3 Il BYOD: Bring Your Own Device
3.3 Studi e sperimentazioni
Essendo un contesto di sperimentazione nuovo, si è voluto tenere conto di più opinioni possibili relative all’utilizzo di questi dispositivi in ambito didattico. Per quanto, come vedremo, i punti che emergeranno corrispondono in parte ai punti già emersi nelle analisi precedenti, si è cercato di fare riferimento a più studi possibili per avere una conferma delle potenzialità di questi strumenti.
Un primo importante spunto di riflessione ci è fornito dall’esperienza realizzata all’interno del corso di Glottodidattica della prof. Daria Coppola, alla quale ho accennato precedentemente. Il metodo utilizzato ha previsto l’interazione tra BYOD, CL e realtà virtuali. Nel corso, che ho frequentato come studente, è stato condotto uno studio molto significativo sul BYOD e sul CL, che ha permesso a noi studenti di adottare un duplice punto di vista: interno, da utilizzatori diretti di questi strumenti, ed esterno, attraverso una serie di ricerche e dibattiti condotti nell’ambito di lavoro cooperativi.
La lettura dei resoconti e delle relazioni dei gruppi, per quanto possa sembrare ripetitiva, in realtà aggiunge progressivamente informazioni utili e mette in luce diversi punti interessanti. Di seguito riporto solo le parti delle relazioni dei gruppi relative al BYOD e all’insegnamento della L2. Ho invece omesso i lavori che riguardano la storia dei dispositivi e le analisi relative ai mondi virtuali, in quanto non pertinenti con questo lavoro.
Gruppo 1
Relazione: BYOD E I MONDI VIRTUALI NELLA DIDATTICA DELLE LINGUE
Gli elementi messi in risalto da questo gruppo si concentrano sui punti negativi e positivi. descrivendo il BYOD come metodo integrativo ma non sostitutivo dell’ambiente di insegnamento tradizionale, un metodo che rispetta le cinque ipotesi del Modello di Krashen e del suo Natural approach (riportate per completezza).
Svantaggi:
- Problemi relativi alla compatibilità tra devices
- Dipendenza eccessiva dal device (difficoltà di distinzione tra reale e irreale, difficoltà nella socializzazione, deficit manualità/creatività)
Il BYOD, dunque, può essere un metodo integrativo e non sostitutivo rispetto all’insegnamento tradizionale, apportando vantaggi e miglioramenti alla qualità della didattica.
Vantaggi:
- Risparmio per le famiglie e per le scuole
- Aumento dell’attenzione e dell’interesse da parte degli studenti - Miglioramento nell’apprendimento (più diretto, più attivo, più
naturale)
Inoltre il […] BYOD rispetta le cinque ipotesi di Krashen (1985):
1. Acquisizione – apprendimento: la prima è inconscia e involontaria e deve avvenire nella forma più naturale possibile, il secondo richiede sforzo e consapevolezza. 2. Monitor: meccanismo interno che mira alla correzione della forma e interviene tutte le volte che l’apprendente prova ad elaborare un enunciato.
3. Filtro affettivo: riguarda lo stato emotivo dell’apprendente. Maggiore è l’ansia, la timidezza o la paura di sbagliare (filtro affettivo alto) minore sarà la capacità di rendere l’input linguistico un intake, cioè di interiorizzarlo.
4. i + 1: perché vi sia acquisizione, l’insegnante deve dosare le informazioni in conformità a “i” (informazione già acquisita) + 1 (informazione aggiuntiva minima).
5. Ordine naturale: l’acquisizione delle regole grammaticali della L2 avviene secondo un ordine prevedibile, regolato da un processore linguistico interno.
Tali ipotesi sono alla base del Natural Approach (NA) proposto da S. Krashen, il quale mira a un tipo d’insegnamento che sia più naturale e spontaneo possibile. A tal proposito, il BYOD permette di recuperare materiali autentici rendendone possibile la fruizione in modo immediato, consente allo studente di apprendere divertendosi e quindi di mantenere il filtro affettivo basso. A seguito di un’accurata riflessione, le conclusioni a cui è giunto il nostro gruppo sono piuttosto favorevoli all’impiego di entrambi i metodi nel contesto dell’apprendimento linguistico, ma solo se affiancate al metodo d’insegnamento tradizionale in modo da far sì che quest’ultimo ne tragga beneficio. Infatti, possono essere un modo per rendere più efficace e meno gravoso lo studio delle lingue.
Secondo questo gruppo, dunque, il BYOD può essere un metodo integrativo non sostituivo dell’insegnamento tradizionale, e può inoltre apportare miglioramenti alla qualità dell’apprendimento linguistico. Il gruppo rileva anche che la applicazione del BYOD varia di paese in paese, e dipende dall’adeguatezza delle strutture scolastiche e, non ultimo dalla maggiore o minore “apertura” di queste nuove metodologie.
Gruppo 2
Relazione: CARATTERISTICHE DEL BYOD
L’analisi del gruppo 2 prende una strada leggermente diversa da quella del gruppo precedente, non riguardo agli svantaggi e ai vantaggi (omessi in questa sede in quanto corrispondenti a quelli del gruppo precedente) ma soprattutto relativamente alle conclusioni.
Benché gli svantaggi appaiano più consistenti dei vantaggi, crediamo che il sistema BYOD possa realmente proiettare l'insegnamento verso nuovi orizzonti didattici, e soprattutto alternativi ed integrativi: il docente diverrebbe una figura nuova, più completa e vicina agli studenti, mentre questi ultimi avrebbero la possibilità di apprendere in modo più stimolante, più adatto a ciascuna esigenza di apprendimento e più consono alle rispettive problematiche d'integrazione (culturale ed affettiva).
Naturalmente, alla luce di quanto espresso, crediamo che una tale “rivoluzione tecnologica” sia possibile soltanto attraverso la collaborazione, la serietà e la volontà (di studenti e docenti) d'impegnarsi nell'adozione di tale metodologia didattica; dall'altra parte tutto ciò risulterebbe difficoltoso ed inapplicabile senza l'intervento degli enti regionali e statali, i quali dovrebbero fissare politiche precise e rigorose per la fornitura di banda larga a tutte le scuole, allocando risorse adeguate per la formazione dei docenti e la ristrutturazione degli edifici scolastici.
In questo caso infatti il sistema BYOD non è visto come strumento da affiancare a quelli tradizionali, ma come strumento “che possa realmente proiettare l'insegnamento verso nuovi orizzonti didattici, e soprattutto alternativi ed integrativi”. Inoltre viene riconosciuta un’altra funzione al BYOD introdotta dalla parola “integrativi”. Infatti, continua la relazione, il sistema è capace di fornire “la possibilità di apprendere in modo più stimolante, più adatto a ciascuna esigenza di apprendimento e più consono alle rispettive problematiche d'integrazione (culturale ed affettiva).” Non solo quindi un aspetto didattico ma anche di facilitatore delle relazioni sociali e dell’integrazione.
Altro punto messo in luce dal gruppo è quello relativo alle strutture necessarie per creare un ambiente BYOD: si sottolinea quanto una “rivoluzione
tecnologica” possa essere possibile soprattutto con l’intervento dello stato e dei fondi pubblici.
Gruppo 3
Relazione: NUOVI METODI DI INSEGNAMENTO CON LA TECNOLOGIA
L’analisi di questo gruppo parte dall’intento di trovare uno strumento per la didattica delle lingue che mantenga basso il filtro affettivo (del quale parla Krashen).
Riflettendo su quanto abbiamo discusso in classe, l'insegnamento di una seconda lingua (L2) presenta svariate difficoltà. In questi ultimi anni si è cercato di fare passi avanti e trovare un metodo che faccia sì che lo studente possa apprendere con facilità. Fondamentale negli insegnamenti è il concetto di filtro affettivo: esso è una sorta di blocco dato da ansia, paura ed insicurezza dell'apprendente che quindi non riuscirà più a immagazzinare le informazioni trasmesse dall'insegnante (l'input non diverrà intake).
Gli studenti di questo gruppo vedono nel BYOD uno strumento utile per l’abbassamento del filtro affettivo, ma ne mettono in dubbio l’effettiva efficacia.
Si riportano alcuni degli svantaggi elencati per capire meglio il loro punto di vista:
Svantaggi:
- La tecnologia non ha ancora reso possibile che tutti i dispositivi siano compatibili tra di loro, quindi gli studenti e gli insegnanti potrebbero incontrare difficoltà nell'interagire, dovute ai diversi sistemi operativi;
- Anziché velocizzare i tempi come dovrebbe, questo metodo potrebbe invece avere l'effetto opposto dovuto alla difficoltà da parte dell'insegnante di dover impartire istruzioni riguardo a ogni sistema operativo;
- Gli studenti potrebbero temere l'utilizzo del proprio dispositivo a scuola perché ciò potrebbe comportate il conflitto dell'ambito pubblico con quello privato;
- I genitori potrebbero non essere d'accordo nell'utilizzo dei dispositivi privati in ambito scolastico, soprattutto nel caso di studenti di scuola primaria o media inferiore;
- Potrebbe esserci il rischio che gli studenti non si responsabilizzino riguardo al proprio tablet/smartphone/notebook, soprattutto nel caso in cui dovessero prepararlo caricandolo per la lezione seguente; - Il rischio di furto va sempre tenuto in considerazione soprattutto nel
caso di dispositivi di ultima generazione, per cui più costosi;
- Potrebbero sorgere delle discriminazioni o addirittura casi di bullismo dovuti al divario eventuale fra un dispositivo e l'altro, chi magari possiede un dispositivo meno avanzato degli altri potrebbe sentirsi a disagio e giudicato;
- L'organizzazione delle lezioni da parte degli insegnanti potrebbe essere ostacolata dal compito di dover pianificare il materiale per ciascun dispositivo diverso posseduto dagli studenti;
- Non tutti gli insegnanti potrebbero risultare capaci e inclini a convertirsi a questo nuovo metodo; dovrebbero essere tenuti corsi di aggiornamento, i quali non sarebbero vantaggiosi dal punto di vista economico;
- Le scuole non sempre sono attrezzate con una connessione Wi-Fi abbastanza potente da permettere il collegamento di un numero elevato di dispositivi contemporaneamente.
Emergono infatti alcuni nuovi punti. Uno è quello relativo all’aumento dei tempi per la preparazione della lezione e alle maggiori difficoltà per gli insegnanti, che si troverebbero con il doppio compito di dover spiegare anche come utilizzare il dispositivo. Un altro punto è quello relativo alla discriminazione legata all’utilizzo di dispositivi di diverso valore. Questo punto è molto importante perché vanificherebbe la funzione “integrativa” messa in risalto dai gruppi precedenti.
Sempre per quanto riguarda gli insegnanti vengono ipotizzate altre difficoltà: quella dell’organizzazione delle lezioni e quella che vede i docenti stessi non inclini o preparati all’utilizzo di questo tipo di tecnologia.
Gruppo 4
Relazione: METODO BYOD: PRO E CONTRO
L’analisi di questo gruppo non è specificatamente mirata all’utilizzo del
BYOD nell’ambito dell’insegnamento delle lingue ma si rivolge all’utilizzo
didattico in generale. Se per l’analisi dei vantaggi del BYOD le opinioni rispecchiano quelle dei colleghi degli altri gruppi, nella parte riguardante gli svantaggi emergono alcune questioni che le altre relazioni non avevano ancora considerato.
- disattenzione negli alunni provocata dall’uso dei device;
- difficoltà di studio su certi dispositivi, con possibili effetti negativi sulla salute (ad es. schermi troppo luminosi che possono disturbare la vista, ecc…);
- indebolimento dell’uso della scrittura e incapacità di riconoscere i propri errori grammaticali/semantici/lessicali a causa degli strumenti di autocorrezione presenti sul device;
Come vediamo il gruppo si focalizza sul fatto che questi strumenti potrebbero essere fonte di disattenzione per gli alunni, e portarli a una minore abilità nella scrittura; vengono inoltre messi in luce i rischi che un uso intensivo di questi dispositivi potrebbe comportare per la salute.
Oltre ai punti sopra elencati è interessante tenere in considerazione le riflessioni finali di questo gruppo che attribuisce ai BYOD anche la funzione di “educatore all’utilizzo delle tecnologie”.
Il BYOD è da adottare come metodo principale o come supporto? È adatto per alunni di tutte le età? In quale grado scolastico può essere più efficace?
In un piccolo sondaggio portato avanti nel corso classe di Glottodidattica, le opinioni si differenziavano le une dalle altre, ma c’era un parere comune. La maggioranza di noi studenti concordava sul fatto che il BYOD sia uno strumento/un metodo d’insegnamento da utilizzare a latere di quello tradizionale, con libri e quaderni. In più, uno dei vantaggi, oltre a rendere la lezione più attiva e
coinvolgente, può essere quello di fare “educazione alla tecnologia”, ovvero, insegnare alle nuove generazioni il modo migliore di gestire i propri device e la rete in sicurezza, sfruttando a pieno le capacità offerte dai nostri dispositivi. Maggiori discordanze si sono avute, invece, riguardo all’età e al grado d’istruzione dei fruitori di questo metodo. Parte degli studenti sosteneva che il BYOD era più facile da gestire con alunni di scuola primaria, ancora non troppo interessati ai social network o ad altri svaghi che potrebbero determinare alti livelli di distrazione. Altri studenti invece erano favorevoli all’uso del BYOD a livelli più alti (licei o università) in cui il bisogno di reperire materiali e informazioni online è più grande e il grado di maturità degli alunni più alto.
Riguardo all’età, una risposta più concreta potrebbe emergere solo da una sperimentazione di questa metodologia in diverse fasce.
Gruppo 5
Relazione: METODO BYOD: COME UTILIZZARLO
L’ultimo gruppo di cui si riporta parte della relazione sull’utilizzo del
BYOD, pone l’accento più che su un elenco di vantaggi e svantaggi su un’analisi
generale delle motivazioni che hanno portato all’emergere di questi strumenti e alla loro diffusione dal mondo aziendale a quello didattico. L’attenzione cade, come in altre relazioni, sui vantaggi in termini di risparmio economico e sul fatto che il
BYOD potrebbe rispondere alla scarsità di dotazione informatica e all’insufficienza
di fondi pubblici per gli istituti scolastici.
A livello scolastico, gli ottimi risultati riscontrati nell’applicazione di tale tecnologia, soprattutto nei paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti, hanno portato alla proposta di sfruttare il BYOD anche nel mondo scolastico italiano per ovviare alla scarsità di dotazione informatica e all’insufficienza di fondi pubblici.
In ambito didattico, in un momento in cui le scuole presentano un budget sempre più limitato, soluzioni come quella di far portare agli alunni i propri dispositivi tecnologici, sono le più benvenute.
Le conclusioni sono in linea con quelle di altri gruppi che vedono il BYOD come strumento da affiancare alla didattica tradizionale.