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AMMINISTRAZIONE E POLITICHE LINGUISTICHE DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

7. Il bilinguismo in amministrazione

Nel 1988 venne riconosciuto alle minoranze linguistiche dell’Alto-Adige il diritto a utilizzare la propria lingua madre nei rapporti con gli uffici pubblici. Questo riconoscimento segnò un notevole passo in avanti nella storia dell’autonomia altoatesina, ma pose gli uffici pubblici di fronte a diverse difficoltà. Gli ostacoli maggiori riguardarono la necessità di esprimersi in una lingua, il tedesco, che non era in grado di riferirsi al diritto e all’ ordinamento giuridico italiano e alla necessità di predisporre in tempi molto rapidi tutte le strutture necessarie a consentire il bilinguismo negli uffici pubblici. La parificazione tra italiano e tedesco fu un vero e proprio ‘salto nel buio’ (S. Coluccia, in Pasinato: 1999, p. 381): essa si realizzò in tempi brevissimi e soprattutto senza un apparato linguistico consolidato in grado di soddisfare i bisogni comunicativi in ambito giuridico-amministrativo. Nel seguente capitolo vedremo brevemente cosa prevede la normativa vigente in Alto-Adige riguardo l’uso del bilinguismo in amministrazione, per poi passare a descrivere l’attività terminologica svolta nella provincia di Bolzano. L’attività terminologica portata avanti da tre enti principali situati nella provincia è fondamentale per un’area multilingue quale quella dell’Alto-Adige, dove per ragioni comunicative e traduttive è necessario creare e ampliare un corpus di termini

34 L’opuscolo sull’uso della lingua negli uffici pubblici è disponibile online al sito: http://www.provincia.bz.it/presidenza/download/Opuscolo_Uso_della_Lingua_IT.pdf.

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amministrativi specifici per la realtà altoatesina. Infine, il capitolo affronta brevemente anche la questione dell’attività traduttiva delle amministrazioni altoatesine, spiegando come e da chi sia svolta.

7.1 La normativa e gli enti per il bilinguismo amministrativo

L’uso del bilinguismo nelle amministrazioni viene regolato dalle norme di attuazione in materia di diritti linguistici dello Statuto di Autonomia (D.P.R 574/88), le quali definiscono in modo specifico le procedure da seguire per mettere in pratica la parificazione tra italiano e tedesco. Tra le varie disposizioni, le norme d’attuazione stabiliscono:

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la stessa importanza comunicativa di italiano e tedesco all’interno di organi e uffici della pubblica amministrazione, di uffici giudiziari e di organi giurisdizionali.

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l’obbligo per organi e uffici della pubblica amministrazione di adeguare le proprie strutture organizzative per consentire l’uso di entrambe le lingue.

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le tipologie di atti per i quali è prescritto l’uso congiunto di italiano e tedesco, ovvero atti destinati alla generalità dei cittadini, atti individuali destinati all’uso pubblico e atti destinati ad una pluralità di uffici.

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l’istituzione di una Commissione Paritetica per determinare e aggiornare la terminologia giuridico-amministrativa ad uso di uffici e organi amministrativi.

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l’obbligo per uffici e organi della pubblica amministrazione di formulare atti, provvedimenti, notificazioni nella lingua del destinatario e di adeguarsi ad essa anche in caso di comunicazione orale.

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Il diritto per i cittadini della provincia di Bolzano a reclamare la nullità di atti o provvedimenti amministrativi nel caso essi siano redatti nella lingua non corrispondente a quella attestata dal Certificato di appartenenza linguistica.

A trent’anni di distanza dall’ entrata in vigore delle norme di attuazione in materia di diritti linguistici, sono ancora molti gli ostacoli da superare per la piena parità della lingua italiana e tedesca in ambito giuridico-amministrativo. Le problematiche riguardano principalmente questioni di carattere terminologico e traduttivo a cui lavorano da anni tre enti situati nella Provincia di Bolzano: il centro di ricerca EURAC Research, la Commissione Paritetica di Terminologia (TERCOM) e l’Ufficio questioni Linguistiche della Provincia di Bolzano. Il progetto comune alle attività svolte dai tre enti è quello di creare un linguaggio giuridico amministrativo omogeneo e specifico per la regione dell’Alto-Adige, che possa de facto garantire, concretizzare il valore politico e culturale della parificazione linguistica.

Il Centro EURAC Research

Fondato nel 1992 il centro EURAC è un centro di ricerca privato situato nella provincia di Bolzano e impegnato in moltissimi campi che comprendono lo studio delle lingue, il diritto, le minoranze e lo sviluppo dell’ambiente alpino. Tra i suoi vari istituti, il centro di ricerca EURAC conta anche l’Istituto di linguistica applicata, impegnato nello studio e nell’elaborazione di un linguaggio giuridico tedesco specifico per la Provincia autonoma di Bolzano. L’istituto rappresenta un punto di riferimento fondamentale per l’elaborazione di una terminologia giuridica multilingue e collabora a livello locale con la Provincia autonoma di Bolzano per attività di formazione e consulenza in ambito di traduzione specialistica, normazione terminologica e didattica del plurilinguismo. L’Istituto sostiene con le sue ricerche l’attività di normazione terminologica svolta dalla la Commissione Paritetica di Terminologia (TERKOM) e grazie alla collaborazione con la Commissione ha sviluppato la banca dati

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terminologica giuridico-amministrativa ‘Bistro’, disponibile gratuitamente online35. La banca dati ‘Bistro’ rappresenta un valido strumento per diverse tipologie di utenti (professionisti del mondo del diritto, traduttori, studenti, impiegati pubblici) che necessitano di un supporto alla comprensione e traduzione di testi giuridici e che attraverso l’uso di ‘Bistro’ vengono indirizzati verso un corretto uso della terminologia giuridica in lingua italiana, tedesca e ladina. Il patrimonio terminologico di Bistro si compone di termini relativi a vari settori del diritto: amministrativo, civile, commerciale e contiene anche la terminologia normata dalla Commissione Paritetica di Terminologia.

La Commissione paritetica di Terminologia

L’istituzione di una Commissione Paritetica di Terminologia viene sancita nel 1988 dall’Art. 6 delle Norme di attuazione in materia di uso della lingua (DPR 574/88) allo scopo di raccogliere la terminologia specifica nei settori del diritto, dell’economia e dell’amministrazione e creare i presupposti per un uso univoco del linguaggio giuridico in Alto-Adige. La commissione è composta da sei esperti designati dalla Giunta Provinciale e dal Commissario del governo e ha il compito di aggiornare e convalidare la terminologia tecnico-amministrativa in uso presso gli uffici pubblici e giudiziari. La Commissione non prende parte solo al processo di convalida di termini giuridico-amministrativi ma contribuisce soprattutto a eliminare varianti terminologiche quali potenziali forme di insicurezza e a sostituire i termini scorretti dal punto di vista giuridico-linguistico. I termini convalidati dalla Commissione vengono pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Provincia di Bolzano e sono accessibili al pubblico nella banca dati terminologica ‘Bistro’.

L’Ufficio Questioni Linguistiche

Istituito nel 1975 l’Ufficio Questioni Linguistiche fa parte dell’Avvocatura della Provincia di Bolzano e opera nei tre settori della terminologia, della revisione linguistica e della traduzione. In ambito terminologico i collaboratori dell’Ufficio si occupano principalmente di raccogliere il materiale terminologico elaborato durante i processi di traduzione e revisione dei testi e collaborano con il centro EURAC Research per integrare la banca terminologica ‘Bistro’. All’ attività di traduzione collaborano dieci traduttori che si occupano di tradurre testi normativi e amministrativi, disegni di legge provinciali, delibere della Giunta Provinciale, leggi statali e norme costituzionali. I testi normativi tradotti e revisionati dall’Ufficio vengono pubblicati nella Homepage dell’Avvocatura e nella banca dati Lexbrowser36.

A differenza dei precedenti organi sopracitati, l’Ufficio per le questioni Linguistiche svolge anche un’attività di revisione linguistica dei testi amministrativi, che vengono inoltrati all’Ufficio da parte dell’Avvocatura, della Direzione Generale e da altri uffici della Provincia. Il processo di revisione cura vari aspetti del testo: l’univocità e la correttezza della terminologia, la componente idiomatica del testo tradotto, la comprensibilità e la chiarezza del testo e infine il rispetto per l’identità di genere. In questo senso l’Ufficio svolge anche attività di consulenza per i dipendenti provinciali, che vengono formati alla stesura di testi comprensibili, al rispetto dell’identità di genere nei testi e organizza gruppi di lavoro su richiesta di singoli uffici/singole ripartizioni. I collaboratori dell’Ufficio si impegnano inoltre a indirizzare i dipendenti amministrativi verso l’uso della terminologia giuridico-amministrativa validata dalla Commissione Paritetica di Terminologia. Nel loro lavoro di consulenza e revisione dei testi l’Ufficio si avvale di diversi strumenti di lavoro, tra i quali Il

35 La banca dati terminologica ‘Bistro’ è disponibile alla pagina: http://bistro.eurac.edu/

36 La banca dati ‘Lexbrowaser’ raccoglie provvedimenti amministrativi emessi dalla Giunta provinciale e disponibili alla pagina: http://lexbrowser.provinz.bz.it/.

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Manuale di Stile di Alfredo Fioritto, la Guida alla redazione degli Atti Amministrativi

(Ittig/Cnr) e la Direttiva dell’Amministrazione Provinciale sul linguaggio di genere (2012).

8. Il lavoro terminologico

L’attività terminologica ha lo scopo di descrivere, sistematizzare e quindi trasmettere la conoscenza. Questa attività diventa una necessità imprescindibile nell’ambito del diritto, dove la chiarezza dei concetti è fondamentale per la corretta trasmissione delle informazioni e per la rilevanza che il linguaggio giuridico assume sulla sfera della società. La necessità del lavoro terminologico è manifestatamente più essenziale nella società bilingue dell’Alto-Adige al fine di garantire la sicurezza di una comunicazione efficiente nel campo del diritto, dell’economia e non da ultimo dell’amministrazione. Solo attraverso un accurato lavoro terminologico è possibile mettere a disposizione della popolazione germanofona i termini del sistema giuridico italiano in modo chiaro e comprensibile e senza entrare in conflitto con i termini provenienti dai sistemi giuridici austriaco e tedesco.

L’attività linguistica di normazione e ricerca terminologica ha anche un risvolto sociale e culturale poiché partecipa alla tutela della minoranza linguistica attraverso la valorizzazione e la protezione della lingua tedesca, rimasta penalizzata giuridicamente dai tempi del Fascismo e contribuisce alla formazione di un linguaggio giuridico specifico per la regione dell’Alto-Adige attraverso cui manifestare l’appartenenza a una cultura e a un gruppo specifici.

Gli enti principali che prendono parte alla costruzione di una terminologia giuridico-amministrativa in Alto-Adige sono la Commissione Paritetica di Terminologia e il centro di ricerca europeo EURAC. Sia la Commissione che il centro EURAC hanno il compito di normare il linguaggio giuridico tedesco in Alto-Adige, un lavoro che presenta in sé difficoltà di diverso tipo strettamente legate alla specificità culturale e linguistica della regione altoatesina e intrinseche alle discipline della traduzione e della comparazione giuridica. Per creare un linguaggio univoco e unitario adeguato alle necessità della realtà giuridico-amministrativa altoatesina è fondamentale trovare attraverso il lavoro terminologico non solo una corrispondenza linguistica tra i termini giuridico-amministrativi tedeschi in uso nel Sudtirolo e i termini giuridico-amministrativi dell’ordinamento giuridico italiano, quanto anche lavorare a una ‘purificazione’ del linguaggio giuridico-amministrativo altoatesino caratterizzato da un alto livello di sinonimia.

Trovare termini corrispondenti dal punto di vista concettuale non è semplice, raramente i termini tedeschi in uso in Alto-Adige rappresentano dei casi di equivalenza perfetta con i termini italiani (es. Studienplan = Piano di Studio). Il problema risiede nel fatto che i termini in lingua tedesca in uso in Alto-Adige sono chiamati a rispecchiare i concetti propri di un ordinamento giuridico (quello italiano) che nasce e si evolve in lingua italiana. Per questo motivo sono molto più frequenti i casi in cui i termini tedeschi in uso in Alto-Adige rappresentano dei casi di equivalenza parziale. Questo significa che il termine italiano e l’equivalente termine tedesco non hanno una sovrapposizione concettuale piena ma sono caratterizzati da un nucleo comune di cui condividono le caratteristiche di base.

Un esempio di equivalenza parziale è rappresentato dal termine di derivazione austriaca

postgradualer Universitätslehrgang, usato nell’ordinamento austriaco per indicare

generalmente un corso di formazione post-universitaria. Trasportato nel sistema universitario italiano, il termine austriaco potrebbe essere considerato un equivalente traduttivo dell’espressione master di primo livello in uso nel sistema universitario italiano.

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Non esistendo però nel sistema giuridico austriaco una distinzione tra master di primo e di secondo livello, il termine postgradualer Universitätslehrgang viene usato in Alto-Adige come iperonimo rispetto ai concetti di master di primo e di secondo livello previsti dal sistema universitario italiano (N. Ralli e I. Stanizzi, in Chiocchetti/Voltmer: 2008, p. 70):

postgradualer Universitätslehrgang

In questo caso il termine austriaco ingloba concettualmente i due iponimi italiani Corso

universitario di Master di primo Livello e Corso universitario di Master di secondo Livello.

Nella ricerca di possibili termini tedeschi concettualmente equivalenti ai termini italiani i terminologi dell’Istituto di Linguistica devono fare particolare attenzione alla presenza di cosiddetti ‘falsi amici’, ovvero termini che possono essere facilmente considerati come equivalenti traduttivi, ma che in realtà nascondono importanti inganni semantici. Un esempio è rappresentato dalla coppia ‘dottore’ e Doktor: in base alla legislazione universitaria italiana il titolo di dottore viene conferito a tutti gli studenti che abbiano conseguito una laurea Triennale, secondo la legislazione universitaria austriaca però il grado di Doktor viene assegnato solo a coloro che abbiano terminato un corso di dottorato di ricerca (N.Ralli e I. Stanizzi, in Chiocchetti/Voltmer: 2008, p. 70).

Durante la comparazione terminologica si possono verificare casi in cui i terminologi non siano in grado di trovare tra i termini tedeschi in uso in Alto-Adige dei corrispondenti traduttivi adatti e che si trovino quindi davanti a una lacuna terminologica. In questo caso è necessario ricorrere a soluzioni alternative per riuscire a trasmettere in tedesco il significato di un determinato termine italiano, ovvero il prestito e la parafrasi. Nel primo caso i terminologi selezionano sia prestiti non integrati, cioè che mantengono nel sistema linguistico tedesco d’arrivo la fonologia e la morfologia originaria (es. Carabinieri), che prestiti integrati (es. Quästur). Nel caso in cui il ricorso al prestito non sia in grado di creare un equivalente traduttivo sufficientemente trasparente per l’utente tedesco, i terminologi possono ricorrere alla tecnica della parafrasi del termine italiano. La parafrasi garantisce che il concetto del termine italiano sia veicolato in modo trasparente e univoco nella lingua d’arrivo, tuttavia si deve fare attenzione a non creare parafrasi troppo estese per questioni di leggibilità e di usabilità della proposta traduttiva.

Un terzo espediente per far fronte alla presenza di possibili lacune terminologiche è rappresentato dalla creazione di neologismi, che può consistere sia nella creazione di un nuovo termine che nel ripristino di un termine ormai in disuso. Nel primo caso si cerca di creare un neologismo tale per cui il destinatario di lingua tedesca possa comprenderne il concetto/significato attraverso un’associazione di idee. Nel caso in cui si voglia ricorrere a un termine ormai datato è opportuno fare mola attenzione alle ripercussioni che il termine potrebbe avere nell’ordinamento giuridico di arrivo.

Le proposte di traduzione elaborate dall’Istituto di linguistica applicata vengono successivamente poste al vaglio della Commissione paritetica di Terminologia dove linguisti e giuristi svolgono un ulteriore lavoro di accertamento e verifica dei termini proposti. Infine, la decisione della Commissione viene riferita alla Giunta e al Commissariato Provinciale che si occupano di pubblicarlo nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Corso universitario di Master di primo Livello

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