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L’“autunno caldo” e l’ingresso del PSLI nel quarto governo De Gasper

Il PSLI e i governi De Gasperi (1947-1951)

1.4 L’“autunno caldo” e l’ingresso del PSLI nel quarto governo De Gasper

Il viaggio negli Stati Uniti di Saragat, alla metà del luglio 1947, può essere considerato un momento di passaggio significativo nella linea politica del PSLI nei confronti dell’ipotesi governativa. Saragat fece una relazione al gruppo parlamentare il 25 luglio, sostenendo la necessità di appoggiare il piano di ricostruzione americano del generale Marshall e che, in conseguenza di ciò, sarebbe stato opportuno avere un nuovo rapporto con la Democrazia cristiana, nella prospettiva di un eventuale ingresso del partito nel governo.375

Nelle settimane successive al ritorno di Saragat dagli USA il partito aveva cominciato a organizzare l’assise nazionale della metà di settembre a Roma.376

373 Per tutta la vicenda cfr.Gruppo PRL PSDI, riunioni del 13, 17, 18, 19 e 23 giugno 1947. Calosso fu tra coloro che criticarono fortemente il governo di “colore” voluto da De Gasperi, definendolo un “Governo pericoloso, nato sostanzialmente da un estremismo e da una leggerezza politica in cui si intravede benissimo il riflesso nervoso della timidità”. U. Calosso, Governo

pericoloso, in “L’Umanità”, 8 giugno 1947.

374 Cfr. La nostra votazione. Gli assenti deplorati, in “L’Umanità”, 22 giugno 1947. Cfr. anche

Mai con De Gasperi, in “Iniziativa Socialista”, 1-30 giugno 1947, p. 277; U. G. Mondolfo, A crisi risolta, in “Critica Sociale”, 1 luglio 1947, p. 226.

375 Gruppo PRL PSDI, riunione del 25 luglio 1947.Cfr. G. Saragat, Il problema del governo, in “L’Umanità”, 22 agosto 1947.

376 Cfr. Fare il Partito Socialista, in “Iniziativa Socialista”, 1-30 giugno 1947, pp. 289-290. Cfr. U. G. Mondolfo, Il nostro convegno di Roma, in “Critica Sociale”, luglio 1947, p. 356.

Per questa finalità erano state inviate agli organismi di base tre relazioni, l’una preparata dalla Direzione, l’altra dal Gruppo parlamentare infine l’ultima dal Centro per il piano socialista. Furono tenuti congressi provinciali con l’elezione dei delegati ed infine al congresso fu invitata una rappresentanza del movimento femminile dei socialisti democratici della CGIL e della federazione delle cooperative.377

I temi principali di discussione furono l’unità fra le forze socialiste e la possibile partecipazione al governo De Gasperi. Su questi due temi complementari, nelle settimane precedenti il convegno, vi era stata una forte discussione interna al partito, di cui vi è scarsa traccia sulla stampa, con una sostanziale divisione fra filogovernativi e antigovernativi; questa contrapposizione si ripresentò al convegno di settembre.

In quell’occasione, centrale fu il tema dell’organizzazione del partito.

Ciò che noi stiamo costruendo -scriveva Calosso- non è una organizzazione ma un organismo, non un apparato ma un lievito. L’apparato in sé è una cosa vecchia quanto la terra: è la burocrazia babilonese e bizantina, è l’Okrana zarista, è la dittatura inquisitoria e fascista sovrapposta al popolo… E’ ben noto che dove la struttura organica sociale è debole ed inefficiente, non si sviluppa la libertà e la democrazia, ma al contrario, si lascia libero il campo agli arbitri, alle fazioni, alle piccole dittature, ai piccoli apparati incontrollati. E’ questo che il nostro partito ha imparato dall’esperienza fatta fin dal tempo del vecchio PSIUP, e che il convegno attuale è chiamato a sanare creando con meticolosa intransigenza una struttura nuova senza pigrizie e senza egoismi, che sia all’altezza della classe lavoratrice. Il compito urgente del Partito, e con cui il Partito nell’opinione pubblica si identifica, è quello del piano economico e sociale del Paese da realizzarsi con il metodo della democrazia. E’ qui la fondamentale novità, il fondamentale esperimento del socialismo contemporaneo.378

“All’indomani della scissione molti di noi avevano avuto l’illusione che la diffusa convinzione della necessità di un movimento socialista democratico nella vita del Paese e nell’opera del governo avrebbe attratto verso il nuovo partito … un gran numero di adesioni, che noi avremmo dovuto … contenere per impedire che fosse spostato l’orientamento che noi intendevamo di dare alla nostra azione sul fondamento delle dottrine marxiste alle quali volevamo rimanere fedeli, se anche non le imponevamo come credo preliminare a coloro che volevano assicurarsi al nostro movimento. E invece non è avvenuto questo, un po’ anche perché noi non avevamo provveduto in tempo a spiegare le ragioni per cui eravamo inesorabilmente condotti a staccarci dal vecchio partito se volevamo rimanere fedeli ai nostri ideali di socialismo democratico”.

377 CIRIEC, FRT, Carte personali, 4.1.1.3, Segretaria della Direzione del PSLI, circolare n. 37, Convegno nazionale del Partito, 1 luglio 1947.

Nel duro confronto fra le posizioni interne al PSLI Saragat mantenne una posizione di arbitro fra le parti senza pronunciarsi sulla partecipazione al governo. Fece inoltre la proposta di formare una commissione che avrebbe dovuto formulare un unico ordine del giorno, frutto del compromesso fra le due diverse parti. La mozione fu firmata congiuntamente da D’Aragona, Battara, Zagari e Vassalli e riproponeva un giudizio negativo sul governo De Gasperi, rimandando poi al primo congresso nazionale la definizione di una linea politica precisa.379

Un dato che, tuttavia, non sfuggì ai congressisti, in quelle settimane, fu il rapido peggioramento dei rapporti con il Pci. Era un’evoluzione che traeva origine non solo dall’esclusione dalla compagine governativa, ma anche dalle nuove strategie internazionali del comunismo moscovita, come di lì a pochi giorni la costituzione del Cominform avrebbe confermato.

I rapporti con il PCI -dichiarò Vassalli- sono decisamente peggiorati per quanto attiene all’atteggiamento dei capi comunisti verso di noi (discorso di Togliatti a Modena) e per la maggiore chiarezza di posizione assunta dal nostro Partito… La DC tende a diventare ogni giorno più un Partito dell’altro fronte, cioè di un fronte contro il quale noi dobbiamo strenuamente combattere… Tuttavia nella DC vi sono uomini e dirigenti che sentono il drammatico problema della pace nel mondo così duramente minacciata. Con questi uomini noi dobbiamo in tutti i modi cercare un’intesa, facendo intendere loro che il socialismo autonomo è il massimo garante della pace e della libertà.380

379

Cfr. La relazione fu pubblicata su “Il Compagno Socialista”, a. I, n.s., supplemento al n. 6, 15 agosto 1947; vedi anche G. Pischel, Il programma del PSLI, in “Critica Sociale”, 16 settembre 1947, pp. 332-333. Il convegno stabiliva che il primo congresso nazionale si tenesse “non oltre il gennaio 1948”; si doveva procedere alla “nomina di un Consiglio nazionale”; la direzione avrebbe dovuto avere “un numero massimo di 15 membri”; doveva infine essere designato “un unico segretario della direzione”. Cfr. “L’Umanità” del 16 settembre 1947. La direzione fu composta da Vassalli, D’Aragona, Faravelli, Corsi, Andreoni, Battara, Garavini, Guazza, Spalla, Libertini, Jovino, Pietra; Saragat, segretario unico, Zagari e Simonini, vice segretari generali, Casati, segretario amministrativo.

380 Relazione della segreteria del PSLI al primo convegno nazionale, in “L’Umanità”, 14 settembre 1947. “La natura del comunismo si comprende esaminando l’esperienza russa -dichiarò Faravelli-: è appunto da questa esperienza che deriva la convinzione che il comunismo non è un regime libero perché esso poggia su una dittatura poliziesca e militarista, perché i sindacati sono asserviti, perché esso ammette il servilismo delle masse e la divinizzazione del capo, perché in esso domina una borghesia privilegiata con tendenza a rendere ereditari questi privilegi di fronte all’enorme sperequazione economica tra il suo potere finanziario e la miseria del popolo. Il comunismo non è neanche un regime internazionalista perché la sua politica estera si è dimostrata imperialistica ed aggressiva… Il Governo attuale rappresenta l’inizio della controrivoluzione: esso è il Governo della Confindustria, degli agrari, del capitalismo. Quindi uno soltanto può essere l’atteggiamento dei socialisti verso il Governo De Gasperi: quello di una decisa, continua opposizione”. G. Faravelli, Bisogna consolidare il nucleo di purezza socialista, in “L’Umanità”,

L’assemblea eleggeva Saragat segretario unico, con il preciso mandato di trovare un punto d’incontro tra le diverse correnti. Le settimane che trascorsero fra il convegno nazionale di settembre e l’apertura delle trattative per l’ingresso nel governo De Gasperi furono decisive.

Il fatto più significativo fu la vicenda della mozione di sfiducia al governo, presentata da Nenni alla Costituente agli inizi di settembre. 381

Saragat agì in quell’occasione con molta abilità: da un lato doveva dare continuità al suo progetto di accostamento progressivo e quindi di ingresso nel governo, dall’altro non poteva evidentemente presentare insieme al Partito comunista e al Partito socialista una mozione di sfiducia al governo, che l’avrebbe fatto sostanzialmente apparire subalterno all’egemonia delle sinistre. Dopo una serie di contatti avuti con il PSI, Saragat ritenne opportuno presentare una mozione di sfiducia autonoma.

Il dibattito parlamentare, iniziato il 26 settembre, si concluse quindi con un discorso di Saragat che di fatto segnava la presa di distanza chiara dalle due mozioni di socialisti e comunisti.382 “Noi -riferì Saragat al Gruppo parlamentare- abbiamo presentato una mozione di sfiducia per differenziarci ed abbiamo ottenuto il risultato di essere più forti nei confronti dell’estrema sinistra e anche di De Gasperi col quale possiamo negoziare meglio”.383

16 settembre 1947. Differentemente, la posizione di Mondolfo non risulta sempre univoca, essendosi egli schierato a volte contro, a volte per la partecipazione del PSLI al governo. Cfr. ad esempio L’unificazione socialista e il nostro convegno, in “Critica Sociale”, 16 settembre 1947, p. 330. “Una vantaggiosa modifica della situazione presente non può nascere, secondo noi, se non dalla partecipazione al governo delle forze del socialismo democratico”, che avrebbero potuto spostare a sinistra l’asse interno della DC. Cfr. anche La mozione, in “L’Umanità”, 16 settembre 1947.

381 Il testo della mozione firmata da Nenni, Basso, Romita, e altri recitava: “L’Assemblea Costituente, di fronte ai risultati della politica generale del governo, ed in particolare di quella economico-finanziaria che compromette lo sforzo solidale della ricostruzione del Paese, l’ordine interno e il tenore di vita delle masse popolari, nega la sua fiducia al governo e passa all’ordine del giorno”, in Atti Ass. Cost., VII, 9 settembre 1947, p. 14. Cfr. anche F. Taddei, Il socialismo

italiano del dopoguerra: Correnti ideologiche e scelte politiche (1943-1947), Franco Angeli,

Milano, pp. 405-423. Per tutta la vicenda cfr. anche Gruppo PRL PSDI, riunioni del 20 e del 24 settembre 1947.

382 Cfr. Atti Ass. Cost., VII, 26 settembre 1947, p. 552.Cfr. anche l’intervento di Saragat in G. Saragat, Quarant’anni di lotte per la democrazia, cit., pp. 350-353.Le votazioni sono in Atti Ass. Cost., VII, 4 ottobre 1947, pp. 922-927.

All’orizzonte non era soltanto il possibile ingresso nel quarto governo De Gasperi, ma le imminenti elezioni amministrative romane della metà di ottobre, nelle quali era necessario ottenere un buon risultato.

La costituzione del Cominform alla fine di settembre 1947, diede poi la stura a una serie di agitazioni sociali, di scioperi molto violenti da parte della CGIL e del PCI, che culminarono poi, nel novembre, con l’occupazione della prefettura di Milano in seguito al trasferimento del prefetto Troilo.

L’occupazione della prefettura di Milano da parte di una folla e la dichiarazione dello sciopero - scrisse Calosso-, sono cose che appartengono… al regno dell’improvvisazione e, a dirla chiara, del cretinismo. La nostra giovane e gracile democrazia non può permettere a nessuno il lusso di contrapporre la piazza alle disposizioni buone o cattive, ma legittime, del potere esecutivo il quale emana dalle istituzioni del popolo. Ciò è inconcepibile presso i paesi ordinati, a cominciare dai paesi alleati, Americani, Inglesi, Russi. Se anche qualcuno pensasse ad una specie di diritto rivoluzionario, non vediamo a quale rivoluzione possa condurre lo stillicidio delle agitazioni estemporanee; anzi vediamo benissimo, non c’è italiano che non lo veda, che le agitazioni di questo genere conducono all’indignazione dell’uomo della strada e al fascismo. Non s’illuda la demagogia degli arruffoni: gli operai che essi sobillano cominciano a mangiar la foglia e danno segni evidenti di stanchezza di fronte a chi tenta di fare esperimenti sul loro corpo.384

In questo ciclo di violenze, protratte per diverse settimane, il PSLI fu a sua volta l’obiettivo di una lunga serie di attacchi contro i propri esponenti e le sedi, che spinsero Saragat a richiedere al governo una maggiore presenza delle forze dell’ordine.

[La] Confederazione Generale del Lavoro -si legge in un manifesto redatto dalla Direzione del PSLI- che dovrebbe essere la naturale interprete delle esigenze economiche e sociali delle classi lavoratrici, paralizzata dalla sua subordinazione ai partiti politici, si dimostra sempre più inadeguata a far fronte alla situazione. La conferma di ciò si ha nel fatto che non essa, ma due partiti politici hanno preso l’iniziativa di una agitazione che, se utile, avrebbe dovuto trovare la Confederazione stessa alla testa del movimento. Questa situazione fondata sull’equivoco, dando adito al sospetto che da un doloroso problema economico e sociale si voglia trarre pretesto per realizzare finalità politiche estranee al vero interesse dei lavoratori, disorienta profondamente le masse e rischia di creare una ingiusta incomprensione tra larghi strati dell’opinione pubblica, provocando pericolose fratture nel seno della classe lavoratrice.385

384 U. Calosso, Nervi a posto, in “L’Umanità”, 29 novembre 1947.

385 Direzione del PSLI, Manifesto del PSLI ai lavoratori italiani, in “L’Umanità”, 18 settembre 1947.

I fatti di novembre, quindi, furono la ragione diretta di una forte ripresa di contatti fra De Gasperi e Saragat, che avrebbe portato alla collaborazione governativa col fine primario di “fare quadrato in difesa delle libertà minacciate”.

La situazione del Governo -si legge in una relazione del ministero degli Interni sull’ordine pubblico-… anzicchè indebolita sembra che stia per essere rafforzata dal corso degli avvenimenti, contrariamente al desiderio dei partiti di estrema sinistra, essendosi ad esso accostati, dopo un periodo di opposizione più o meno blanda, i partiti repubblicano e socialista saragattiano, che nell’offensiva scatenata dai socialcomunisti sul terreno extraparlamentare, hanno scorto non una minaccia per l’attuale compagine ministeriale, ma una minaccia al regimedemocratico e alla libertà del paese, interna ed esterna.386

A partire dalla metà di ottobre, Saragat e Bonfantini, sottolineando pubblicamente il ruolo del PSLI nel processo di pacificazione e condannando fermamente la violenza come mezzo di lotta poltica, avevano già cominciato ad auspicare la formazione di un governo di centro-sinistra, facendo spesso esplicito riferimento ad una possibile collaborazione con la Democrazia cristiana alla luce delle nuove prospettive aperte con il lancio del piano Marshall.387

Nel permanere di forti differenzazioni all’interno del Partito circa l’ipotesi di un ingresso al governo, i contrasti furono alimentati ancor più dallo scarso risultato nelle elezioni amministrative romane, dove il PSLI ottenne soltanto il 3,7 per cento.

A Roma venticinque mila socialisti hanno affermato la volontà di respingere la politica dei blocchi internazionali, vale a dire hanno compiuto un atto concreto per la pace e per la democrazia. Venticinque mila voti ottenuti nelle condizioni organizzative in cui ci trovavamo nel corso della recente lotta elettorale, sono moltissimi. Ma sono assolutamente insufficienti per darci lo strumento della nostra politica… Si tratta di agire in modo efficace: e questo si ottiene con una forte organizzazione.388

386

ACS, Ministero dell’Interno, Direzione generale di P.S. – Divisione Affari Generali e Riservati, Situazione politica, economica, dell’ordine pubblico e dello spirito pubblico, novembre 1947.

387

Cfr. il discorso di Saragat del 16 ottobre a Genova, e quelli di Bonfantini del 3 novembre a Cuneo e del 16 novembre a Savona. Cfr. “L’Umanità” del 17 ottobre 1947 e del 4 e 17 novembre 1947.

388 G. Saragat, Venticinque mila socialisti socialisti. In mezzo ci si sta, in “L’Umanità”, 16 ottobre 1947.

Saragat tuttavia continuò il suo percorso verso il governo, ormai deciso circa la necessità di questo approdo politico.

La questione dell’organizzazione e, soprattutto, quella di un coordinamento tra il centro e gli organi periferici del partito, tuttavia, ritornò in primo piano. Alcuni giorni dopo le elezioni romane la Direzione del PSLI scriveva a tutte le Federazioni.

I contatti fra la direzione del Partito e la nostra stampa provinciale sono stati, fino ad ora, assai scarsi, per un complesso di motivi che tutti ben conosciamo. Vi citeremo soltanto, come esempio di questo stato di cose, il caso di nostri organi di stampa che hanno iniziato le pubblicazioni senza darcene alcuna notizia, e quello di altri che le hanno invece cessate -del tutto o quasi- senza nessuna comunicazione… è chiaro che il collegamento fra direzione e periodici provinciali… occorre invece che sia quanto mai continuato e operante, e agisca nel senso di portare un concreto aiuto alla nostra stampa.389

Si decise a questo proposito di rafforzare la diffusione del bollettino del partito, “Il Compagno”, allo scopo di facilitare ulteriormente il collegamento fra la Direzione e le singole Sezioni, e permettere ai segretari provinciali di seguire con regolarità la vita del partito in tutti i suoi aspetti, politici e organizzativi.390 La situazione finanziaria, tuttavia, continuava ad essere preoccupante a tal punto che la Direzione, alla fine di novembre, fu sul punto di sopprimere l’edizione milanese de “L’Umanità”.391

389 CIRIEC, FTR, Carte personali, 4.1.1.3, Direzione del PSLI, circolare n. 76, Stampa provinciale, 21 ottobre 1947.

390

CIRIEC, FTR, Carte personali, 4.1.1.3, Direzione del PSLI, circolare n. 78, Campagna abbonamenti per “Il Compagno”, 24 ottobre 1947.

391 “La direzione del Partito… dopo angosciose esitazioni, di fronte alla insostenibile situazione finanziaria del Partito ha dovuto purtroppo decidere di sopprimere una delle due edizioni de “L’Umanità”, e precisamente quella dell’Alta Italia, a patire dal 15 dicembre p.v. E’ superfluo mettere in evidenza la gravità di una tale decisione, per le ripercussioni che indubbiamente avrà tanto nel Partito quanto nell’opinione pubblica, proprio alla vigilia di una nostra possibile partecipazione al Governo e alla vigilia della campagna elettorale. E’ possibile evitare un atto così grave? E’ possibile. Ma a patto che i mezzi necessari alla continuazione della vita de “L’Umanità” dell’Alta Italia, sia pure soltanto sino alle prossime elezioni politiche, siano interamente procacciati dalle federazioni interessate, mediante il contributo che i compagni, amici e simpatizzanti abbianti di ogni provincia, all’uopo mobilitati, si impegnino formalmente ad assicurare. La somma, che il Partito non ha e che si tratta di raccogliere facendo appello al senso del dovere, allo spirito di sacrificio dei compagni, non può essere inferiore a L. 20.000.000”. CIRIEC, FTR, Carte personali, 4.1.1.3, Direzione del PSLI ai segretari delle Federazioni dell’Alta Italia, 24 novembre 1947. E’ opportuno ricordare che già nel giungo 1947 l’Amministrazione de “L’Umanità” avviò una campagna a sostegno del quotidiano ufficiale del

I colloqui con De Gasperi ebbero un momento di pausa in attesa degli esiti della riunione del Comisco ad Anversa (28 novembre-2 dicembre 1947) nella quale ancora una volta venne respinta la richiesta del PSLI di entrare a far parte dell’organismo.392

Le trattative con De Gasperi, quindi, ripresero speditamente e le decisioni finali circa la partecipazione al governo furono poi affidate al Gruppo parlamentare.393

Caro De Gasperi -aveva scritto Tremelloni nel corso delle trattative per l’ingresso nel Governo-, l’amico Ferrari Aggradi mi ha riferito la tua domanda. Personalmente -e ritengo sia d’accordo con me anche il Partito- penso che la politica antinflazionistica posta come premessa all’azione di Einaudi sia senz’altro da condividere. E’ però necessario, a mio avviso, in vista di un inverno duro come quello che precede questo agitato periodo elettorale, cercar di evitare le conseguenze gravi di una troppo drastica contrazione creditizia. Questa a me pare la funzione essenziale del nostro intervento, nell’interesse delle classi lavoratrici, e dello stesso istituto democratico. Non è questo il momento, né vi sono concrete possibilità, di discutere tutto l’indirizzo economico he, come sai, noi vedevamo in una formula non limitata al problema monetario. Mi pare però essenziale che il nostro Partito si preoccupi di evitare, nella massima misura possibile, una disoccupazione più vasta. E in tal senso incoraggi tutto quel complesso di provvedimenti atti a non spingere a fondo in questi mesi una politica di troppo rapida e severa selezione di imprese. Ritengo quindi che l’on. Einaudi potrebbe portare un notevole contributo alla convinzione dei miei amici di partito se ci dicesse quali sono le sue prospettive, ed entro quali limiti intende contenere questa azione deflazionistica.394

Partito: “Questa iniziativa ha lo scopo di creare attorno al nostro giornale un’atmosfera di animazione e di maggiore interesse che mira a scuotere una buona parte dei nostri compagni dallo stato di apatia in cui versano per renderli più partecipi della vita e della difficoltà del loro