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caso BALDEON GARCIA: Il signore Bernabé Baldeón García era un contadino di 68 anni e abitava in un villaggio in Ayacucho, regione dove le sparizioni e omicidi furono

IL SISTEMA INTERAMERICANO DI DIRITTI UMANI (SIDU)

14. caso BALDEON GARCIA: Il signore Bernabé Baldeón García era un contadino di 68 anni e abitava in un villaggio in Ayacucho, regione dove le sparizioni e omicidi furono

numerose durante il conflitto. Il 25 settembre 1990, fu detenuto dai militari chi l'hanno torturato a morte. Nel presente caso, ante la Corte IDU, lo Stato peruviano acconsentì alla domanda e riconobbe la sua responsabilità internazionale per la violazione al diritto alla vita (art. 4) alla integrità personale (art. 5) alla libertà personale (art. 7) alle garanzie giudiziarie (art. 8 comma 1) attraverso i suoi agenti in aggravio di Bernabé Baldeón e per questo motivo, lo Stato ha il dovere di riparare e fare finire le conseguenze della violazione. Durante gli anni del conflitto era generalizzata la realizzazione di esecuzioni extragiudiziali da parte delle forze militari come meccanismo di lotta antisovversiva e questa pratica diventò sistematica. La sentenza 218che costituisce una forma di risarcimento per la vittima e i suoi parenti dovrà determinare la verità dei fatti così come le conseguenze. I parenti della vittima, fecero diversi denuncie ante Ministerio Publico senza risultato. La Corte aggiunge che il diritto alla vita è un diritto umano fondamentale basico per il godimento degli altri diritti. Quindi è consacrato come uno dei diritti prerrequisito per il godimento degli altri diritti . Per questa caratteristica , non sono ammissibili restrizioni d'accordo al articolo 27 comma 2 della Convenzione. La Corte ha segnalato che nei casi di esecuzioni extragiudiziari è fondamentale che gli Stati investighino effettivamente la privazione del diritto alla vita soprattutto se sono perpetrati dagli agenti dello Stato . I familiari della vittima, hanno il diritto a ottenere dagli organi

217 http://www.tc.gob.pe/corte_interamericana/seriec_137_esp.pdf 218 http://www.tc.gob.pe/corte_interamericana/seriec__147_esp.pdf

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competenti dello Stato, il chiarimento dei fatti violatori, l'identificazione degli autori e l'accertamento della responsabilità attraverso le indagine e il processo giudiziario. Di non essere così, se starebbero creando dentro di un ambiente di impunità, le condizioni per che si ripetano questi fatti, lo quale è contrario al dovere di rispettare e garantire i diritto alla vita. L'obbligo di riparare economicamente pagando gli indennizzi ai parenti della vittima, venne regolato dal diritto internazionale e non può essere incompiuta dallo Stato invocando norme del suo diritto interno. Come altre forme di risarcimento, il tribunale ordina la pubblicazione della sentenza della Corte IDU, la celebrazione di un atto pubblico di riconoscimento della responsabilità dello Stato e la richiesta di scuse ai parenti della vittima per aver nascosto la verità durante più di quindici anni avendo lo Stato violato l'articolo 25 della Convenzione nei loro confronto. La Corte ordina che una strada o parco nel villaggio della vittima abbia il nome di Baldeon Garcia. La corte a richiesta, si è pronunciata due volte sull'adempimento della sentenza .

15. Caso CASTRO CASTRO (JUAREZ CRUZATT Y OTROS) : tra il 6 e 9 maggio 1992 se fece la operazione "Trasferimento 1" dentro del carcere "Miguel Castro Castro" nel padiglione dove c'erano reclusi indagati, imputati e accusati di terrorismo. Durante il trasferimento, se produsse la morte di 42 reclusi, si ferì 175 e si maltrattò 322. La sentenza N° 160 della Corte IDU in 191 pagine analizza ampiamente il fatto, comprendendo anche le risarcimento e costi. Questa sentenza, che ha avuto il bisogno di essere interpretata a richiesta dello Stato peruviano, risulta essere la più criticata da parte dell'opinione pubblica peruviana. Lo stesso stato peruviano ha riconosciuto non aver compiuto l'obbligo generale di rispetto e garanzia ai diritti umani stabilita nell'articolo 1.1 della Convenzione Americana. Ci furono fatti di somma gravità, segnalati nella sentenza nel comma 197.38 "Quando i reclusi si trovavano sotto il controllo degli agenti dello Stato, furono divisi dal gruppo e esecutati dagli agenti"219. Le indagine hanno determinato che lo obiettivo no fu il trasloco dei reclusi, piuttosto l'attacco premeditato per attentare contro la vita e la integrità dei reclusi eliminandoli fisicamente dei padiglioni 1A e 1B alcuni dei quali erano donne in stato di gravidanza, che erano accusati per delitti di terrorismo e tradimento alla patria. In questa sentenza si parla anche della condizione dello Stato peruviano che ha sottoscritto e ratificato la Convenzione americana per prevenire e sanzionare la tortura (28/03/1991) e la Convenzione Interamericana per prevenire, sanzionare e eliminare la violenza contro le donne (04/06/1996

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o convenzione di Belen du Para) e nonostante questo, lo Stato peruviano ha infranto, questi accordi rendendosi consapevole di queste violazioni. Diversi organizzazione non Governative volevano intervenire come mediatrice ma lo Stato preferì usare la forza letale delle arme. La Corte 220segnala che al prodursi un fatto illecito imputabile a uno Stato sorge di immediata la responsabilità internazionale di questo Stato per la violazione della norma internazionale con il conseguente dovere di risarcimento . Lo Stato ha violato il diritto alla integrità personale, il diritto alle garanzie giudiziali e alla protezione giudiziale inoltre alla Convenzione sulla tortura così come alla Convenzione contro la violenza sulle donne. Per questi motivi, la Corte ordina il pagamento di risarcimento ai familiari delle vittime,inoltre ordina aprire i processi per chiarire i fatti e determinare la responsabilità intellettuale e material di chi partecipò nelle violazioni ai diritti umani in un termine ragionevole. La corte a richiesta, si è pronunciata 4 volte sull'adempimento della sentenza .

16. caso CANTORAL HUAMANI y GARCIA SANTA CRUZ : Il 13 febbraio 1989, il gruppo paramilitare chiamato "Rodrigo Franco" rapi, torturò e esecutò al piu importante leader dei minatori Saul Isaac Cantoral Huamani e la sua compagna Consuelo Trinidad Garcia Santa Cruz. La Commissione segnalò che fu il gruppo Rodrigo Franco l'autore di questi delitti. Si sospetta che queste gruppo era formato per persone legate al partito di governo d'allora, il partito APRA. Come conseguenza della sentenza N° 167 della Corte IDU, dopo di 14 anni si iniziò un processo penale contra Agustin Mantilla, allora ministro dell'Interno, capo sospetto del gruppo "Rodrigo Franco". Dal paragrafo 34 al 37 della sentenza la Corte IDU221 si segnala che lo Stato riconosce parzialmente la responsabilità internazionale, la stessa che si fonda in fatti u omissioni di qualunque poter e/o organo dello Stato che viola la Convenzione Americana. Lo stato peruviano riconosce parzialmente la responsabilità internazionale e così appare dal paragrafo 34 al 37 della sentenza: lo Stato peruviano ha violato i diritti alla vita, alla libertà, alla integrità segnalati nella Convenzione in aggravio di Saul Cantoral e Consuelo Garcia. Le vittime e anche i loro parenti furono chiamati "terroristi" ingiustamente dopo il crimine danneggiando il loro nome. La Corte considera che è un principio del diritto internazionale che qualunque violazione di un 'obbligo internazionale che abbia prodotto danni deve essere indennizzato. Nella sentenza che rappresenta da per se, una forma di risarcimento, si segnala il pagamento di una riparazione a

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http://www.tc.gob.pe/corte_interamericana/seriec_160_ esp.pdf 221

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favore dei parenti delle vittime inoltre l'obbligo di borsa di studio per la figlia del la vittima e assistenza medica e psicologia per i parenti . Si ordina la pubblicazione di questa sentenza nel giornale ufficiale e anche si ordina fissare l'atto pubblico in presenza dei funzionari e parenti delle vittime con il quale il Governo peruviano riconosce la sua responsabilità internazionale nelle violazioni segnalate nella sentenza e chiede scusa222. Questa cerimonia è di somma importanza secondo la sottoscritta perché rivendica il buon nome ai parenti superstiti e aiuta a non sentirsi "colpevoli di chiedere giustizia" . Inoltre, è una riparazione simbolica che ha come obiettivo la no ripetizione di fatti simili. La Corte IDU a richiesta, si è pronunciata 3 volte sull'adempimento della sentenza .

17. caso ANZUALDO CASTRO : Il 16 settembre 1993 agenti dello stato prellevarono lo

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