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Capitolo 4: Un modello di microsimulazione «tax-benefit» statico

4.4 Le variabili economiche considerate

In questo paragrafo, saranno fornite una serie d’informazioni relative a variabili economiche, come il reddito disponibile netto e la ricchezza netta. Questo perché, nei paragrafi di questo capitolo, in cui si esporranno il procedimento utilizzato per la costruzione del modello, le analisi svolte e i risultati ottenuti, saranno prese in considerazione anche queste due variabili.

4.4.1 Il reddito disponibile netto

Per quanto riguarda la composizione del reddito disponibile netto, la tabella 7 presenta il piano di raggruppamento delle variabili che lo compongono. Il reddito disponibile netto è il risultato di somme di aggregati di variabili:

Y = YL + YT + YM + YC

dove Y è il reddito disponibile netto totale, YL è il reddito da lavoro dipendente, YT è formato da pensioni e trasferimenti netti, YM è il reddito netto da lavoro autonomo e infine YC è il reddito da capitale.

Tabella 7. Piano di aggregazione della variabili: conto del reddito

Nome Descrizione

Y Reddito disponibile netto YL Reddito da lavoro dipendente

YL1 Retribuzioni nette

YL2 Integrazioni non monetarie

YT Pensioni e trasferimenti netti

YTP Pensioni e arretrati YTP1 Pensioni

YTP2 Arretrati

YTA Altri trasferimenti YTA1 Assistenza economica YTA2 Borse di studio

YTA3 Assegni alimentari e regali/contributi ricorrenti YTA31 in entrate

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Guardando alla situazione delle famiglie per l’anno 2010, è emerso che il reddito familiare medio annuo è stato pari a 32.714 €, 2.726 € al mese. Nelle famiglie in cui il capofamiglia è laureato, lavoratore indipendente o dirigente, il reddito medio è più elevato. Dal punto di vista della distribuzione geografica, è emerso che il reddito è inferiore per le famiglie che hanno la residenza al Sud o nelle Isole, rispetto a quelle che abitano al Centro-Nord.

Nel biennio 2008/2010, il reddito familiare è rimasto pressoché invariato in termini reali, anche se, per avere una misura di reddito in grado di approssimare il livello di benessere economico, è necessario applicare una scala di equivalenza15 che permetta di correggere il reddito complessivo delle famiglie. In termini di reddito non reale ma equivalente, si è registrata una diminuzione, una variazione sfavorevole, imputata però al lieve aumento della dimensione familiare media osservato nel periodo.

Il reddito da lavoro dipendente rappresenta la quota più rilevante del reddito familiare e l’ammontare medio ricevuto da ciascun percettore è stato pari a 16.559 €, mentre quello da lavoro indipendente si è assestato a quota 20.202 € e il reddito da

15

Nel caso delle elaborazioni svolte da parte degli analisti della Banca d’Italia, è stata utilizzata la scala di equivalenza OCSE modificata, la quale prevede i seguenti parametri: 1 – capofamiglia, 0,5 – componenti con età uguale o maggiore a 14 anni, 0,3 – soggetti con meno di 14 anni. Si sommano i coefficienti dei componenti della famiglia in modo da ottenere un unico coefficiente utilizzato per rendere equivalente il reddito familiare, dividendo il reddito per tale coefficiente.

YM Reddito netto da lavoro autonomo

YMA1 Reddito netto da lavoro autonomo YMA2 Utili e altri redditi da partecipazione

YC Reddito da capitale

YCA Reddito da fabbricati YCA1 Affitti effettivi YCA2 Affitti imputati

YCF Reddito da capitale azionario YCF1 Interessi attivi su depositi YCF2 Interessi attivi su titoli di stato YCF3 Rendimenti altri titoli

YCF4 Interessi passivi (-)

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trasferimenti pari a 10.672 €. Il reddito medio individuale da lavoro, sia autonomo sia dipendente percepito dalle donne, è inferiore rispetto a quello degli uomini, infatti, si riscontra un reddito di 15.083 € per le donne contro i 19.435 € degli uomini. Inoltre, è risultato che il reddito da lavoro percepito da individui laureati sia tendenzialmente il doppio rispetto a quello percepito da persone che non possiedono un titolo di studio.

Ponendo l’attenzione sulla forma della distribuzione dei redditi familiari, ci si trova di fronte alla prevedibile forma asimmetrica, che presenta un addensamento rilevante in corrispondenza dei redditi medio-bassi e vede poi un progressivo calo della frequenza a mano a mano che ci si sposta verso redditi più elevati, quindi si hanno le frequenze più basse in corrispondenza dei redditi più elevati. È risultato che circa il 20% delle famiglie può contare su un reddito netto annuale che si aggira intorno ai 15 mila euro, il 50% invece ha un reddito superiore ai 27 mila euro e il 10% delle famiglie localizzate nella fascia più alta di reddito, percepisce un importo superiore ai 58,5 mila euro. Per rendere maggiormente l’idea della disuguaglianza presente all’interno della distribuzione dei redditi fra le famiglie, basti pensare che, il 10% delle famiglie con il reddito più basso possiede solo il 2,4% dei redditi totali, mentre il 10% delle famiglie con i redditi più elevati percepisce ben il 26,1% del totale dei redditi.

4.4.2 La ricchezza netta

S’illustra ora la ricchezza familiare netta come variabile economica che sarà presa in considerazione in seguito nelle analisi svolte.

Come per il reddito disponibile netto descritto in precedenza, anche la ricchezza netta è il risultato di somme di aggregati di variabili diverse:

W = AR + AF – PF

dove W è la ricchezza netta, AR sono le attività reali, AF le attività finanziarie e PF le passività finanziarie. Nella tabella 8, è illustrato il piano di aggregazione delle variabili che la compongono.

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La ricchezza familiare netta quindi, è la somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti). I valori più bassi di ricchezza netta si sono riscontrati nelle famiglie in cui il capofamiglia non possiede il diploma di laurea, è privo di titolo di studio oppure è operaio; i livelli più elevati di ricchezza netta invece, si sono registrati in famiglie dove il capofamiglia è laureato, dirigente o imprenditore.

A livello geografico, il Centro e il Nord sono le due aree del paese in cui si riscontra la ricchezza mediana più elevata, cioè quell’ammontare di ricchezza in corrispondenza della quale si ha la popolazione divisa esattamente a metà: al Centro il valore di ricchezza mediana è pari a 208.000 € e al Nord 186.500 €, a fronte dei 112.000 € del Sud e delle Isole. Nel 2010 la ricchezza netta è aumentata rispetto al biennio precedente ed è risultata pari a circa otto volte il reddito familiare; tale rapporto aumenta per famiglie in cui il capofamiglia è un lavoratore indipendente, laureato, oppure ha un’età superiore ai 65 anni. Mettendo a confronto la concentrazione della ricchezza netta con quella del reddito disponibile netto, è risultata superiore: il 10% delle famiglie che possiedono i più alti livelli di ricchezza netta, fruisce del 45,9% dell’intera ricchezza netta delle famiglie italiane.

Tabella 8. Piano di aggregazione delle variabili: conto del patrimonio

Nome Descrizione

W Ricchezza netta AR Attività reali

AR1 Immobili AR2 Aziende

AR3 Oggetti di valore

AF Attività finanziarie

AF1 Depositi AF2 Titoli di stato AF3 Altri titoli

AF4 Crediti commerciali

PF Passività finanziarie (-)

PF1 Debiti verso banche e società finanziarie PF2 Debiti commerciali

PF3 Debiti verso altre famiglie

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