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L'evoluzione degli outsider

4.1 Gli stadi dei diversi burtonian

4.1.3 Batman e Joker in Batman

Nel mondo dei fumetti, Batman è sicuramente uno dei supereroi più conosciuti e apprezzati. Il personaggio nasce dalla penna di Bob Kane e Bill Finger, esordendo nella testata Detective

Comics nel 1939. Nel corso della sua lunga vita, il supereroe ha avuto adattamenti televisivi e

cinematografici di grande successo. Il film Batman, con la regia di Tim Burton, risulta essere una delle opere più importanti, sia dal punto di vista critico che finanziario. Il cineasta venne chiamato alla regia dalla Warner Bros, la quale diede il via alla lavorazione dopo il successo di Beetlejuice.283 Successivamente il regista accetterà di dirigere il sequel, Batman – Il ritorno,

avendo così la possibilità di ampliare la sua visione.

Come in altri adattamenti, anche in questo caso Burton da la propria particolare lettura al soggetto. Prendendo spunto da fumetti come Il ritorno del cavaliere oscuro (The Dark Knight

Returns, 1986) di Frank Miller e Batman: The Killing Joke (1988) di Alan Moore, il regista

sceglie di differenziarsi dalle versioni di Batman più edulcorate, per assumere invece toni più oscuri e seri.284 Il tema principale su cui si concentra riguarda la dualità del supereroe. Tale

ambivalenza risulta essere l'elemento con cui Burton è in grado di connettersi al personaggio. Secondo il regista, un lato oscuro ed uno più limpido della personalità sono presenti in ogni essere umano.285 Il cineasta si domanda inoltre che cosa possa provare un uomo costretto ad

assumere una seconda identità. Lo sguardo di Burton si focalizza così sulla figura di Bruce Wayne, che in passato è stato messo in secondo piano rispetto al suo alter ego. Indice di questo interesse risulta la scelta di chiamare nel ruolo da protagonista Michael Keaton. Prima del rilascio del film, la scelta è stata più volte criticata dai fan. La scarsa prestanza fisica dell'attore è stata giudicata non consona all'interpretazione di un personaggio come Batman. Il regista non aveva però intenzione di rendere il protagonista un uomo d'azione alla Arnold

282J. A. Weinstock, op. cit., p. 5. 283A. De Baecque, op. cit., p. 43. 284 Ivi, p. 44.

Bruce Wayne

Schwarzenegger. Secondo la sua visione, un personaggio simile non avrebbe avuto bisogno di indossare un costume da pipistrello.286 L'obiettivo di Burton è stato quello di rendere Bruce

Wayne una persona normale. Così facendo, il regista ha accantonato in parte l'azione tipica dei fumetti, concentrandosi maggiormente sulla psiche dell'uomo dietro la maschera.287 Un

uomo traumatizzato dall'aver assistito alla morte dei propri genitori quando era ancora un bambino, dando così origine a una mente tormentata. La dualità del Bruce Wayne di Burton crea una visione del supereroe mai vista in precedenza: un personaggio quasi nevrotico e schizofrenico, che si rende conto dell'assurdità di vestirsi da pipistrello per combattere il crimine.288 Anche Bruce Wayne rientra quindi nel gruppo dei reclusi. Per via della sua

condizione, l'uomo non riesce ad integrarsi fino in fondo con le altre presone, o ad avere contatti veri e propri con gli altri. Lo si può notare bene all'inizio del film, durante i primi approcci un po' impacciati con la fotocronista Vicki Vale. La difficoltà a condurre una vita normale lo porta a sublimare il proprio essere solo nella lotta al crimine. Come abbiamo già analizzato in precedenza, Bruce sembra riuscire a sfogare le sue pulsioni (anche sessuali) solo attraverso il suo alter ego Batman, legittimato dal perseguimento della giustizia.

286I. Nathan, op. cit., 44. 287L. Lardieri, op. cit., p. 57. 288A. De Baecque, op. cit., p. 44.

Batman si libra nell'aria di una Gotham City mai vista prima. La città è caratterizzata da toni oscuri e da futuristici grattacieli, ammassati l'uno sull'altro. In questa rappresentazione di Gotham è possibile identificare un certo un richiamo visivo. Le forme ricordano infatti la città di Metropolis nell'omonimo film di Fritz Lang. Il riferimento non è però casuale: similmente alla città di Lang, questa visione è la rappresentazione concreta delle nevrosi dei suoi abitanti. Nella megalopoli trovano rifugio malviventi e poliziotti, corrotti tanto quanto la classe dirigente. Tutti danno sfogo alla propria natura attraverso ogni genere di crimine, dalle rapine allo spaccio. Con i suoi pantagruelici e complessi edifici, la città rispecchia anche la mente contorta del protagonista, oltre che la sua oscurità intrinseca.289 Il Batman dipinto da Burton si

rivela quindi essere un personaggio tormentato e sofferente. Forzato dalle vicissitudini della vita, il supereroe preferisce distanziarsi dalla società e rimanere celato nell'oscurità della notte, a combattere i propri demoni interiori.

Demoni che prendono improvvisamente forma col suo acerrimo rivale, il Joker. I due personaggi sono legati da un fato indissolubile. Se il giovane Jack Napier non avesse ucciso i genitori di Bruce Wayne, Batman non lo avrebbe lasciato cadere nell'acido, facendo così nascere il Joker. La relazione dei due personaggi richiama così il tema della dualità. Se da un lato Batman viene ritratto come una presenza oscura, pronto ad intervenire in caso di bisogno, il Joker è invece straripante, con manie di protagonismo. Questa particolarità del personaggio

Joker pubblicizza il suo gas mortale

si può notare considerando il tempo di presenza nelle scene. Viene infatti concesso molto più spazio al criminale piuttosto che al supereroe. Il disperato bisogno di apparire del Joker viene dimostrato in più occasioni. Il criminale interrompe le trasmissioni televisive per lanciare un messaggio a tutta Gotham. Organizza persino una parata, con tanto di musica e carri mascherati. 290

Anche il Joker si rivela essere un outsider. L'uomo è sfigurato dal primo incontro con Batman, lasciandolo con un sorriso permanente nel volto, oltre che un aspetto da clown. Da temuto e rispettato gangster della mafia di Gotham si ritrova quindi ad essere un pagliaccio. Il Joker tenta perciò in tutti i modi di rendere il resto del mondo più simile a sé. Decide di creare così una nuova normalità, in modo tale da non sentirsi più un diverso. La sua chiassosa e allegra personalità si rivela quindi essere solo un travestimento. La risata si rivela solo un modo per celare il suo vero essere, che nasconde invece una tremenda sofferenza per la sua condizione.

291 Proprio la risata può far ricordare però un altro aspetto del Joker. Le sue peculiarità

possono ricondurre infatti alla figura del trickster. Il riso nel Joker diventa una sorta di un atto sovversivo. Come fa nel museo di Gotham, il criminale cerca di gettare tutta la sua foga anarchica su chi detiene il potere, oltre ad imporre il suo nuovo senso estetico. Non a caso, durante il film viene presentato il tema del Carnevale attraverso la grande parata organizzata dal criminale.

Il Joker è il personaggio più importante in questa concezione del carnevale sovversivo, ritrovandosi quindi a suo agio nei panni del trickster. Tramite le sue azioni, però, il gangster punta a malefatte e conseguenze ben più mortali di altri trickster di Burton. Nonostante abbia sicuramente al suo interno la tipica distruttività legata a questa figura, il personaggio del Joker non è un briccone divino completo. In lui infatti non sono presenti gli aspetti positivi e creativi che sono la vera essenza di questo particolare archetipo.292

290L. Lardieri, op. cit., p.58. 291 Ivi, p. 59.