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3.2.6.1. Distribuzione storica e attuale nel Parco Nazionale dello Stelvio

Non si hanno notizie storiche riferite al territorio del Parco Nazionale; Moltoni (in Cagnolaro et al.

1969) considera il Pellegrino una specie “soltanto di passo nel Parco” e riporta un avvistamento di un soggetto in caccia, a oltre 2250 m di quota tra il Passo dello Stelvio e la III Cantoniera in Val Braulio, il 14 settembre 1967.

In tempi più recenti sono stati registrati solo singoli avvistamenti in Valfurva, sul M. Sobretta e sul roccione di Boero a Valdisotto (Favaron, Scherini, Armanasco com. pers.) tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta ma nessuna notizia certa di nidificazione.

La prima nidificazione documentata risale a metà degli anni Novanta nel territorio comunale di Sondalo in Alta Valtellina a circa 1 km dai confini del Parco, probabilmente ripetutasi nei due anni successivi (Armanasco com. pers.).

Il sito riproduttivo era ubicato su una parete esposta a ENE di 60 m di altezza a 1.100 m di quota.

La nidificazione non è più stata confermata negli anni successivi sebbene, ogni anno a partire dal mese di marzo, vengono osservati individui adulti in caccia presso pareti di fondovalle comprese nel tratto Grosio - Cepina (Bassi oss. pers.). L’abbondanza di pareti idonee alla nidificazione e la difficile accessibilità del territorio non hanno consentito di individuare siti di nidificazione certi ma è molto probabile che la specie nidifichi ancora in questo tratto di valle con 1-2 coppie.

Il Pellegrino è presente con un’altra coppia nel territorio di Valdidentro (SO) che, nella stagione riproduttiva 2008, ha occupato una falesia esposta a S di sviluppo verticale pari a circa 100 m e a 1.500 m di quota, posta a 1.2 km dai confini del Parco Nazionale.

Nel 2008 in questo sito, difeso attivamente da entrambi i partner nei confronti di Corvo imperiale, Astore e della locale coppia territoriale di Aquila reale, non è stata accertata la nidificazione che si ritiene comunque altamente probabile. Nel marzo 2009 è stato invece individuato un nido in fase pre-riproduttiva.

Nel 2006, a circa 10 km di distanza venivano osservati due adulti su una parete ben esposta a S a 2.080 m di quota nella Valle di Fraele. Nei mesi successivi veniva individuato un nido sulla stessa falesia visibilmente utilizzato (evidenti colate), ma non è stato possibile verificare con certezza l’involo di giovani. Se confermato questo sito rappresenterebbe uno dei più alti d’Europa (Fasce &

Fasce in Brichetti et al. 1992). Il sito non è più stato occupato nei due anni successivi ma una coppia di adulti è stata riconfermata nel marzo 2009.

Nel periodo 2006 - 2008 si sono succedute una serie di osservazioni di adulti in periodo riproduttivo su parete rocciosa anche in altri contesti ambientali del Parco Nazionale che tuttavia non hanno portato a episodi di nidificazione.

Rimarchevole l’osservazione dell’aprile 2006 di una copula osservata sulla cima Reit a 2.600 m di quota nei pressi di Bormio (SO). Nella medesima area, in piena stagione riproduttiva 2008, sono stati ripetutamente osservati due adulti in atteggiamento aggressivo con inseguimenti e grida territoriali. Si ritiene dunque probabile che nell’area Reit - Braulio possa essersi insediata un’ulteriore coppia, confermata dai recenti avvistamenti registrati nel mese di marzo 2009.

Complessivamente sono noti 4-5 territori, tutti nel settore lombardo, che vengono occupati a partire dal mese di marzo nell'apice della migrazione primaverile.

Specie in espansione, nel Parco dello Stelvio è presente a quote molto elevate probabilmente favorito dall’importante hot spot migratorio rappresentato dal Passo dello Stelvio e vallate limitrofe che, annualmente, attira diverse migliaia di Passeriformi e Non-Passeriformi in migrazione.

La latitudine, il rigore del clima e la quota sono probabilmente fattori che non consentiranno una rapida e omogenea espansione in ampi distretti del Parco Nazionale.

La specie infatti, è pressoché assente in periodo invernale e probabilmente compie spostamenti verticali nelle aree di fondovalle della medio bassa Valtellina. Il Pellegrino si può più facilmente osservare a partire dal mese di marzo-aprile quando rioccupa le pareti meglio esposte e generalmente collocate lungo linee migratorie preferenziali di Passeriformi (Reit - Val Braulio - Val Forcola - Val di Fraele - Passo dello Stelvio - Val Zebrù). Osservazioni di individui solitari sono state compiute anche nel bresciano (Val delle Messi, Val Grande e Passo del Mortirolo) e in Val Zebrù (SO) mentre una sola osservazione è stata effettuata nel settore trentino del Parco Nazionale riferita a un individuo recuperato in alta Val di Peio nel settembre 2008 a seguito di una collisione contro cavi sospesi nei pressi di un cantiere per la realizzazione di un nuovo impianto di sci. Nel settore trentino del Parco Nazionale la specie non è da ritenersi nidificante sebbene, nel marzo 2009, una coppia sia stata avvistata nella fascia esterna presso Celledizzo (Rizzolli oss. pers.).

La distribuzione attuale nel Parco Nazionale risulta pertanto in piena evoluzione poiché si sono avvicendati negli ultimi anni diversi casi di occupazione temporanea di un sito e il successivo abbandono negli anni a seguire.

Non è da escludere la presenza di altre coppie all’interno del territorio del Parco Nazionale sulla base dell’elevata disponibilità di pareti adatte.

3.2.6.2. Principali minacce per la specie

Nel PNS le principali minacce per il Pellegrino sono: disturbo ai siti di nidificazione, elettrocuzione e impatto contro cavi aerei, come dimostra il caso di collisione registrato in Trentino. Il disturbo antropico in prossimità delle pareti di nidificazione è dovuto sia alle attività sportive (alpinismo, arrampicata, volo libero, ecc.) sia all’avvicinamento di fotografi naturalisti non rispettosi.

3.2.6.3. Status di conservazione attuale

Nonostante non sia ancora stata accertata la nidificazione all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, per la specie si prospetta una situazione potenzialmente favorevole alla luce dei recenti tentativi di insediamento in diverse aree del Parco Nazionale. Pertanto sarebbe auspicabile un’indagine specifica mirata a conoscere l’effettiva consistenza della specie.

fattore stato

Range in aumento Favorevole Favorevole

Popolazione

4-5 coppie nel settore lombardo, possibile presenza di altre coppie e individui non nidificanti

Favorevole Favorevole

habitat della

specie Complessivamente stabile Favorevole Favorevole

complessivo Favorevole Favorevole

VERDE

3.2.6.4. Indicazioni per la conservazione

Nell’area del Parco Nazionale dello Stelvio, le indicazioni per la conservazione del Pellegrino, dovrebbero essere orientate a: i) monitoraggio costante della popolazione al fine di valutare il successo riproduttivo e di individuare nuovi territori, ii) limitare il disturbo antropico presso i nidi anche con divieti temporali di arrampicata sportiva; iii) obbligo di sottoporre a valutazione d’incidenza l’allestimento di eventuali nuove vie di arrampicata sportiva e regolamentare l’accesso

degli arrampicatori nei pressi di siti occupati a seconda del grado di rischio che questa attività costituisce nei confronti delle specie ornitiche nidificanti (3 livelli: chiusura permanente, con eventuale smantellamento della via; temporanea, con apertura mai anticipata al 1 maggio solo dopo attenta verifica del sito scelto per la nidificazione; nessuna forma di limitazione poiché il pericolo non sussiste), con il coinvolgimento delle associazioni sportive locali per il raggiungimento di misure di gestione partecipata con la popolazione residente; iv) divieto assoluto di taglio in periodo riproduttivo sulle porzioni forestali nei pressi di pareti nido; v) mantenimento di una fascia di rispetto ≥ 50 m dalla parete (calcolati a partire dalla sommità e dalla base della stessa); vi) non autorizzare la messa in posa di teleferiche e cavi sospesi temporanei nell’arco di 1 km dalle pareti segnalate; vii) evitare l’apertura di nuove strade, sentieri e impianti di risalita nelle immediate vicinanze dei siti di nidificazione.