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C AULONIA Q UARTIERE ARTIGIANALE DI C ONTRADA L UPA

Fig 22 Centocamere Agorà emporica Fornace rettangolare nella zona sud-occidentale dell’area

II. 2 1 R ESTI DI OFFICINA PER TERRECOTTE ARCHITETTONICHE

VI.1. C AULONIA Q UARTIERE ARTIGIANALE DI C ONTRADA L UPA

Fig. 66. Caulonia. Il kerameikòs di Contrada Lupa (da Iannelli 2001/II (2002). CAMPAGNE DI SCAVO

1997-1998;Soprintendenza Archeologica della Calabria.

TIPO DI CONTESTO

Quartiere artigianale

METODO DI INDAGINE

Scavo urbano di emergenza: prospezioni geofisiche, carotaggi, scavo stratigrafico.

TOPOGRAFIA

Contrada Lupa, all’esterno del lato meridionale della cinta fortificata.

DATAZIONE

Fine VI- inizi V sec. a.C.

BIBLIOGRAFIA

Iannelli 2001/II (2002); Gagliardi 2007.

INQUADRAMENTO GENERALE

Il kerameikòs di Contrada Lupa, allo stato attuale delle ricerche, costituisce l’unico impianto artigianale destinato alla produzione di ceramica noto a Caulonia, di cui restano due edifici (fig. 66) messi in luce in due settori distinti dell’area di scavo (Area F e Area G).

Al primo, che ricade nell’Area F, è connessa una fornace, mentre al secondo, rinvenuto nell’area G, sono annessi un pozzo, una canaletta e i resti di fornaci distrutte.

Il contesto è stato pubblicato in via preliminare da M.T. Iannelli che, basandosi su una prima analisi dei materiali rinvenuti e sulla ricostruzione della sequenza stratigrafica, ha ritenuto che l’edificio dell’area F fosse di età tardo-arcaica e che la costruzione della fornace risalisse a un periodo successivo da collegare a una fase di occupazione brettia, databile tra il IV e il III sec. a.C. Un attento e più approfondito esame dei reperti ceramici di questo contesto da parte di V. Gagliardi ha fornito alcune precisazioni sul suo inquadramento cronologico e sul periodo di attività della fornace, che invece risulta contemporanea all’edificio di età tardo-arcaica di cui fa parte. La studiosa sottolinea che tutti gli strati di abbandono o di crollo delle strutture contengono materiale che non scende oltre gli inizi del V sec. a.C., ma ancora più significativi sono il crollo e il riempimento della fornace stessa, che hanno restituito frammenti ceramici databili tra la fine del VI e la prima metà del V sec. a.C. Sulla base di questi dati e sulla assoluta assenza di materiali databili oltre la seconda metà del IV sec. a.C., la Gagliardi propone come terminus ante quem per l’inquadramento cronologico della fornace la prima metà del V sec. a.C., circoscrivendo l’attività dell’officina al periodo che va dalla fine del VI agli inizi del V sec. a.C. Per quanto riguarda la specializzazione dell’ergasterion, la studiosa ipotizza che vi si producessero sia ceramica che laterizi per il rinvenimento nell’area di sostegni per l’impilaggio dei vasi, scarti di skyphoi a vernice nera, ceramica da cucina e laterizi dall’argilla verdastra dovuta ad errori di cottura.

VI.1.1OFFICINA CERAMICA

UBICAZIONE

Ubicata nella parte orientale dell’area di scavo (Area F).

STRUTTURE

L’officina è costituita da un edificio (fig. 66) di cui si riconoscono almeno sei ambienti delimitati da muri in cattivo stato di conservazione, costruiti a secco con ciottoli fluviali di piccole e medie dimensioni, rinzeppati con scaglie di scisto e frammenti di laterizi; un solo setto murario (F52) è costituito da frammenti di tegole disposte di taglio in maniera regolare. Purtroppo non esistono dati che permettano di ricostruire con esattezza gli spazi di lavoro e la funzione dei singoli vani. Immediatamente a sud degli ambienti 1 e 6, insiste una fornace orientata in senso E/O.

Fornace

Fornace di medie dimensioni a pianta circolare del tipo a “canaletto centrale” della classificazione della Cuomo di Caprio, ricavata in uno strato di terreno friabile a matrice sabbiosa; la camera di combustione presenta i muri perimetrali in mattoni foderati da argilla e al centro quattro pilastrini, sempre in mattoni, che fungevano da sostegno per il piano forato di cui non resta traccia. La volta, composta da uno spesso strato di argilla, è stata rinvenuta distrutta all’interno della camera di combustione. Dal crollo della fornace, insieme ad elementi della volta, provengono un frammento di lekane e uno di skyphos di tipo attico; nel riempimento della camera di combustione sono stati recuperati un frammento di coppa di tipo C e un piede di oinochoe di produzione attica, insieme a orli di lekanai a fasce e distanziatori, tutti inquadrabili tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C. Gli scarti di produzione sono costituiti da skyphoi a vernice nera, tegami e tegole dall’argilla vetrificata.

DATAZIONE

Fine VI- inizi V sec. a.C.

BIBLIOGRAFIA

Iannelli 2001/II (2002); Gagliardi 2007.

VI.1.2OFFICINA CERAMICA

UBICAZIONE

Ubicata nella parte occidentale dell’area di scavo (Area G).

STRUTTURE

L’edificio, orientato E/O, è costituito da almeno tre ambienti (fig. 66) delimitati da muri in ciottoli fluviali messi in opera a secco; un setto murario (G6) presenta, oltre ai ciottoli, anche numerosi embrici rotti disposti su più piani di cui si conservano 13 assise, mentre un altro (G54) è composto da mattoni stracotti provenienti dalla distruzione di una fornace. Negli angoli sud-orientale e sud- occidentale dell’Ambiente 2 sono stati messi in luce due crolli (UU.SS. 45 e 55) contenenti materiali provenienti da fornaci distrutte, quali scorie vetrificate e mattoni stracotti, probabilmente utilizzati come sostegni per il piano di cottura, e frammenti ceramici databili tra la fine del V e gli inizi del IV sec. a.C. All’estremità occidentale dell’Ambiente 1 è stata rinvenuta una canaletta in tegole che corre in senso NE/SO, mentre all’interno dell’Ambiente 3 insiste un pozzo circolare. La parte nord-orientale dell’area non è stata indagata, ma presenta in superficie evidenti tracce di fornaci distrutte.

Pozzo

Misure: Ø m 0,80.

Ubicato all’interno dell’Ambiente 3, ha le pareti foderate da una serie di anelli fittili; al suo interno sono stati riconosciuti tre livelli di riempimento (UU.SS. 33, 35, 38) che hanno restituito laterizi, tegole, frammenti ceramici, carbone, scorie e grumi di argilla concotta pertinenti al piano di una fornace. Nel riempimento del pozzo vi erano alcune tegole con bollo a palmetta, che secondo gli studiosi venivano prodotti nell’officina stessa.

Canaletta

Ubicata sul lato occidentale dell’Ambiente 1, ha un andamento NE/SO ed è costituita da tegole disposte di taglio. Al suo interno è stato rinvenuto uno strato a matrice sabbiosa ricco di grossi grumi di argilla, contenente pochi frammenti ceramici non diagnostici.

REPERTI MOBILI

Gli strati di crollo delle strutture hanno restituito materiale che non scende oltre gli inizi del V sec. a.C.; si tratta soprattutto di vernice nera (coppe di tipo C, attiche e di produzione locale, e cup- skyphoi), anfore con orlo a cuscinetto rigonfio, lekanai a fasce e hydriai con orlo scanalato. Nel settore orientale dell’Ambiente 1 è stato rinvenuto uno scarico di officina (G48=G36) da cui provengono laterizi, sostegni di fornace, frammenti ceramici e resti di carbone.

DATAZIONE

Fine VI- inizi V sec. a.C.

BIBLIOGRAFIA

Iannelli 2001/II (2002); Gagliardi 2007.