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Fabrizio Saccomanni e Simone Romano

Nel 2017 l’Italia ha presieduto il quarantatreesimo gruppo dei Sette, me-glio noto come g7. Questo consesso internazionale fu istituito nel 1975 come gruppo informale di coordinamento delle politiche economiche, e non solo, tra quelli che erano i sette paesi più ricchi e industrializzati del mondo1. Da allora molto è cambiato negli equilibri geopolitici ed econo-mici mondiali. L’ascesa a ritmi senza precedenti di attori globali, come Cina o India, e la marcata crescita di economie in via di sviluppo, come il Brasile, ha portato a galla la necessità di creare un gruppo più ampio, il g20, che fosse più rappresentativo dei nuovi equilibri mondiali. Alla luce di tali sviluppi ci si è chiesti da più parti quale potesse e dovesse essere lo specifico ruolo del G7. Tale discussione ha caratterizzato anche parte dei lavori del progetto di ricerca sul g7, e della conferenza internazionale ad esso collegata, che lo IAI ha condotto nel 2017, in occasione della pre-sidenza italiana del gruppo, su incarico del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) e della Banca d’Italia, coinvol-gendo alcuni dei principali istituti di ricerca dei sette paesi membri2.

Se è ormai acquisito che decisioni dalle ripercussioni globali, qua-li quelle relative alla regolamentazione finanziaria, debbano essere di competenza del g20, è pur vero che il g7 può ancora dare un contributo

1 Cfr. il sito della Presidenza italiana del g7: Origine ed evoluzione, http://www.g7italy.it/

storia.

2 Cfr. Fabrizio Saccomanni e Simone Romano (a cura di), Challenges for Global Macro-economic Stability and the Role of the G7, Roma, Nuova Cultura, 2017, http://www.iai.it/it/

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rilevante alla cooperazione internazionale. grazie alla sua composizione ristretta e all’affinità dei suoi membri, che hanno storicamente condiviso posizioni e valori simili, il g7 può svolgere un importante ruolo proposi-tivo e di guida, aiutando i paesi che vi partecipano a convergere su prio-rità e strategie da portare poi in seno al g20, contribuendo a modellarne l’agenda.

Questa linea è stata pienamente condivisa dai think tank partecipanti al progetto di ricerca dello IAI, già ricordato. In quella sede si è concorda-to che un “nuovo multilateralismo” dovrà essere costruiconcorda-to per rispondere efficacemente alle sfide poste dai rischi di instabilità finanziaria, di pro-tezionismo commerciale e dal disagio economico e sociale causato dalla globalizzazione.

tuttavia, l’Italia è stata chiamata a presiedere un g7 del tutto partico-lare, caratterizzato da divergenze senza precedenti fra i paesi partecipan-ti e da equilibri precari. Il verpartecipan-tice del 2017 è stato il primo dopo il referen-dum britannico che ha sancito la volontà del Regno unito di abbandonare l’unione europea. Inoltre, tre dei leader presenti vi hanno partecipato per la prima volta: il presidente francese Emmanuel Macron, il premier italia-no Paolo gentiloni, e soprattutto il presidente americaitalia-no Donald trump, dichiaratamente scettico sulla diplomazia multilaterale. Infine, le posizio-ni di altri due leader presenti, la cancelliera Angela Merkel e il premier britannico theresa May, erano indebolite dall’approssimarsi delle elezio-ni nei loro paesi.

Nell’imperante clima di incertezza che ne è risultato, rafforzato dalla congiuntura economica internazionale positiva ma fragile, l’Italia ha scel-to come filo condutscel-tore della sua presidenza la ricostruzione di una rin-novata fiducia tra i cittadini e le istituzioni politiche e tra i paesi membri, nella convinzione che solo ricostruendo su solide basi questo rapporto di fiducia fosse possibile assicurare la prosperità macroeconomica e sociale.

Questo leitmotiv ha ispirato sia le riunioni ministeriali che quelle infor-mali organizzate nell’ambito della presidenza italiana.

Il programma della presidenza si è articolato su tre pilastri tematici:

sicurezza, sostenibilità e innovazione. Nell’ambito del primo pilastro l’Ita-lia ha posto l’attenzione sui diversi fattori che contribuiscono ad alimen-tare un senso di insicurezza tra i cittadini – come la minaccia terroristica, quella cibernetica e la pressione migratoria – evidenziando l’insufficienza e l’inefficacia di risposte dal carattere esclusivamente nazionale a feno-meni che, per il loro carattere marcatamente transnazionale, richiedo-no strategie coordinate a livello internazionale. Nell’ambito del secondo

pilastro della roadmap della presidenza italiana, incentrato sul concet-to di sostenibilità, sono stati affrontati un ampio spettro di temi, quali la sostenibilità ambientale dello sviluppo economico, la parità di gene-re e soprattutto la cgene-rescente disuguaglianza nei gene-redditi e nella ricchezza.

Quest’ultimo fenomeno si è venuto ad acuire sia tra i diversi paesi sia – e più marcatamente – all’interno dei singoli paesi, indebolendo la coesione sociale e ostacolando la crescita economica. Infine, al centro del terzo pi-lastro è stata posta la problematica dell’innovazione come forza catalizza-trice per un’attività economica sostenibile e inclusiva.

Il programma articolato su questi tre pilastri ha trovato attuazione, ol-tre che al vertice dei capi di stato e di governo tenutosi a maggio a taormi-na, in altre tredici riunioni ministeriali3. Alcune tra queste, come quella dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali, tenutasi a maggio a Bari, costituiscono una tradizione di lungo corso. Altre, come la riunione dei ministri della cultura svoltasi a marzo a Firenze e quella sulle pari opportunità svoltasi a novembre a taormina, hanno invece co-stituito una novità assoluta promossa dalla presidenza italiana. Sia il tema della cultura che quello delle pari opportunità sono stati scelti in quanto ritenuti strategici per gli interessi nazionali. uno spazio notevole è stato dato anche all’Africa, segnatamente alle potenzialità di sviluppo e cresci-ta del continente e al suo ruolo di crocevia delle rotte migratorie verso i paesi europei. Da segnalare in tal senso la proposta di un “piano Marshall ambientale europeo per l’Africa”, avanzata dal ministro gian Luca galletti nell’ambito della riunione dei ministri dell’Ambiente tenutasi a giugno a Bologna4. tale piano è volto a favorire una crescita economica sostenibile dell’area subsahariana con effetti positivi sul piano sociale e occupazio-nale e sulle possibilità di contenimento delle migrazioni.

La presidenza italiana è dunque riuscita a modellare l’agenda del g7 in maniera coerente con i suoi interessi nazionali, inserendo alcu-ne tematiche ritenute strategiche o di particolare urgenza e rilevanza.

tuttavia l’Italia ha incontrato, come era lecito aspettarsi, maggiori dif-ficoltà nel raggiungere conclusioni operative su queste e altre materie.

L’ostacolo principale è stata la posizione ostile dell’amministrazione americana su diverse questioni chiave, come il clima e il commercio

in-3 Cfr. il sito della Presidenza italiana del g7: Calendario, http://www.g7italy.it/it/ca-lendario.

4 Ministero dell’Ambiente, G7 Ambiente: con “#ALL4THEGREEN” nasce l’alleanza eco-logia-sviluppo, 29 maggio 2017, http://www.minambiente.it/node/7157.

ternazionale. La riunione ministeriale sull’ambiente tenutasi a Bologna ne è stata l’esempio più emblematico, facendo registrare una rottura netta tra gli Stati uniti e gli altri sei partecipanti5. Altri fattori già men-zionati, come le posizioni fragili di alcuni dei governi presenti e il clima di sfiducia diffusa, non hanno reso il compito più facile. Alla luce di ciò non vanno sottovalutate le intese che la presidenza italiana è effettiva-mente riuscita a promuovere. Rientra tra queste la dichiarazione sulla lotta contro il terrorismo e gli estremismi, un terreno su cui peraltro gli interessi dei sette sono convergenti6. Anche in altri ambiti più contro-versi sono stati raggiunti risultati non trascurabili: i sette hanno espres-so pieno espres-sostegno all’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (ocse) per l’attuazione della strategia di contrasto alle pra-tiche fiscali note come base erosion and profit shifting (Beps)7. Questa iniziativa rappresenta un passo concreto nella lotta alla diseguaglianza, una delle questioni principali su cui si è incentrato il programma della presidenza italiana. Il successo di tale iniziativa è stato sancito anche dalla scelta degli Stati uniti di parteciparvi nonostante le maggiori im-prese che traggano vantaggio da queste pratiche fiscali siano proprio statunitensi.

Più in generale la presidenza italiana del g7 ha lavorato in stretto coor-dinamento con la presidenza tedesca del g20 sui temi della cooperazione internazionale. In questo ambito è maturata la proposta di istituire sotto l’egida del g20 un gruppo di lavoro di esperti per esaminare il funziona-mento della governance finanziaria globale8. Il gruppo è presieduto dal vice primo ministro di Singapore tharman Shanmugaratnam e compren-de esperti indipencompren-denti compren-dei principali paesi industriali ed emergenti, tra i quali Fabrizio Saccomanni. Il gruppo si è già riunito tre volte nella secon-da metà del 2017 e si è secon-dato un’ampia agensecon-da di lavoro che dovrà essere completata ad ottobre 2018.

5 g7 Bologna Environment Ministers’ Meeting, Communiqué, Bologna, 12 giugno 2017, http://www.g8.utoronto.ca/environment/2017-environment.html.

6 g7, G7 Taormina Statement on the fight against terrorism and violent extremism, taormi-na, 26 maggio 2017, http://www.g8.utoronto.ca/summit/2017taormina/statement-on-ter-rorism-and-extremism.html.

7 g7 Finance Ministers and Central Bank governors, G7 Bari Declaration on fighting tax crimes and other illicit financial flows, Bari, 13 maggio 2017, http://www.g8.utoronto.

ca/finance/170513-crime.html.

8 g20 Eminent Persons group on global Financial governance - terms of Reference, 31 maggio 2017, https://www.bancaditalia.it/media/notizie/2017/toRs_EPg-31.05.2017.pdf.

I temi principali del rapporto che il gruppo è chiamato a predisporre sono i seguenti:

1. La riforma del ruolo e del mandato delle banche multilaterali di svi-luppo, ossia della Banca mondiale e delle banche regionali operanti in Asia, America Latina, Africa e Europa orientale. Queste banche saranno chiamate nei prossimi anni a gestire i problemi della so-stenibilità dello sviluppo dei paesi emergenti alla luce dei cambia-menti demografici e climatici, assicurando adeguati finanziacambia-menti pubblici e privati ai progetti infrastrutturali e industriali.

2. La formulazione di una strategia coordinata a livello globale per la gestione dei flussi di capitale. La strategia dovrebbe coinvolgere tanto i paesi percettori dei flussi quanto i paesi da cui i flussi origi-nano (i maggiori centri finanziari) e prevedere un ricorso coordina-to ai vari strumenti di politica economica (macro prudenziale, mo-netaria, fiscale) al fine di contenere i rischi di instabilità dei sistemi bancari e finanziari e dei tassi di cambio.

3. Il rafforzamento della “rete di sicurezza finanziaria globale” con l’obiettivo di evitare l’emergere di crisi di natura sistemica e la dif-fusione del contagio finanziario. A tal fine è necessario ampliare le risorse del Fondo monetario internazionale e prevedere forme di collaborazione tra la rete di swap in valuta della Federal Reserve americana, del Meccanismo europeo di stabilità e degli accordi di cooperazione monetaria asiatica (iniziativa di Chiang Mai).

Il gruppo di esperti presenterà le sue conclusioni alla riunione dei mini-stri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del g20 ad ot-tobre 2018. In quella sede si verificherà se è possibile, grazie agli sforzi del g7 e del g20, porre le basi di un “nuovo multilateralismo” in grado di gestire le sfide del futuro, senza distruggere il patrimonio di conoscenze e di cooperazione politica ed economica accumulato nei 70 anni successivi alla Seconda guerra mondiale.

Sviluppi della strategia verso