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P. N.Abruzzo,Lazio,Molise

3.6.12. Picchio dalmatino Dendrocopus leucotos

3.6.12.1. Distribuzione storica e attuale nel Parco Nazionale del Lazio Abruzzo e Molise

Dopo la scoperta della specie, passata a lungo inosservata, avvenuta nel 1959 ad opera di Edgardo Moltoni, si sono susseguite segnalazioni, ricerche ed indagini per valutare la distribuzione della specie in Italia. I dati mostrano che il Picchio dalmatino è localizzato unicamente nel settore dell’

Appennino centrale; segnalazioni provenienti dall’ Italia meridionale (Alburni, Vulture) e dalla Puglia (Gargano), non trovano conferme recenti.

Il nucleo più importante di presenza della specie è proprio quello del Parco Nazionale d’ Abruzzo, Lazio e Molise e dei Monti Ernici-Simbruini, dove la specie nidifica con circa il 90% delle coppie rispetto al totale della popolazione accertata (250-300 coppie; Bernoni 1999). Il PNALM è l’ area nella quale la specie è stata maggiormente indagata e nella quale sono stati registrati il maggior numero di coppie e le massime densità (fino a 2 coppie x kmq; Bernoni 1995) e che presenta la maggiore continuità nella distribuzione, tanto che si trovano presenze riproduttive anche nelle zone più periferiche dell’ area, nella Zona di Protezione Esterna (Monte Longana – Serra Lunga, Collelongo; Gole del Sagittario, Anversa degli Abruzzi; Vallone Terratta, Scanno; Selva Bella, Villetta Barrea). L’elevata copertura percentuale e la notevole qualità ambientale delle foreste garantiscono alla specie una relativa continuità dell’ habitat dai versanti montuosi a sud della piana del Fucino sino al Molise, dalla Valle del Liri sino alla Majella.

La specie nidifica soltanto nelle faggete, per lo più a quote superiori a 1200 m, con una maggiore frequenza, legata anche alla maggiore diffusione delle faggete in questo intervallo altitudinale, tra i 1400 ed i 1600 m.

3.6.12.2. Principali minacce per la specie

Nel corso degli anni la principale causa di distruzione dei siti di nidificazione nel PNALM è stata rappresentata dal taglio abusivo di piante, per lo più alberi deperienti o secchi, rimossi nell’

esercizio del diritto di legnatico (forma di uso civico che consente alla popolazione locale la raccolta di legna), senza però la possibilità di tagliare piante in piedi o anche cadute al suolo, ma intere. Negli ultimi anni le osservazioni hanno consentito di rilevare nelle faggete, soprattutto a seguito di inverni miti e poveri di neve, anche una maggiore presenza del Picchio rosso maggiore, specie ubiquitaria, molto plastica in termini di adattabilità, potenziale concorrente del Picchio dalmatino per la nicchia ecologica della faggeta. La politica di gestione del bosco adottata dal PNALM, e modellata in effetti proprio sulle indicazioni derivanti dai dati raccolti sulla specie, garantisce, risparmiando le piante di maggiore diametro, le piante secche e/o deperienti, riducendo

il prelievo di materiale e limitando l’ uso dei mezzi meccanici nel bosco, anche dopo le operazioni di taglio, condizioni idonee alla specie, che in effetti risulta diffusa anche nelle zone a maggior intensità di utilizzazioni forestali.

3.6.12.3. Status di conservazione attuale

Anche se alcuni indizi raccolti suggeriscono una possibile concorrenza con il Picchio rosso maggiore per i siti collocati alle quote inferiori, confrontando i valori dell’ indice di abbondanza raccolti nel corso di tre diverse annate (1987, 2001, 2006; Bernoni 2007) sulle medesime aree, i dati mostrano una frequenza della specie sostanzialmente in aumento rispetto al 1987 (+ 32,5%) , tenendo presente in ogni caso la variabilità riscontrabile nei valori raccolti su ecosistemi montani, fortemente influenzati dalle condizioni climatiche stagionali.

Lo status di conservazione, anche alla luce dell’ ampiezza dell’ areale di distribuzione, comprendente tutte le aree di nidificazione potenzialmente idonee, deve essere considerato soddisfacente.

Range Stabile, probabilmente in leggero incremento rispetto agli anni70-80.

Favorevole Inadeguato

Popolazione Stimate 200-250 coppie nidificanti (nell’ intero Parco Nazionale Abruzzo,

complessivo Favorevole Inadeguato

→ VERDE

3.6.12.4. Indicazioni per la conservazione

La strategia di conservazione del Picchio dalmatino messa in atto nel PNALM appare adeguata a garantire la conservazione della specie ed è stata sostanzialmente esportata nelle zone montane appenniniche limitrofe, benché altrove l’abitudine culturale a ritenere le piante secche come inutili ed anzi dannose per il bosco e dunque a rimuoverle appare più radicata tra la popolazione locale;

nel caso del PNALM tale fenomeno è localizzato in alcune aree di grande valore per la specie, per esempio la Difesa di Pescasseroli, dove andrebbe adeguatamente contrastato, soprattutto limitando e regolando l’accesso stradale alle piste forestali.

Eventuali variazioni climatiche con aumento della temperatura media che possano favorire la risalita delle specie ubiquitarie quali p.es. il Picchio rosso maggiore, a quote superiori, potrebbero a lungo termine ridurre l’areale a disposizione della specie ed andrebbero di conseguenza attentamente monitorate.

3.6.13. Tottavilla Lullula arborea

3.6.13.1.Distribuzione storica e attuale nel Parco Nazionale del Lazio Abruzzo e Molise

Di Carlo (1972) segnala la specie come presente sui prati aridi dei costoni rocciosi, radure e poggi assolati a quote elevate e riporta decine di aree collocate tra il fondovalle ed altezze di 1400-1500 m. Tali osservazioni, relative alla scelta dell’ habitat, trovano conferma nei dati rilevati (Bernoni, 2003) nell’ ambito di rilievi condotti su punti di ascolto e transetti negli ambienti diversi dalla faggeta e dagli ambienti di altitudine, che hanno rilevato valori piuttosto bassi, ma associati tipicamente agli ambienti misti coltivati ed incolti con alberi, ecotoni, incolti non alberati ed alberati. Complessivamente la specie è stata registrata con 32 contatti su 395 punti, con un IPA di 0,081 e si è collocata al 35° posto in ordine di abbondanza. I valori riscontrati nei transetti sono stati simili, collocando la specie al 36° posto con un indice chilometrico medio di 0,161 contatti/km e presenza per i cespuglieti (0,71 contatti/km; densità 1,51 coppie x 10 ha).

La specie (Meschini e Frugis (eds.) 1993) è stimata in Italia a 20000-40000 coppie complessive.

Nell’ area del parco si può ipotizzare una entità della popolazione nidificante intorno all’ 1% del totale nazionale, in sostanziale accordo con la stima di 200-500 coppie fornita sulla scheda IBA (Brunner et. al. 2002).

3.6.13.2.Principali minacce per la specie

In considerazione delle tipologie ambientali selezionate dalla specie non si rilevano significative minacce. A conferma di tale considerazione si sottolinea la sostanziale stabilità delle stime relative alla specie nel PNALM.

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3.6.13.3.Status di conservazione attuale

I dati disponibili suggeriscono, in assenza di dati pregressi con i quali confrontare la situazione, che il numero delle coppie nidificanti sia sostanzialmente stabile e che non esistano, allo stato attuale, significativi fattori in atto di minaccia della specie.