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Ci si sta come in campagna; e come in cam- cam-pagna aperta si sente nel silenzio il fragorìo

Nel documento ERBA DEL NOSTRO ORTO (pagine 145-151)

lontano dei treni notturni. Dietro il cancellodei villini, a ogni

rumor

di passi, i cani s'avventano

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con furibondi latrati.

Ma almeno

Berecche

può

godersi

un

po' d'aperto, davanti, e la quiete.

Dalle quattro finestre a pianterreno

può

ve-dere in

un'ampia

plaga di cielo le stelle, con le quali conversa a lungo le notti ne' suoi ozii di tranquillo pensionato; le stelle e la luna,

quando

c'è; e, sotto la luna, i pini e i cipressi di Villa Torlonia.

Ha un

pezzo di giardinetto

anche

lui, di sua esclusiva pertinenza, con

una

fontanella,

il cui chioccolìo nei notturni silenzii gli è caro.

Ma

la moglie, ahimè, le

due

figliuole, l'unico figliuolo maschio, già studente di lettere all'U-niversità, la serva, e ora

anche

ilfidanzato della

maggiore

delle figliuole,

non

sentono affatto la poesia della solitudine, del cielo stellato, della luna sopra i cipressi e i pini dellavillapatrizia, e sbuffano o sbadigliano

lamentosamente come

cani affamati, al

monotono,

perpetuo chioccolìo di quella deliziosa fontanella.

Sembra

loro di

stare

come

relegati, in esilio.

Ma

Berecche

metodo, metodo,

metodo —

tien duro, e

ha

rin-novato l'affitto per tre anni.

Ora

l'incubo della distruzione generale, che spegnerà ogni

lume

di scienza, di civiltà nella vecchia Europa, gli si fa su l'animapiù grave e opprimente

quanto

più egli s'affonda nel bujo della gran via

remota

e deserta, sotto la

qua-druplice fila degli alberi immoti.

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Come

sarà, quale sarà la

nuova

vita,

quando

lo spaventoso scompiglio sarà cessato?

Con

quale

anima nuova ne

uscirà lui, a cinquantatrè anni sonati?

Altri bisogni, altre speranze, altri pensieri altri sentimenti... Tutto

muterà

per forza.

Ma

non

questi grandi alberi, intanto,che

non hanno

per loro fortuna

pensieri

sentimenti!

Mu-tata l'umanità attorno a loro, essi resteranno gli stessi alberi, tali e quali.

Ahi, ahi,

ha una

gran paura Federico Berrec-che Berrec-che ormai

non

gli verrà fatto di mutare,

neanche

alui più, nelfondo delcuore,

qualunque

cosa sia per accadere, nel

tempo

che ancora gii avanza. S'è abituato a conversar con le stelle,

ogninotte; e, al freddo

lume

di esse, isentimenti terreni gli si sono

come

rarefatti, dentro.

Non

si direbbe, perchè la volontà di vivere, esterior-mente, in quel certo suo

modo

metodico, te-desco, s'appalesa ancora in lui tenace.

Ma

in fondo è stanco e triste, d'una tristezza che gli eventi del

mondo

difficilmentepotranno alterare.

Vincano

i Francesi, i Bussi e gl'Inglesi,o vin-cano i Tedeschi e gli Austriaci; siao

no

l'Italia trascinata anch'essa nella formidabile conflagra-zione europea;

venga

la miseria, la fame, la

di-sperazione e lo squallore della più

tremenda

sconfittao tripudii frenetica la vittoriaper tutte

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le cittadella penisola; si trasformi radicalmente la carta geografica dell'Europa;

non

cangerà mai.

intanto

questoècerto

il

malanimo,

ilchiuso, feroce rancore di sua mogliecontro di lui, il ram-maricodella suavitatramontata senz'aleno

ricor-do di vera gioja...

E

nessuna potenza

umana

o divina potrà ridar la luce degli occhi alla sua seconda figliuola, da sei anni cieca.

Ora

egli, rientrando in casa, la ritroverà se-duta in

un

angolo della saletta da pranzo, con

le

mani

ceree su le

gambe,

la testina bionda appoggiata al muro, e poiché dal visino spento

non

si conoscerà se

dorma

o sia sveglia, le

chiederà

come

ogni sera:

Ghetina, dormi?

E

Margheritina, senza rimuovere il capo dal muro, gli risponderà:

No, papà...

non

dormo...

Non

parla mai,

non

si

lamenta

mai, pare che

dorma

sempre; forse

non dorme

mai...

A

che

pensa?

Berecche, proseguendo la via, nel bujo, sotto

i grandi alberi, si raschia la gola, perchè, da

uomo

forte, educato alla tedesca,

non

vuol lascia-sela serrare dall'angoscia.

Un'altra vita: altri pensieri, altri sentimenti...

Già, si! Carlotta, la figliuola maggiore, ha la-sciato da

un anno

i corsi universitarii perchè

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l'è fidanzata con un bravo ragazzo della ralle di

Non

nel Trentino, laureato

appena da

un

anno

in Lettere e filosofia all'Universitàdi

Roma;

bravo ni; ;i/./o, di

animo

acceso, di sentimenti nobilissimi e squisiti e pieno di

buona

volontà;

ma

ancora senza stato;

e

orapiù che

mai

incerto dell'avvenire1 Tre de' suoi fratelli, a Bau Zeno, sono sfati richiamati sotto le armi. Il padre è

eapocomune

di San Zeno. Quei trepoveri [fratelli non han potuto perciò sottrarsi all'obbligo odioso: toccherà loro di combattere per l'Austria

<• ohi sa... chi sa... so Le cose pei noi si

mettono

male, fors'anohe contro L'Italia,

domani! Ohe

orrore! Lui, intanto, non s'è presentato all'ap-pello.

Ha

fatto benone, ha fatto...

Ma

addio ralle di Non, addio paese nativo, addio vecchi genitori! Disertore di guerra, domani, so preso, sarebbe impiccato (eh, fanno presto là!)oppure fucilato alla schiena...

Ma

spera che l'Italia...

ohi sa! Correrebbe volontario, anche a costodi trovarsi a combattere contro i suoi disgraziati fratelli : Insieme con Faustino correrebbe.*.

perocché torna a raschiarsi più forte la gola tino a. stracciarsela, al pensiero che Faustino,

il suo unico maschio, il suo prediletto, olio per fortuna quest'anno non e ancora sotto Leva, D

drebbe ad arruolarsi volontario Insieme coi fu-turo cognato... Egli non saprebbe dirgli di rio,

Ho

DEILO /'>>" '; |f'

eertamente:

ma

perdio

maledetta la gola!

maledetto l'umido della notte!

con tutti i

suoi cinquantatrè anni sonati, con tutta quella carnaccia che gli s'èappesantita addosso, andreb-bead arruolarsi

anche

lui, allora, per

non

lasciare andar solo Faustino, per

non

morir di terrore

una

volta al giorno, a ogni

annunzio

di batta-glia, sapendo Faustino in

mezzo

al fuoco:

sissi-gnore anche

lui Berecche, volontario col pancio-ne, anche...

anche

contro i Tedeschi... avanti, sissumori

Eccola... eh, eccola subito già, l'altra vita!

La

guerra... col figliuolo giovinetto da

un

lato e,

dall'altro lato, l'altro figliuolo nuovo, alla con-quista delle terre irredenti... Ohi sa? Forse do-mani...

Berecche è arrivato; volta a destra;

imbocca

la traversa solitaria.

Ecco

nel bujo fitto il

lu-mino

rosso innanzi alla Madonnella.

Ohe?

Mi-Bacoli dell'altra vita! Si

ferma

Berecche innanzi a quel lumino; si scopre per dire

mentalmente,

di nascosto,

non

visto da nessuno, qualcosa a quella Madonnella.

E

abbaino, abbaino pure, furibondi, dietro i cancelli, i cani.

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Nel documento ERBA DEL NOSTRO ORTO (pagine 145-151)