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C ONTESTUALIZZAZIONE DELLA RICERCA E BASI METODOLOGICHE

Fonti, struttura della ricerca e sua contestualizzazione

II. C ONTESTUALIZZAZIONE DELLA RICERCA E BASI METODOLOGICHE

Spenderemo qualche parola anche sulla posizione in cui si colloca questo lavoro rispetto alla tradizione storiografica che lo precede.

Lo studio dei rituali, in generale, è indissolubilmente connesso con lo studio della società, contenendo essi per natura quelle sfumature fondamentali per comprendere la mentalità e la cultura di una organismo sociale. E se il nostro interesse nei rituali alimentari propri del matrimonio altomedievale non trova ricerche gemelle nei decenni scorsi, tuttavia vi sono eccellenti ricerche su altre tipologie di riti che adottano una prospettiva di analisi che qui condivideremo e da cui trarremo spunto.

Figura di riferimento primaria nella tradizione di studi concernenti riti e rituali è il sociologo, antropologo e storico delle religioni Émile Durkheim (1858-1917), che tracciò il sentiero per nomi del calibro di Claude Lévi-Strauss e Marcel Mauss. La sua indagine si concentrò a fondo attorno a quelli che egli definiva “fatti sociali” (Règles de la méthode sociologique)85, cioè quei modi di pensare e di agire, quegli aspetti della vita quotidiana che erano di fatto rappresentazioni psichiche collettive e sovraindividuali, espresse in norme, consuetudini e modi di sentire. Attraverso lo studio dei fatti sociali, il sociologo poteva passare dal campo della speculazione teorica a quello dell’indagine empirica, adottando un metodo comparativo che sovrapponeva in maniera critica singoli e distinti fatti sociali. Sulla scorta di questo innovativo approccio allo studio della società, Durkheim conferì importanza primaria ai valori e ai comportamenti consuetudinari in quanto dati assolutamente significativi per un’indagine concreta.

Negli anni ’50 del XX secolo le tesi di Durkheim vennero riprese e sviluppate, tra gli altri, da Alfred R. Radcliffe-Brown, un antropologo sociale inglese della scuola funzionalistica. Nei volumi The

social organization of Australian tribes86 e Structure and function in primitive society87 si occupò approfonditamente sia di aspetti quali matrimonio, parentela (anticipando dei temi poi studiati più in esteso Claude Lévi-Strauss), successione, ma anche di costumi, riti, totemismo. A proposito del rito, Radcliffe-Brown lo connetteva alla relazione sociale che il rito stesso doveva esprimere: sostenendo, contro gli storici evoluzionisti, che i fenomeni sociali dovessero essere considerati su

85 E. Durkheim, Règles de la méthode sociologique, Paris 1894.

86 A. R. Radcliffe-Brown, The social organization of Australian tribes, Melbourne 1931. 87 A. R. Radcliffe-Brown, Structure and function in primitive society, Glencoe (IL) 1952.

un livello analogo ai fatti naturali, egli presupponeva che la società fosse costituita da una serie di elementi interdipendenti, connessi in maniera funzionale per garantire adattamento e integrazione. In altre parole, l’antropologo intendeva sottolineare come una società potesse essere tale solamente grazie a una coesistenza di interessi individuali e interessi di gruppo, il tutto regolamentato da apposite norme. Il rito, in questo contesto, aveva la sua precisa funzione di identificare quegli interessi sociali, a sostegno dell’identità del gruppo stesso.

Avvicinandomi maggiormente alla mia disciplina, tra le pietre miliari di questo panorama includo certamente il volume di Marc Bloch intitolato Les rois thaumaturges88, brillante manifesto della metodologia89 del medievista francese, basata sull’integrazione tra la ricerca storica e l’apporto di altre discipline. Bloch mirava a ricavare un quadro del passato il più ricco e articolato possibile; forte, riguardo agli studi antropologici centrali nella sua formazione, si sentiva l’influenza di Durkheim, dal quale comunque egli si discostò, ritenendo la psicologia parte dell’indagine storica, dando quindi risalto all’importanza del singolo nella dinamica del gruppo. Bloch prediligeva lo studio della mentalità, andando quindi a combinare l’indagine dei fatti con quella degli atteggiamenti mentali che ne costituivano lo sfondo. Nei Rois thaumaturges emerse con forza l’attenzione di Bloch verso il rito, i suoi significati e il contesto culturale che lo attorniava, e in quello specifico caso verso il rito della guarigione miracolosa della scrofola da parte dei re di Francia e Inghilterra nel Medioevo.

É da riconoscere inoltre come fondamentale modello gli studi sulla famiglia e sul matrimonio di Georges Duby90, generalmente incentrati sui secoli XI-XIII. La sua metodologia, improntata sullo studio della percezione che gli uomini del Medioevo avevano di loro stessi e del mondo che li circondava, ebbe notevole successo sulle successive generazioni di studiosi91, contribuendo a promuovere l’azione di rinnovamento dell’indagine storica facente capo all’Ecole des Annales, fondata nel 1929 da Marc Bloch e Lucien Febvre e celebre anche per aver attratto studiosi del

88 M. Bloch, Les rois thaumaturges, Strasbourg 1924.

89 Riguardo al metodo storico del medievista francese si veda M. Bloch, Apologie pour l'histoire ou Métier

d'historien, post., Paris 1949; ma anche il suo carnet del 1906-07, tuttavia pubblicato solo nel 1988, dal titolo Méthodologie historique: M. Mastrogregori, Due scritti inediti di Marc Bloch sulla metodologia storiografica, in

"Rivista di storia della storiografia moderna", 1988, n. 2-3, pp. 155-68; infine, M. Bloch, Histoire et historiens.

Textes réunis par Etienne Bloch, Armand Colin, Paris 1996, pp. 3-7.

90 Ne citiamo alcuni: G. Duby, Le chevalier, la femme et le prêtre : le mariage dans la France féodale, Paris

1981; Id., Dames du XIIe siècle, 3 voll., Paris 1995-1996; Id. - J. Le Goff, Famille et parenté dans l’Occident

mediéval, Rome 1977; da ultimo, il suo ciclo di lezioni svolte alla Johns Hopkins University e pubblicate nel

1978 in Id., Medieval Marriage: two models from twelfth-century France, trad. E. Foster, Baltimore 1978.

91 Anche se non direttamente connessi con la famiglia e il matrimonio, è comunque doveroso citare due

opere, tra le altre (di cui una a quattro mani con Ariés): G. Duby, Les trois ordres ou l'imaginaire du

calibro di Fernand Braudel e Henrì Pirenne. La scuola storica francese sosteneva che gli specialisti in scienze umane avrebbero ottenuto il massimo dalle loro ricerche solo lavorando insieme, sfruttando più ottiche contemporaneamente. Una ricerca in campo storico, secondo questa nuova impostazione metodologica, non poteva prescindere dai risultati di indagini economiche, ma soprattutto di quelle geografiche e antropologiche, specie quando si trattava di studi sulla famiglia e sulle strutture di parentela. Ma la vera innovazione che l’Ecole des Annales apportò alla metodologia storica fu ancora a monte, nelle finalità della ricerca, spostando l’attenzione dalla storia dei fatti, degli eventi e delle vicende politiche, a quella delle “strutture degli avvenimenti”.

Lo studio dei rituali alimentari nuziali che qui si propone si fonderà sulle medesime metodologie degli studi citati, interessandosi primariamente alla mentalità che permeava l’uso e la condivisione del cibo in occasione della celebrazione di un matrimonio.