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3.4. PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA E CAMPIGNA

3.4.11. Calandro Anthus campestris

3.4.11.1.Distribuzione storica e attuale nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

La situazione storica non è conosciuta. Attualmente, la specie risulta rara e minacciata di estinzione all’interno del Parco Nazionale, con distribuzione molto ristretta, localizzata esclusivamente nei prati di San Paolo (Ceccarelli et al. 2005).

3.4.11.2. Principali minacce per la specie

Nell’area del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi le principali minacce per il Calandro Anthus campestris risultano: perdita di habitat per la nidificazione, rimboschimentio artificiali e naturali, abbandono delle pratiche di pastorizia tradizionale, pesticidi e diserbanti, attività trofica del cinghiale sui terreni erbosi (Verdecchia e Agostini 2008).

3.4.11.3. Status di conservazione attuale

A livello locale, la drastica riduzione dell’ambiente idoneo alla specie conseguente all’abbandono delle attività agro-pastorali di tipo tradizionale, evidenziano un quadro critico per la specie.

fattore Stato stato di

conservazione Parco Nazionale FC

stato di conservazione Nazionale

range Sconosciuto, probabilmente

in contrazione

Sconosciuto Sconosciuto

popolazione In pericolo di estinzione Cattivo Cattivo

habitat della specie In regresso Cattivo Inadeguato

complessivo Cattivo Cattivo

ROSSO

3.4.11.4. Indicazioni per la conservazione

Nell’area del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi, le indicazioni per la conservazione del Calandro Anthus campestris, dovrebbero essere orientate a: recuperare e mantenere le aree aperte, ripristinare il pascolo di bestiame domestico con tecniche tradizionali, calendizzare le attività di sfalcio della vegetazione(Verdecchia e Agostini 2008).

3.4.12. Averla piccola Lanius collurio

3.4.12.1.Distribuzione storica e attuale nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

La situazione storica non è conosciuta. Attualmente, la specie all’interno del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi risulta rara e in diminuzione nel versante romagnolo e stabile in quello toscano, con distribuzione ampia e frammentaria in coltivi, pascoli e radure: Bucine, Pian di Visi, Pian di Rocchi, S. Paolo in Alpe, Romiceto, La Verna Casentino (Ceccarelli et al. 2005).

3.4.12.2 Principali minacce per la specie

Nell’area del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi le principali minacce per l’Averla piccola Lanius collurio risultano: chiusura delle aree aperte, abbandono delle attività di allevamento e pastorizia tradizionale, rimboschimenti, impoverimento degli ambienti marginali, uso di pesticidi e diserbanti, taglio delle vegetazione delle fasce arbustate o delle siepi di confine (Verdecchia e Agostini 2008).

3.4.12.3.Status di conservazione attuale

L’attuale rarità e la rarefazione dell’ambiente idoneo alla specie conseguente all’abbandono delle attività agro-pastorali di tipo tradizionale, definiscono nell’insieme un quadro non favorevole per la specie nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, sia nel versante romagnolo che in quello toscano (Tellini Florenzano et al. dati ined.)(Fig. 1).

Potenzialmente importanti per la conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione per e da i quartieri riproduttivi.

Fig. 1 - Valori di abbondanza relativa di Averla piccola nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (versante toscano).

Averla piccola

0 1 2 3 4 5 6

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

n. individui___

modello osservazioni

fattore Stato stato di

conservazione Parco Nazionale Foreste casentinesi

stato di conservazione Nazionale

Range in leggera contrazione Cattivo Cattivo

popolazione in calo, soprattutto quella romagnola, quella toscana incerta

Inadeguato Cattivo

habitat della specie Probabilmente in diminuzione

Cattivo Cattivo

complessivo Cattivo Cattivo

ROSSO

3.4.12.4. Indicazioni per la conservazione

Nell’area del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi, le indicazioni per la conservazione dell’Averla piccola Lanius collurio, dovrebbero essere orientate a: ripristinare e mantenere le aree aperte, tutelare le aree cespugliate spinose (rosa canina, prugnolo, biancospino), e le siepi di confine prevedendone il ripristino, tutelare il mosaico agricolo, recuperare le attività di pascolo e agricoltura tradizionali (Verdecchia e Agostini 2008).

Riepilogo dello stato di conservazione delle specie ornitiche analizzate nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: classificazione a ‘semaforo’.

Fattore Range Popolazione Habitat della

specie

Complessivo

Falco pecchiaiolo Favorevole Favorevole Favorevole Favorevole

Aquila reale Favorevole Inadeguato Cattivo Cattivo

Falco pellegrino Favorevole Favorevole Favorevole Favorevole

Gufo reale Cattivo Inadeguato Favorevole Cattivo

Succiacapre Sconosciuto Sconosciuto Cattivo Cattivo

Martin pescatore Sconosciuto Sconosciuto Inadeguato Sconosciuto

Picchio nero Favorevole Favorevole Favorevole Favorevole

Tottavilla Inadeguato Favorevole Cattivo Cattivo

Calandro Sconosciuto Cattivo Cattivo Cattivo

Averla piccola Cattivo Cattivo Cattivo Cattivo

La classificazione “ a semaforo” ha evidenziato nel complesso nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, 3 specie con uno stato di conservazione complessivo Favorevole, 6 Cattivo, e 1 sconosciuto.

Bibliografia

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3.5. PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO 3.5.1. Descrizione generale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano

Il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, istituito nel 1995, tutela 56.766 ha di mare e 17.887 ha di terra, formando il più grande Parco Marino d’Europa. E’ formato da sette isole principali e alcuni isolotti minori e scogli per una superficie complessiva di 300 kmq.

Sono incluse le sette isole dell'Arcipelago Toscano: Elba, Capraia, Gorgona, Pianosa, Montecristo, Giglio, Giannutri, con i più importanti isolotti: Palmaiola e Cerboli nei pressi dell’Elba, le formiche di Grosseto a nord del Giglio, lo scoglio d’Africa o formiche di Montecristo a ovest di Montecristo, le formiche di Capraia, di Palamiola, della Zanca. L’arcipelago comprende 249 km di costa di cui 147 appartenenti all’Elba. Si tratta di isole di formazione geologica assai diversa: Capraia é vulcanica, il Giglio e l'Elba sono prevalentemente granitiche. L'antichissima presenza dell'uomo, testimoniata dai ritrovamenti e dalla lunga tradizione di lavorazione dei minerali, ha prodotto profondi cambiamenti nella vegetazione originaria e i boschi di leccio restano solo in alcune parti dell'Elba, mentre la macchia mediterranea é la vegetazione dominante. Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è stato suddiviso in quattro zone a tutela differenziata:

iv) Zona A “di Riserva integrale” comprendente: i) nell’isola d’Elba: monte Giove, colle di Tutti, le Calanche; ii) la parte centrale di monte Capanne; iii) due aree sull’isola di Pianosa; iv) gran parte dell’area meridionale del parco sull’isola del giglio; v)= la fascia occidentale dell’isola di Capraia; vi) la parte meridionale dell’isola di Giannutri; vii) tutte le isolette minori e scogli; viii) la quasi totalità dell’isola di Montecristo.

v) Zona B “Riserva Generale orientata” comprendente: i) ampia fascia di contorno dell’area di Monte Capanne non compresa nella zona A; ii) gra parte dell’area del parco nel centro dell’isola d’Elba; iii) gran parte dell’area nord orientale del Parco (Monte Serra, monte Capannello, Cima dei Monti, Volterraio); iii) l’intera area del monte Calamita; iv) zona umida la Mola; v) una fascia che nell’isola di Pianosa, margina l’area agricola centrale; vi) tutta l’area del Parco dell’isola di Capraia che non è compresa nella zona A; vi) gran parte dell’isola del Giglio; la fascia orientale dell’isola di Gorgonia; vii) la parte centro-settentrionale dell’isola di Giannutri; viii) la zona “la Villa” dell’isola di Montecristo.

vi) Zona C “Area di protezione”, le aree agricole del parco in genere di piccole e medie dimensioni. Il regime di tutela è finalizzato alla conservazione e valorizzazione degli usi agricoli tradizionali

vii) Zona D “Area di promozione economica e sociale”, generalmente caratterizzate da più evidenti modifiche di origine antropica rispetto alle zone precedenti, sono tutte individuate all’interno delle aree C e sono caratterizzate da ambienti urbani: i) Marciana, ii) Poggio; iii) Campo d’Elba.

All’interno del Parco Nazionale, l’IBA 096 “Arcipelago toscano”, ha un’estensione di 20760 ha di superficie terrestre e 23876 ha di superficie marina.

L’IBA comprende le ZPS: IT5160002 isola di Gorgona – area terrestre e marina, IT516007 isola di Capraia – area terrestre e marina, IT5160011 Isole di Cerboli e Palmaiola, IT5160012 Monte Capanne e promontorio dell’Enfola, IT5160013 isola di Pianosa – area terrestre e marina, IT5160015 isola di Montecristo e formica di Montecristo – area terrestre e marina, IT51A0022 Formiche di Grosseto, IT51A0023 isola del giglio, IT51A0024 isola di Giannutri – area terrestre e marina, IT51A0035 isolotti grossetana dell’arcipelago toscano.

3.5.2. Specie in Direttiva Uccelli (79/409) analizzate come nidificanti nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Berta maggiore Calonectris diomedea Berta minore Puffinus yelkouan

Marangone dal ciuffo Phalacrocorax aristotelis desmarestii Falco pellegrino Falco peregrinus

Gabbiano corso Larus audouinii