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signori, senza averne il diritto! Perchè, delle
due
l'ima: o
non debbono
ritenersidimissionarii tutti coloro che non sono in regola coi pagamenti, e allora—
c'è poco da dire—
quimanca
ilnu-mero
legale, ed io non potrei aprir la seduta; odebbono
ritenersi dimissionarii, e alloraanche
lutti voi, o signori, tranne uno,
non
avete più veste di socii e potete andar via.Ma
no, no, no, signori miei,—
s'affrettò a soggiungereCampo-soldani.
— Vedete
bene che io ho accolto la vostra istanza, felicissimo di vedervi qua,final-mente! in pochi, va bene;
ma
con la speranza che da questa sera in poi, dietro l'esempiovo-stro, la nostra Associazione si risvegli a quella vita feconda, ch'era nei miei voti nel fondarla.
Ma
figuratevicome
equanto
ionegoda!figuratevi sepotevamai
passarmi per lamente
dinon
ac-cogliere la vostradomanda
! Io sono qua, sono statosempre qua
a lavorare per tutti, a tenereuna
continua, attivacorrispondenza con lenostre sezioni,ad attendereallapubblicazione del nostro Bollettino, che si diffondeanche
all'estero!Voi
vi siete finalmente risolti a venire, a parteci-pare alla vita della nostra Associazione?
Ma
fi-guratevi, figuratevi se io, stanco
come
sono,non
vi apro le braccia e
non
vi benedico.Non
si aspettava applausiCamposoldani,dopo
questa volata.Ottenne
peròl'effettovoluto. Tutti42
apparvero lì per lì sconcertati; e di
nuovo
moltisivoltarono a guardar l'unico che
non
sidovesse sentirefuor di posto, sì, eammesso
quasi per in-dulgenza.ConcettoSbardi, questavolta, si scrollò tutto rabbiosamente e si alzòcome
per andar via;contemporaneamente
quattro o cinque silevarono e accorsero a trattenerlo,
mentre
gli altri gridavano:—
Parli Sbardi! Parli Sbardi!—
Parli Pascotti, perdio! urlò lo Sbardi, di-vincolandosi.—
Lasciatemi andare!O
parla Pascotti, o iome ne
vado!—
Ecco, parlo io,—
disse allora Pascotti, al-zandosiun
po'impacciato.—
Col permesso del-l'egregio signor presidente.— No
!no
! Parli Sbardi! Parli Sbardi !—
Parlo io...—
Sbardi ! Sbardi !Camposoldani
sonò, sghinando, il campanello:—
Signori miei, vi prego... Cile cos'è?—
Parlo io,—
tuonò Pascotti.— Domando
la parola!...
—
Parli... parli...—
... soltanto per dire,—
seguitò il prof.Age-silao Pascotti, levando
un
braccio maestosa-mente,—
soltanto per dire che nellacondizione in cuimi ha messo
e ciha messo
il signor Pre-sidente, o amici miei,quantunque
accesodi can43
dida e, vorrei dire, apostolica condiscendenza, con la sua pregiudiziale, io stimo e faccio
no-tare all'egregio collega Sbardi che il
mio
discor-sonon
avrebbe più quell'efficacia che dovrebbe avere, che sarebbe giusto che avesse, secondo l'intendimento nostro e la nostra intesa.—
Benissimo !—
Aspettate!Kagion
per cui, io prego, ioprego caldamente, a
nome
di tutti i colleghi qui presenti, e, lasciatemelo supporre, anome
anche di tutti i socii del Sodalizio nostrosparsi per le terre d'Italia, (Benissimo)
—
Aspettate!—
Prego, dicevo, il prof. Concetto Sbardi perchè voglia far violenza alla sua naturai ritrosia, alla sua...
un
po' troppo ribellemodestia, e cheparli lui, che porti qui lui, con la rigidezza severa che gli è solita, le sante ragioni che cihanno
spinto, o signori, a
domandare
questa solenne adunanza!Scoppiarono applausi e
nuove
grida:—
Parli Sbardi! Viva Sbardi!—
SignorSbardi,—
disse alloraCamposoldani
con aria di sfida.— Via
! faccia contenti i suoi amici !Sono
curioso anch'io di sentire quel che leiha
da dire, quel che aveva divisatod'e-sprimere con la parola adorna ed eloquente del professor Pascotti.
ConcettoSbardi diede
una
bracciata a coloro44
che gli stavano intorno e si fece innanzi per parlare.
Pareva un
bufalo parato perscagliarsi, a testa bassa. Afferrò conuna mano
la spalliera della seggiola che gli stava davanti, rimase conl'altra sul
mento
a raschiarsi la guancia, poi cominciò:—
Agesilao... Agesilao Pascotti e tutti voi, signori, avete torto a tirarmi per forza a parla-re.Vi
avevo detto... viavevo
pregatochenon
so parlare. Ionon
possiedocome
il signorOampo-soldani,
come
Pascotti, il... ilcome
si chiama...sì,
insomma,
la parola...La
guardaroba, volevodire, signori, la guardaroba dell'eloquenza.
Alcuni applaudirono alla frase per rianimare
l'oratore, altri scoppiarono a ridere.
—
Sissignori,—
riprese Concetto Sbardi.—
Io lachiamo
cosi...La
guardaroba dell'eloquenza...Avete un
pensieruzzo tisico?E
tisicosempre
vi resterà,senon
avetelaguardarobadell'eloquenza.Ma
seavete la guardaroba dell'eloquenza, il pen-sieruzzo tisico vi uscirà dalla boccaimbottito di tanta stoppa di frasi, che, parràun
gigante,un
Ercole parrà, con la clava e la pelle del legone...Avete
un'ideguccia sporca? fatela entrare nella guardaroba dell'eloquenza e l'oratore, Oamposol-dani, Pascotti, che farà? ve la farà uscire con la faccia lavata, pettinata, attillata, con certipennacchi di parole, tutta appuntata di virgole
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e punt'e virgole, che l'ideguccia sporca
non
siriconoscerà più
neanche
lei stessa... Signori, ionon
possiedo la guardaroba dell'eloquenza; voimi
forzate a parlare; ionon ho nemmanco uno
straccio,
nemmanco un
cencio,per vestire lemie
idegne; e se parlo, qua, stasera,
ho pagaia
chemi
scappi dalla bocca...non
so che cosa...ma
qualche cosa cheilsignor Camposoldani, il quale
mi
sfidaanche
lui,non
farebbepiacere... insom-ma, ve lo dico,ho pagura
chemi
scappi dalla bocca...mi
scappi dalla bocca...— E
selo lasci scappare!—
esclamòCampo-soldani, pallidissimo,
dando un
altropugno
su la tavola.—
Parli! dica! siamoqua
per parla-re e per sentire!Concetto Sbardi allora levò il capo, si tolse ,a
mano
dal mento, e gridò :—
Signor Camposoldani, il ladronudo
! Successeun pandemonio.
Scattarono tutti in piedi;primo
fra tutti Camposoldani: con balzo da tigre; brandì la seggiola, si scagliò contro lo Sbardi. Molti lo trattennero, altri afferrano lo Sbardi; tutti gridavano in grandeorgasmo
tra le seggiole rovesciate. Pascotti
montò
su la tavola della presidenza.—
Signori! signori!È
deplorevole !Vi
prego signori! Ascoltatemi! C'èun
malinteso, perdio!Ragioniamo
! Signori... signori...46