Fig 22 Centocamere Agorà emporica Fornace rettangolare nella zona sud-occidentale dell’area
II. 2 1 R ESTI DI OFFICINA PER TERRECOTTE ARCHITETTONICHE
VIII.2. V ELIA Q UARTIERE O VEST
VIII.2.1OFFICINA CERAMICA
UBICAZIONE
Terrazza più bassa del quartiere occidentale.
STRUTTURE
Negli anni Ottanta del secolo scorso W. Johannowsky portò alla luce una fornace, di cui non possediamo dati di scavo poiché non è stata oggetto di pubblicazione. L’équipe dell’Università di Vienna ha individuato nel 2001 l’area del rinvenimento di tale struttura, che risulterebbe obliterata dalle abitazioni del periodo tardo-ellenistico e che potrebbe essere stata utilizzata per la produzione di ceramica.
REPERTI MOBILI
/////////////////////
DATAZIONE
IV-III sec. a.C.
BIBLIOGRAFIA
Inedita; D’Angiolillo-Gassner 2017, p. 3.
VIII.3.VELIA.VALLE DELLA FIUMARELLA
Fig. 74. Velia. Valle di Fiumarella. I rinvenimenti di Contrada Vasalia e Santa Maria (da D’Angiolillo- Gassner 2017).
CAMPAGNE DI SCAVO
1927,1950;Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino e Benevento
2015/2016; Università di Vienna (V. Gassner) in collaborazione con la Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino.
TIPO DI CONTESTO
Officina
METODO DI INDAGINE
Scavo tramite sterro; prospezione archeologica di superficie.
TOPOGRAFIA
Valle di Fiumarella. Contrada Vasalia. Ubicata a 750 m a sud-est del circuito murario.
INQUADRAMENTO GENERALE
Una delle aree identificate dagli studiosi austriaci come possibile zona destinata ad accogliere un quartiere artigianale è quella della valle della Fiumarella, ubicata circa 750 m a nord-est della cinta fortificata. Qui, nel 1927 il Mingazzini individuò ed indagò un edificio a cui era connessa una fornace, il cui scavo fu interrotto e ripreso dallo stesso studioso molti anni dopo, nel 1950. Egli interpretò la struttura come un impianto destinato alla produzione di laterizi, per il rinvenimento di alcuni mattoni stracotti da lui identificati come scarti di produzione. Tale ipotesi non è condivisa dagli studiosi dell’Università di Vienna, che si ritengono più propensi a interpretare tali mattoni come elementi costitutivi della struttura stessa della fornace, arrossati per il diretto e continuo contatto col calore.
Le prospezioni di superficie effettuate dagli Austriaci nella valle della Fiumarella hanno permesso di rintracciare il luogo occupato dall’officina (i cui ambienti risultano attualmente distrutti da una strada) e di individuare un po’ più a E di essa, in località Santa Maria, un’area di frammenti contenente i resti di un’altra fornace. L’insieme di questi dati fornisce un quadro d’insieme su un’area di facile approvvigionamento idrico, di legname e di argilla, che ha potuto favorire in passato l’installazione di un quartiere artigianale. Secondo gli studiosi infatti, tutta la sponda sinistra del corso d’acqua Fiumarella potrebbe essere occupata da installazioni produttive, che avrebbero sfruttato il pendio della collina, come quella di contrada Vasalia, per costruire meglio le fornaci proteggendole dai venti.
VIII.3.1OFFICINA PER LA PRODUZIONE DI MATTONI (?)
Fig. 75. Velia. Valle di Fiumarella. Contrada Vasalia. La fornace per i mattoni (da Mingazzini 1954).
UBICAZIONE
Valle di Fiumarella. Contrada Vasalia. Ubicata a 750 m all’esterno del circuito murario.
STRUTTURE
L’officina è costituita da un edificio con due ampi vani e un altro piccolo ambiente di servizio a pianta rettangolare, a cui è collegata una fornace ubicata all’esterno, sul lato settentrionale dell’area. I setti murari, di cui si conservano due assise dello zoccolo, sono costruiti con blocchi di pietra sommariamente sbozzati. Il vano a N è aperto verso la fornace e pavimentato con uno strato di cocciopesto grossolano disteso su un piano di argilla. L’ambiente interno, a S, presenta muri perimetrali regolari, una pavimentazione realizzata con pietre di grandi dimensioni e, nell’angolo SO, una vasca rotonda con un canaletto di adduzione e uno di abduzione. Questo ambiente è stato interpretato come uno spazio destinato alla decantazione e all’impasto dell’argilla, mentre il vano settentrionale sarebbe un luogo adibito all’essiccazione dei mattoni.
Fornace
Misure: graticola Ø max m 4,30, Ø min. m 3,95, spess. m 0,20, Ø medio buchi m 0,10; vano interno H max m 0,70, Ø m 1,90.
Fornace a pianta circolare con camera di combustione a corridoio centrale in asse con il praefurnium; ai lati del corridoio una serie di muretti trasversali costituiscono il sostegno per il piano forato della camera di cottura. I muretti sono realizzati in mattoni e si congiungono a quelli del lato opposto, al di sopra del corridoio centrale, attraverso degli archi. La camera di cottura è costituita da un ambiente interno di forma cilindrica decentrato e da uno esterno; secondo il Mingazzini l’ambiente esterno veniva utilizzato per la cottura ‘a catasta’ dei mattoni, mentre in quello interno venivano cotti i vasi. La graticola, realizzata in mattoni, è dotata di fori disposti in maniera regolare. Il praefurnium, aperto a S, è di forma rettangolare con copertura a volta. La fornace è foderata esternamente da uno strato di argilla modellata a mano.
All’interno della fornace sono stati rinvenuti alcuni mattoni appartenenti al crollo della struttura, due canne d’argilla, un mattone cilindrico del diametro di m 0,09 e un frammento di mattone di tipo eleate con l’iscrizione ΟΝΗ.
DATAZIONE
Prima metà III sec. a.C.
BIBLIOGRAFIA
Mingazzini 1954, pp. 21-25; G. Greco- Strazzulla 1994, p. 130; Cicala-Vecchio 2014.
VIII.3.2RESTI DI OFFICINA
UBICAZIONE
Valle della Fiumarella. Località Santa Maria.
STRUTTURE
Resti di fornace.
REPERTI MOBILI
Aree di frammenti ceramici e di laterizi.
DATAZIONE
//////////////////
BIBLIOGRAFIA
D’Angiolillo- Gassner 2017, p. 6.
VIII.4.VELIA.INDICATORI INDIRETTI
Un distanziatore rinvenuto nei pressi di una casa di età tardo-arcaica, ubicata sulla dorsale centrale del centro antico, rappresenta una delle testimonianze indirette più antiche sull’esistenza di attività artigianali a Velia. Tuttavia esso è stato interpretato dagli scavatori come ex-voto, poiché proviene da un’area sacra contigua all’abitazione, precedente al santuario ellenistico di Poseidon Asphaleios e di Hera. Al V sec. a.C. appartiene un frammento mal cotto di ceramica a fasce, ritrovato in uno strato di sabbia che obliterava le case in mattoni della città bassa.
Ascrivibile al IV sec. a.C. è una pila di skyphoi e cup-skyphoi a vernice nera mal cotti e saldati l’uno all’altro, di provenienza incerta.
Nel 1995, nella parte bassa del vallone del Frittolo a N delle terme romane, è stata individuata una fornace in mattoni velini distrutta dalla costruzione del praefurnium delle terme. Secondo gli studiosi dell’Università di Vienna non è improbabile la presenza di officine in questa zona molto ricca di risorse idriche. Questa fornace, a parte brevi accenni, è rimasta inedita.
BIBLIOGRAFIA
D’Angiolillo-Gassner 2017, pp. 2-3; C. Vecchio 2007, p. 94, nota 33.
IX.SIBARI
Fig. 76. Sibari. Ubicazione delle aree artigianali; 1) quartiere di Stombi (da Carando 1999, dis. O Voza).
Allo stato attuale delle ricerche, l’unico impianto artigianale messo in luce a Sibari si trova nel quartiere più periferico della città antica, quello di Stombi, ubicato nella zona nord-occidentale, dove sono stati rinvenuti alcuni edifici con strutture produttive annesse, ascrivibili alla fine del VI sec. a.C.
Il rinvenimento di scarti di fornace ha permesso di stabilire che vi si producessero coppe di imitazione ionica, ma dalla documentazione disponibile non è possibile comprendere la portata di tale produzione e se questa fosse concentrata solo in aree limitate o se caratterizzasse l’intero quartiere.
La qualità delle informazioni riportate nelle pubblicazioni non consente di presentare nel dettaglio ogni singola officina.