Ohi sa!Quest'onta, forse, si rinnoverà
domani:
avremo
indono
da altri le terre nostre ancora sotto ildominio
dell'Austria, o cimoveremo
a prenderle,come
fu presaRoma,
(piasi di sot-terfugio, profittando d'una vittorianon
nostra e della sconfìtta altrui.151
Berecche aggrotta le ciglia a resi a assorto, con
Le
mani
apugno
chiuso sui ginoeehi aperti, a.considerare, seduto innanzi al tavolino del suo
simlio, la carta geografica che gli sta davanti
«•cri laute bandierine di tanti colori.
lOh, con tutte queste bandierine variopinte, se
piMesse venir fuori dal ricordo, lì nelloscrittoio, innanzi a lui vecchio, ilragazzetto di
nove
anni, che giocava allora alla guerra, chi sacome
sidivertirebbe al
nuovo
giuoco più grande, più vario e complicato! Belgio, Francia, Inghilterra, di (pia, contro laGermania;
contro laGermania
la Russia, di là, nella Prussia orientale, in
Po-lonia; di giù, contro l'Austria,laSerbiae il
Mon-tenegro; econtro l'Austria, ancora, la Russia, più su, in Galizia.
Ohe matta
voglia avrebbe il ragazzetto di nove anni di far passare di corsa, sorvolare sul Belgio quelle bandierine tedesche tra gl'inchini osse-quiosi delle bandierine belghe; in quattro salti farle arrivare a Parigi; piantarne lìun
pajo, vittoriose, e in altri quattro salti farle tornare indietro e avventarle contro la Russia insieme con quelle austriache!Così, così
—
è incredibile— come
nelgiuoco avrebbe fatto lui ragazzetto dinove
anni,hanno
152
pensato sul serio di poter fare i Tedeschi, ora,
dopo
quarantaquattro anni di preparazionemi-litare! sul serio
hanno
pensato che il Belgio neutrale potesse lasciarsi invadere quietamente e lasciarli passare senza opporre laminima
re-sistenza, a Liegi, aNamur,
per dartempo
allaFrancia impreparata di raccogliere gli eserciti e all'Inghilterra di sbarcare le sueprimemilizie ausiliarie: così!
Gli amici della birreria strillano ogni sera
come
aquile contro l'iniqua invasione e gli atti di selvaggia ferocia; lui Berecchenon
insorge, sta zitto, pur sentendosi divorare dentro dalla rabbia, perchènon può
gridar loro in faccia,come
vorrebbe:—
Imbecilli! che strillate! se è la guerra!...vi pare che si possa fare coi guanti?
Non
può, perchè è sbalordito, sbalorditonon
di quella invasione,
non
di quegli attidi ferocia,ma
dell'enorme bestialità tedesca. Sbalordito.Dall'altezza del suo
amore
e della suaammi-razione per la Germania, cresciuti
smisurata-mente
con gli anni, quest'enorme bestialità è precipitata,piombata come una
valanga a fra-cassargli tutto: l'anima, ilmondo
quale sel'eraa
mano
amano,
dainove
anni in su, tedescamen-te costruito, con metodo, con disciplina, in tutto,153
negli stuelli, nella vita, nelle abitudini della
mente
e del corpo.Ah,
che rovina! Il ragazzetto dinove
anni era cresciuto, cresciuto, cresciuto; era il suo amore, era la suaammirazione
; era diventatoun
gigante florido e prosperoso,un
colosso che sapeva tutto meglio degli altri, che faceva tutto meglio degli altri; e sissignori,dopo
quaranta-quattro anni di preparazione, il colosso eccolo qua, si rivelavaun
bestione: sì, forzuto, dallemani
e dallezampe
bene addestrate epoderose;
ma
che pensava sul serio di poter giocare alla guerra ancoracome un
ragazzetto dinove
anni ocome
se almondo
ci fosse lui solo e gli altrinon
contassero per nulla; ecco qua, ecco qua: in quattro salti passare a traverso il Belgio e andare a piantar le bandierine,un
pajo, suPa-rigi, e poi via, di corsa, in altri quattro salti,
su Pietroburgo e su Mosca...
E
l'Inghilterra?—
Incredibile! incredibile!Nello sbalordimento Berecche
non
rifinisce più d'esclamare così,non
trova più da dir altro:—
Incredibile!E
con lemani
si gratta la testa e sbuffa e le bandierine,qualcuna
vola, altre sipiegano, altre s'abbattono su la carta geografica...154
Una
rovina, sì.Ma
come, e ilmetodo
? ilfamoso
metodo, dove? questo ?non
tener conto dell'Inghilterra,padro-na
dei mari? della perdita inevitabile di tutte le colonie? della probabilità che il Giappone, alleato dell'Inghilterra, simoverebbe
anch'esso?che dall'India, da tutte lecolonie inglesi e fran-cesi, col libero
dominio
dei mari, genteafflui-rebbe d'ogni colore a ingrossare
sempre
più gli eserciti di Francia e d'Inghilterra? e forse illu-dersi che l'Italia, uscita or ora dauna
guerra:l'Italia nel Mediterraneo sola, con le coste sco-perte, esposte all' assalto di
due
formidabili flotte, di cuiuna
sola forse basterebbe contro tutte le sue forze navali unite a quelle austria-che; illudersi chel'Italia sarebbe scesaincampo
alleata in
una
guerra che, favorendo le mire dell'Austria, si risolverebbe tutta a suodanno?
Questo, il
metodo
?E
ora, violareil Belgio, sfon-dare, distruggereopificii e opere d'arte,bestial-mente
; grassare città, ricattare, per vendicarsi d'uno stupidoinganno
frustrato?Ah,
Berecche—
lì tappato nel suo studio, che nessuno lo vede—
si sente voltare il cuore in petto al ricordo di ciò ch'egli intendeva permetodo
tedesco, altempo
de' suoi studii, alri-155
cordo delle sodisfazioni ineffabili ch'esso gli clava,
quando
congli occhi stanchi della faticosa paziente interpretazione dei testi e dei docu-menti,ma
con la coscienza tranquilla e sicura d'aver tenuto conto di tutto, dinon
essersi la-sciato sfuggire nulla, dinon
aver trascuratonessuna
ricerca utile e necessaria, palpeggiava, la sera, rincasando dalle biblioteche, là sul ta-volino da studio, il tesoro de' suoi schedarli voluminosi.E
tanto più si sente sanguinare il cuore, inquanto
ora avverte con sordo livore,che per le sodisfazioni che gli
dava
quel meto-do egli sotto sottocommetteva
la vigliaccheria dinon
dare ascolto auna
certa voce segreta della sua ragione insorgente contro alcuneaf-fermazioni tedesche, che offendevano in lui
non
soltanto la logica
ma anche
il suo sentimento latino : l'affermazione, ad esempio, chemancasse
ai
Romani
ildono
della poesia;e,accantoaquesta affermazione, la dimostrazione che poi fosse leg-gendaria tutta laprima
storia diRoma.
Oh, leg-gendaria, sì, senza dubbio: loavevano
dimostrato a meraviglia Giorgio BertoldoNiebuhr
prima,Teodoro Momsen
poi.Ma
se finta, se leggenda-ria quella storia,come
negare ildono
della poesia !O
poesia o storia! Impossibile negare l'imae l'altra!O
storia vera, egrande; o poesianon meno
grande, e vera.1M
E
ora tornano inmente
a Berecche leparole del vecchioGoethe dopo
aver letto idue
primivolumi
della Ròmische Geschichte biszum
ersten punisciteli Kriege di Giorgio Bertoldo Niebuhr:—
Finoracredevamo
alla grandezza d'una Lucrezia, d'unMuzio
Scevola...E
perchè annien-tare con piccoli ragionamenti la grandezza di simili figure ?E
se iRomani
furono così grandi da credersi capaci di talicose,non dovremmo
noi esserealmeno
così grandi da prestar loro fede f Goethe, Schiller, eprima
Lessing, e poiKant, Hegel...Ah,
quand'era piccola,quando
ancoranon
era, la Germania, questi giganti!E
ora, gigante, cannoni, sì, mortai da 420, tutti i con-gegni, tutte le industrie, scatole, scatolette alla perfezione, solide e precise;ma
tuttoautoma-tico,
uomini
e congegni; il bestione, ora, Patle-ta sceso incampo
: ecco qua, s'è buttato per terra supino, con lemani
afferrate sotto il petto eun
braccio qua,sul Belgio e in Francia, l'altro braccio là su la Russia in Polonia:— Smovetemi,
se siete capaci!Quanto
resisterà così piantato?—
Bestione, son tanti! son tanti! e tu contavi di sbrigarti in due zampate!Hai
sbagliato!Xon
hai visto niente;non
hai vinto subito; ti seibuttato così a terrapuntando
legomita diqua
e di là; potrai157
resisterea lungo! oggi o
domani
ti smoveranno,ti slogheranno, ti faranno a pezzi...
Berecche balza in piedi,congestionato, ansante,
come
se avesse fatto lui lo sforzo dismuovere
da terra il bestione.*
* #
Ohe
avviene di là?Strilli, pianti, nella saletta da pranzo. Berec-che accorre; vi trova il fidanzato della figliuola maggiore, il dottor