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Un bisogno cittadino: l'ospedale

4. Lo Spedale di Pietrasanta

4.2 Un bisogno cittadino: l'ospedale

Nonostante l'immagine che ci è stata tramandata della Pietrasanta del XIX secolo come idilliaca oasi di felicità e di benessere dovuti al governo paternalistico dei Lorena, a mancare era però un ospedale per il ricovero degli infermi miserabili (così venivano definiti i poveri che erano costretti a ricorrere all'assistenza pubblica), e ciò non era un problema di poco conto essendo oggi a conoscenza che, tra 1848 e 1849, l'agglomerato urbano contava 2000 cittadini classificati come miserabili su 3233 abitanti129.

Già ai suoi tempi, Pietro Leopoldo insistette affinché si cercassero i mezzi per supplire alle spese della fondazione di un ospedale e del suo mantenimento, non ottenendo però alcun successo130.

Solo dal 1846 il problema della fondazione di un pubblico ospedale a Pietrasanta verrà affrontato con ferma determinazione dal Gonfaloniere Amadeo Digerini Nuti, il quale inviò una supplica al Sovrano per trasformare in ospedale gli edifici, chiesa e canonica, della parrocchia del S. Salvadore, situata appena fuori le mura urbane131.

La Regia Camera di Sovrintendenza Comunitativa di Pisa rispose a quella supplica in data primo aprile 1846 mettendo in luce che, nonostante la Chiesa canonica della parrocchia di S. Salvadore sarebbe stata adattissima alla erezione di un tale stabilimento, la sua appropriazione non sarebbe stata esente da gravi difficoltà per le “indennizzazioni” spettanti alla Curia. La Curia in cambio chiedeva infatti che la Comunità civica provvedesse ad ingrandire l'oratorio di S. Carlo a Capriglia e a costruirne la canonica, allo scopo di erigere una “Cura” in quel villaggio. Il territorio di quella del SS. Salvadore, a cui allora Capriglia apparteneva, doveva essere diviso in due giurisdizioni: quella originaria, la cui sede si sarebbe trasferita nel vicino convento di San Francesco, ed una nuova nella sede autonoma di Capriglia132.

Tali osservazioni non sgomentarono la Comunità, la quale l'8 giugno dello stesso anno passò ad un'azione più concreta deliberando ufficialmente la richiesta di fondare l'ospedale133.

129 D. Orlandi, L'ospedale di Pietrasanta nel centenario della sua apertura, cit., p.1. 130 D. Orlandi, Pietrasanta fra Granducato e Risorgimento, cit., p.1.

131 D. Orlandi, L''ospedale di Pietrasanta nel centenario della sua apertura, cit., p.55. 132 ACP, Ministeriali della Regia Camera di Pisa, filza C79, c.389.

La risposta della R. Camera di Pisa giunse il 16 ottobre 1847 e fu comunicato alle autorità locali che il Granduca non aveva accolto il progetto dell'istituzione dello spedale in quanto «di gran lunga insufficienti gli assegnamenti presi di mira per condurre a fine sotto ogni rapporto una tale impresa»134.

A breve ci fu però un ripensamento, così in data 20 novembre 1847 la R. Camera inviò una comunicazione al gonfaloniere Digerini Nuti in cui si leggeva che due giorni prima:

Sua Altezza Imperiale e Reale si è degnata di autorizzare in massima l'erezione del detto spedale da formarsi con la riduzione delle attuali fabbriche della Parrocchia di S. Salvatore da trasferirsi questa in altro luogo previe le debite facoltà per parte delle autorità competenti, ed ha autorizzato la denominazione di Spedale Leopoldo al rammentato stabilimento, alla condizione peraltro che il detto Gonfaloniere sentito chi occorre debba presentare il progetto economico ed artistico del detto spedale, ed aver cura di riunire al più presto le offerte su cui si è appreso di poter contare, e di realizzare in modo legale l'operazione135.

Successivamente a tale risoluzione il Gonfaloniere fece conoscere che i mezzi raccolti per questa impresa ammontavano a lire 33.000 e che vi era la possibilità di vederli presto portati a lire 42.000. Tuttavia, il preventivo di spesa dell'architetto fiorentino Mario Falcini, che si era già occupato della composizione architettonica del monumento dedicato a Leopoldo II e al quale fu dato l'incarico di progettare l'edificio, saliva a 140.000 lire.

Si provvide però a compilare anche un progetto minore, il quale prevedeva l'esecuzione di una parte soltanto dell'intera fabbrica, capace sì di accogliere un più ristretto numero di malati, ma per il quale l'architetto aveva preventivato la somma di L. 34.000.

Sarà solo in data 4 maggio 1848 che la magistratura di Pietrasanta verrà informata dalla R. Camera di Pisa che «S.A.R. si è degnata approvare che venga data erezione al nuovo e più limitato progetto del Falcini»136.

In questi anni, nonostante fosse in corso la Prima guerra d'indipendenza e Pietrasanta si trovasse al centro di movimenti militari toscani, la Comunità Civica si impegnò subito per passare alla realizzazione dell'opera.

Con deliberazione del 23 giugno 1848, fu nominata una deputazione, di cui faceva parte anche lo stesso Vincenzo Santini, con l'obiettivo di affiancare il Gonfaloniere in questo suo progetto. Tuttavia il precipitare della situazione militare e politica non rese possibile di mandare avanti l'iniziativa

134 ACP, Ministeriali della Regia Camera di Pisa, filza C79, c.620. 135 Ibidem., c.629.

dell'ospedale pietrasantino137.

Solo nella primavera del 1852 fu riunita la deputazione nominata il 23 giugno 1848 per riprendere il cammino che porterà alla costruzione dell'ospedale di Pietrasanta.

Il 5 maggio il Gonfaloniere comunicò alla popolazione che, finalmente si poteva erigere l'ospedale.

Illustrazione XVI: Manifesto del 5 maggio 1852 con cui il Gonfaloniere comunicava che si poteva erigere l'ospedale, Archivio Ospedale Civile «P. Lucchesi», Pietrasanta.

Testo illustrazione XVI

PIETRASANTESI!

Lo SPEDALE LEOPOLDO non sarà più oltre per noi uno sterile desiderio.

Se straordinarie circostanze, e reiterate difficoltà si frapposero sin qui all'esecuzione di un Opera così ardentemente invocata, ora sono lieto oltremodo di potervi annunziare, che tutti gli ostacoli furono finalmente appianati, onde ben presto ci verrà dato di erigere uno Stabilimento, che sarà l'Asilo fraterno di tanti Poveri Infermi.

Col Disegno dell'esimio Architetto Prof. Mariano Falcini, esso si inalzerà sulle Fabbriche e adiacente terreno della Suburbana Chiesa e Canonica di S. Salvatore.

In seguito delle Sovrane Risoluzioni, e dei Decreti delle competenti Autorità Ecclesiastiche, la Cura suddetta sarà soppressa, e due invece le verranno sostituite a maggior comodo ed utilità spirituale di quei numerosi parrocchiani, cioè la Cura di San Francesco dei PP. MM. Osservanti, e l'altra di San Carlo a Capriglia.

Posto sotto gli auspici e la protezione dell'amato PRINCIPE, del cui nome si fregia, e di cui ne ricorda un insigne beneficio (il Trattato del 1844 che ci serbava uniti alla Toscana) in novello Edifizio sorgerà ben tosto a refugio, e sollievo della misera, ed egra Umanità.

Il Municipio è pronto a favorire così ogni impegno, e per quanto le sue condizioni economiche lo permetteranno, l'opera nostra: ma essa è affidata principalmente alla sperimentata carità e distinto patriottismo dei Pietrasantesi tutti.

Una Commissione speciale già in addietro eletta, ed autorizzata a quest'uopo, è destinata a dirigere, e regolare l'elezione del predetto Stabilimento. Essa sarà coadiuvata da probi, e zelanti Deputati, cui incombe l'onorevole incarico di raccogliere nelle respettive Parrocchie ogni maniera d'offerte, per quindi renderne conto alla sullodata Commissione.

Con altro Avviso entro il corrente mese verrà fatto noto il giorno stabilito per inaugurare solennemente la costruzione della nuova Fabbrica, e saranno pubblicate insieme le varie disposizioni relative a si fausta circostanza.

Concittadini! ben conoscendo i vostri filantropici sentimenti, e sempre memore dell'entusiasmo, e generosità singolare con cui accoglieste sin dal principio il mio Progetto per un Impresa cotanto vantaggiosa e santa, io godo ora al sommo nella piena fiducia, che voi proseguirete in quella operosi e concordi.

La Provvidenza aiuterà i comuni sforzi; e le presenti, e le future generazioni benediranno unanimi una Istituzione, che sarà monumento non perituro di utilità, e di decoro alla Patria nostra

carissima.

Commissione dei Rappresentanti lo Spedale Leopoldo da erigersi nel Comune di Pietrasanta. Presidente – il Gonfaloniere

1. Proposto dalla Collegiata di S. Martino 2. Tenente Francesco Carli

3. Dott. G. Battista Masini 4. Francesco Albiani 5. Cav. Antonio Digerini 6. Maestro Vincenzo Santini

Segretario – Canonico Dott. Giuseppe Benedetti

Deputati per le collette nelle seguenti parrocchie

S. Martino di Pietrasanta: Curato Don Carlo Mengalli; Cesare Neri Serneri; Giovanni Galeotti. Capezzano: Don Luigi Mariani Economo Spirituale; Ambrogio Moschetti; Dott. Giovanni Bresciani.

Querceta: Rettore Don Luigi Carducci; Don Michelangiolo Sarti; Sebastiano Balderi.

S. Salvatore: P. Giustino Pernici Economo Spirituale; Don Michele Verona Capp. a Capriglia; Cav. Antonio Bendini.

Valdicastello: Pievano Don Paolo Simi; Don Luigi Angiolini; Giorgin Tei.

Vallecchia: Arciprete Don Francesco Duantini; Jacopo Andreotti; Alessio Lazzerini.

Pietrasanta, li 5 Maggio 1852.

Come è possibile leggere il Gonfaloniere confermò che la deputazione che doveva occuparsi dell'erezione dello Spedale Leopoldo era stata nominata il 23 giugno 1848. Dava inoltre notizia dello spostamento della Cura del SS. Salvatore nel convento dei frati francescani, dell'istituzione della nuova Cura di San Carlo in Capriglia e delle Commissioni per raccogliere le offerte a favore del pio istituto.

Durante la riunione del 17 agosto 1852 la magistratura di Pietrasanta deliberò che la Comunità Civica avrebbe stanziato per la costruzione dell'ospedale L. 8.615 e 19 soldi. Fu sempre in questo contesto che il Gonfaloniere dette una sensazionale notizia: «mi gode poi veramente l'animo nell'annunciarvi che S.A. Il Granduca nostro Signore, che già si degnava fregiare del suo Augusto Nome il nostro spedale, ora cedendo alle mie ripetute istanze, e per un tratto di speciale benevolenza verso il nostro paese, si compiacerà di porre ben presto la pietra inaugurale del tanto utile e desiderato edificio. Ciò avverrà (salvo casi imprevisti) alla fine del corrente mese, onde voi vedete, o signori, quanto sia necessario il disporre senza alcun indugio tutto l'occorrente per sì fausta, e solenne circostanza»138.

Detto questo, il Gonfaloniere propose di eleggere una commissione con il compito di dirigere la funzione e la festa, la quale avrebbe dovuto procedere di concerto col collegio dei Priori per quanto concerneva la spesa139.

Nei giorni immediatamente successivi, il Gonfaloniere si mise in contatto con le autorità militari allo scopo di disporre di truppe per l'ordine pubblico e per gli onori di rito. Si stabilì un piano di festeggiamenti che comprendeva solenni funzioni religiose, la cerimonia sul luogo dell'erigendo ospedale, tombola in Piazza Maggiore, grande spettacolo del teatro, luminaria e fuochi d'artificio.

La grande giornata ebbe luogo il 21 settembre.