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Grazie alla sua posizione e rilevanza geopolitica, l’Egitto continua a es-sere un attore fondamentale nello scacchiere nordafricano e mediorien-tale. Negli ultimi anni è diventato un partner sempre più importante so-prattutto per l’Europa, giocando un ruolo di ponte tra le due sponde del Mediterraneo. In questo quadro, la relazione con l’Italia ha una rilevanza particolare. Non solo per la questione migratoria e quella energetica, ma anche per il ruolo che il Cairo sta giocando in Libia. Tutto ciò aveva por-tato, nel 2014, l’allora premier Matteo Renzi a investire politicamente sul nuovo presidente – l’ex generale Abdel Fattah Al-Sisi – e sul contributo dell’Egitto alla stabilizzazione regionale. La relazione con l’Egitto è stata però inficiata dalla brutale morte di Giulio Regeni, evento che ha porta-to, nell’aprile 2016, al ritiro dell’ambasciatore italiano dal Cairo. Si è così aperta un’acuta crisi tra i due paesi, ricucitasi nell’estate del 2017, anche se il caso Regeni è rimasto irrisolto. L’Italia ha cercato di riattivare piena-mente i canali diplomatici con l’Egitto anche per verificare una conver-genza per una gestione più concertata e coordinata della crisi libica e per il contenimento dei flussi migratori. I forti legami economici e commer-ciali e la prospettiva di un loro ulteriore consolidamento hanno facilitato un riavvicinamento fra i due paesi.

Anche nel 2017 il caso Regeni1 è stato al centro del dibattito politico2. Il 25 gennaio il presidente della Commissione Esteri della Camera Fabrizio

1 Cfr. “Caso Regeni e rapporti Italia-Egitto”, speciale a cura di AffarInternazionali, http://www.affarinternazionali.it/?p=65952.

2 Il 24 maggio 2016 Sinistra Italiana aveva richiesto l’istituzione di una Commissione parla-mentare di inchiesta sul caso, richiesta che non è mai decollata. Cfr. Senato, De Petris e altri (Doc.

XXII, n. 33), http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/docnonleg/32477.htm; Camera, Scotto e altri (Doc. XXII, n. 68), http://www.camera.it/leg17/994?atto=68&tipoatto=docXXII&leg=17.

Cicchitto ha ribadito, in una seduta della commissione, l’impegno del go-verno e del ministro degli Esteri Angelino Alfano alla “ricerca della verità e dei responsabili, non solo materiali, di questo efferato assassinio”, evi-denziando che “la piena normalizzazione del rapporto tra Roma e il Cai-ro non potrà che avvenire sulla base della individuazione dei colpevoli e sul ripristino della verità”3. A chiedere al presidente Al-Sisi di adoperarsi affinché fosse assicurata piena cooperazione giudiziaria per il raggiungi-mento della verità è stato anche, il 12 luglio, il presidente della Commis-sione Difesa del Senato Nicola Latorre che ha guidato al Cairo la prima delegazione in visita ufficiale nel Paese dopo la morte di Regeni4. Nel cor-so della visita si è parlato anche di emergenza migranti e stabilizzazione della Libia: due questioni sulle quali l’Italia era vitalmente interessata a esplorare gli spazi di cooperazione con Il Cairo.

Sono state soprattutto queste questioni a spingere il governo, ad an-nunciare, il 14 agosto, l’invio al Cairo del nuovo ambasciatore, Giampaolo Cantini, a seguito della ricezione da parte della procura italiana di alcuni dei verbali più volte chiesti alla procura egiziana. L’annuncio, e il conse-guente arrivo di Cantini al Cairo il 14 settembre, segnava la chiusura della crisi diplomatica bilaterale. A ciò seguiva l’invio a Roma del nuovo amba-sciatore egiziano, Hisham Mohamed Moustafa Badr.

A riferire sulla decisione di inviare nuovamente un ambasciatore al Cairo era, il 4 settembre, il ministro degli Esteri Angelino Alfano alle Com-missioni Esteri di Camera e Senato. Alfano definiva l’Egitto un partner ineludibile per l’Italia e si diceva fiducioso che l’invio dell’ambasciatore sarebbe servito a giungere alla verità sulle circostanze che avevano por-tato alla morte del giovane ricercatore5. Si asteneva però dal commentare

3 Camera, Giulio Regeni, commemorazione e dibattito in commissione esteri. Cicchit-to: le autorità egiziane forniscano la verità, 25 gennaio 2017, http://www.camera.it/le-g17/1131?shadow_comunicatostampa=10911.

4 Alla visita hanno partecipato anche altri due componenti della Commissione Difesa del Senato, il vicepresidente Vincenzo Santangelo e Maurizio Gasparri. Cfr. Ansa, Regeni:

Italia chiede a Al Sisi più collaborazione sul caso, 11 luglio 2017, http://www5.ansa.it/

ansamed/it/notizie/stati/egitto/2017/07/11/regeni-italia-chiede-a-al-sisi-piu-collabo-razione-sul-caso_45942946-a200-448f-922d-0e3e098929f6.html.

5 Audizione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Angelino Alfano, sui rapporti tra l’Italia e l’Egitto, Commissioni riunite (III Camera e 3a Senato), 4 settembre 2017, http://www.camera.it/leg17/1058?idLegislatura=17&tipo- logia=audiz2&sottotipologia=audizione&anno=2017&mese=09&giorno=04&idCommis-sione=03c03&numero=0025&file=indice_stenografico.

le rivelazioni di un articolo pubblicato sul New York Times il 15 agosto, secondo cui l’intelligence Usa aveva offerto al governo italiano prove della responsabilità egiziane nella morte di Regeni6.

La ripresa delle relazioni bilaterali registrava una prima battuta d’ar-resto il 5 novembre: il ministero degli Esteri egiziano convocava gli am-basciatori di Italia, Germania, Regno Unito, Canada e Paesi Bassi, dopo che questi avevano firmato un comunicato congiunto in cui esprimevano profonda preoccupazione per l’arresto di Ibrahim Metwally, un avvoca-to co-fondaavvoca-tore dell’associazione delle famiglie degli scomparsi in Egitavvoca-to, che aveva collaborato anche con i legali della famiglia Regeni. Il comunica-to era stigmatizzacomunica-to dal Cairo come un atcomunica-to di ingerenza negli affari inter-ni egiziainter-ni. Va notato peraltro che la questione Regeinter-ni ha diviso l’opiinter-nione pubblica italiana praticamente a metà: come mostra il sondaggio Iai-Laps il 48 per cento dei cittadini si è dichiarato d’accordo con la decisione pre-sa dal governo di inviare nuovamente l’ambasciatore, mentre il 52 per cento si è detto contrario7.

Figura 1 – Opinioni sul caso Regeni

Fonte: Laps e IAI, Gli italiani e la politica estera 2017, cit., p. 30.

6 L’articolo è stato successivamente tradotto in italiano: Declan Walsh, “Perché un ricercatore universitario italiano è stato torturato e ucciso in Egitto?”, in The New York Times, 23 agosto 2017, https://nyti.ms/2vZctLx.

7 Laboratorio di analisi politiche e sociali (Laps) e IAI, Gli italiani e la politica estera 2017, Roma, IAI, ottobre 2017, p. 30, http://www.iai.it/it/node/8352.

La decisione del governo italiano di ricucire il rapporto con l’Egitto risponde a una serie di motivazioni, ma un peso notevole ha avuto senza dubbio la volontà di promuovere la riappacificazione della Libia, dove l’Egitto ha una notevole influenza8. Negli ultimi anni il Cairo ha fornito armi e sostegno poli-tico al generale libico Khalifa Haftar, nemico – come il presidente Al-Sisi – dei gruppi islamisti, ma anche ostile al governo libico diretto da Fayez Serraj, uffi-cialmente riconosciuto dall’Onu. Di fronte alle difficoltà in cui ha continuato a dibattersi il governo di Serraj l’Italia ha dovuto prendere atto della necessità di coinvolgere anche Haftar nella gestione della crisi libica. Quest’obiettivo era però perseguibile realisticamente solo attraverso un’intesa con l’Egitto9.

Inoltre, con il permesso di Serraj, l’Italia ha stabilito una sua presenza in acque libiche per aiutare la guardia costiera locale nel contrasto alle organizzazioni degli scafisti, guidandola verso le imbarcazioni con i mi-granti a bordo10. Per questa ragione diverse minacce sono state rivolte all’Italia. A lanciarle sono stati, in primis, gli oppositori interni a Serraj guidati da Haftar. È anche per evitare che tali minacce diventassero realtà e per scongiurare sabotaggi in mare che il governo italiano – impegnato sempre più in una politica migratoria mirante a bloccare le partenze – ha cercato di riattivare i rapporti con l’Egitto.

La risoluzione della crisi diplomatica dovuta al caso Regeni ha facili-tato il rilancio dei legami economici e commerciali – e tra questi soprat-tutto quelli in materia energetica, storico perno della relazione bilatera-le. L’Italia resta il terzo partner commerciale dell’Egitto, il primo a livello europeo. Nel 2016 l’interscambio tra Italia ed Egitto – pari a 4,6 miliardi di euro – ha subito una flessione del 6,4 per cento11, non riuscendo a rag-giungere l’obiettivo di 6 miliardi fissato nel 2014. Da gennaio a novembre 2017 si è però registrato un lieve miglioramento dell’interscambio rispet-to allo stesso periodo dell’anno precedente: l’export italiano verso l’Egitrispet-to è calato da 2.813 a 2.697 miliardi di euro, le importazioni sono invece aumentate da 1.375 a 1.693 miliardi12.

8 Cfr. Roberto Aliboni, “Che fare in Libia? L’Occidente fra intervento e mediazione”, in Documenti IAI, n. 15|03, marzo 2015, http://www.iai.it/it/node/3718.

9 Si veda il capitolo di Roberto Aliboni nel presente volume.

10 Natalino Ronzitti, “Libia-Italia: la missione navale e la legge sulle missioni internazio-nali”, in AffarInternazionali, 31 luglio 2017, http://www.affarinternazionali.it/?p=65859.

11 Studi e ricerche per il Mezzogiorno, Le relazioni economiche tra l’Italia e il Mediter-raneo. 7° rapporto annuale 2017, p. 23.

12 InfoMercartiEsteri, Egitto, p. 28, febbraio 2018, http://www.infomercatiesteri.it/

public/rapporti/r_101_egitto.pdf.

Nonostante la crisi si è assistito a un consolidamento della presenza del-le aziende italiane in Egitto che operano sia attraverso investimenti diret-ti, sia partecipando ai grandi progetti di sviluppo intrapresi dalle autorità egiziane. Particolarmente significativa l’attività di Eni, principale operato-re petrolifero straniero in Egitto, pronta ad avviaoperato-re le attività del termina-le di trasformazione del gas per il supergiacimento di Zohr, scoperto nel 2015 nelle acque della zona economica esclusiva dell’Egitto nel Mediterra-neo13. Vanno ricordate anche Edison, che ha in corso attività di sfruttamen-to di giacimenti di gas e petrolio sulla costa mediterranea attraverso una joint-venture da tre miliardi di dollari con l’Egyptian Petroleum Company e Intesa San Paolo, fra i primi investitori italiani in Egitto, che ha acquisito nel dicembre 2006, per 1,6 miliardi di euro, l’80 per cento del capitale della Bank of Alexandria14. Rafforzare i rapporti economici e commerciali, prin-cipalmente a livello di piccole e medie imprese e nel settore manifatturiero, è uno dei primi obiettivi dichiarati dall’ambasciatore Cantini, insieme a una maggiore collaborazione nel settore agricolo e turistico. A seguito della vi-sita di una delegazione egiziana a Roma nell’ottobre 2017, è prevista anche la firma di un protocollo d’intesa per promuovere il turismo, che già nei primi cinque mesi del 2017 ha fatto registrare un notevole aumento.

Il rilancio della relazione privilegiata con l’Egitto, anche nell’ottica di una gestione inclusiva e multilaterale delle crisi migratoria e libica, non può che rimanere un obiettivo prioritario. Tuttavia, per garantire piena-mente i suoi interessi nazionali ed esigere rispetto internazionale, l’Italia dovrebbe insistere affinché si faccia piena luce sulla morte di Giulio Rege-ni. Inoltre, dovrebbe fare il possibile per sostenere in Egitto un processo di stabilizzazione basato sull’inclusione politica, anziché sulla repressio-ne. La transizione verso un regime più aperto, appare, anche alla luce del-le esperienze passate, una condizione essenziadel-le per assicurare all’Egitto una stabilità nel lungo periodo. In sede Ue, ma anche in altri contesti in-ternazionali, l’Italia dovrebbe far valere con maggiore coerenza e deter-minazione l’esigenza di un dialogo con le autorità egiziane che non tra-scuri la problematica del rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto.

13 Il 9 ottobre Eni ha comunicato di aver finalizzato la cessione alla russa Rosneft di una quota del 30 per cento nella concessione di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto, nella quale si trova il giacimento di Zohr. Le condizioni di acquisto, concordate nel dicembre 2016, prevedono un corrispettivo di 1.125 miliardi di dollari e il rimborso pro quota da parte di Rosneft degli investimenti già effettuati.

14 Da menzionare anche Pirelli, Ansaldo Energia, Italcementi, Tecnimont, Gemmo, Italgen e il Gruppo Cementir/Caltagirone, leader nella produzione e distribuzione di cemento bianco.