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Capitolo 2 – L’editoria che cambia

2.6 Breve storia dello sviluppo del mercato librario

L’esistenza, oggi, nel nostro Paese, di più di 4000 case editrici, porta con sé la conseguenza che nessuna di queste riesca davvero a possedere il primato sulle altre: questa frammentazione ha origine qualche decennio fa, più o meno all’inizio degli anni Novanta, quando alcuni paesi, compreso il nostro, videro una notevole crescita nel numero di fusioni e acquisizioni fra le case editrici, la cui diretta conseguenza furono mercati editoriali in continuo assestamento.

In quegli anni è divenuto sempre più chiaro come il futuro dell’editoria si stesse legando a complesse «alchimie finanziarie e organizzative, attraverso le quali governare l’evoluzione del mercato».49 Da allora ciò ha significato l’acquisto diffuso

non solo di piccole e medie case editrici, ma anche di aziende di notevoli dimensioni, attraverso operazioni che hanno previsto lo spostamento di migliaia di miliardi di euro. Le nuove logiche di mercato si sono orientate verso un’integrazione di informazione, editoria e spettacolo, e ad essere coinvolti sono stati anche colossi dell’elettronica e della comunicazione, i quali hanno visto nell’editoria libraria possibilità di

47 Esempio di narrazioni interattive digitali è Polistorie, collana di e-book della casa editrice

Quintadicopertina che esplorano diverse modalità interattive (un esempio, Poesie elettroniche di

Fabrizio Venerandi, originale e-book dove i versi cambiano e reagiscono al tocco del lettore, si modificano e ne generano altri).

48 COLOMBINI Enrico, Hai il diritto di sperimentare nuovi modi di leggere, in “Kit di sopravvivenza del

lettore digitale”, di QUINTADICOPERTINA &TROPICO DEL LIBRO, Genova, Quintadicopertina, maggio 2013.

49 CADIOLI Alberto, Storia dell’editoria italiana dall’Unità ad oggi, Editrice Bibliografica, Milano,

investimento e sviluppo.

L’Italia ha cercato in qualche modo di riorganizzare le proprie reti di vendita, ampliando i canali di distribuzione e puntando sull’impiego di solide risorse umane. Si stava cominciando a percepire già allora quanto contasse la capacità di dimostrarsi creativi e innovativi, adeguandosi alle novità e ai cambiamenti in maniera produttiva.

La trasformazione principale della quale si è preso atto è stata proprio quella legata alla multimedialità e allo sviluppo della Rete, componenti che si fecero strada sul finire degli anni Novanta, aprendo la strada a progetti editoriali in comunione con altri settori culturali. L’arrivo degli anni Duemila si potrebbe definire come l’inizio di un’epoca di ‘nomadismo editoriale’, a causa delle esperienze totalmente nuove che l’editore si è trovato ad affrontare e che proseguono tuttora.50

Il mercato di oggi sembra, infatti, aver mutato la figura dell’editore tradizionale, virando verso un’idea di manager capace di gestire e guidare aziende di dimensioni sempre più grandi. Il timore iniziale era stato quello di una perdita del suo ruolo di intermediazione all’interno della filiera editoriale: il rischio era rappresentato principalmente dagli strumenti digitali, i quali avrebbero consentito agli utenti di svolgere autonomamente quelle attività che normalmente avrebbero richiesto una mediazione da parte della figura dell’editore. Sicuramente, sostiene Roncaglia nel suo libro La quarta rivoluzione, un processo di disintermediazione è avvenuto, ed ha portato con sé conseguenze culturali, sociali ed economiche.

Nel campo dell’editoria la figura dell’editore ha perso parte del suo ruolo di mediazione culturale e di garante della qualità dell’opera con la pratica del self-

publishing, o autoedizione, che si è pian piano diffusa attraverso piattaforme online

capaci di guidare nel processo di realizzazione di un libro. Una delle prima in Italia è stata ilmiolibro51, utilizzata da parte di più di 35.000 autori e con una pubblicazione di circa 100.000 titoli. Un sito come ilmiolibro si incarica di effettuare tutti i passaggi necessari fino ad arrivare alla vendita del libro, sia online sia in libreria, provvedendo perfino all’ottenimento del codice ISBN tramite un accordo con l’agenzia di riferimento52. Anche i principali rivenditori digitali hanno messo a disposizione

semplici strumenti di self-publishing: Amazon offre Kindle direct Publishing, Apple lo permette tramite prima IbookStore e poi scaricando ITunes Producer, Google invece

50 Cfr. Ibidem.

51ILMIOLIBRO, < https://ilmiolibro.kataweb.it>.

52 Un accordo di questo tipo permette ai libri auto-pubblicati su ilmiolibro di comparire nel catalogo

ufficiale delle pubblicazioni editoriali in Italia; cade quindi l’obbligo di indicare l’editore come responsabile della pubblicazione, ed è sufficiente figuri “pubblicata dall’autore”.

possiede il Centro Partner di Google Play Libri. Non venendo seguito da una casa editrice per la pubblicazione spesso, in questi casi, è l’autore stesso a occuparsi delle fasi successive di promozione, marketing e distribuzione del libro.53

L’auto-pubblicazione si lega anche alla pratica del print on demand, o stampa su richiesta, che prevede di poter stampare solamente alcune copie senza dover sostenere gli alti costi delle tipografie di stampa. Questo servizio è utilizzato per lo più o dalle piattaforme di self-publishing, attraverso sistemi di stampa digitale e di ordine delle copie online, o da case editrici di piccole dimensioni per pubblicazioni di nicchia.

Il rischio maggiore in cui si incorre facendo una scelta di questo tipo è senza dubbio la difficoltà derivata dal dover gestire un intero progetto editoriale che, come vedremo nei prossimi due capitoli, è complesso e richiede competenze specifiche per ogni sua fase, perciò il ruolo della casa editrice, meglio se composta da un organico interno ben strutturato, risulta essere una componente fondamentale per la buona riuscita dell’operazione.

Roncaglia, nel 2010, ha dato alcuni consigli agli editori per una corretta sopravvivenza nel mondo digitale e per superare gli ostacoli che si sarebbero presentati col tempo. Molti di questi consigli riguardano proprio la necessità di una presa di coscienza dei cambiamenti in atto, per non perdere il proprio valore e continuare a rendersi indispensabili:

• rafforzare la propria presenza nella Rete

• offrire servizi validi di mediazione informativa legati all’opera come la validazione scientifica

• offrire una buona redazione editoriale ed una corretta promozione del libro con i giusti meccanismi di marketing digitale

• proporre una linea editoriale consapevole

• mostrare una capacità di valorizzazione dei propri lettori.54

Le difficoltà non hanno spaventato gli editori: nel corso di questo decennio sono nate una media annua di 700-800 case editrici in Italia, arrivando, nel 2010, a 1.200, (almeno 300 di queste nate con l’obiettivo di esclusive pubblicazioni digitali) e in gran parte appartenenti al mondo della piccola e media editoria.

53 Cfr. ILMIOLIBRO, Il self-publishing cos’è e come funziona,

<https://ilmiolibro.kataweb.it/articolo/scrivere/483/il-self-publishing-cos-e-come-funziona/>, ultima cons.: 14.02.2018.

54 Cfr. RONCAGLIA Gino, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, Laterza, Roma, 2010,

2.7 La piccola e media editoria in Italia fra difficoltà passate e