3 Il BYOD: Bring Your Own Device
3.4 Il BYOD come strumento per la didattica delle lingue
Come abbiamo visto, l’utilizzo del BYOD come strumento della didattica è già stato preso in considerazione da diversi attori dell’insegnamento. Tuttavia in questa rassegna sui dispositivi mobili, per ora ci siamo limitati alla didattica generale e non a un contesto che li vede protagonisti nello specifico nella didattica delle lingue. Può essere utile quindi capire come questi dispositivi possano trovare spazio in ambito glottodidattico e in che misura il loro utilizzo possa incidere sull’apprendimento di una L2, soprattutto grazie alle numerose funzioni dei prodotti più recenti della tecnologia. In realtà l’utilizzo del BYOD con questi scopi ha le sue origini già venti anni fa (Burston 2016). La prima apparizione del BYOD per la didattica delle lingue o, come vengono definiti in questo ambito del MALL (Mobile-
Assisted Language Learning), si ebbe con dei dizionari di inglese elettronici
tascabili. Fin dall’inizio l’utilizzo del MALL era destinato soprattutto all’apprendimento dell’inglese come L2. Originariamente, questi strumenti venivano sfruttati solo per svolgere funzioni tradizionali come riprodurre audio, fare esercizi di grammatica, lettura e migliorare il vocabolario (Burston 2016). Limitando il BYOD a un utilizzo di questo tipo però si perde molto del loro potenziale.
I MALL, come sottolineato da Kukulska-Hume et al. (2008), si differenziano dall’apprendimento linguistico con i computer in quanto la loro natura “mobile” permette nuovi modi di apprendere, agevolando la spontaneità e alla continuità di accesso e interazione in diversi contesti d’uso. Questa definizione contribuisce ad allontanarli dall’utilizzo “statico” che ne ha caratterizzato le origini e li inserisce in un contesto più dinamico.
Un utilizzo più moderno di questi dispositivi infatti viene fatto da Bitter et al. (2016). Il contesto di sperimentazione analizzato nell’articolo è stato quello di due scuole in Thailandia con studenti apprendenti inglese come L2. Lo scopo era quello di verificare se l’apprendimento potesse migliorare utilizzando un’applicazione specifica per l’insegnamento dell’inglese. L’esperimento si è svolto per tredici settimane e i dati, frutto di una comparazione tra due test proposti agli studenti prima e dopo la sperimentazione, hanno dimostrato un miglioramento
tangibile sia nell’inglese scritto che quello orale. Tuttavia, nonostante i risultati positivi, potrebbe essere limitante esporre gli studenti ad un tipo di didattica che si basi solo su un’applicazione per la didattica delle lingue.
Un buon esempio di come invece l’utilizzo del BYOD possa fornire un apporto alla didattica delle lingue fuori dagli schemi tradizionali lo troviamo in Tai (2012). L’analisi effettuata dallo studioso ha coinvolto trentacinque studenti divisi in gruppi di tre o quattro persone, impegnati a risolvere un’immaginaria rapina all’interno di un museo. Il lavoro consisteva nell’aiutare alcuni investigatori internazionali a risolvere il caso comunicando con loro unicamente in inglese. Gli studenti utilizzavano i loro dispositivi per comunicare tra loro e con il docente e per ottenere più informazioni e indizi per risolvere il caso del furto immaginario. Tutto ciò avveniva in inglese come anche la discussione sulle risorse raccolte durante le indagini e la discussione sulle soluzioni. Il progetto si è svolto con studenti al sesto anno di una scuola primaria. Agli studenti è stato proposto un test prima della sperimentazione e uno dopo la sperimentazione. I risultati di quest’ultimo test hanno mostrato un aumento delle loro capacità linguistiche provando che insegnamento L2 e BYOD sono due realtà che possono collaborare allo scopo di agevolare l’apprendimento linguistico.
Un altro aspetto altrettanto importante messo in luce da questo studio è l’aver dato ai dispositivi portatili un ruolo centrale per l’apprendimento delle lingue che non si basasse solo sulle caratteristiche standard del BYOD: connettività e comunicazione. In questo caso infatti è emersa la possibilità di utilizzarli in situazioni sociali verosimili promuovendo l’utilizzo della lingua. Il fine ultimo dello studio è superare il normale accesso alle informazioni linguistiche sullo schermo e favorire invece un’interazione sociale in contesti potenzialmente reali nella lingua che lo studente sta apprendendo.
Questa sperimentazione rivela molte delle potenzialità del BYOD in contesto glottodidattico. Tuttavia è necessario sottolineare che essa non è applicabile a tutti i livelli di competenza linguistica. È chiaro, infatti, che nello studio di Tai gli studenti partivano già da una qualche competenza da potenziare, mentre nel caso di un livello di partenza zero probabilmente non si sarebbero
ottenuti gli stessi risultati e quindi questa tecnica non avrebbe funzionato allo stesso modo. Ciononostante, il punto più importante emerso dalla sperimentazione è il fatto che si possa pensare all’utilizzo dei BYOD nell’insegnamento delle lingue anche con un ruolo più articolato rispetto a quello che aveva in origine di semplice lettore audio, vocabolario elettronico o strumento per svolgere gli esercizi di grammatica.
Anche Oberg et al. ( 2012) si muove in questa direzione. L’autore sostiene che il mobile learning possa essere usato sia all’interno che all’esterno della classe, ma che è più efficace in apprendimento cooperativo tra piccoli gruppi in quanto offrirebbe l’opportunità di interazioni più ravvicinate mentre si è letteralmente in movimento. Gli studenti sarebbero connessi in maniera più diretta tra loro con esperimenti e compiti più vicini al mondo reale, tutto ciò darebbe loro l’occasione di sfruttare al meglio il tempo libero e migliorare le capacità linguistiche anche durante gli spostamenti.
Czerska (2016) fornisce una lista di esempi pratici di utilizzo dei dispositivi mobili per l’apprendimento linguistico che tiene conto delle loro diverse funzioni.
- apprendimento basato sugli SMS: invio di messaggi in L2 anche al di fuori dell’orario di lezione;
- apprendimento basato su giochi: i materiali per l’apprendimento sono integrati con aspetti dell’ambiente fisico. Il gioco crea una situazione verosimile con la quale interagire sempre in L2;
- utilizzo dei dispositivi per migliorare i diversi aspetti della L2: vocabolario, pronuncia, grammatica, ascolto, comprensione del testo, produzione orale. Ciò può avvenire con gli SMS (vocabolario, comprensione del testo, produzione del testo), con l’accesso a Internet, attraverso l’utilizzo della fotocamera, la registrazione o la riproduzione di file audio o l’invio di un video messaggio.
Sempre l’autrice sottolinea come questi device possano inoltre favorire la cooperazione tra gli studenti promuovendo un ambiente che incoraggia la comunicazione e l’interazione nella lingua che si sta apprendendo.