Avvenimenti esteri
Un boia di buonumore
La citazione
«Alcuni illustri giuristi europei, commentando con rammarico sul piano etico e politico la decisione del ministro britannico Straw di restituire il generale
Pinochet al Cile per motivi di salute […] costui non può essere processato se
le sue condizioni psicofisiche non sono tali da consentirgli un processo nel quale possa adeguatamente difendersi. [...] Pinochet fu un magnifico cooperante: è stato rivelato recentemente dagli archivi di Stato americani che la sua capacità di cooperazione con la Cia e con le multinazionali che avevano perso in Cile i loro privilegi economici risultò fondamentale, fu condizione indispensabile per l’annichilimento della democrazia cilena.»
Gli avvenimenti
Ancora una volta Tabucchi ritorna su un protagonista di un regime dittatoriale, questa volta per trattarne la fine, quella del dittatore cileno Augusto José Ramón Pinochet Ugarte (1915-2006) che, accusato di crimini contro l’umanità, corruzione ed evasione fiscale, riuscì a evitare la condanna grazie ad un referto medico di una clinica inglese per rientrare in Cile346, dove visse serenamente
gli ultimi anni della sua vita. In questo articolo Tabucchi si scaglia contro i referti medici inglesi che non hanno permesso di giudicare le malefatte del dittatore, e dunque alla giustizia di compiere il proprio corso. Come in molti degli articoli presenti in questa raccolta, il tono è cupo, pessimista, per il presentarsi di una Storia ciclica, come accade nei primi romanzi, non aperta così come in Sostiene Pereira e ne La testa perduta di Damasceno Monteiro.
346 http://www.rainews.it/it/news.php?newsid=11057 e ANTONIO POLITO, Intrighi e
L’antiamericanismo è uno dei fil rouge che sottende all’insieme degli articoli giornalistici, in cui gli Stati Uniti sono per lo più descritti come capitale della globalizzazione selvaggia e dell’individualismo sfrenato, caratteristiche che si evincono soprattuto dai loro leader politici, come si vedrà nel corso di questo lavoro.
La pagina delle Lettere
A.TABUCCHI, Se si beatifica il vecchio Pinochet, «Corrriere della Sera», 27 luglio 1999.
N.B. L’articolo è stato pubblicato in Italia per il «Corriere della Sera» e non, come è stato erroneamente riportato nel volume, da «L’Unità».
La citazione
«Cara lettera non firmata, mi scusi per questa risposta così tardiva. […] Le potrà sembrare strano, io non posso certo rispondere ai lettori prima che mi scrivano, non Le pare? […] In questo terribile mondo dominato da feroci fanatismi e fondamentalismi, il suo “fondamentalismo positivo”, se così posso chiamarlo, e cioè il perdono a ogni costo […] è secondo me l’unico rimedio ai mali dell’umanità […] Ma veniamo alla proposta pratica che la sua associazione avanza, e cioè che gli Stati accettino, come fu chiesto dal Papa, di perdonare il generale Pinochet. Non posso che essere d’accordo. Concediamo pure che il generale abbia massacrato alcune migliaia di persone e ne abbia torturate altrettante. Ma prima di tutto non lo ha fatto con le sue mani, e poi ha agito, come egli stesso afferma, per il bene del suo paese e forse del mondo […] Penso che il Papa avesse ben presente questo principio quando, poco dopo la vittoria del generale sulle forze del Male, si recò in visita in Cile e apparve serenamente sorridente accanto al suo perdonato sul balcone presidenziale.»
Gli avvenimenti
La forma di questo articolo in forma di lettera richiama quella del romanzo epistolare Si sta facendo sempre più tardi, che vede un solo protagonista
maschile scrivere missive, senza avere risposta, a un personaggio femminile. In questo articolo, marcato di forte ironia, Tabucchi riprende il caso dell’estradizione del generale Pinochet, sul quale si è espresso diverse volte, in modo particolare sottolineando il “perdono” del papa. È risaputa difatti l’amicizia che lega l'ex papa all’ex dittatore cileno sin dalla sua visita ufficiale nel 1989, durante la quale si è fatto persino fotografare con il dittatore alla finestra del Palazzo della Moneda, il balcone presidenziale. In questo articolo Tabucchi sottolinea l’intercessione del cardinale e arcivescovo Angelo Sodano, affinché la camera dei Lords non concedesse l’estradizione del dittatore alla Spagna, come infine è avvenuto347.
Auschwitz è un’idea come un’altra
Testo inedito
La citazione
[…] «l’equivoco riguarda lo storico David Irving, arrestato in Austria in base a una legge che vieta la propaganda nazista e antisemita. Irving è un «negazionista», come vengono chiamati gli ideologi che negano l’esistenza dei campi di sterminio da essi definiti «un’invenzione della propaganda giudaica». […] Ma l’equivoco più significativo viene probabilmente da una dichiarazione di Sofri, di per sé nobilissima, secondo la quale «nessuno debba essere perseguito per le sue opinioni». Sono uno scrittore, e questo principio mi sta a cuore sul serio. […] Ma Auschwitz non è un’opinione.»
Gli avvenimenti
L’articolo, al quale Sofri risponde prontamente348, è interessante poiché dimostra il tipo di dialogo che ha incessantemente tenuto con l’ex direttore di
347 Sul caso cfr. le inchieste della BBC: http://news.bbc.co.uk/2/hi/282225.stm
348 ADRIANO SOFRI, Idee infami ma Irving va liberato, «La Repubblica», 19 novembre 2005.
Lotta continua, su dibattiti civili, spesso non condividendo le stesse opinioni,
come in questo caso. All’arresto in Austria nel 2005 per Irving (anno di stesura dell’articolo), seguì la condanna per aver simpatizzato con il partito nazista tedesco, ed aver dunque violato la Verbotsgesetz, la legge costituzionale austriaca che vieta e punisce chiunque aderisce a principi del Nazionalsocialismo.
Tormentoni
La citazione
«Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush è un uomo frettoloso. Ha deciso che avrebbe portato la sua democrazia nel mondo. E ha deciso che per fare questo poteva prescindere dalle Nazioni Unite. […] Per instaurare la sua democrazia, il presidente degli Stati Uniti ha aggredito un paese e lo ha massacrato […] Assistere alla distruzione del palazzo del tiranno Saddam Hussein è stato per me un piacere. Ma perché gli Stati Uniti, alcuni anni fa, hanno distrutto il palazzo presidenziale di Salvador Allende?»
Gli avvenimenti
Ritornato, per la seconda volta in questa raccolta, a scrivere dell’ex presidente degli Stati Uniti, la critica qui ripercorre la guerra in Iraq, in particolar modo la richiesta da parte di Bush affinché l’Onu accettasse di partecipare alla guerra contro l’Iraq, accusato di detenere armi chimiche349 (peraltro mai ritrovate). Sebbene la deposizione di Saddam Hussein avviene già il 13 dicembre del 2003, la lunga guerra in Iraq si protrae dal 20 marzo 2003 al 15 dicembre 2011. L’articolo termina con un ironico paragone al caso del Cile, alla destituzione e
349 http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2002/09_Settembre/12/bushonu.shtml, consultato il 23 gennaio 2013.
all’uccisione di Salvador Allende (1908-1973), già presidente marxista del Cile, eletto nel 1970 e destituito l’11 settembre 1973 attraverso un colpo di stato che vede l’intervento degli Stati Uniti, da sempre ostili alla diffusione del pensiero marxista nelle Americhe.
O tempora, o mores!
La citazione
«Bush si è impadronito dei morti dell’11 settembre per provocare altre morti e
la più allarmante dimostrazione dell’uso che il presidente americano intende fare del Tempo è la messa in pratica della sua teoria di guerra preventiva. […] Prima di cosa? Le motivazioni con cui gli Stati Uniti hanno mosso guerra all’Iraq si sono dimostrate delle menzogne. E del resto sono cambiate più volte: dalla ricerca di armi di distruzione di massa, rivelatesi inesistenti, gli Stati Uniti sono passati alla pretesa di restituire quel paese alla democrazia.»
Gli avvenimenti
Ancora un altro articolo in cui Tabucchi ritorna ad attaccare il primo mandato di Bush junior, le sue intenzioni per aver dichiarato guerra all’Iraq, le sue menzogne, la sua idea di esportare la democrazia nel mondo. Tabucchi sembra piuttosto condividere le idee dello storico Eric J. Hobswam (1917-2012) secondo cui, in un’ottica di autodeterminazione dei popoli, è impossibile esportare la democrazia350.
350 VANNA VANNUCCINI, Iraq, ora gli Usa ammettono “Le armi furono un pretesto”, «La Repubblica», 30 maggio 2003 e ERIC J. HOBSWAM, Globalization, Democracy and
Terrorism (Imperialismi, Rizzoli, 2007, traduzione di Daniele Didero), Londra, Little, Brown,
Lettera a una signora irachena
La citazione
«Gentile Signora irachena […] ieri Lei e la sua vicina avete potuto intingere un dito nell'inchiostro e alzarlo in alto con l'orgoglio di chi dice : con questa impronta digitale sulla scheda io sancisco la libertà di scegliere un moi rappresentante al parlamento democratico che gli Stati Uniti ci hanno regalato. […] E' vero che i mezzi sono quelli all'antica e non posso smentirla perché esistono documentazioni fotografiche : scariche elettriche sui genitali, percosse con bastoni di ferro, denudamenti, incatenamenti, guinzagli, sodomizzazioni con vari attrezzi adatti alla bisogna, compreso il tradizionale organo maschile […] Ma essi vengono messi in pratica per raggiungere un fine nobilissimo come la democrazia.»
Gli avvenimenti
In questo articolo Tabucchi torna nuovamente sul conflitto e l'invasione americana dell'Iraq, in particolare attraverso una risposta fittizia ad una donna irachena, spiegandole la finta necessità degli Stati Uniti a difendere il processo di costruzione democratico e la necessità del loro intervento. L'articolo riprende la notizia delle elezioni presidenziali irachene che hanno avuto luogo qualche giorno prima (30 gennaio 2005) e che hanno nominato il Consiglio dei Rappresentanti dell'Iraq, incaricati di stilare la nuova Costituzione democratica. Inoltre Tabucchi sembra sottolineare le stragi avvenute in Iraq durante il conflitto, almeno fino a quel periodo: la scoperta, alla fine dell'aprile 2004, delle sevizie e delle percosse ai danni dei prigionieri iracheni rinchiusi nel carcere di Abu Ghraib351 e all'utilizzo del fosforo bianco durante il secondo attacco contro la cittadina irachena di Fallujah nel novembre 2004.
351 http://www.cbsnews.com/news/abuse-of-iraqi-pows-by-gis-probed/, consultato il 18 gennaio 2014.
I torti di Katrina
La citazione
«Dopo l'uragano su New Orleans è curioso vedere le reazioni della stampa dalla quale Bush è amato e ammirato. […] Nel disastro di New Orleans c'entra il clima, questa variabile che l'amministrazione Bush non aveva messo in conto, e magari c'entra il surriscaldamento dell'atmosfera, a cui la politica di Bush ha dato un aiutino.»
Gli avvenimenti
Questo articolo pubblicato su «El Pais» e ripreso da «L'Unità» prende ancora di mira il presidente statunitense : Tabucchi interpreta infatti l'arrivo dell'uragano Katrina come simbolo della cattiva amministrazione Bush. La guerra in Iraq è ancora in corso, e Tabucchi accusa il presidente di occuparsi dell’esportazione della democrazia, piuttosto che della politica interna del suo paese352.
Il tempo è stanco
La citazione
«Cos’è la povertà? L’uomo vestito di bianco ci sta pensando. […] L’aereo della sua organizzazione è bello e confortevole: perfetto […] Pensa che il continente dove sta andando è un continente povero, pieno di poveri, anzi, miserabili. Perché? Sono forse stati meno bravi degli altri? Eppure, nello stesso continente, quelli di sopra sono ricchi (quelli che sono ricchi). Sono stati più bravi? […] Dovrà parlare della libertà e ne parlerà davanti alle televisioni di tutto il mondo e ai giornalisti di tutto il mondo. […] Cos’è la libertà? L’altro
352 http://www.nytimes.com/2005/09/01/health/01iht-warm.html?_r=0, consultato il 2 ottobre 2013.
uomo ci sta pensando. Sta seduto su una poltrona. Fuma un grosso sigaro.
[…] La Storia, o il Tempo, dipende, si trovano in un intervallo, pensano.»
Gli avvenimenti
L’articolo, apparso dapprima su «El País», successivamente tradotto e pubblicato su «La Repubblica» nel febbraio 1998, tratta dell’incontro tra il papa dell’epoca Karol Wojtyla e Fidel Castro (1926) avvenuto a Cuba tra il 21 e il 25 gennaio 1998. La visita è epocale poiché rappresenta il primo viaggio nell’isola caraibica da parte di un pontefice. Tabucchi non ha bisogno di utilizzare nomi, gli bastano pochi segni descrittivi per narrare di questo incontro: il vestito bianco del Papa e il sigaro “grosso”di Castro. Altro aspetto da sottolineare sono le due parole chiave che fanno riferimento ai due personaggi, ma che si è visto essere centrali per analizzare l’opera tabucchiana: povertà e libertà, che sono dei leitmotiv presenti nell'intera raccolta.