4 Il Cooperative BYOD nell’insegnamento dell’italiano come L2
4.2 Struttura ed organizzazione del corso
Veniamo ora a descrivere il corso in Cooperative BYOD. Parleremo dell’organizzazione generale del lavoro e, nello specifico, di una lezione a titolo esemplificativo, per vedere da vicino come veniva adattato un singolo argomento a questo metodo. L’intenzione di base è stata quella di riproporre un corso parallelo a quello della classe analogica, cambiando gli strumenti e l’approccio. Le lezioni della classe di controllo sono di tipo frontale, svolte interamente in italiano e ovviamente hanno subito una leggera variazione di struttura. Il corso standard
Classe analogica: risposte questionario sociolinguistico
Età Nazionalità L1
Professione Studi L2 Già studiato l’italiano Perché studi l’italiano S 1 25 Francese (FR)
Impiegato M Inglese No Partner italiano
S 2 49 Olandese (BE)
Impiegato M Inglese No Lavoro
S 3 54 Tedesco Impiegato M Inglese No Lavoro
S 4 30 Russo Impiegato M Inglese Francese
No Partner italiano
S 5 36 Polonia Impiegato M Inglese No Lavoro
S 6 29 Francese (BE)
Studente L Nessuna No Piacere
S 7 65 Inglese (US) Pensionato M Francese No Piacere S 8 28 Francese
(FR)
Impiegato M Inglese Francese
No Lavoro
S 9 46 Turco Impiegato M Francese No Piacere
prevede delle lezioni frontali svolte interamente in italiano accompagnate da vari strumenti: libro di testo, file audio e alcuni video. In nessuna di queste lezioni vengono utilizzate tecniche di apprendimento cooperativo e il metodo BYOD; l’approccio è di tipo comunicativo, l’espressione orale favorita rispetto a quella scritta. Come si vede il fine comune ma i mezzi divergono.
Nella classe digitale è stato comunicato fin da subito agli studenti che il loro corso sarebbe stato un corso sperimentale. Si è preferito non lasciare la scelta agli studenti se seguire il corso analogico o quello digitale, per valutare al meglio anche eventuali reazioni negative e per intervenire al fine di ridurle il più possibile. Come già detto è stato proposto loro un questionario sociologico al quale gli studenti hanno dovuto rispondere usando BYOD. Solo due studenti hanno avuto alcune difficoltà nell’utilizzare il proprio dispositivo, risolte comunque velocemente con l’aiuto del docente. Quest’ultimo infatti oltre al ruolo di insegnante di lingua h AVUTO anche quello di tutor informatico, anche se in realtà il suo intervento si è ridotto solo al caso appena citato e pochissimi altri.
Il lavoro più importante del docente si è dimostrato essere la pianificazione della lezione in modo da renderla usufruibile sia con il BYOD che in apprendimento cooperativo. Durante questa fase di progettazione è stata dedicata molta attenzione sia a fattori che definiremo esterni (strumenti per la didattica, disposizione delle sedie dei tavoli della classe e divisione in gruppi), sia a fattori interni (scelta dei contenuti, adattabilità dei contenuti al Cooperative BYOD, creazione di un syllabus che andasse in parallelo con il programma della classe di controllo). Dal punto di vista dei fattori esterni, il lavoro si è mostrato essere abbastanza facile da realizzare. I gruppi venivano facilmente formati (3 o 4 persone) grazie anche alla disposizione di un tavolo ovale all’interno dell’aula. Come metodo di formazione abbiamo fatto affidamento a un tipo di gruppo eterogeneo. I componenti dei gruppi venivano scelti dal docente, inizialmente facendo affidamento ai dati del questionario sociolinguistico (basti pensare a quanto sarebbe più facile apprendere l’italiano più velocemente per un gruppo ispanofono rispetto a un gruppo di L1 olandese) e successivamente in base alle capacità che gli studenti acquisivano durante il corso. Non avendo per le prime lezioni dati sul rendimento, e dovendo inserire nel gruppo almeno uno studente ad “alto rendimento” e uno a “basso rendimento”, si è cercato
di inserire in ogni gruppo almeno uno studente L1 romanza e uno studente L1 non romanza (ad esempio nella classe analogica lo studente 1, L1 francese, e lo studente 3, L1 tedesco, potevano far parte dello stesso gruppo).
Una schermata, con l’aiuto di un proiettore, veniva proiettata in modo da essere visibile a tutti (era inoltre possibile visualizzare la stessa schermata sui dispositivi ma il proiettore aiutava anche chi eventualmente aveva un dispositivo di piccole dimensioni).
La struttura interna invece è stata progettata sulla base dei due principi base del CL: interdipendenza positiva e responsabilità individuale.
La versatilità dei dispositivi BYOD ha permesso di integrare i contenuti in tutti i formati: audio, video, immagini e testi. Uno degli strumenti più utilizzati è stato Google drive. Quest’ultimo fornisce una serie di programmi per la scrittura, la creazione di presentazioni, di fogli di calcolo, di database nonché la già menzionata la funzione moduli che permette la creazione di quiz e questionari e la raccolta di dati in maniera ordinata su un foglio di calcolo. Tutte queste funzioni sono facilmente condivisibili online e modificabili da tutti coloro ai quali è stato autorizzato l’accesso. Il funzionamento di queste applicazioni è totalmente gratuito e il limite di spazio per la condivisione dei dati online, fino a 5 GB, si è dimostrato essere più che sufficiente. Questo tipo di servizio è accessibile e ottimizzato per qualsiasi tipo di dispositivo mobile capace di connettersi a Internet. La facilità d’uso e lo spazio concesso hanno permesso di condividere file di diverso tipo senza doversi preoccupare delle dimensioni. Per ottenere l’accesso e la possibilità di creare dei file condivisibili elencati è necessario avere un account di posta elettronica Google mail, ma per modificare o visualizzare un file è sufficiente avere un indirizzo mail di qualsiasi tipo.
Dopo aver raccolto tutti gli indirizzi di posta elettronica degli studenti è stata creata una mailing list condivisa nella quale tutti potevano scrivere, porre delle domande o semplicemente dare delle comunicazioni, a partire dalla terza lezione ciò doveva avvenire obbligatoriamente in italiano. Contestualmente è stato creato un file di testo accessibile e modificabile da studenti e docente. In questo file di
testo veniva scritto un riassunto degli argomenti trattati a ogni lezione, permettendo ai partecipanti di avere sempre a disposizione un documento con tutte le informazioni necessarie. Quest’ultima funzione si è dimostrata molto utile anche per coloro che non potevano essere presenti a tutte le lezioni. Un’altra operazione necessaria è stata la creazione di piccole mailing list ridotte per i singoli gruppi, necessarie per fornire il materiale separatamente sul quale lavorare e sviluppare la lezione.
Vediamo ora lo svolgimento di una lezione in Cooperative BYOD. Il contenuto riguarda principalmente8 la struttura della casa e l’arredamento. Lo scopo era quello di sviluppare il lessico adeguato e di potenziare l’utilizzo delle espressioni “c’è, ci sono”.
Dopo aver diviso in tre gruppi gli studenti (3 gruppi da 3 persone nella classe analogica e 3 gruppi di cui due da 3 e uno da 4 nella classe sperimentale) è stato condiviso un file con un’immagine di una planimetria accessibile a tutti i gruppi e visibile con il proiettore (fig. 2) mentre a solo uno dei partecipanti di ciascun gruppo
è stata fornita la stessa planimetria con i nomi delle stanze (fig. 3):
8 Vedi appendice.
Figura 2. Planimetria muta.
Figura 3. Planimetria con i nomi delle stanze.
Agli altri partecipanti dei vari gruppi è stato fornito un elenco di mobili o oggetti specifici per ogni stanza della casa facendo attenzione che all’interno dello stesso gruppo gli elenchi fossero diversi per ogni partecipante, insieme a un’immagine (fig.4). A questo punto per ogni gruppo almeno uno dei partecipanti aveva un elenco di mobili diverso da quello dei propri compagni sul proprio dispositivo e solo uno dei partecipanti aveva la planimetria della casa con i nomi delle stanze.
Figura 4. Esempio di immagine fornita agli studenti.
Dopo essersi assicurati che tutti avessero correttamente ricevuto le informazioni necessarie, sono stati dati cinque minuti di tempo per memorizzare la propria lista e per insegnarla agli altri componenti del gruppo. Scaduti i cinque minuti i gruppi dovevano liberarsi del proprio BYOD e assumevano il ruolo di squadre alle quali venivano fatte delle domande. Ogni risposta esatta conferiva un punto e dava il diritto di scegliere a quale squadra doveva essere fatta la domanda successiva; quest’ultima, in caso di risposta corretta doveva a sua volta scegliere una squadra che però non poteva essere la squadra dalla quale era stata indicata, per evitare che la scelta cadesse sulle stesse due squadre per tutta la durata dell’esercizio.
Le domande venivano fatte indicando la planimetria muta sul modello “Cosa c’è in questa stanza?”, “Ci sono delle poltrone in questa stanza?”. Soprattutto nei primi turni si è cercato di porre la domanda a studenti specifici di ogni gruppo, cercando ad esempio di interrogare sui mobili della cucina chi aveva la lista sui mobili del bagno.
Ovviamente questo tipo di prova non si è svolta in maniera fluida fin da subito, è stato infatti necessario fare degli scambi prova supportati dal docente per chiarire meglio la struttura dell’esercizio. Quella che però inizialmente si presentava come una difficoltà si è poi rivelata un ottimo esercizio di team building. Come accennato, le lezioni si sono svolte interamente in italiano e in questa stessa lingua sono state date le istruzioni per svolgere l’esercizio. È in questo frangente che l’aiuto reciproco all’interno del gruppo si è dimostrato fondamentale. Per il
successo del team infatti ogni componente ha cercato di capire al meglio le istruzioni e di spiegarle bene ai propri compagni in difficoltà.
Anche chi aveva difficoltà ad usare i device non ha chiesto aiuto al docente ma ha preferito rivolgersi a un compagno nonostante le difficoltà di comunicazione dovute alle barriere linguistiche.
Alla fine dell’esercizio i gruppi erano più affiatati e la cooperazione era attiva. I non digital natives avevano inoltre acquisito più confidenza con i loro dispositivi. Tutto il materiale è rimasto su un file online così da non occupare spazio sui dispositivi degli studenti, rimanendo sempre a loro disposizione anche una volta terminata la lezione.
Cerchiamo quindi di riassumere con dei brevi punti svolgimento ed effetti della lezione svolta in Cooperative BYOD:
- le istruzioni fornite in italiano dal docente hanno facilitato un processo di team building e lo sviluppo di abilità sociali. Se l’istruzione fornita non era linguisticamente chiara si attivava un processo automatico che ha visto gli studenti collaborare per capire insieme quale fosse l’istruzione.
- l’essere chiamati a rispondere a delle domande importanti, per il successo del gruppo, ha incrementato il principio di responsabilità
individuale e di gruppo.
- la divisione delle informazioni utili per il successo della squadra fornite a ciascuno degli studenti ha garantito interdipendenza
positiva.
- la partecipazione a un gioco a punti ha fornito la possibilità agli studenti di autovalutarsi e quindi una revisione metacognitiva del lavoro svolto.
- l’utilizzo del BYOD ha reso più facile la distribuzione delle informazioni e ha consentito di conservare traccia dei contenuti a lezione finita.
- L’interazione degli studenti è stata di tipo dialogico, sia nei momenti di difficoltà relazionale che durante le attività di apprendimento
Visti gli effetti positivi che questa metodologia ha avuto a livello relazionale, resta ora da valutare se anche l’apprendimento linguistico è stato più produttivo in questo contesto oppure nella classe di controllo.