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28 AGOSTO 2003: CONSEGNA DEL RAPPORTO FINALE DELLA CVR al PRESIDENTE TOLEDO

2.5 Autocritiche e Critiche

Uno dei effettivi della CVR, Enrique Bernales, ammise che nel Rapporto Finale della CVR possono esistere errori nel metodo ma non nella interpretazione65 . Spiega Bernales che il Rapporto fu il risultato di una gran lavoro degli intellettuali peruviani, molto completo e che in alcuni aspetti può avere imperfezioni che possono essere di carattere metodologico per quanto a processi di raccolta di informazione o di verifica. Il lavoro della CVR cercò di trovare elementi che stabiliscano quello che è accaduto nel Perù. Bernales segnala che si fece un buon lavoro ma ha visto una piccola tendenza a sinistra e un senso antimilitarista, contestando così le generalizzazione sulle forze armate. L'unico membro della CVR

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Ogni tre o cinque anni, nel periodo elettorale, i politici si avvicinano a queste persone non incluse, discriminate e lontane dai centri urbani, chiedendo i voti in cambio di promesse che dimenticano presto. http://pnud.org.co/hechosdepaz/echos/pdf/21.pdf

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http://elcomercio.pe/politica/gobierno/bernales-admite-que-rapporto-cvr-puede-tener-yerros-metodologicos_1- noticia-1467241

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appartenente alle forze armate, il Tenente Generale della Forza Aerea Luis Arias Graziani, sottoscrisse il Rapporto con alcune riserve sul numero di vittime66 e la tendenza a sinistra del rapporto. Lui ha riconosciuto che il lavoro della Commissione fu un lavoro serio . Segnalò nella sua lettera alla CVR67, che non si può giudicare con lo stesso livello di responsabilità i gruppi sovversivi (Sendero Luminoso e MRTA) e le forze militari, che parteciparono nelle azioni anti-sovversive adempiendo un mandato della Costituzione durante il ventennio i tre governi che si sono succeduti, erano stati eletti in elezioni democratiche, lo che ci spinge a supporre che questi governi hanno analizzato democraticamente la convenienza di ordinare la partecipazione delle forze armate così come dichiarare gli stati di eccezione, stabilendo zone ampie di territorio nazionale dove i Capi politici erano militari . Questo membro della CVR chiese che non appaiano nel Rapporto, i nomi dei militari responsabili delle violazioni di diritti umani, dovendo restare chiaramente segnalate le responsabilità individuali degli ufficiali militari che hanno avuto responsabilità nelle perpetrazioni di violazioni ai diritti umani e che questa responsabilità non fosse addossata alla istituzione. I nomi di quei militari coinvolti devono essere consegnati in maniera riservata al potere esecutivo che a sua volta li consegnerà al Ministerio Publico per le indagini corrispondenti68. Molti militari peruviani cercano di impedire un riconoscimento e la consapevolezza della responsabilità istituzionale delle Forze Armate nei casi di violazioni di diritti umani, come hanno fatto i rappresentanti delle forze armate di Cile e Argentina coinvolte in casi di violazioni di diritti umani.

Altra partecipante della CVR, Sofia Macher69, ammette che ci furono errori nel trattamento ai militari durante il lavoro della CVR e che fu lei stessa che si oppose alla idea che i militari siano convocati alle udienze pubbliche per rendere le loro testimonianze. Segnala che molti di loro già erano stati intervistati, e che effettivi della commissione avevano avuto riunioni con gli alti capi delle Forze Armate (soprattutto quelli che avevano avuto l’incarico di capi del Comando Politico Militare nelle zone di eccezione e quindi anche responsabili di quello che era accaduto come i generali Noel , Valdivia, ecc.). La CVR aveva raccolto l'informazione necessaria perciò non sono stati convocati. Ci fu perfino una squadra di lavoro dell'esercito in appoggio della CVR in ogni istituto dell'esercito. Quindi la partecipazione dei militari non fu passiva. La CVR chiedeva la loro versione sulla strategia e

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Secondo Arias Graziani le vittime sono soltanto 25 mila e non 69.280, numero ottenuto applicando una proiezione econometrica sulla base de un campione

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http://www.cverdad.org.pe/ifinal/pdf/TOMO%20VIII/CARTA%20ARIAS%20GRAZIANI.pdf

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Lettera dal Tenente Generale FAP ® Luis Arias Graziani – Rapporto Finale CVR, 2003b, Libro VIII

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le azioni anti-sovversive che impiegarono, sui casi specifici di violazioni ai diritti che furono investigati dalla CVR. La ex membro della CVR si pentì di questo (la non convocazione dei militari alle udienze pubbliche) segnalando che immaginava che le udienze pubbliche erano uno spazio per le vittime e riconosce la partecipazione dei militari avrebbe contribuito alla trasparenza. Nonostante questo, l'idea di fare revisione70 del rapporto pubblicato nel 2003 non può essere accolta perché quel rapporto è un "processo" e non una investigazione accademica. Un rapporto accademico può avere diverse interpretazioni e quindi può essere perfezionato con tutta sicurezza71, ma la CVR sta iscritta dentro la giustizia transizionale72 che cerca di procurare giustizia per le vittime civili che non appartenevano alle forze in conflitto . La impostazione sono le vittime73. Questo rapporto non è una investigazione accademica: questo rapporto è un processo . A proposito di giustizia transizionale, la Corte Interamericana dei Diritti Umani, nel 1988 nella sentenza N° 4, del caso Velasquez Rodríguez vs. Honduras, determinò quali sono i quattro obblighi fondamentali degli Stati nell'ambito dei diritti umani74:

1. Prendere le misure ragionevoli per prevenire violazioni ai diritti umani; 2. Portare a termine, indagini serie quando accadono violazioni ai diritti umani; 3. Imporre sanzioni adeguate ai responsabili delle violazioni;

4. Garantire la riparazione alle vittime

70 Così chiedono i rappresentanti dei partiti indagati dalla CVR per il coinvolgimento dei loro capi nelle

violazioni ai diritti umani. Quindi questa critica ha una essenza politica e quindi la revisione non si giustifica. Forse mancò più verifica. Ad esempio non si ebbe una conoscenza totale di quanti fosse clandestine ci fossero e molte furono scoperte posteriormente ma questo non giustifica una revisione come chiedono i critici della CVR.

71Ad esempio nel 2003 non si contava con il Registro delle vittime . Adesso esiste il Registro e quindi la cifra

presentata dalla CVR può cambiare

72La giustizia transizionale e' l'intera gamma di processi , meccanismi giudiziali e politici che diversi paesi

hanno utilizzato come riparazione per le violazioni massicce ai diritti umani. Tra queste ci sono le azioni penali, le commissioni della verità,i programmi di riparazione e diverse riforme istituzionali . Quando si commettono violazioni massicce dei diritti umani, le vittime hanno il diritto ufficialmente riconosciuto a vedere puniti gli autori o perpetratori delle violazioni , inoltre a conoscere la verità e a ricevere le riparazioni . Questi compromessi devono essere compiuti dalla società che deve anche assicurarsi che queste violazioni non tornino più ad accadere, perché le violazioni di diritti non solo colpiscono le vittime dirette ma anche l' insieme della società. La giustizia transizionale, al provare di fare i conti e la riparazione delle vittime, proporziona alle vittime il riconoscimento dei loro diritti , creando fiducia cittadina e il rafforzamento dello Stato di Diritto

73 Una della impostazioni centrale della CVR , che è comune a molte commissioni della verità è che focalizzata

su chi furono le vittime, no in progetti politici delle persone e attori e istituzioni che parteciparono nel conflitto. In quel senso c'è una posizione etica vincolata con il tema della prospettiva del diritto del rispetto ai diritti umani.

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Queste principi sono stati confermati nelle sentenze posteriori della Corte Interamericana di Diritti Umani.

Quindi ci furono alcune posizioni non omogenee all'interno della CVR e al di fuori, numerose critiche che perfino insistevano sul fare una revisione, per il fatto che i effettivi della Commissione lavoravano prima con le ONGs, enti mal digeriti da un certo settore della politica che appoggia ancora l’ex dittatore Fujimori e l'ex presidente Garcia, due politici indagati dalla CVR nel suo Rapporto Finale. Mario Vargas LLosa, l'unico premio Nobel Peruviano nel 2010, personaggio autorevole e straneo a queste liti, difese la CVR.75

A differenza di quanto accaduto con altre commissioni della verità sudamericane simili alla CVR peruviana76, la Commissione della Verità e Riconciliazione non ha ricevuto una accettazione unanime della società. Le critiche vengono soprattutto da quelli che difendono l'operato di Fujimori e da quelli che appoggiano l'ex presidente Garcia (anche lui indagato per crimini) . Si cercò in ogni momento di delegittimare i effettivi e anche il governo di Toledo che aveva appoggiato la creazione e il lavoro di questa commissione. Le reazioni più rumorose furono delle forze armate e della destra peruviana. Alti ufficiali peruviani hanno criticato distruttivamente il Rapporto Finale che nella sua conclusione N° 54 segnalava che le forze armate applicarono una strategia di repressione indiscriminata che generò numerose violazioni ai diritti mani . Questi militari negavano che le forze armate avessero commesso in forma sistematica, pratiche che violavano i diritti umani e che nella loro funzione hanno difeso e compiuto la costituzione.

Altri militari riconobbero che ci furono eccessi da parte di alcuni dei militari e fu conseguenza della strategia applicata da Sendero Luminoso che provocava queste reazioni violente da parte dell'esercito contro le vittime civili . L'esercito e la Marina di Guerra del Perù protestarono contro la tesi della CVR che segnala che in certi luoghi ci furono pratiche sistematiche di violazioni ai diritti umani. Come si può notare non esiste una autocritica corporativa rispetto al Rapporto della CVR . Per il contrario si accusa la CVR di essere uno strumento politico di settori della sinistra. Dal canto suo, la classe politica fu sulla difensiva;

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" Posso dire con totale obiettività senza essere accusato di simpatizzare con tendenze estremiste, che la CVR fece un sforzo enorme per avvicinarsi alla verità , nonostante sia difficile arrivare alla verità assoluta .." Mario Vargas Llosa in http://elcomercio.pe/politica/gobierno/mario-vargas-llosa-aclara-museo-memoria-victimas- noticia-381011

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Argentina Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas. CONADEP informe Nunca Mas 1983 Chile Comisión Nacional de Verdad y Reconciliación 1990 Informe Rettig

El Salvador Comisión de la Verdad "De la Locura a La Esperanza. La guerra de 12 años en El Salvador".1991 Guatemala Comisión para el esclarecimiento historico Informe Memoria del Silencio 1994

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soprattutto i seguaci di Fujimori che paragonarono i delitti dei terroristi con il lavoro fatto delle forze armate, minacciando di modificare il rapporto quando arriveranno di nuovo al potere.

A questo atteggiamento contrario al Rapporto Finale, si aggiunge quello della corporazione imprenditoriale peruviana CONFIEP, del suo il settore più conservatore. Attraverso un pronunciamento segnalarono che quel rapporto aveva delle idee di sinistra e frammentava la verità storica, criticando l'idea che le forze armate avevano commesso violazioni sistematiche ai diritti umani e crimini di lesa umanità. Aggiungono che le forze armate hanno lavorato in difesa dello Stato, offrendo le loro vite per proteggerlo. Per ultimo segnalarono, che i contadini poveri non sono le uniche vittime . Anche i parenti dei militari e poliziotti oltre ai effettivi dei gruppi di autodifesa77 così come imprenditori e lavoratori furono anche tra le vittime. Secondo loro, nel rapporto c'è una idea frammentaria che non deve essere accettata come storia ufficiale. Le nuove generazioni non devono accettare come verità storica qualcosa che in realtà non è storia né verità. L'arcivescovo Cipriani, vescovo di Ayacucho, la città più colpita nella epoca del terrorismo, si lamentò delle omissioni e tendenze ideologiche della CVR segnalando che per lui, era più importante l'assistenza agli orfani e alle vedove che stabilire la giustizia processuale.

Tre mesi dopo la consegna del rapporto della CVR, il presidente Toledo, che non governò duranti gli anni di violenza (1980-2000) in un gesto che lo nobilita e lo lascia nella storia, mediante un messaggio alla Nazione, chiese perdono a nome dello Stato alle vittime78 del terrore e della violenza. Inoltre il presidente Toledo riconobbe che in un conflitto di questa natura, alcuni effettivi delle forze dell’ordine hanno commesso eccessi79 . E che spetta al

Ministerio Publico e alla Magistratura, dettare giustizia su questi casi, senza proteggere né

l'impunità né l’abuso .

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"In onore alla verità" è un libro scritto nel 2012 dalla Commissione permanente di storia dell'esercito peruviano nella pagina 311 segnala finalmente una autocritica sul ruolo dei militare nel conflitto : " l'esercito lamenta che ufficiali e sottoufficiali abbiano partecipato in atti puniti dalla legge lo quale ha oscurato il brillante lavoro di molti dei suoi effettivi.."

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".. Il 79% delle vittime abitavano nelle zone rurali e il 75% parlavano il quechua e altre lingue native. Purtroppo esiste la realtà dolorosa della esclusione sociale di milioni di peruviani …”

http://www.abc.com.py/edicion-impresa/internacionales/en-nombre-del-estado-toledo-pide-perdon-a-victimas- del-terror-732235.html

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