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Prima di trarre alcune brevi conclusioni dalla imponenza inoppugnabile dei fatti cbe fin qui abbiamo narrato, dobbiamo ricordare altri, due decreti che in materia doganale sono stati emanati in questi ultimissimi tempi:

a) il decreto-legge 28 agosto 1922, n. 202, il quale aumenta le merci provenienti da paesi che sottopongono le merci italiane a particolari gravami;

b) il decreto-legge 19 ottobre 1922, n. 1357, il quale aumenta

i dazi dei cuscinetti a sfere e sfere sciolte, completamente rifi-niti, ed alcuni prodotti intermedi per la fabbricazione dei colori.

Mediante il primo decreto a) tutte le merci indicate nella tabella annessa al decreto stesso, e che comprendono quasi là metà delle voci della tariffa del 1921, sono sottoposte ad aumenti che vanno da un minimo del 20 % (e le voci qui sono pochis-sime) ad un massimo del 5 0 % (la maggior parte delle merci); l'aumento si applica sul dazio-base e sul coefficiente di mag-giorazione.

Abbiamo visto nella prima parte di questo studio a quali altezze sono arrivati i dazi della tariffa del 1921 in confronto della vecchia tariffa; se un calcolo qui si volesse fare, è ovvio prevedere a quali risultati si arriverebbe!

Per fortuna il decreto, allo stato attuale delle cose, non è applicabile, perchè non c'è presentemente alcun paese d'Europa che sottoponga le nostre merci ad un trattamento particolar-mente sfavorevole.

Ora, se attualmente il decreto non è applicabile, qualcuno si è domandato quale potesse essere la portata del provvedimento e concluse cbe esso mirava a mutare il carattere della tariffa doganale e a trasformarla da tariffa generale negoziabile e ridu-cibile in tariffa autonoma, in cui i dazi attuali rappresentano i minimi e i dazi aumentati, recando il decreto summenzionato i massimi (1). Se così fosse, la tariffa del 1921 invece di essere ridotta in sede di trattati commerciali, verrebbe ad essere con-solidata, rimanendo i dazi attuali quali minimi.

Ma lasciamo da parte queste supposizioni e parliamo del-l'altro decreto che ha avuto ed ha un'applicazione immediata.

(1) Cfr. ATTILIO RBÌGHRNBACII, A proposito di un recente decreto in materia doganale, «Arena», 14 settembre 1 9 2 2 . — Inoltre, EDOAIIDO GIUHTTI, Il trattato di commercio colla Svizzera, « Gazzetta del Popolo», 15 settembre 1922.

Prodotti intermedi dei colori.

Per effetto dell'art. 2 del decreto 1921 il Governo si è riserbata la facoltà di mutare il coefficiente di maggiorazione, allo scopo di dare, come spiega la relazione Alessio, « ai dazi-base quella « maggiore efficienza resa indispensabile dall'aumentata diffe-« renza tra i costi comparati di produzione ».

Lasciando stare di esaminare in che modo la burocrazia romana possa stabilire « il mutato divario dei costi comparati di produzione », ad ogni modo il Governo avrebbe dovuto in qualche maniera giustificare, almeno nella forma, la modifica dei dazi applicati coi decreto 19 ottobre 1922. Nessuna relazione esiste. Ma qui in linea di fatto rileviamo che questo decreto non ha soltanto modificato il coefficiente di maggiorazione, ma ha aumentato i dazi-base e i coefficienti relativi.

Ma veniamo alla sostanza del provvedimento. Esso, come si diceva avanti, aumenta i dazi dei prodotti intermedi dei colori. Qui si rende opportuno ricordare come per decreti-legge 3 feb-braio 1921 e 3 giugno 1921 il Governo vietò l'importazione dei colori organici sintetici e dei prodotti organici intermedi delia loro fabbricazione, riservandosi la facoltà di ammettere delle deroghe nei casi in cui fosse dimostrato che i colori o prodotti intermedi non si fabbricavano o si fabbricavano in quantità insufficienti dall'industria nazionale (1).

Questi due decreti sono stati classificati dall'Einaudi tra « i « più nefasti che fossero stati inventati nel tempo in cui prepo-« tenti interessi privati ottenevano favori enormi, adducendo « motivi d'interesse nazionale ».

Ed ecco, secondo l'Einaudi, alcuni degli effetti dei due decreti-legge in parola.

« In parole chiare, i decreti consegnavano mani e piedi legati «l'industria tessile nazionale, che è una grande industria, alla « nuova industria dei colori, che è una piccola industria, sòrta « per lo più per utilizzare impianti bellici di esplodenti. Con « una delle tante maniere di servitù della gleba sòrte dalla men-« talità bolscevica del dopo-guerra, gli stampatori ed i tessitori « italiani erano costretti a comperare colori cattivi o disadatti « o cari quando ai produttori di questi fosse piaciuto dichiarare

(1) Decreti-leggi' doganali, « Corriere della Sera », 9 novembre 1922. — Inoltre,

L'ultimo decreto doganale di Facta, articolo di EDOARDO GIRETTI, «Secolo», 11 novembre 1922.

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« che essi erano in grado di fabbricarli. Gli sforzi dei fabbricanti « di colori per dotare il paese di una nuova industria sono «grandemente lodevoli; ma ad una condizione: che essi per-« suadano i consumatori a comperare colla bontà dei loro pro-« dotti, non-colla frusta del decreto-legge ».

Ora col decreto legge 19 ottobre 1922 si è abrogato il divieto d'importazione dei colori, ma in compenso, ai fabbricanti di colori italiani è stato accordato un dazio cosi alto, mediante aumenti del dazio base e dei coefficienti di maggiorazione, sul nitrobenzolo, anilina, cloridrato di anilina, ecc., da impedire l'importazione in Italia dei prodotti intermedi e delle materie coloranti (1).

Cuscinetti a rulli, sfere d'acciaio.

Il decreto 19 ottobre 1922 si occupa ancora dei dazi di cusci-netti a sfere od a rulli radiali ed assiali, e per sfere di acciaio sciolte, per cuscinetti: ed anche qui i dazi relativi vengono

aumentati.

TABELLA X I V .

Confronto fra le diverse dopane " sui cuscinetti a sfere

Tariffa unica auto guerra T a r i f f a 315<H/ dal 1» luglio ul 30 acttembre 1021 Tariffa 4606 dal 1» ottobre 1921 al 27 ottobre 1922 Tariffa 405 bis •lui 28 ottobre 1922 Oro e carta Lire oro Liro carta Lire oro Lire caria Lire oro I.ire carta

8 0 84 - 386 - 100 — 460 — 100 — 460 — 80 89,50 413,50 125 — 575 — 100 — 460 — 80 89,50 413,50 125 — 575 - 180 — 828 — 80 89,50 413,50 125 — 575 270 — 1242 -80 101,40 406,75 175 — 805 - ' 270 - 1242 -80 101,40 466,75 175 — 805 — 270 — 1242 — 80 101,40 466,75 250 — 1150 — 540 — 2484 — 80 101,40 466,75 250 — 1150 — 720 — 3312 — 80 122,80 564,90 350 — 1610 — 1080 — 4 9 6 8 -80 122,80 564,90 350 — 1010 — 1440 — 6624 — 80 122,80 564,90 5 0 0 - 2300 — • 1440 - 6624 -Net prezzi oro sono inclusi i coefficienti di maggiorazione.

(1) Per citi voglia furai una chiara idea del trattamento doganale alle materie coloranti durante e dopo la guerra, confronti Ing. G . GHKRSINA, Divieti (l'im-portazione e materie coloranti, in « La Riforma Sociale », gennaio-febbraio 1922.

La tabella XIV mostra con evidenza a quali altezze erano già i dazi relativi con la tariffa 1921 e a quali altre altezze fanta-stiche sono state portate; altro che divario di costi comparati!

I calcoli qui, fatti fino al centesimo, sono dovuti alla cortesia di un distinto tecnico, il signor Riccardo Savoia.

Per i cuscinetti a sfere, dalia tabella possiamo rilevare come nella vecchia tariffa esisteva un dazio unico che era di L. 80; nel 1921 si procede a una differenzazione distinguendo ben undici tipi di cuscinetti a seconda delle dimensioni, e i rispettivi dazi vengono progressivamente aumentati a man mano che le dimen-sioni si fanno più grandi.

Era già un bel pagare còn la tariffa doganale del 1921 quello, ad esempio, che si pagava L. 80 nell'ante-guerra: L. 250 oro, cbe al cambio a 460 salivano a 1150, oppure, se guardiamo l'ultima specie invece di L. 80, L. 500 oro e L. 2300 in carta. Ebbene, queste tariffe sono state più che triplicate; sempli-ficando la tabella ecco i dazi antebellici e quelli che si debbono pagare oggi, calcolati in lire carta (1):

Pesi 1914 1922 28 ottobre Aumento % 1 0 - 40 gr. L . 8 0 4 6 0 - f - 4 7 5 4 - 1 0 » » 8 0 4 6 0 + 4 7 5 2 - 4 » » 8 0 8 2 8 + 9 3 5 1 - 2 » » 8 0 1 2 4 2 - f 1 4 5 2 5 0 0 - 1 0 0 0 » » 8 0 1 2 4 2 + 1 4 5 2 4 0 0 - 5 0 0 » » 8 0 1 2 4 2 + 1 4 5 2 2 0 0 - 4 0 0 » » 8 0 2 4 8 4 + 3 0 0 5 1 0 0 - 2 0 0 » » 8 0 3 3 1 2 + 4 0 4 0 5 0 - 1 0 0 » » 8 0 4 9 6 8 - f 6 7 1 0 2 0 - 5 0 » » 8 0 6 6 2 4 8 1 8 0 sino a 2 0 » » 8 0 6 6 2 4 + 8 1 8 0 Sfere di acciaio.

La seguente tabella XV dà infine le dimensioni per alcune sfere di acciaio, il prezzo in fabbrica e la percentuale del dazio nel valore della merce alle due date: 27 ottobre e 28 ottobre, tenendo conto delle variazioni di tariffa. Il cambio è calcolato a L. 44>0.

(1) Per non complicare le tabelle, abbiamo omesso la diversa discriminazione nei prezzi. Quella segnata nella prima colonna dello specchio ò rimasta in vigore sino al 30 giugno 1921. Successivamente è stata variata per ben tre volte.

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Per mostrare la gravezza dell'ultimissimo decreto, l'ultima colonna ci dice che per il primo tipo, '/* di pollice, di sfere, la percentuale del dazio è salita dal 7 % ai 39,2 %» e questa è la più bassa percentuale; per il terzo e quarto tipo ('/K e '/. pol-lice) dall'll % e 13,5% al 63 e 63,5% rispettivamente; per il quinto tipo dal 27,5% all'80% e per l'ultimo tipo (5,5 pollici) dal 32% al 136%!

In Italia la fabbrica più importante di cuscinetti a sfere è 1 (diciamo una!).

TABELLA X V .

Tabella dimostrativa dell'aumento doganale sulle « Sfere di acciaio ». •

Dimensioni Pesi in grammi Prezzo franco fabbrica Lire carta Dogana sino ai 27 ottobre 1U22 voce SIbo-p Dogana dal 28 ottobre 1022 in contestazione voce WGfrr in pollici in mm. Pesi in grammi Prezzo franco fabbrica Lire carta

Lire caria Percen-tuale

sul valore Lire carta Percen-tuale sul valore V. 3 , 1 7 5 2 0 g r o s s a 1 , 6 9 g r o s s a 0 , 1 2 7 — 0 , 6 6 3 9 — 3 , 9 6 9 3 9 » 2 , 3 3 » 0 , 2 3 1 0 — 1 , 3 0 5 8 , 5 0 5 , 5 5 6 1 0 2 » 5 , 2 8 » 0 , 5 8 11 — 3 , 3 8 0 3 — "/< 6 , 3 5 0 1 4 8 » 6 , 1 9 » 0 , 8 4 1 3 , 5 0 3 , 6 8 5 8 , 5 0 % 1 2 , 7 0 0 1 . 2 1 2 > 3 9 , 6 0 » 0 , 8 5 1 7 , 2 5 2 5 , 0 9 6 3 , 5 0 1 2 5 , 4 0 0 0 . 7 3 6 p. 100 p. 1 3 8 , 6 0 p. 100 p. 3 8 , 0 5 2 7 , 5 0 1 1 1 , 5 5 8 0 -5 1 / , - 3 1 4 0 , 0 0 0 1 1 . 2 0 0 il peui 1 3 6 — il pelle 4 3 , 2 8 3 2 - 1 8 5 , 4 7 1 3 6 —

Il decreto in parola poi fa lo stesso trattamento dei cuscinetti a sfere anche per i cuscinetti a rulli, i quali in Italia non vengono fabbricatili!

In una recentissima riunione di commercianti e industriali, riunitisi a Torino per protestare contro il nuovo decreto, a cui siamo stati invitati cortesemente ad assistere insieme coll'amico Giretti, per pura nostra istruzione, quali rappresentanti del Gruppo libero scambista, testé costituitosi a Torino (1), abbiamo sentito, tra l'altro, questa dichiarazione dal signor Savoia, che presiedeva l'assemblea:

« Ci siamo riuniti per studiare i mezzi pratici per ottenere la revoca del decreto Facta, N. 1630, del 28 ottobre u. s., che aumenta in modo sbalorditivo il dazio sui cuscinetti a sfere e

sfere d'acciaio, decreto voluto dalla Villar Perosa solo perchè insofferente di ogni concorrenza e non perchè,ai prezzi precedenti, lavorasse in perdita.

« Glie la Villar Perosa non aveva bisogno di questo nuovo balzello doganale, lo prova il tatto che qui.a Torino esistono due altre piccolissime fabbriche di cuscinetti a sfere, una delle quali fabbrica anche alcune misure di sfere di acciaio.

« Questi due fabbricanti possono essere confrontati a delle portinerie in confronto della V. P. Ebbene, questi, che non hanno nè macchinario nè i mezzi finanziari delia V. P. e che si sono impiantati solo ultimamente, vendono anche oggi, che sono a conoscenza del nuovo decreto, coll'aumeuto del 65% sui prezzi base della V. P. Il che vuol dire cbe se queste due fabbriche guadagnano a detti prezzi, tanto più guadagnerà la V. P. ».

E si aggiungeva ancora per dare un'ultima prova della mobi-lità arbitraria della tariffa doganale italiana:

« Coll'applicazione della tariffa 1° luglio 1921, i cuscinetti a sfere passavano sotto la voce 315 a-g (oggetti in ferro bruniti) ed avevano il loro corrispondente numero di repertorio. Dopo alcuni mesi e senza cbe fosse cambiato il numero di repertorio, come ha riconosciuto la Dogana di Milano, per evidente pres-sione dell'unico interessato italiano, i cuscinetti a sfere vennero passati alla voce 466 B (parti staccate di macchine) il che rap-presenta un discreto aumento doganale sulla prima classifica ».

C O N C L U S I O N I

I fatti cbe abbiamo esposto nella seconda parte di questo studio (1) provano, secondo noi, luminosamente:

a) L'ultra protezionismo della tariffa doganale del decreto

9 giugno 1921.

(1) D o b b i a m o s e g n a l a r e l ' o p e r a q u o t i d i a n a che svolgono d u o insigni economisti : I'KINAUUI sul « C o r r i e r e della S e r a » o il CAHIATI s u l l a « S t a m p a », i quali non l a s c i a n o n e s s u n a occasione, p e r r i c b i n m a r e l'ntten/.iono pubblica s u i fasti del protezionismo. Ricordo a n c o r a il GIRETTI, elio a z i o n e non dissimile svolge s u v a r i e riviste e g i o r n a l i .

Per chi voglia a v e r e u n a d o c u m e n t a z i o n e più completa, n o n lui c b e scorrere la collezione dei d u e periodici s e g n a l a l i ; molto o p p o r t u n a m e n t e il Giretli poi lui r i u n i t o

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b) Come l'indice del nuovo protezionismo, risultante dai

nostri calcoli, è di gran lunga inferiore della realtà.

Ma altre circostanze non meno gravi vengono confermate o emergono dalle proteste delle industrie danneggiate e che qui riassumiamo brevemente, senza aggiungere alcun commento, avendo già in parte provveduto gli interessati.

c) Le proteste più vive e più numerose si hanno da coloro che subiscono gli effetti del protezionismo accordato all'industria siderurgica; perchè qui la mano è stata gravata in misura molto più forte in confronto delle altre industrie.

d) I dazi spesso non sono protettivi, ma proibitivi.

e) Quel cbe è più grave, si sono colpite merci o che non

vengono prodotte in Italia assolutamente o per le quali comunque la produzione italiana non sarà mai sufficiente che a coprire una piccola parte del consumo.

f ) I lauti guadagni cbe la forte protezione accorda a certe

industrie, fanno sì cbe venga a mancare qualsiasi incitamento a meglio produrre e quel cbe è peggio ad aumentare la produzione stessa, anche quando questa sarebbe certamente assorbita dal consumo nazionale.

g) Scoraggiamento e pesi enormi che direttamente o

indiret-tamente gravano sulle industrie, le quali non sono protette e ogni iniziativa viene grandemente limitata perle spese enormi d'im-pianto cui gli industriali debbono sottostare.

li) L'arbitrio regna sovrano nell'applicazione della tariffa,

per l'intricato suo meccanismo, resa ancora più odiosa per il fatto che spesso, per la mancanza di norme precise, chiare, si presta alje più paradossali e assurde interpretazioni, favorite spesso da illecite intromissioni. Gli importatori non sanno a quale onere doganale debbano sottostare, a parte le oscillazioni dei cambi.

Gravissime sono le conseguenze di questa condizione di cose nella vita economica nazionale, e chiunque può intuirla, quando non si abbia la mente offuscata dalla concezione che un interesse particolare coincida sempre con l'interesse della collettività e chi vuole difendere, ad ogni costo, questa tesi deve fingere d'ignorare o di rinnegare i fatti più evidenti o le verità più banali.

in un v o l u m e t t o u n a notevole q u a n t i t à di suoi articoli s u l l a q u e s t i o n e doganalo

(Cfr. 1 danni e le ingiustizie della nuova Tari/fa doganale, Lattes, Torino).

Formuliamo l ' a u g u r i o che l'Einaudi e il Cabiuti, vogliano a n c h e d a r e in un v o l u m e tutti i loro scritti sulla politica doganale, cosicché il pubblico ne possa t r a r r e il maggior giovamento.

Il prof. Destefani, ora ministro delle finanze, constatava, non molto tempo fa, che tutti i gruppi di cittadini che si sono proposti di prevalere sugli altri gruppi hanno sempre ricorso al sistema di cavar sangue dalle vene altrui senza far morire il dissanguato ; è il caso del cosidetto parassitismo simbolico.

Egli elencava quattro forme di parassitismo :

1° appropriazione di una parte del gettito delle entrate degli enti pubblici;

2° appropriazione di una parte del gettito dei cittadini ; 3° pagare le cose ed i servizi a prezzi d'imposizione o non pagarle affatto ;

4° farsi pagare con argomenti extra-contrattuali.

Queste forme di parassitismo, secondo l'illustre economista, sono applicate dal socialismo nostrano a favore delle classi operaie ; ma il parassitismo esercitato dalle classi capitalistiche ed industriali, mediante i dazi protettori, per cui si verifica, come nei casi precedenti, che una grande massa di ricchezza viene trasferita a beneficio, dei produttori ed a danno dei consumatori, entra forse, chiediamo noi, ed in quale misura in alcuna delle quattro categorie di cui sopra o bisogna farne un'altra?

Se, come afferma il Destefani, per la ricostruzione della vita economica, bisogna lottare immediatamente contro le degenera-zioni parassitarie tanto del socialismo quanto del capitalismo, non si possono combattere quelle del primo senza combattere quelle dell'altro, ambedue nemici pericolosi e prepotenti. A meno che non si dimostri che il parassitismo industriale, non rientri in altre forme di parassitismo, in quelle cioè che sono necessarie,

riconosciute ed accettate volontariamente (1).

(1) Cfr. ALUKHTO DESTEFANI, Parassitismo e Fascismo, «Popolo d'Italia»,

30 agosto 1921.

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