• Non ci sono risultati.

150

Il ritrovamento dei resti dei loro cari sarà un elemento probatorio per stabilire i fatti e le circostanze che portarono alla sparizione delle vittime (tempo, luogo, perpetratori). Il Decreto PCM 065/2001 che rappresenta l'atto della creazione della Commissione della Verità e Riconciliazione, segnalava che era uno degli obiettivi della CVR:"contribuire al chiarimento dei crimini e violazioni dei diritti umani commessi per opera delle organizzazioni terroriste e per agenti dello Stato, cercando di trovare i resti ossei delle vittime e identificando le probabile responsabilità" . Questo è un dovere dello Stato e anche è un diritto delle vittime. La Corte Interamericana di Diritti Umani sul diritto alla verità si è pronunciata nella sentenza 92 di riparazione nel caso Trujillo Oroza244 contro Bolivia nei paragrafi 114 e 115 affermando il seguente:

114:" La privazione continua della verità sul destino di una vittima di sparizione forzata, costituisce una forma di trattamento crudele, inumano e degradante per i suoi parenti. Il diritto alla verità è stato sviluppato abbastanza nel Diritto Internazionale dei Diritti Umani e come ratifica questa Corte in diverse occasioni, il diritto dei parenti della vittima a conoscere che cosa gli è successo e nel suo caso, sapere il luogo dove sono i suoi resti , costituisce una misura di riparazione e quindi una aspettativa che lo Stato deve soddisfare ai parenti della vittima e della Società come un tutto..".

115: "In questo senso la Corte, considera che la consegna dei resti del defunto in casi di individui spariti forzatamente , è un atto di giustizia e reparazione in se stesso perché permette dare dignità alle vittime già che i resti di una persona meritano essere trattati con rispetto perché i suoi parenti possano darli una adeguata tomba".

4.5 Raccomandazioni e Conclusioni della CVR

Le indagini compiute sul processo di violenza di natura politica vissuta in Perù negli anni tra il 1980 e il 2000 hanno permesso alla Commissione per la verità e la riconciliazione di giungere alle 171 conclusioni245. Si descrivono i fatti ma anche si fa un'analisi storico- critico della storia peruviana degli ultimi venti anni del secolo scorso. Risultano accertati i nomi e i cognomi di 23.969 peruviani morti o spariti ma la Commissione ha calcolato che le

244 E' la prima volta che la Corte Interamericana si riferisce letteralmente al diritto alla verità, che purtroppo non

sta espressamente segnalato nella Convenzione Americana e che in altre sentenze era interpretato dagli articoli 8 e 25 della Convenzione, secondo quanto lo segnala il paragrafo 45 della sentenza 75 della Corte Interamericana di Diritti Umani o "caso Barrios Altos". Questi 2 paragrafi, dei quali abbiamo sottolineato alcune frasi, appaiono nella sentenza 92 che appare nel sito http://www.corteidh.or.cr/docs/casos/articulos/Seriec_92_esp.pdf

245

151

vittime siano stati quasi settantamila. Un numero impressionante, vittime di armi da fuoco leggere, in gran parte civili (soprattutto contadini poveri della Sierra che parlavano il quechua, donne e bambini) ma anche militari e senderisti o membri del PCP-SL.

Possiamo dire che la Commissione è riuscita nel suo primo obiettivo: chiarire la verità. Il rapporto finale della CVR non fu solo una narrazione del passato . Fu il risultato di una investigazione minuziosa e plurale. Ovviamente ha delle limitazioni. Ma sono rimasti dei punti fondamentali abbastanza chiari. Uno di questi è che la riconciliazione non può essere truccata come amnistia. Quello sarebbe un insulto al settore più danneggiato del conflitto: i cittadini rurali della zona andina e della Amazzonia.

Ma come ha contribuito la CVR alla riconciliazione nazionale? Nel suo Rapporto finale la CVR definisce la reconciliazione come un nuovo patto fondazionale tra la Stato e la società peruviana e tra i membri della società. Il rapporto fa notare la importanza che il Peru si riconozca positivamente come un "paese multietnico, pluriculturale e multilingue".

Nonostante la descrizione verace delle cause del conflitto armato, la reconciliazione ancora è lontana. Una sfera pubblica, mediatica e politicizzata che critica ideologicamente e politicamente il Rapporto Finale e altri che lo ignorano perché pensano che segnalare le forze armate come responsabili nella violazione di diritti umani sia un insulto all'istituzione armata, non favoriscono la riconciliazione. Il processo di memoria che portò a termine la Commissione della Verità ebbe come finalità essenziale fare visibile la realtà delle vittime.E' la missione di tutti i processi di giustizia transizionale nel mondo. Il consenso internazionale reclama un luogo centrale per le vittime. La commemorazione non puo diventare un accordo destinato a mantenere soddisfatti tutti i settori, perfino i nemici della verità. Il rapporto finale dela CVR rappresenta un spartiacque, di somma importanza per iniziare la guarigione di un paese traumatizzato e ferito come nazione duranti lunghi anni. Per superare questo trauma, si deve innanzituto cambiare di atteggiamento: dalla negazione alla consapevolezza dei fatti accaduti e per tanto tempo sconosciuti e negati.

La CVR ha analizzato le cause della violenza e scritto raccomendazioni da fare per evitare che questi fatti accaduti si ripetano, oltre a proporre riforme istituzionali ma purtroppo dopo dieci anni della consegna del Rapporto, non c’è una politica globale a 360 gradi dello Stato. Non c'è un programma integrale per il compimento delle racommendazioni tranne che quelle che si referiscono alle riparazioni246. Si sono fatte poche riforme istituzionali . Ancora

246

Fino al 2014, quasi un terzo delle raccomandazioni sulle riparazioni si sono compiute nonostante che il

152

non si finisce di costruire il Museo della Memoria, e già si è cambiato il nome e anche la missione: non sarà più per ricordare le vittime. Una forma di riparazione simbolica purtroppo mancata.

I governi che si sono succeduti dal 2005 in poi, hanno fatto poco e ci sono delle raccomandazioni del Rapporto Finale ancora inadempiute nonostante la loro importanza. Ad esempio di questo inadempimento, non si è modificato ancora l'articolo 320 del Codice Penale che sanziona la "sparizione forzata" adeguandolo e aggiustandolo secondo gli standard internazionali fissati dallo Statuto di Roma e altre convenzioni internazionali. C'è un progetto di legge Nº 14659-2005-CR o “Legge dei delitti contro il Diritto Internazionale dei Diritti Umani" presentato l'8 maggio 2006 e che ancora è rimasto progetto. Si è fatto poco per combattere il razzismo e non si è andato nelle radici di questo problema al contrario ci sono stati passi indietro come ho segnalato anteriormente.

Il Rapporto Finale della CVR è come uno specchio doloroso e per questo molte persone pretendendo di dimenticare non vogliono vederlo perché causa dolore. E addiritura chiunque che vuole ricordare e riflettere sul passato e i fatti accaduti in quei anni in Perù, è qualificato da un settore della popolazione come sovversivo. Ma si deve comprendere il passato e il presente perché il paese che dimentica la sua storia è condannato a ripeterla. La memoria collettiva formata di eventi esterni e che hanno lasciato le loro impronte, diventa allora memoria obiettiva. Le battaglie per la memoria si ubicano tra le due dimensioni: la individuale (o soggetiva) e la collettiva (obiettiva).

Il messaggio della CVR è che si deve costruire una democrazia non solo di istituzioni, ma anche di rispetto mutuo e quindi si deve dare un eguale trattamento agli abitanti di quelle zone colpite dalla violenza (da sempre considerate inferiori e discriminate, perché vengono dalle etnie indigene) dovendo da adesso in poi essere considerati cittadini peruviani con eguali diritti e doveri. Nella costruzione di questo traguardo, occorre che nei processi giudiziali contro quelli che hanno violato i diritti umani della popolazione che era tra due fuochi, raggiungano sentenze magari di condanna, superando gli ostacoli segnalati prima, perché le sanzioni sono un deterrente e le sentenze anche una forma di riparazione.

Esiste il compito storico dello Stato e della società di ascoltarsi mutuamente. E' importante il dialogo e la tolleranza . Secondo Sofia Macher, ex membro della CVR, le persone appartenenti ai gruppi sovversivi hanno sbagliato nel fare una rivoluzione per cambiare una situazione ingiusta lasciando un disastro.

153

Questo conflitto e tutta la crudeltà vista e vissuta da molti peruviani, ci insegna che l'uso della violenza non può risolvere i problemi sociali. Si deve essere capaci di cercare punti a metà, per mettersi d'accordo e pian piano cambiare le cose. C'è ancora molto da fare. Il Rapporto della CVR non solo rappresenta il documento cartaceo che marca un nuova tappa della storia peruviana. E' anche un itinerario da seguire per raggiungere prima o poi la riconciliazione. E' un atto per la rifondazione del Perù.

4.6 Le riparazioni

Il Rapporto Finale della CVR affermò il bisogno di confrontarsi con la sequenza della violenza. Per questo, raccomandò la creazione di un piano integrale di riparazioni orientato alla attenzione delle vittime delle violazioni ai diritti umani. Le riparazioni sarebbero in forma individuale e collettiva, inoltre delle reparazioni simboliche e materiali. Il Rapporto finale segnalò inoltre la importanza delle riparazioni simboliche, costituite soprattutto dalla costruzione di memoriali e la consegna dei resti delle vittime identificate ai parenti perché questo contribuisce al riscatto della memoria e alla dignità delle vittime. Le riparazioni collettive sono molto importanti, perché contribuiscono a ricostruire e consolidare le istituzioni della "comunità" che dopo venti anni di violenza avevano perso la sua infrastruttura fisica e sociale, soffrendo l'esclusione e l'aumento di povertà

Mentre non esisteva ancora il registro delle vittime, il governo optò per indirizzare le risorse alle riparazioni collettive. Nel governo di Alan Garcia, 1634 comunità che avevano avuto un elevato numero di vittime hanno ricevuto una riparazione collettiva. Nel 2004 se creò la Commissione Multisettoriale di Alto livello (CMAN) che aveva la responsabilità di dare compimento alle azioni e politiche dello Stato in area di pace, riparazioni collettive e riconciliazione nazionale. Questa entità approvò un piano di riparazioni sulla salute, soprattutto la salute mentale, avendo avuto 50 mila prestazioni.

Nel mese di luglio 2005, il parlamento peruviano approvò la legge 28592 che creò' l'ambizioso Piano Integrale di Riparazioni secondo il modello raccomendato dalla CVR. In quella legge nel suo articolo 9 ordinava la creazione del Registro delle vittime, lo stesso che doveva accettare le iscrizioni e chiudere il 31 dicembre 2011 .

Il Piano definì come beneficiari le vittime che hanno lasciato i loro villaggi (la diaspora formata dai " desplazados") inoltre quelle che hanno sofferto il carcere arbitrariamente, tortura, violazioni e sequestro così come agli agenti dello Stato e dei gruppi

154

Documenti correlati