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NUTS II Sviluppo economico

5. UNA STORIA DI DECLINO E DI INSUCCESSI?

5.2. Le condizioni spaziali e temporali tramite l’analisi del capitale territoriale 1 Il capitale ambientale e la caratterizzazione del sistema paesaggistico

5.3.5. Il capitale culturale

Una delle componenti principali del capitale culturale di un territorio è rappresentata dalla presenza di una specifica e forte identità locale, che, nel territorio in esame, sembrerebbe invece molto lontana dall’essere unitaria, presentandosi quasi come un mosaico, una frammentazione di tante identità campanilistiche che, guardando alle dinamiche territoriali interne, ricercano più facilmente motivazioni di distinzione piuttosto che di unità.

Il territorio sembra essere caratterizzato inoltre dalla presenza di una memoria storica condivisa, basata sulla tradizione contadina e su quella delle zolfare.

Il territorio in esame comprende! &()#**&+ uno dei più importanti bacini minerari d’Europa denominato “altipiano solfifero” che ricopre una vasta area dell’entroterra siciliano (circa 5 mila kmq), occupando gran parte delle province di Agrigento, Enna e Caltanissetta21. L’enorme bacino, noto fin dall’antichità e a lungo sfruttato in superficie, dal XIX secolo ha visto l’inizio di forme di estrazione intensiva, con sistemi di coltivazione in profondità e con attività estrattive a carattere marcatamente industriale. !

Se la storia dello zolfo in Sicilia ha origini lontane, lo sfruttamento sistematico del sottosuolo iniziò solo alla fine del 1700, in coincidenza con lo sviluppo dell’industria chimica in Francia e in Inghilterra. La grande richiesta di acido solforico per la produzione della soda, fece aumentare le richieste di zolfo, stimolando la ricerca e l’apertura di nuove miniere.

Quando masse di contadini passarono dai campi alle miniere, nacque la Sicilia delle zolfare e degli zolfatari. Per un periodo di oltre 150 anni, infatti, le miniere di zolfo costituirono una delle principali fonti di reddito per molti comuni dell’entroterra nisseno, aprendo un settore di attività del tutto nuovo nel panorama economico dell’area che offriva lavoro a molte famiglie tradizionalmente contadine.

Accanto alle figure del contadino, del pastore e dell’artigiano si affiancò, quindi, la figura del minatore. I comuni interessati all’attività estrattiva legarono i propri destini alla zolfara indissolubilmente tanto che i contadini progressivamente abbandonarono i campi per adattarsi a un lavoro disumano.

La nuova attività comunque, incise profondamente sull’esistenza di diverse generazioni locali che gravitarono attorno alle miniere ma non fu veicolo di sviluppo territoriale perché

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Si tratta di una formazione gessosa solfifera risalente al Miocene superiore costituita per lo più da gessi e argille associati a minerali dello zolfo e salgemma. Dalla presenza di questo minerale deriva il nome del fiume Salso o Imera che percorre tutta una lunga vallata al confine tra le province di Enna e Caltanissetta. Anticamente lungo il corso di questo fiume sorsero centri come Sabucina e Gibil-Gabib, abitati sin dalla preistoria, divenuti attualmente siti archeologici di grande interesse.

l’organizzazione e la gestione rimasero sempre e comunque di tipo feudale. Non si formò una classe imprenditoriale locale, mancarono gli investimenti e la meccanizzazione22.

Se nel 1834 il territorio nisseno annoverava ben 88 impianti, l’improvviso crollo dei prezzi dovuto alla sovra-produzione e alla concorrenza americana portarono all’inesorabile declino delle solfare. La riorganizzazione del settore minerario avviata negli anni ‘40 dall’Ente Zolfi Italiani e dopo il 1962 dall’Ente Minerario Siciliano, non riuscì a risollevare le sorti dell’industria estrattiva siciliana che declinò inesorabilmente, di cui tuttavia resta traccia in diverse strutture museali dedicate sparse nel territorio23:

A fronte del considerevole stock di capitale storico – culturale, ma anche naturalistico e ambientalistico, considerato come sedimentazione delle vicende storiche artistiche e culturali del territorio, da rilevare è la quasi assente capacità di cura e salvaguardia degli stessi – così come assente risulta essere la capacità di valorizzazione, come si evince anche dall’indice di dotazione delle strutture culturali e ricreative e dall’analisi dei dati relativi al comparto turistico.

Guardando, infatti, all’indice di dotazione delle strutture culturali e ricreative (Tab. 5.22) è evidente come in tal senso la dotazione infrastrutturale territoriale sia comunque ben distante dai livelli medi regionali.

Tab. 5.27 Indice di dotazione delle strutture culturali e ricreative in provincia di Caltanissetta, in Sicilia e in Italia (2011; in numeri indice, Italia=100)

Strutture culturali e ricreative (*)

Caltanissetta 26,6

SICILIA 47,4

ITALIA 100

(*) Tenendo in considerazione le peculiarità locali, l’indicatore si riferisce alle seguenti variabili: numero musei, numero biblioteche, Numero di rappresentazioni teatrali, numero di biglietti per attività teatrali, numero di giorni spettacoli cinematografici, numero di biglietti venduti per spettacoli cinematografici, numero di locali cinematografici, numero di palestre, numero di giardini zoologici, acquari, orti botanici e riserve naturali, numero di materiali grafici, spese annuali per la gestione biblioteche.

Nostra elaborazione su dati Unioncamere - Istituto Guglielmo Tagliacarne

Nel corso del 2009 sono stati registrati 54.468 arrivi e 191.934 presenze (Tab. 5.23). I dati relativi ai flussi dall’estero evidenziano come, a livello regionale, l’area rappresenti la realtà territoriale con la minore incidenza di turisti stranieri, con il 10% degli arrivi e l’8,5% delle presenze, a fronte di una media del regionale del 37,3% per gli arrivi e del 39,1% per le

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I proprietari del suolo sfruttavano pure il sottosuolo, ma generalmente per ottenere maggiori profitti la superficie veniva frazionata e data in gabella a diversi affittuari. Il grande sviluppo delle zolfare siciliane si ebbe dopo il 1820 quando nell'isola si contavano circa 719 miniere che impiegavano circa 32.136 persone fornendo i 4/5 della produzione mondiale di zolfo. In quel periodo infatti, nel mondo si producevano circa 470mila tonnellate di zolfo e di queste 378mila erano siciliane.

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Presso il comune di Montedoro, si ha il Museo della Zolfara; a Caltanissetta il Museo Mineralogico Paleontologico e della Zolfara, unico nel suo genere nel meridione, che documenta, tra le altre cose, l’attività mineraria. Nel 2010 è stato inaugurato il Museo delle Solfare di Trabia Tallarita, allestimento permanente presso il sito minerario di Trabia che ospita un ricco percorso storico-tecnico sull'epopea delle solfare siciliane.

presenze. Se il dato regionale risulta ad ogni modo inferiore alla media nazionale (43,1% per gli arrivi e 43% per le presenze), il territorio provinciale assorbe l’1,3% degli arrivi e l’1,4% delle presenze, una performance che evidenzia lo spazio per un migliore sfruttamento delle potenzialità attrattive locali.

Al fine di valutare le dinamiche del settoriali è interessante analizzare anche l’evoluzione della spesa dei turisti stranieri. I dati dell’Ufficio Italiano Cambi – Banca d’Italia (Tab. 5.24) evidenziano come, nel 2010, tale spesa sia stata di circa 10 milioni di euro, pur rilevandosi, dal confronto con il risultato del 2009, una contrazione del 41,2% che giunge dopo una prima consistente riduzione nel 2009 (-37%).

Tali flessioni, indubbiamente ascrivibili al rallentamento a livello globale dei flussi turistici, risultano ad ogni modo le più incisive tra quelle registrate dalle province siciliane (Sicilia -12,7% nel 2009 e -9,7% nel 2010).

Tab. 5.28 Arrivi e presenze italiane e straniere negli esercizi ricettivi delle province siciliane, della Sicilia e dell’Italia (2009; valori quantitativi e %)

ITALIANI STRANIERI TOTALE

Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Caltanissetta 49.021 175.697 5.447 16.237 54.468 191.934 SICILIA 2.572.765 8.386.884 1.529.114 5.378.455 4.101.879 13.765.339 ITALIA 54.375.079 211.268.511 41.124.722 159.493.866 95.499.801 370.762.377 % % su totale Regione Caltanissetta 90,0 91,5 10,0 8,5 1,3 1,4 SICILIA 62,7 60,9 37,3 39,1 100,0 100,0 ITALIA 56,9 57,0 43,1 43,0 - -

Nostra elaborazione su dati Istat

Tab. 5.29 Spesa dei turisti stranieri nella provincia di Caltanissetta, in Sicilia, nel Mezzogiorno e in Italia (2006-2010; valori in milioni di euro e variazioni temporali in %)

2006 2007 2008 2009 2010 Caltanissetta 18 9 27 17 10 SICILIA 1.148 1.196 1.032 901 814 MEZZOGIORNO 4.485 4.234 3.999 3.716 3.646 ITALIA 30.368 31.121 31.090 28.856 29.170 Variazioni % 2007/2006 2008/2007 2009/2008 2010/2009 Caltanissetta -50 200,0 -37 -41,2 SICILIA 4,2 -13,7 -12,7 -9,7 MEZZOGIORNO -5,6 -5,6 -7,1 -1,9 ITALIA 2,5 -0,1 -7,2 1,1

Ciò a dimostrazione del fatto che il sistema turistico locale si è mostrato maggiormente vulnerabile alla fase recessiva rispetto ad altre realtà.

Dai colloqui effettuati e dall’analisi del materiale di ricerca relativo ai focus group, emerge, inoltre, come le risorse turistiche dell’area, i beni culturali, le miniere, le manifestazioni, gli eventi, siano poco conosciuti all’esterno e non siano fra essi raccordati. Il territorio risulta deficitario di un prodotto turistico unico, costituito da una varietà di servizi (trasporti, opportunità di visita, ristorazione, pernottamento, svago) mancando le proposte capaci di stimolare un soggiorno o il pernottamento in loco, e una offerta attraente per un turismo stanziale, così come servizi ed infrastrutture per favorire la mobilità all’interno dell’area.

Nonostante l’agriturismo sia ben lontano dai livelli di sviluppo di altre aree, regionali e nazionali, anche grazie alla politica di sviluppo rurale europea si è registrato un crescente numero di interventi di ristrutturazioni di fabbricati agricoli destinati ad attività agrituristica.

Da una parte, l’assenza, di diversificazione dell’offerta di servizi turistici rurali che determinerebbe, secondo gli attori locali, una forte concentrazione turistica nei mesi estivi, prevalentemente da parte degli emigrati, e una scarsa presenza turistica in tutti gli altri mesi dell’anno, e, dall’altra, la mancanza di elementi di richiamo per i visitatori italiani e, soprattutto, stranieri, in concomitanza alla quasi totale assenza di presenze turistiche in periodi diversi dai mesi estivi, mette in evidenza la marginalità rivestita da questo settore nella economia complessiva del territorio. Tale situazione è con ogni probabilità da addebitare al fatto che gli stranieri conoscono molto poco, se no per nulla il territorio, che, essendo decentrato rispetto alle risorse di richiamo che rendono famosa la regione all’estero, non risulta adeguatamente pubblicizzato.

Infine, nonostante gli sforzi effettuati di recente grazie a talune iniziative finanziate alla politica comunitaria di sviluppo rurale, la ricettività rurale e l’offerta di prodotti tipici non sembrerebbero essere ancora le principali manifestazioni dell’integrazione dell’agricoltura con il turismo giacchè anche in questo caso si registra un limite fondamentale nell’incapacità di coordinamento e di azione collettiva degli attori del territorio: la frammentazione dell’offerta e l’incapacità di promozione unitaria frenano fortemente lo sviluppo del settore.

È evidente, pertanto, la necessità di sviluppare la capacità attrattiva del territorio, in modo tale da avviare un meccanismo virtuoso di recupero delle posizioni competitive anche attraverso sinergie con le altre attività economiche e con le istituzioni locali.