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Bellacoopia - ricerche di scuole reggiane sulle case del popolo

Sono stato invitato a questo convegno per presentare le ricerche storiche realizzate nelle scuole medie su argomenti cooperativi nell’ambito del progetto Bellacoopia. Allora, cominciamo col dire cos’è questo progetto?

Bellacoopia nasce nel 2001, promosso da Legacoop di Reggio Emilia e finan-ziato dalle 25 maggiori cooperative, quando ci siamo accorti che tra gli studenti nelle scuole medie e nelle scuole superiori la conoscenza delle cooperative del territorio era scarsa e i valori di mutualità e solidarietà, che la cooperazione ha portato avanti in questi oltre cento anni di storia, si andavano perdendo. La formula di comunicazione ha voluto essere innovativa, superando la lezione frontale per rendere gli studenti protagonisti di ricerche sul campo oppure di costituzione di cooperative virtuali. Abbiamo scoperto che di questo intervento ce n’era bisogno, perché la risposta è stata davvero importante: in questi otto anni abbiamo contattato circa tremila studenti che, con entusiasmo e impegno, hanno ri-conosciuto la cooperazione.

Nell’anno scolastico 2009/2010 proponiamo alle scuole superiori «Bella-coopia-Impresa» che è una simulazione di cooperativa virtuale. I ragazzi sono chiamati a costituire una propria cooperativa come se fosse vera e in questo modo sperimentano da soli i valori propri della cooperazione. La forza di questo progetto sta proprio nel fatto che non andiamo a raccontare delle cose che inte-ressano solo a noi, ma mandiamo dei consulenti che rispondono alle domande degli studenti. C’è un vantaggio assoluto: nulla di più noioso che raccontare uno statuto, se i ragazzi però vogliono sapere come si fa uno statuto per costituire la loro cooperativa, allora stanno attenti e imparano facendo.

L’altro percorso che si rivolge principalmente alle scuole medie inferiori è «Bellacoopia-Ricerca» in cui chiediamo ai ragazzi di fare delle ricerche su ar-gomenti che attengono alla solidarietà e mutualità, partendo dal loro territorio che è così ricco di esempi virtuosi.

Questa ripartizione è solo formale, per cui può succedere che qualche scuola superiore faccia ricerca e oggi ho portato uno stupendo dvd intitolato La Stalla

e la Torre realizzato dalla IV ragioneria dell’Istituto D’Arzo di Montecchio, in

cui gli studenti, descrivendo le alterne vicende di un caseificio sociale e di una cantina sociale, hanno raccontato in buona sostanza la storia dell’Italia dal 1900 al 1970.

Può succedere anche che qualche scuola media inferiore costituisca una cooperativa, come per esempio hanno fatto i ragazzi delle medie di Fabbrico che con Keramicoop producono e vendono i loro manufatti ceramici.

Da questo rapporto con la scuola sono nate cose molto positive e per re-stare nel campo della ricerca voglio citare l’esperienza degli studenti del Liceo linguistico di Castelnovo ne’ Monti, che sono qui presenti accompagnati dalla loro professoressa Cleo Pignedoli. A loro dobbiamo dire grazie perché hanno riscoperto la vita e le opere di un loro concittadino: Romeo Romei. Diranno loro i tesori di umanità, dedizione, impegno che questo medico socialista ha diffuso nelle campagne del mantovano, dove ha esercitato la sua missione ai primi del 1900. L’entusiasmo di questi giovani ha fatto uscire dai cassetti alcuni studi importanti mai pubblicati su Romeo Romei e questo ha consentito di accorpare tutto il materiale prodotto, raccolto in un numero monografico della rivista storica «L’Almanacco».

«L’Almanacco» n. 52 del dicembre 2008 è ormai andato quasi esaurito, anche perché accompagnato da un dvd in cui è ristampata l’opera Le società di Mutuo

Soccorso campagnole scritto da Romei nel 1902, che era andata praticamente

perduta. Racconta il prof. Marco Fincardi che conosceva questo titolo perché riportato nelle bibliografie di testi storici, ma che molto probabilmente avevano letto in pochi, perché salvato in una unica fotocopia presso la società di mu-tuo soccorso di Portiolo. Bene, adesso ce ne sono quattrocento copie in giro e quindi se qualcuno vorrà citarlo, potrà farlo conoscendo la fonte. Di questo, però, parleranno direttamente i ragazzi.

Oggi il convegno è dedicato alle case del popolo e Bellacoopia può vantare due bellissime ricerche su questo argomento.

Sono con noi gli studenti della scuola media di Busana, con la loro professo-ressa Mara Redeghieri, che hanno raccontato le vicende eroiche della loro Casa del popolo. Ne parlo io, perché i ragazzi hanno scelto di cantare una canzone originale dedicata a Milio.

Chi era costui, vien da chiedersi. Anche i ragazzi si sono posti la doman-da e, non trovando nessun documento scritto, si sono messi a intervistare i vecchi del paese, quelli che ricordavano la storia della Casa del popolo. Così è venuta fuori questa vicenda che ha dell’incredibile, per cui la Casa del popolo di Busana è stata acquisita con le rimesse degli emigranti di Busana, che erano andati a fare gli scariolanti a Chicago per costruire le fogne di quella metropoli. Quindi alcuni cittadini di Busana, trasferiti a Chicago, erano i veri proprietari della Casa del popolo.

Questa fu poi requisita dai fascisti e alla fine del regime ricomprata, con i propri risparmi, da uno degli stessi scariolanti, Milio Acerbi, che nel frattempo era ritornato a Busana.

Finalmente, con la seconda volta, Milio riuscì a rimettere in capo ai cittadini, agli operai, ai contadini di Busana questo luogo di incontro e di solidarietà.

Gli studenti di Busana canteranno la canzone originale dedicata appunto al mitico Milio.

Finisco presentando la ricerca su Palazzo Contarelli di Correggio che nella sua lunga vicenda fu anche sede della Casa del popolo. Un lavoro molto bello, interdisciplinare, realizzato dagli studenti della scuola media «Marconi» con il supporto degli insegnanti di lettere e di educazione artistica. L’analisi inizia con una valutazione urbanistica del contesto in cui è inserita questa dimora nobiliare. Poi si passa a lavorare sull’immagine del Palazzo con una libera rein-terpretazione artistica dello stesso. Ma l’idea geniale spunta quando i ragazzi immaginano che il signore Contarelli esca da un quadro di metà ’800, per rac-contare loro la storia del suo palazzo. È una storia a fumetti, con l’immediatezza di questo tipo di espressione.

Arriviamo quindi al momento in cui il palazzo, che viene acquisito dagli operai e dai cooperatori e diventa la sede della Casa del popolo dove si riuni-scono tutte le organizzazioni operaie. Proprio lì davanti ci sono i primi due morti socialisti a Correggio, durante l’inizio del fascismo.

Passa poco tempo e la Casa del popolo si trasforma nella Casa del fascio e poi, finalmente, nel luglio del ’45, il palazzo occupato dai partigiani diventa la sede del Partito socialista e di quello comunista, dell’Udi, della Camera del lavoro. Un ritorno alle origini, che non dura, perché nonostante le leggi del Maltolto, lo Stato se ne riappropria pur fra mille proteste e lo trasforma nella sede dell’ufficio registro, imposte dirette, guardia di finanza. Vita avventurosa di questo pezzo di storia di Correggio che è utilizzato da ultimo come scuola, fino a che, a causa dei danni del terremoto, viene chiuso.

La fantasia degli studenti però lo riapre, pensando come ristrutturarlo per farne una specie di discoteca con una sala giochi, adiacente alla sede delle mostre. Nei grandi saloni trovano spazio anche un laboratorio di scultura, il laboratorio di arte, la sala per il recupero didattico.

Questo studio viene presentato al sindaco di Correggio che apprezza l’idea degli studenti diventati durante il loro percorso di ricerca degli storici, grafici, architetti e perfino amministratori.

Da questa presentazione spero sia emerso che Bellacoopia rappresenta un percorso di comunicazione con le scuole, che non solo vuole conservare la forza dell’identità cooperativa passata e tuttora presente, ma riesce a fare ciò col protagonismo degli studenti che imparano nozioni importanti, prima fra tutte l’educazione civica.

Palazzo Contarelli, già Casa del popolo di Correggio.