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CAPITOLO 3: IL “POPOLAMENTO NOMADE-PASTORALE” NELLA VALLE

3.1 INTRODUZIONE E STORIA DEGLI SCAVI

3.3.3 La bassa Valle dello Zeravshan

La bassa Valle dello Zeravshan corrisponde approssimativamente alla regione di Bukhara, la seconda città principale lungo il corso fluviale. Quest’area è caratterizzata dalla presenza del delta del fiume. Il territorio è contrassegnato da una serie di meandri fluviali che formano il delta dello Zeravshan. Gli autori classici e medievali di trattati geografici sostenevano che il fiume sfociasse nelle acque dell’Amu-darya. Oggi, al contrario, il fiume si perde nelle sabbie del deserto del Kyzyl Kum, avendo subito una notevole retrocessione ed essiccamento. Nel caso del delta dello Zeravshan, da un punto di vista paleo-ambientale, si è assistito ad una notevole retrocessione delle acque e al disseccamento di alcune ramificazioni del fiume, comportando una notevole desertificazione e la conseguente formazione dei takyr62, dovuto all’intensa opera di

canalizzazione per il sostentamento delle monoculture agricole (Bensidoun, 1979).

62 I takyr sono delle croste saline che si formano sui suoli in ambienti principalmente aridi quando si

verifica una retrocessione o un essiccamento delle acque.

Come è caratteristica territoriale consueta nella tipologia degli insediamenti dell’età del Bronzo Dell’Asia Centrale63, sono proprio i delta fluviali ad accogliere le prime espressioni di comunità paleo-agricole dell’età del Bronzo, per le ovvie ragioni di sfruttamento delle risorse idriche. In questa area si trovano le tracce dei primi insediamenti a carattere agricolo principalmente concentrate nell’area intorno al lago di Zamanbaba.

3.3.3.1 Zamanbaba: territorio, sito, necropoli e materiali

Il primo sito della cultura protostorica della Bassa Valle dello dal centro del Kara-kul lungo le sponde dell’omonimo lago. Durante due consecutive campagne di scavo tra il 1950-1953 e il 1961-1964 (Gulyamov et alii, 1966, pag. 118). A differenza dei ritrovamenti funerari della Media Valle dello Zeravshan, nel caso di Zamanbaba, vennero indagate un numero considerevole di sepolture che permisero di osservare la variabilità funeraria nella struttura della tomba e nella scelta del corredo.

L’insediamento di Zamanbaba, invece, ha restituito tipici materiali che caratterizzano la cultura dei pastori-agricoltori del mondo delle steppe tra il III e il II Millennio a.C., andando a definire la periferia meridionale delle culture del Bronzo dell’Asia Centrale.

Complessivamente sono state scavate 46 sepolture di cui la maggior parte con struttura a fossa di forma ovale, mentre solo un numero esiguo con struttura a catacomba (Gulyamov et alii, 1966, pag. 128). Le tombe a fossa ovale sono orientate verso ovest, mentre quelle con fossa circolare variano l’orientamento sulla linea S-N, SE-NW e E-W. Le tombe a fossa presentavano una profondità variabile tra 10 e 50 cm, mentre le strutture a catacomba erano posizionate ad una profondità di circa 1,30 m. (Gulyamov et alii, 1966, pag. 129). I defunti erano sepolti in posizione fetale sul fianco destro e sul fianco sinistro. Questo tipo di trattamento del corpo è riscontrabile nella maggior parte delle necropoli dell’età del Bronzo della zona dell’Asia Centrale, come a Sapalli-tepa e Djarkutan per quanto riguarda l’Uzbekistan (Askarov 1973; Askarov, Abdullaev 1977) e a Tulkarskii e Aryktaskii relativamente al Tajikistan (Mande’lshtam,

63 Con questa affermazione si fa riferimento a tutte le culture protostoriche dell’area geo-culturale definita

come BMAC (Bactro-Margian Archaeological Cmplex) in cui tutti i principali siti che ne hanno caratterizzato le modalità di insediamento sono distribuiti nei maggiori delta fluviali del Turmenistan, dell’Uzbekistan meridionale e dell’Afghanista. Non va tralasciato che la stessa modalità di occupazione del territorio, dovuta alla possibilità di sfruttare lòe risorse idriche in tali ambienti aridi e spesso ostili, caratterizza anche la scelta degli insediamenti dell’età del Bronzo nel sud-est iranico, tra Sistan e Kerman.

107 1975). In questi casi inoltre è possibile notare come la differenziazione della disposizione del corpo corrisponda al diverso sesso dell’inumato: le donne sono sepolte sul fianco sinistro e gli uomini sul fianco destro.

Era ricorrente nelle tombe delle donne la presenza dell’antimonio e un bastoncino in metallo con una terminazione sottile per l’applicazione del trucco sugli occhi (Kohl 1994).

Accompagnavano il corredo funebre anche molti vasi in ceramica sia fatta a mano sia al tornio. I vasi hanno diverse tipologie, principalmente ciotole troncoconiche e olle con pancia globulare. Un tipo particolare è rappresentato da una ciotola rettangolare con interno ripartito che è stata trovata nelle tombe 22, 24, 35, 44 (Gulyamov et alii, 1966, Tab. VII, XIV).

Per la datazione della necropoli vennero utilizzati alcuni vasi troncoconici e i vasi con piedistallo, oltre alle svariate tipologie di vaghi di collana, principali ornamentazioni del defunto. I vasi troncoconici senza decorazioni hanno numerose analogie con quelli rinvenuti a Namazga-depe nella fase NMZ IV, con le fasi di Tepe Hissar III B-C (Gulyamov et alii, 1966, pag. 163). Altre analogie con la produzione in ceramica sono state riscontrate con la fase IIa di Shah-tepa e con quella di Anau corrispondente al NMZV. Anche gli ornamenti hanno alcune corrispondenze nell’area del cosiddetto BMAC. Soprattutto i vaghi di collana a croce scalare sono stati trovati in numerosi contesti tra cui quelli provenienti da Sapalli-tepe (Askarov 1977; tab. XLIII- XLV). Le aste per l’applicazione del make-up e gli specchi in bronzo sono corrispondenti a quelli rinvenuti nei siti di Sapalli-tepa e di Djarkutan (Askarov 1981).

Se ad una primo studio dei materiali era stata proposta per la cultura di Zamanbaba una datazione che corrispondesse alle fasi Namazga IV-VI, Tepe Hissar III B-C e Shah-tepa IIa, dopo le scoperete dei grandi centri protourbani del sud dell’Uzbekistan e del delta del Murghab in Turkmenistan la cronologia del sito è stata fatta coincidere con il II millennio a.C., in associazione anche alle numerose corrispondenze con la cultura di Tazabaghiab e con le necropoli tajike della valle del Kafirnigan (Kohl 1994 pag. 182).

L’area dell’abitato venne scavata successivamente alla necropoli, localizzato a circa 500 m dalla sponda dell’omonimo lago ed era parzialmente coperto da dune di sabbia (Kohl 1994, pag.182).

Gli scavi furono condotti tra il 1961 e il 1964 e restituirono un sito multistratificato la cui prima frequentazione è probabilmente attribuibile al periodo

Eneolitico/Calcolitico, con alterne fasi di abbandono e rioccupazione. Vennero portate alla luce alcune capanne formate da pavimenti battuti su cui erano leggibili buche di palo, focolari e fosse da utilizzare per lo stoccaggio del cibo. La ceramica rinvenuta in contesto era principalmente fatta a mano e solo il 6% era tornita (Kohl 1994, pag. 182). Tra la produzione in ceramica erano presenti i cosiddetti incensieri che fanno parte di una cultura comune con quelli trovati nelle tombe a Farukhabad e a Nichin (Kohl 1994, pag. 182). Dai materiali rinvenuti è stato possibile datare l’insediamento di Zamanbaba alla fase finale Sapalli e alla fase Molalli (Askarov 1981), corrispondenti al periodo conclusivo del BMAC (Sarianidi 1979).

Anche se la tipologia dell’abitato farebbe pensare ad un gruppo stanziale, come alcuni dei materiali rinvenuti nelle necropoli che sono tipici di popolazioni sedentarie di agricoltori, l’identità del gruppo che ha occupato il territorio di Zamanbaba rimane ancora incerta. Anche se i numerosi materiali trovati (macine, macinelli e pestelli) fanno pensare inizialmente ad un gruppo di agricoltori, è stato infatti ipotizzato che in realtà, la pluristatificazione del sito, fosse la rappresentazione di un’occupazione stagionale legata all’affluenza delle acque dello Zeravshan durante l’inizio dell’estate. Questa interpretazione spiegherebbe inoltre alcuni aspetti misti della cultura di Zamanbaba, riscontrabili nei materiali di tipo Andronovo e di tipo Tazabagyab rinvenuti. Molto probabilmente quello di Zamanbaba doveva essere un insediamento stagionale facente parte di un sistema complesso di altri insediamenti tra il lago Zamanbaba e il fiume Guzailli, che oggi giacciono sotto i takyr salati.