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2017

Con un interscambio complessivo di circa 42 miliardi di euro nel 2017, in aumento del 9,2 per cento rispetto al 20161, il settore commerciale è il

1 InfoMercatiEsteri, Overview (Cina), http://www.infomercatiesteri.it/overview.php?id_

paesi=122.

principale terreno di incontro tra Roma e Pechino. In realtà, le relazioni economiche tra i due partner sono ancora largamente dominate dalla Cina.

Anche nel 2017 l’Italia ha infatti registrato un consistente deficit commer-ciale nei confronti della Cina (14,9 miliardi di euro), anche se in riduzione rispetto al 2016 (-1,37 miliardi)2. Mentre la Cina continua a dimostrarsi particolarmente abile nel promuovere i propri interessi e quelli delle sue aziende, l’Italia sconta non solo la disparità economica, ma anche la man-canza di una solida strategia volta ad ottenere un maggiore equilibrio nei rapporti bilaterali. Dal punto di vista cinese l’Italia rientra in una strategia economica molto più vasta indirizzata al mercato europeo, che parte dalle iniziative commerciali delle compagnie private cinesi fino ad arrivare al progetto governativo dell’iniziativa Belt and Road. Nel corso degli ultimi anni Pechino ha incoraggiato le proprie aziende ad investire all’estero, in particolare negli stati dell’Unione europea, nel tentativo di trovare nuovi sbocchi a una sovracapacità produttiva sempre più insostenibile e di dare impulso alla transizione verso un modello economico nel quale la crescita sia sempre più trainata dalla produzione di servizi e beni ad alto valore aggiunto. A partire dal 2014 l’Italia è stato uno degli approdi principali dei capitali cinesi e ad oggi la somma investita da Pechino in aziende ita-liane quotate in borsa ammonta a circa cinque miliardi di dollari, all’in-circa il 10 per cento degli investimenti cinesi in Europa3. La Cina è inte-ressata soprattutto a favorire l’accesso delle imprese cinesi a tecnologie e competenze delle aziende italiane che le consentano di salire nella catena del valore in una serie di settori. Tuttavia nel 2017, complici le nuove mi-sure adottate da Pechino per frenare la fuoriuscita di capitali dal paese, gli investimenti cinesi in Europa hanno subito un netto rallentamento4. L’Italia ha esplorato nuovi percorsi per accrescere la collaborazione con il gigante asiatico, proponendo in particolare investimenti in infrastrutture portuali, nel tentativo di intercettare la bisettrice marittima della nuova Via della seta.

Sfruttando una fase di notevole esposizione internazionale – grazie alla presenza nel Consiglio di sicurezza Onu e alla presidenza del G7

2 Ibid.

3 Nicola Casarini, “Chinese Investments in Italy: Changing the Game?”, in John Sea-man, Mikko Huotari e Miguel Otero-Iglesias (a cura di), Chinese Investment in Europe: A Country-level Approach, Parigi, French Institute of International Relations, dicembre 2017, p. 81-86, https://www.ifri.org/en/node/13942.

4 Magda Tsakalidou, “Has Winter Come for Chinese Investments in the EU?”, in The Diplomat, 24 ottobre 2017, https://thediplomat.com/?p=121829.

– l’Italia ha realizzato nel 2017 una fitta rete di visite e incontri bila-terali culminati in due eventi chiave: la visita del presidente Mattarel-la in Cina, a febbraio, e Mattarel-la partecipazione del presidente del Consiglio Gentiloni al Belt and Road Forum tenutosi a maggio a Pechino. La visita di Mattarella ha portato alla firma di una lunga serie di accordi bilate-rali che spaziano dalla cooperazione scientifica e tecnologica fino alla cooperazione in ambito sanitario e spaziale. Oltre a un memorandum di intesa tra il Ministero dell’Economia e dello sviluppo e la sua con-troparte cinese, sono stati siglati importanti accordi commerciali tra Fincantieri e la China State Shipbuilding Corporation, nonché tra la Cassa Depositi e la cinese Prestiti Equity e tra Ansaldo Energia e la Shanghai Electric5.

Parallelamente alla visita di Mattarella, si è tenuto, sempre a Pechino, il quarto appuntamento del Business Forum Italia-Cina nel quale sono state, fra l’altro, delineate le priorità strategiche per la definizione della nuova strategia italiana verso la Cina. Nell’incontro è stata rimarcata la necessità che l’Italia si doti di una strategia concreta per massimizzare le possibi-lità offerte dalla nuova Via della seta. In questo quadro è stato indicato, come obiettivo centrale, la realizzazione di iniziative che consentano una convergenza tra il Piano nazionale Industria 4.0 e il programma “Made in China 2025”, l’iniziativa cinese che punta a trasformare il comparto in-dustriale nazionale da “fabbrica del mondo” a centro di innovazione tec-nologico per la produzione di beni ad alto valore aggiunto. Va segnalato che, durante la sua visita in Cina, Mattarella si è recato anche in due città dell’ovest, Chongqing e Xi’an: in effetti, le imprese italiane che ambiscono ad entrare nel mercato cinese sono indotte a guardare sempre più verso le cosiddette “città di seconda fascia”, che sono oggi uno dei fulcri princi-pali del dinamismo economico cinese.

Gentiloni, il solo leader dei paesi G7 a prendere parte al Belt and Road Forum, ha ribadito l’interesse dell’Italia a essere “protagonista della nuo-va Via della seta”6. Al termine dell’incontro è stato firmato un memoran-dum d’intesa per la creazione di un fondo di investimento italo-cinese di

5 Ambasciata d’Italia a Pechino, Visita di Stato del Presidente della Repubblica Italiana, S.E. Sergio Mattarella, 28 febbraio 2017, https://ambpechino.esteri.it/ambasciata_pechi-no/tiny/662.

6 Nicoletta Cottone, “Gentiloni in Cina: ‘L’Italia può essere protagonista della nuova Via della seta’”, in Il Sole 24 Ore, 14 maggio 2017, http://www.ilsole24ore.com/art/noti-zie/2017-05-14/gentiloni-cina-l-italia-puo-essere-protagonista-nuova-via-seta-152407.

shtml.

100 milioni di euro finanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti e dalla China Development Bank, che punta a sostenere il processo di internazionaliz-zazione delle piccole e medie imprese italiane7.