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AZIONI SUL VUOTO Costruzione e Relazione

- Layering

I RISULTATI SPAZIALI

Pink street ,

Josè Adriao, Lisbona, 2012

Il caso della Pink street rappresenta un caso estremo e minimale di lavoro sullo spazio aperto attraverso la superficie. Il progetto infatti lavora alla riqualificazione della strada di Cais do Sodrè, un luogo vivace e denso di attività artistiche e ricreative, attraverso un semplice utilizzo del colore rosa nella verniciatura della superficie stradale con l’idea di unificare lo spazio urbano e creare un sistema definito e riconoscibile.

La proposta consiste quindi nel livellare il marciapiede con la strada, in modo da trasformare lo spazio esistente in un unico spazio pubblico senza barriere continue e di evidenziare col colore rosa l’intera superficie dello spazio aperto.

Questo semplice ed immediato gesto cromatico sulla strada diviene segna- le di rinnovamento del progetto, e dà luogo ad uno spazio vivo, dinamico ed aperto ad attività multifunzionali.

La continua superficie colorata è intervallata lungo il suo sviluppo lon- gitudinale da linee bianche trasversali che definiscono degli ambiti, delle porzioni di superficie che traggono la misura ed il ritmo dalle attività a piano terra dei bar e locali che vi si affacciano definendo quindi aree di pertinenza nel disegno della superficie continua. Il disegno poi si arricchi- sce di un ulteriore layer costituito da otto MUPIS, una sorta di totem che rimandano per forma a dei cartelloni pubblicitari e che sono utilizzati per eventuali mostre artistiche all›aperto o semplicemente per pubblicizzare gli eventi che si svolgono nella strada.

Il progetto tende in maniera semplice, e a distanza di anni si può dire con successo, a definire un unico ambito urbano riconoscibile, quasi un interno urbano, un luogo nuovo che identifica già nel suo stesso nome l›immagine e l›uso.

- Superficialità piana

AZIONI SUL VUOTO

- Costruzione e Relazione

- Layering

I RISULTATI SPAZIALI

Superficialità profonda (deep surface)

Quella definita dal nome “Superficialità profonda” è un dispositivo che con- sidera le azioni progettuali sul suolo di tipo tridimensionale, come scavi, incisioni e depressioni. Un lavoro sul suolo di questo tipo determina una ricchezza altimetrica e di sezione dello spazio architettonico definendo am- biti spaziali precisi all›interno del vuoto continuo.

Osservando i progetti contemporanei si può notare come il lavoro in pro- fondità sul suolo sia sempre più presente quale dispositivo principale del disegno dello spazio aperto e nella sua integrazione con il costruito, tanto da fondere, nei casi più estremi, il terreno con l›edificio stesso.

“Proprio i movimenti di terra nell’ultimo decennio sono diventati uno dei prin- cipali soggetti dello spazio pubblico; [...] Oggi i tagli nel terreno, i rilevati e la resa geometrica delle zolle, ci raccontano la sempre più evidente tendenza di ar- ricchire l’architettura con qualcosa che la trascenda, la elevi a racconto simbolico di massa”16.

In questo senso numerose esperienze artistiche hanno utilizzato il suolo qua- le materiale principale di dialettica massiva tra uomo e terra, come nei la- vori dell’artista americano Michael Heizer che nello scavo del suolo trova lo strumento espressivo per la sua poetica. Una delle sue opere più importante, il Double Negative, si configura attraverso due profondi solchi nel terreno, messi a contrasto con le corrosioni naturali dei canyon vicini, tanto grandi da rendere cosciente il fruitore della sua piccolezza di fronte allo scavo, uno spazio atemporale e che vincola lo sguardo verso l’alto ponendo l’osservatore in contatto con sé stesso.

In questo senso come Bernardo Secchi nel suo scritto «Progetto di suolo 2» affermava si può dire come il progetto di suolo riesca a “trasformare una topo- grafia in una topologia, sequenze di luoghi riconoscibili che riescano a esprimere il senso di uno spazio urbano: il senso, non la funzione e nemmeno il ruolo”17. Il lavoro in profondità nella superficie consente quindi al progetto di ar- ricchirsi di significati ulteriori, di assumere uno spessore consistente e di conformare una complessità di spazi.

I casi studio analizzati sono quattro: il progetto Between Cathedrals di Campo Baeza a Cadice, la Praça D. Diogo de Menezes di Miguel Arruda, la riqualificazione della Ribera das Naus e il Miraduro de Santa Catarina a Lisbona di PROAP.

Alberto Campo Baeza, Cadice, 2009

Si tratta di uno dei pochissimi progetti di spazio urbano dell’architetto spagnolo e si configura come ridisegno di un’area tra le due cattedrali di Cadice a diretto contatto con il mare.

La specifica collocazione urbana e la forma dei suoi confini danno vita ad uno spazio particolare, una “recinzione aperta” in cui i tre fronti degli edi- fici storici fanno da fondale compatto all’apertura totale sul mare. Questa condizione è sottolineata attraverso la volontà progettuale di rivestire il pa- lazzo Vescovile, che definisce il lato parallelo al mare, della stessa pietra con cui sono costruite le due cattedrali poste ai due lati, in modo da rendere omogeneo il recinto aperto definendo così lo spazio nella sua immagine da mare come un interno.

Il gesto compositivo è nella definizione di nuovo piano sollevato dal suolo attraverso una maglia regolare 3x3 di pilastri e travi in acciaio che copre e protegge gli scavi archeologici presenti e che diventa la nuova quota per la piazza sovrastante, uno spazio pubblico aperto al mare e liberato dalla vista dal traffico veicolare.

Il nuovo suolo, totalmente in marmo bianco, disegna così una nuova linea d’orizzonte che definisce un paesaggio libero dal contesto e astratto nel relazionarsi direttamente con il mare aperto.

La composizione di questa piazza/suolo è poi completata attraverso un solco che diviene seduta di fronte al mare e da una leggera struttura che copre parte della piazza. Questa relazione tra suolo artificiale ed elemento trilitico, che rimanda all’architettura delle acropoli, è tipico della poetica di Campo Baeza, in numerose case unifamiliari infatti si ritrova questa specifica tipologia che l’architetto chiama “podi belvedere”. Questi sono spesso grandi suoli stereometrici che definiscono nuove linee orizzontali nel paesaggio sui quali la struttura trilitica definisce l’aspetto tettonico del- la leggerezza inquadrando la vista.

DISPOSITIVO FORMANTE LO SPAZIO APERTO

- Superficialità profonda

AZIONI SUL VUOTO