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Il calcolo dell’ammontare dell’Imposta Municipale Propria a livello familiare per gli altri immobil

Capitolo 4: Un modello di microsimulazione «tax-benefit» statico

4.6 L’utilizzo dei dati dell’Indagine della Banca d’Italia all’interno del modello

4.6.2 Il calcolo dell’ammontare dell’Imposta Municipale Propria a livello familiare per gli altri immobil

Per quanto riguarda il calcolo dell’Imu riguardante gli altri immobili, il procedimento seguito è quello delle abitazioni principali, l’impostazione di base è in sostanza la stessa, ovviamente con delle differenze.

Il primo step ha riguardato l’individuazione delle informazioni necessarie e il riporto dei dati corrispondenti dai vari file dell’archivio a un foglio di lavoro Excel. In questo caso, non sono state necessarie integrazioni di dati provenienti da file diversi, poiché le informazioni sono state prelevate da un unico file, ALLD1, contenente dati relativi ad altri immobili posseduti dalle famiglie alla fine del 2010, consistenti in: abitazioni diverse da quelle di residenza, altri fabbricati, terreni agricoli e non. Da suddetto file, sono stati selezionati e copiati i dati contenuti nelle seguenti colonne (i dati sono presentati a livello individuale, di singolo componente della famiglia):

 NQUEST: numero identificativo delle famiglie;

 TIPOIMM: tipo di bene immobile posseduto (1-altre abitazioni esclusa quella principale di residenza 2-uffici, 3-capannoni/magazzini, 4-negozi, 5- laboratori, 6-box/garage/cantine, 7-terreno agricolo, 8-terreno non agricolo);

 QUOPRO: quota percentuale di proprietà della famiglia;

 VALABIT: valore dell’immobile come risultato di una valutazione fatta dal proprietario, relativa a quanto potrebbe ricavare complessivamente dalla vendita dell’immobile libero.

Per quanto riguarda i tipi d’immobili considerati nel modello (tipoimm), ai fini del calcolo dell’imposta, si sono tenuti in considerazione gli immobili corrispondenti ai numeri dall’1 al 6, tralasciando i terreni agricoli e non. Questa scelta è stata la diretta conseguenza del fatto che non è stato possibile individuare alcun legame oggettivo, solido, che potesse collegare il valore di mercato dei terreni con il relativo valore dell’imponibile o della rendita catastale, come invece è stato fatto per gli altri immobili; inoltre, non è stato possibile individuare alcun rapporto o legame tra il valore dell’imponibile o tra la rendita catastale e le altre informazioni a disposizione, relative ai terreni, come ad esempio la superficie in ettari o in metri quadrati.

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Anche per gli immobili diversi dall’abitazione principale, è stato possibile calcolare il valore dell’imponibile, partendo dal valore di mercato (Valabit), sfruttando la relazione che lega il valore di mercato di un’immobile con il rispettivo valore dell’imponibile a fini Ici. Nel caso di abitazioni diverse dalla prima casa, il valore medio nazionale del rapporto tra il valore di mercato e il valore imponibile potenziale a fini Ici, è pari a 3,85, cioè il valore di mercato delle abitazioni diverse dall’abitazione principale è 3,85 volte il corrispondente valore imponibile potenziale a fini Ici (Dipartimento delle Finanze e Agenzia del Territorio. 2012). Prima di tutto è stato necessario individuare i valori di mercato degli immobili facenti parte delle categorie d’interesse, quindi i valabit corrispondenti a valori di tipoimm compresi fra 1 e 6, cioè altre abitazioni esclusa quella dove vive la famiglia, uffici, capannoni, magazzini, negozi, laboratori, box, garage e cantine. Per fare questo, è stata utilizzata la funzione “SE” di Excel, con la quale è stato possibile selezionare i valori di mercato degli immobili corrispondenti alle tipologie d’interesse e moltiplicare tale valore per la corrispondente quota di proprietà della famiglia (quopro). Una volta ottenute le quote dei valori di mercato effettivamente possedute dagli individui, è stato possibile calcolare il valore dell’imponibile, sfruttando il rapporto “valore mercato / imponibile” risultante dall’elaborato del Dipartimento delle Finanze e dell’Agenzia del territorio. Per calcolare l’imponibile a fini Imu degli altri immobili, si è applicata la formula “ (Valabit / 3,85) * 1,6” a tutti i componenti delle famiglie, possessori di un immobile, cioè si è diviso il valore di mercato dell’immobile per il valore del rapporto “valore di mercato / imponibile” e si è moltiplicato il risultato per 1,6, in modo da considerare il maggior valore del moltiplicatore utilizzato per il calcolo dell’imponibile a fini Imu. L’art. 13 del Decreto Legge 201 del 2011 ha stabilito che, per calcolare l’imponibile per le seconde case a fini Imu, si deve partire dalla rendita catastale, eseguire la rivalutazione del 5% e moltiplicare il risultato per 160 (60 in più rispetto a 100 dell’Ici). Si pone l’accento sulla semplificazione adottata nel modello, per rendere meno complesso il calcolo: si è deciso di considerare uffici, capannoni, magazzini, negozi, laboratori, box, garage e cantine come se fossero delle seconde case dal punto di vista del moltiplicatore utilizzato nel calcolo dell’imponibile. Infatti, i moltiplicatori previsti per legge sarebbero diversi, in base alla categoria catastale di appartenenza dell’immobile. In questo caso, si è deciso di semplificare il

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calcolo, adottando per le diverse tipologie d’immobili un unico moltiplicatore pari a 160, cioè quello previsto per Legge per il calcolo dell’imponibile delle seconde case.

Calcolati gli imponibili, non è stato difficile calcolare l’ammontare d’imposta pagata dai possessori degli immobili. L’art. 13 del Decreto Legge 201 del 2011 ha stabilito che l’aliquota di base da applicare all’imponibile per calcolare l’ammontare d’imposta relativa a qualsiasi tipo d’immobile, tranne le abitazioni principali e relative pertinenze, è pari allo 0,76%. Per calcolare l’imposta, è stato necessario moltiplicare i valori degli imponibili per l’aliquota di base dello 0,76%, in altre parole, si è applicata la formula “Imponibile * 0,0076” agli imponibili di tutti gli immobili posseduti dai componenti delle diverse famiglie. A differenza delle abitazioni principali, per le quali erano previste delle detrazioni da applicare all’imposta lorda, per gli altri immobili non sono previste detrazioni.

Considerando che, all’interno di una stessa famiglia, più membri possono essere contemporaneamente proprietari d’immobili diversi, ne deriva che i risultati fin qui ottenuti, non sono a livello familiare, bensì a livello individuale. È stato necessario utilizzare una “Tabella Pivot” per ottenere i valori complessivi d’imponibile e d’imposta da pagare, per ciascuna famiglia. Per costruire la tabella sono stati considerati come campi il numero della famiglia (nquest), il tipo d’immobile (tipoimm) e i valori d’imponibile e d’imposta. Come filtro, è stato impostato il tipo d’immobile, considerando i valori di tipoimm dall’1 al 6 compresi. Come etichetta di riga è stato considerato il numero della famiglia e come calcoli la somma dei valori d’imponibile e Imu, al fine di ottenere, per ciascuna famiglia, il totale d’imponibile e d’imposta da pagare per gli immobili posseduti, diversi dall’abitazione principale.

Eseguiti tutti i calcoli necessari per ottenere i valori d’imposta riguardanti le abitazioni principali e agli altri immobili, effettivamente pagati dalle famiglie, si è passati a considerare non più solo le famiglie come soggetti passivi, ma tutte le 7951 famiglie del campione, comprese quelle che, abitando in una casa in affitto o a uso gratuito, non sono tenute a pagare l’imposta, che è versata invece dal proprietario dell’abitazione. Questo per sottolineare che, all’interno del modello, per le famiglie che non sono risultate soggetti passivi, i valori dell’imponibile e dell’imposta sono pari a 0.

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