltro coerente con meccanismi analoghi che si sono presentati nei settori più disparati del mondo del lavoro e dell'economia, l'esclusione necessaria che si è venuta a determinare ha colpito, secondo una logica generazionale, per lo più le compagnie e gli attori più giovani. La crisi delle risorse risponde tuttavia anche, e come si è visto, a problemi di ordine meno congiunturale, cioè ad una scelta di riduzione, quasi di “smantellamento” del sistema dei sussidi pubblici, che rifette un crisi di identità dell'istituzione teatrale in rapporto agli orientamenti della produzione culturale contemporanea.

4.2 Le differenze tra compagnie teatrali: organizzazione, fnanziamento,