Pereira, Moscarda e la religione
Prima di cominciare un’analisi sull’elemento spirituale nella più celebre opera tabucchiana, occorre ricordare la posizione del suo autore, che più volte si è espresso intorno a queste nozioni, non tralasciando di sottolineare l’agnosticismo al quale si sente affine: «L’un de ceux-là, bien que je sois agnostique, serait, sans aucun doute, les Évangiles […], livre mystérieux, indéchiffrable même».185
Come ha sottolineato Fabrice De Poli in un lungo articolo186, nonostante il riconosciuto ed esplicito scetticismo di Tabucchi sull’esistenza di Dio, è indubbio il fascino che subisce della religione, particolarmente quella cattolica187, come emerge da diversi passaggi delle sue opere. Numerosi sono infatti i personaggi “contestatori” che richiamano un senso religioso delle
184 Ivi, p. 101.
185 FABRICE DE POLI, Un refus fasciné – L’ambivalence du religieux chez Tabucchi, «Cahier d’études italiennes», 9, 2009.
186 Ibidem.
187 D’altronde «Tutti gli europei sono cattolici» afferma il protagonista del Notturno indiano, come per sottolineare l’influenza che il cattolicesimo ha sugli usi, costumi e cultura del nostro continente.
origini, come si è visto nel personaggio di Don Milvio, il prete socialista di Borgo presente in Piazza d’Italia; un personaggio infatti che ricerca un cattolicesimo delle origini, ma che allo stesso tempo resta fortemente saldo a principi socialisti188.
Un forte legame con questo personaggio sembra essere rappresentato da padre António in Sostiene Pereira; come Don Milvio infatti, António è un prete contestatore, particolarmente contro al laissez-faire del Vaticano e ai suoi legami con la dittatura di Francisco Franco (1892-1975), soggetto sul quale Tabucchi è ritornato anche nei suoi articoli per la stampa, come si può leggere nella IV parte del presente lavoro. Si legga infatti uno degli ultimi dialoghi tra Pereira e padre António:
Bene, disse padre António, il problema si è complicato con il Vaticano, che ha dichiarato che migliaia di religiosi spagnoli erano stati uccisi dai repubblicani, che i cattolici baschi erano dei “cristiani rossi” e che andavano scomunicati […] forse saranno martiri, comunque era tutta gente che tramava contro la repubblica, e poi senti, la repubblica era costituzionale, era stata votata dal popolo, Franco ha fatto un colpo di stato, è un bandito189.
Vada dunque sottolineato che questo è il secondo personaggio sacerdote in un’opera tabucchiana che si preoccupa non solo dello spirito, ma anche dei problemi terreni dei propri fedeli. Sono, infatti, dei personaggi impegnati all’interno del contesto sociale nel quale operano, che aiutano coloro che li circondano in quel processo di crescita della coscienza civile che sarà determinante per il contesto sociale nel quale operano. In Sostiene Pereira, però, gli scambi del protagonista con il sacerdote arrivano sino al capitolo XIX, come se l’autore volesse mostrarne i suoi limiti, per elogiare i benefici della psicologia, come si evince da un dialogo tra il giornalista e il dottor Cardoso:
Il fatto che lei abbia studiato psicologia mi incoraggia a parlare con lei, disse Pereira, forse farei meglio a parlarne con il mio amico padre António, che è un sacerdote, però forse lui non capirebbe, perché ai sacerdoti bisogna confessare le proprie colpe e io non mi sento colpevole di niente di speciale, eppure ho
188 «Siete tutti figli di Dio, dunque siete tutti uguali, dunque il grano è di tutti» in ANTONIO TABUCCHI, Piazza d’Italia, op. cit.,p. 46.
desiderio di pentirmi, sento nostalgia del pentimento190.
Un altro aspetto interessante è inoltre comprendere il modo in cui il Pereira tabucchiano e il Moscarda pirandelliano si rapportano alla spiritualità e alla religione. Ciò che emerge dall’opera pirandelliana è spesso una derisione nei confronti della scienza e il suo scopo è quello di dimostrare l’imperfezione della Natura. Tabucchi, invece, sembra voler lasciare un interrogativo aperto sul disordine del mondo, piuttosto che svelarne le sue idiosincrasie191. Il suo personaggio è molto credente, ed è interessante la lettura cristologica del romanzo che Pezzin ne ha dato:
è vero che la religiosità di Pereira appare più come una religione del vuoto primordiale, pur potendosi ipotizzare una serie di equazioni del tipo: Monteiro- Cristo, Pereira-Apostolo (testimone del sacrificio di un innocente)192
Una religiosità del «vuoto primordiale» di cui scrive Pezzin simile a quella che poi si ritrova nel finale del romanzo Uno, nessuno e centomila. Le analogie richiamate da Pezzin delle figure di Monteiro-Cristo e Pereira-apostolo ricordano la morte di un innocente e la diffusione della notizia di questa morte ingiusta da parte di Pereira; una lettura che, sebbene a prima vista possa sembrare forzata, contiene in sé elementi fondati e attendibili.
Un altro parallelo è possibile realizzarlo con la novella pirandelliana
Acqua amara (La vita nuda, 1910) in cui i due personaggi si ritrovano in una
stazione termale (anche qui è possibile un rimando al capitolo quattordicesimo di Sostiene Pereira in cui Pereira si reca presso la stazione termale di Cascais per dimagrire). Se nel romanzo tabucchiano questa terapia porterà giovamento al suo protagonista e sembra funzionale a quel processo di rinvigorimento fisico e spirituale, Pirandello, nel suo romanzo, mostra nel suo romanzo un velato scetticismo nei riguardi della medicina, facendo affermare al personaggio:
190 ANTONIO TABUCCHI, Sostiene Pereira, op. cit., p. 121.
191 «Come vanno le cose. E cosa le guida. Un niente.» in ID, Piccoli equivoci senza
importanza, op. cit., p. 71.
Queste confidenze sviscerate che le farò, le potranno servire più di quest'acquaccia qua, che è amara, ma, in compenso, non giova a nulla, creda pure. Ce la danno a bere, in tutti i sensi, e noi la beviamo perché è cattiva. Se fosse buona... Ma no, basta: perché lei fa la cura e le conviene aver fiducia193.
Pereira, come si può evincere dall’incipit del romanzo, è molto credente, nonostante le difficoltà ad accettare l’idea della resurrezione della carne; anche la sua attività di giornalista verte intorno a necrologi di scrittori cattolici come François Mauriac (1885-1970) e Georges Bernanos (1888-1948). Ma, nel suo processo di crescita, è emblematico un dialogo con padre António, come se anche la questione religiosa passasse attraverso la coscienza e l’informazione della situazione del clero nel mondo. Padre António difatti, oltre ad essere da incoraggiamento per Pereira al fine di interessarsi alle ultime vicende sociali, tende a vedere la religiosità non solo in chiave personale ma anche istituzionale. Padre António dunque, oltre ad essere un sacerdote presso il quale Pereira può mitigare le sue ansie dovute a dubbi ontologici, esercita anche l’influenza affinché si interessi di temi politici, ecclesiastici, destabilizzando maggiormente Pereira che, sebbene giornalista, sembra vivere fuori dal contesto politico-sociale del suo Paese. Riflessioni sulla spiritualità sono presenti lungo tutto il romanzo tabucchiano, contrariamente all'opera pirandelliana in cui l’idea religiosa di Moscarda, invece, si può leggere soltanto verso la fine quando nel V paragrafo del settimo libro, in un dialogo con Bibì, la cagna della moglie, alla quale dirà:
Gli uomini, vedi? Hanno bisogno di fabbricare una casa anche ai loro sentimenti. Non basta per loro averli dentro, nel cuore, i sentimenti: se li vogliono vedere anche fuori, toccarli; e costruiscono loro una casa. A me era sempre bastato finora averlo dentro, a mio modo, il sentimento di Dio194.
Un sentimento religioso certamente vissuto in maniera personale, privata, che non ha bisogno di intermediari, diversamente da Pereira che sembra vivere in maniera più aperta e allo stesso tempo contrastata, tale sentimento, che gli
193 LUIGI PIRANDELLO, Novelle per un anno I, Firenze, Giunti editore, 1994, p. 226. 194 ID, Uno, nessuno e centomila, op. cit., p. 121.
provoca malessere, esteriorizzandolo e vivendolo in maniera più conflittuale e prova a placare attraverso i continui dialoghi con padre António. Cionostante Moscarda vede in Dio il motivo trainante del suo “Io” di cui viene gradualmente a conoscenza, e che tentava di emergere, quando afferma:
Quel punto vivo che s’era sentito ferire in me […] era Dio senza alcun dubbio: Dio che s’era sentito ferire in me […] Bisognava invece che il Dio di dentro, questo Dio che in me sarebbe a tutti ormai pazzo, andasse quanto più contritamente gli fosse possibile a far visita e a chiedere ajuto e protezione al saggissimo Dio di fuori, a quello che aveva la casa e i suoi fedelissimi e zelantissimi servitori e tutti i suoi poteri sapientemente e magnificamente costruiti nel mondo per farsi amare e temere195.
Nel romanzo pirandelliano vi sono due immagini contrastanti di Dio: la sua nuova coscienza (Dio interiore) vuole purificarsi dall’usura che la sua banca pratica, e allo stesso tempo percepisce come negativa (Dio esteriore) la volontà dell’istituzione Chiesa. Una volontà, quella di Moscarda, che lo conduce verso la via della purificazione, quindi a parlare con il vescovo di Richieri, monsignor Partanna, che a sua volta gli consiglia di spogliarsi di tutti i suoi beni terreni. Allo stesso modo Pereira, secondo la descrizione di Claudio Pezzin:
appartiene alla religione del nulla: è un essere che dal nulla emerge e nel nulla ritorna, come un fantasma che ha vagato tra gli individui di carne sotto le vesti di un uomo più in carne degli altri e che in realtà era più leggero-evanescente- inconsistente: l'essere di passaggio per definizione, una sorta di "uomo di fumo" palazzeschiano196.
Pereira e Moscarda sono due personaggi letterari che alla fine delle rispettive opere lasciano perdere le loro tracce, in un finale aperto sul quale il lettore implicito non può che continuare ad interrogarsi.
195 LUIGI PIRANDELLO, Uno, nessuno e centomila, op. cit, pp. 121- 122. 196 CLAUDIO PEZZIN, Antonio Tabucchi, op. cit., p. 99.