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Aumento delle tariffe e aumenti dei prezzi all'ingrosso

Per determinare l'aumento dei dazi, avendo basato i nostri calcoli, nella prima parte di questo studio, sull'oro, ed essendosi proceduto alla misurazione degli indici delle voci della nuova tariffa doganale in confronto alla precedente, adottando la stessa unità di misura, lira oro, che non ha subito variazione di sorta, o meglio in misura così attenuata da non tenerne conto, potremo concludere senz'altro che, indipendentemente dalla svalutazione della nostra moneta, l'aumento medio dei dazi doganali del 1921 è stato approssimativamente del!'Hi% circa. E siccome l'aumento è assoluto e calcolato in oro, tanto maggiormente viene aggra-vato a seconda dell' inasprirsi dei cambi e delle conseguenti oscillazioni più o meno forti della svalutazione della nostra moneta; abbiamo visto del resto a quali altezze i vari gruppi delle merci contemplati dalla nostra tariffa arrivano ove si tenga conto del pagamento in lire carta.

Una delle ragioni che viene messa avanti per giustificare gli aumenti delle tariffe doganali è il rialzo in generale dei prezzi verificatisi durante e dopo la guerra. Poiché i dazi nostri in massima parte sono specifici e non ad valorem, il mantenere un dazio costante in confronto a prezzi crescenti avrebbe voluto dire una diminuzione della protezione. È ovvio che accordare un dazio, per es. di IO su una merce che vale 100 ed accordare lo slesso dazio alla stessa merce che per le condizioni mutate vale 200, vorrebbe significare ridurre senz'altro il dazio a L. 5. Ma d'altra parte data l'altezza dei cambi questi avrebbero in realtà portato il dazio allo stesso livello di prima. Esigendo il paga-mento dei dazi in oro, evidentemente si sarebbe bilanciato l'aumento dei prezzi.

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abbiamo, che gli indici del movimento dei dazi che nelle pagine di sopra abbiamo esposto, calcolando come pagamento l'oro, vengono così modificati (Cfr. tabella X).

L'aumento medio allora dei dazi doganali, ove si consideri il pagamento dei medesimi in lire carta, per tutte le voci della tariffa risulta del 727,42% per il 2° semestre 1921, del 622,42% pel primo semestre 1922, del 695,54% pel quadrimestre luglio-ottobre del 1922.

Se si abbraccia invece tutto il periodo luglio 1921-ottobre 1922, l'aumento si aggira sul <>80,07 % e per gli otto gruppi o sezioni di voci contemplate dalla tariffa gli aumenti, in confronto ai 1914, e considerando il pagamento dei dazi in lire carta, risulta del 651,65% per gli animali e generi alimentari; del 439,44% per i semi, frutti oleosi ecc.; del 595,51 % per le materie tessili e loro prodotti; dell' 813,49 % peri materiali metallici; del 1096,44 % per le pietre, terre, laterizi; dell'838,26 % per i legni ecc., del 784,82 % per i prodotti chimici, medicinali, e del 792,24% per le merci diverse.

Naturalmente se queste medie di aggio applichiamo alle singole categorie, abbiamo allora gli aumenti che salgono propor-zionalmente in confronto alla tariffa del 1887. Ci limitiamo a citare quelle categorie che superano l'aumento del 700% e ci riferiamo alla inedia dell'aggio dell'intero periodo luglio 1921-ottobre 1922.

Aumenti

Categ. 1» - Animali vivi 1267,30% 4» - Prodotti delia pesca 1020,47% 8» - Bevande 717,75 %

18» - Ghisa, ferro, acciaio 1122,68% 22» - Macchine ed apparecchi 1927,62% 23» - Utensili e strumenti per arti e mestieri e per

l'agricoltura 1854,68 %

25» - Armi e munizioni 727,84% 27» - Pietre, terre e minerali non metallici . . . 1230,40%

29» - Prodotti delle industrie ceramiche . . . . 1268,57%

30» - Vetri e cristalli 1921,80% 34» - Materie da intaglio u da intarsio . . . . 1112,93%

38» - Concimi 853,29% 39» - Prodotti chimici organici 816,91 %

40» - Generi medicinali e prodotti farmaceutici. . 1066,61 % 42» - Pelli e pelliccie 710,17 % 44* - Carta, cartami e prodotti delle arti grafiche . 811,39 %

45» - Strumenti musicali 1249,02% 47» - Oggetti di moda, effetti d'uso personale, non

compresi in altre categorie 779,79 %

Queste cifre mostrano ancora con maggiore evidenza a quali altezze iperboliche si è spinto il protezionismo delle industrie in Italia in tutti i rami.

Tengasi per altro presente anche qui l'osservazione che abbiamo fatto avanti, e cioè che l'aumento in certe categorie è molto più accentualo per il fatto che le voci in esse comprese sono esigue, in confronto di altre categorie in cui il numero delle voci è molto esteso. Quando si confronta perciò una categoria con un'altra bisogna tener presente questo fattore.

Aumento delle tariffe e aumenti dei prezzi all'ingrosso.

Per determinare l'aumento dei dazi, avendo basato i nostri calcoli, nella prima parte di questo studio, sull'oro, ed essendosi proceduto alla misurazione degli indici delle voci della nuova tariffa doganale in confronto alla precedente, adottando la stessa unità di misura, lira oro, che non ha subito variazione di sorta, o meglio in misura così attenuata da non tenerne conto, potremo concludere senz'altro che, indipendentemente dalla svalutazione della nostra moneta, l'aumento medio dei dazi doganali del 1921 è stato approssimativamente dell'84 % circa. E siccome l'aumento è assoluto e calcolato in oro, tanto maggiormente viene aggra-vato a seconda dell' inasprirsi dei cambi e delle conseguenti oscillazioni più o meno forti della svalutazione della nostra moneta; abbiamo visto del resto a quali altezze i vari gruppi delie merci contemplati dalla nostra tariffa arrivano ove si tenga conto del pagamento in lire carta.

Una delle ragioni che viene messa avanti per giustificare gii aumenti delie tariffe doganali è il rialzo in generale dei prezzi verificatisi durante e dopo la guerra. Poiché i dazi nostri in massima parte sono specifici e non ad valorem, il mantenere un dazio costante in confronto a prezzi crescenti avrebbe voluto dire una diminuzione della protezione. È ovvio che accordare un dazio, per es. di 10 su una merce ciie vale 100 ed accordare lo slesso dazio alla stessa merce che per le condizioni mutate vale 200, vorrebbe significare ridurre senz'altro il dazio a L. 5. Ma d'altra parte data l'altezza dei cambi questi avrebbero in realtà portato il dazio allo stesso livello di prima. Esigendo il paga-mento dei dazi in oro, evidentemente si sarebbe bilanciato l'aumento dei prezzi.

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Ad ogni modo in quale rapporto stanno gii aumenti dei prezzi delie merci all'ingrosso con gli aumenti dei dazi doganali?

Per una rigorosa indagine a tale riguardo bisognerebbe poter confrontare l'aumento dei prezzi di ogni singoia merce con l'aumento del relativo dazio. Tuttavia, dato il fatto che noi abbiamo calcolato l'aumento dei dazi globalmente, possiamo per qualche momento ricorrere all'indice dell'aumento dei prezzi all' ingrosso, senza tuttavia annettervi molta importanza per le ragioni dette avanti.

L'acme dell'aumento dei prezzi in Italia, come è noto, si ebbe nell'anno 1920, e secondo i calcoli del Bachi, in confronto al luglio 1914, nel dicembre 1920 si avevano le seguenti percentuali di aumento per i diversi gruppi di merci:

Cereali e carni -f- 406,8 Altri alimenti + 509,7 Fibre tessili + 596,2 Minerali e metalli 4- 860,7 Altro merci - f 580,5 Indice generale -+• 592,6

Rileviamo senz'altro la forte differenza tra I-'indice generale delle tariffe doganali, che, come abbiamo visto avanti, dalla media del 2" semestre 1921 raggiunge 827,42, in confronto dell'indice generale dei prezzi all' ingrosso, che, alla fine di dicembre 1920, segnava un aumento di 592,(i2 e in confronto al 1914 come gli indici parziali sia delle merci all'ingrosso, sia dei diversi gruppi, presentano delie divergenze notevoli. Si ripete qui ancora che il confronto devesi fare con larga approssimazione e con grande cautela: le merci sulle quali si basa il Bachi sono appena una quarantina, mentre i calcoli per l'indice delle tariffe si basano su migliaia di voci. Ma balza evidente come nelle tariffe doga-nali gli aumenti sono molto cospicui, nelle quali, l'indice più basso è di 572,18, dato dalla categoria semi e frutti oleosi ; mentre nei prezzi all'ingrosso l'indice più basso è dato dai cerea,li e carni con 506,8. L'indice dei minerali e dei metalli nei prezzi all'ingrosso è di 960,7; mentre nelle tariffe doganali l'indice dei minerali raggiunge il 9(48,93; nelle merci diverse l'indice Bachi porta 680,5, mentre nelle tariffe doganali è di 940. Da ciò si può trarre la conseguenza che anche quando i prezzi avevano già raggiunto il massimo livello, la tariffa doganale sorpassava questo, di modo che essa rappresentava un inasprimento molto accentuato e di molto superiore all'aumento dei prezzi.

11 contrasto è molto forte quando si confronta l'aumento dei prezzi non con l'aumento delle tariffe doganali per ogni sezione, ma per ogni categoria di prodotti.

È opportuno però rilevare che l'applicazione della tariffa doganale avviene a metà dell'anno 1921, quando il livello dei prezzi era notevolmeute abbassato in confronto del 1920.

Sempre secondo i calcoli del Bachi possiamo avere un'idea della diminuzione dei prezzi nel 1921 in confronto dell'anno 1920. Con quest'anno il Bachi ha iniziato una nuova serie che si basa su circa 76 merci, e mediante una maggiore discriminazione ecco qual'era il movimento delle seguenti categorie di merce in confronto al 1920, nel giugno 1921 :

In confronto così al 1920 si verificava una diminuzione dei prezzi all'ingrosso che raggiungeva circa un quarto per tutte le merci e per alcune merci oltre il terzo, come per i prodotti chimici, materie tessili, e minerali e metalli.

Gli aumenti perciò delle tariffe doganali non hanno alcun rapporto, o in misura molto tenue, con l'aumento dei prezzi. E a mano a mano che questi tendono a diminuire, le tariffe doganali si rendono più gravi. Pur troppo il movimento di dimi-nuzione nei prezzi che si era iniziato nel 1921, si arresta non appena la tariffa fa sentire i suoi effetti. Le oscillazioni in aumento o diminuzione che si verificano dopo il 1921 sono dovute a vari fattori, ma non si deve trascurare il fatto che le nuove tariffe doganali hanno impedito certamente un'ulteriore diminuzione, ed è difficilissimo stabilire in quale misura.