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La normalità e il mondo circostante

5.2 Esempi di normalità burtoniana

5.2.1 Il sobborgo americano

Uno dei contesti in cui Burton torna più spesso risulta essere un luogo a lui molto vicino. Il sobborgo americano è infatti l'ambiente dove il cineasta stesso è nato e cresciuto. Un contesto a cui non sentiva di appartenere, come si ha avuto modo di vedere. Il regista ha fissato nella mente tutte le sue caratteristiche più tipiche, ingigantendole ulteriormente. Burton è tornato più volte sulla tematica del sobborgo americano stereotipato. È proprio qui che prendono luogo i suoi primi lavori, come testimonia Frankenweenie. Il sobborgo viene descritto come un contesto dove il conformismo regna sovrano. È un luogo in cui manca qualsiasi senso della storia o della cultura. Tutti hanno ruoli ben precisi e ogni cosa è esattamente programmata. I suoi abitanti non dimostrano alcuna emozione o radicamento alle cose.333

La situazione cambia però nel momento in cui accade qualcosa di inconsueto. Spesso a verificarsi è un evento non immediatamente comprensibile. Per via di questa sua natura, il fatto rischia di mettere in pericolo tutto il sistema. Di fronte a qualcosa che non si conosce, la prima reazione che si ottiene è la paura. Un'emozione che oscura inevitabilmente il giudizio delle persone, finendo per prende il sopravvento. Così facendo, nel migliore dei casi tutta la comunità si riunisce per stigmatizzare ciò che non comprende. Nel peggiore, invece, assistiamo ad una vera e propria caccia alle streghe. È quello che avviene in Frankenweenie: per paura del cane Sparky, la folla del vicinato decide di inseguirlo e cacciarlo.

I vicini parlano con i signori Frankenstein La folla incendia il mulino

Gli uomini del sobborgo partono per il lavoro in città

L'esempio più importante della tematica lo troviamo nel film Edward Mani di forbice. Il film prende luogo infatti in una tipica zona residenziale americana, portata all'esasperazione nelle sue caratteristiche. Similmente a Frankenweenie, il sobborgo è un posto blando e noioso. Il luogo è caratterizzato da edifici tutti uguali, differenziati da semplici tinte pastello. I residenti sono riuniti in tipiche famiglie nucleari americane. Le persone sono tutte uguali, oltre ad essere parte integrante del luogo. Lo si può notare dai colori dei loro vestiti, che richiamano quelli delle costruzioni del sobborgo. Le donne sono soprattutto casalinghe e rimangono in casa per la maggior parte della giornata. I mariti invece, dopo la colazione, partono per lavorare in città. Ritornano solo la sera, per poi ricominciare da capo tutto il ciclo. Questa routine è ben rappresentata all'interno del film, in cui viene mostrata la giornata media della popolazione. I mariti escono di casa per andare a lavoro con le proprie macchie simultaneamente, ritornando a casa allo stesso modo. Questa sequenza del film rende bene l'idea dell'omologazione a cui le persone del sobborgo sono soggette.

A simbolizzare la situazione complessiva sono le siepi. Caratterizzate tutte dalla stessa forma, sono anch'esse influenzate dal conformismo imperante. In questo caso, le siepi vengono utilizzate meramente come confini tra un'abitazione e l'altra. È solo con l'arrivo di Edward che

le piante incominciano ad ottenere varie forme. Le siepi sono quindi la rappresentazione visiva di ciò che la creatività di Edward sta apportando al sobborgo. Tramite la sua arte, il giovane ha infatti la capacità di infondere libertà, individualità e vivacità.334

La vita del vicinato però non è idilliaca come può apparire. Sotto la quotidianità delle vite delle famiglie si possono intravedere alcune imperfezioni. Sono di fatto crepe nella perfezione perseguita, che emergono inevitabilmente. Le casalinghe infatti passano il tempo della loro giornata in chiacchiere e pettegolezzi. La signora Joyce tradisce il marito ripetutamente, cosa che cercherà di fare anche con Edward. I mariti sono di fatto quasi sempre assenti. Per la maggior parte, le persone sono superficiali e badano solo all'aspetto esteriore. Non a caso, la signora Peg (una delle poche donne lavoratrici) è una rappresentante di prodotti cosmetici. Con l'arrivo di Edward le cose cambiano. Ad accorgersi dell'arrivo del giovane sono proprio le casalinghe, che fanno circolare subito la notizia del nuovo arrivato. Così facendo incominciano i vari tentativi di uniformare Edward agli standard del sobborgo. Il ragazzo viene vestito dalla signora Peg con normali abiti del marito. Tramite i suoi prodotti, la donna prova a coprire il pallore e le cicatrici di Edward, anche se con scarsi risultati. Quasi forzati dal vicinato, i Boggs organizzano un barbecue per presentare Edward alla comunità. Il barbecue rappresenta di fatto una sorta di rito: in questo modo, il vicinato accoglie ufficialmente il giovane al suo interno. Anche le sue abilità vengono incasellate in maniera precisa dagli abitanti del sobborgo. Una volta scoperto il suo talento con le forbici, Edward verrà sfruttato prima come giardiniere, poi come parrucchiere.

Anche se dubbioso, tutto il sobborgo è disposto ad ammettere il ragazzo. Le uniche eccezione sono rappresentate dal personaggio di Esmeralda e quello di Jim. La donna, una fanatica religiosa, vede Edward come un'opera del diavolo. Esmeralda decide di giudicarlo a priori come qualcosa di estraneo e per questo pericoloso. Jim, invece, è impaurito dal legame che si sta venendo a creare tra Kim ed Edward. Il ragazzo decide quindi di incastrare il suo rivale in amore in una rapina. Approfitta quindi dell'indole buona e della volontà di Edward di rendersi al servizio della sua amata. Da questo punto in poi, i sospetti di tutto il vicinato incominciano a rafforzarsi nei confronti del protagonista. Esmeralda ottiene il consenso del resto del sobborgo. La stessa signora Joyce, dopo essere stata rifiutata da Edward, addita il ragazzo come un mostro.

Il giovane viene quindi rifiutato dal vicinato, che diventa di fatto una folla inferocita. Gli abitanti del sobborgo finiscono quindi per cacciare il povero Edward, che decide di tornare alla vita precedente. In questo caso, le persone rifiutano il “mostro” e, con esso, la volontà di creare qualcosa di nuovo. Per via della loro superficialità, gli abitanti perdono così la possibilità di venir liberati dalla loro condizione.