NUTS II Sviluppo economico
5. UNA STORIA DI DECLINO E DI INSUCCESSI?
5.4. Le politiche di sviluppo rurale e la qualità della vita
5.4.1. La percezione degli attori locali sui temi prioritari e sulle questioni urgent
Se da una parte gli indicatori economici generali permettono di rilevare l’esistenza di differenziali di crescita fortemente negativi con riferimento al prodotto interno lordo pro-
capite, rilevandosi divari allarmanti dal punto di vista dei consumi e della produttività, è
opinione diffusa, tra tutti gli attori locali interpellati, che il distacco dal resto del Paese sia allarmante.
È ritenuta urgente e necessaria l’adozione di un’appropriata politica di riequilibrio, giacchè, secondo gli intervistati, il problema del divario tenderebbe a perdere d’importanza ad incrementi graduali di benessere socio-economico diffuso tra la popolazione residente
Una delle questioni vissute come più urgenti è quella che attiene al mercato del lavoro e all’entità della disoccupazione, ritenuta insostenibile.
La soluzione di tali problematiche strutturali, pur richiedendo tempi lunghi, potrà essere affrontata con difficoltà non indifferenti.
In particolare, l’onere di attrarre rapidamente eventuali investimenti spetterebbe soprattutto ai governi locali e centrali, che dovrebbero essere capaci di ricoprire un ruolo, necessario e strategico, di sussidiarietà, risolvendo contemporaneamente i problemi infrastrutturali, e realizzando altresì lo snellimento delle procedure, innalzando il livello di efficienza degli apparati burocratico-amministrativi.
Gli attori locali individuano, pertanto, come necessarie, quelle azioni di policy di medio e lungo periodo, capaci di puntare sulla qualificazione e riqualificazione del territorio e sulla
promozione delle risorse ivi contenute, individuando altresì, soprattutto nell’obsolescenza infrastrutturale, le cause del livello di marginalità socio-economica dell’area e indicando in esso la priorità degli investimenti.
Si tratterebbe, in sostanza, di avviare scelte strategiche di pianificazione territoriale anche nell’ottica della costruzione di una rete infrastrutturale articolata su un doppio livello di relazioni:
1) l’accessibilità, dall’esterno, ai punti e alle zone in cui si orienta e si concentra il sistema produttivo delle piccole e medie imprese rurali;
2) la costituzione di una rete infrastrutturale capillare, coerente con le qualità paesaggistiche, e in grado di porre in relazione i diversi elementi facenti parte del sistema rurale e delle città storiche, al fine di consentire lo sviluppo di un modello di produttività agricola rinnovato e con esso, l’individuazione di itinerari turistici- culturali articolati secondo il modello del turismo rurale.
Si tratterebbe, in altri termini, di progettare un itinerario integrato di siti del paesaggio agrario e siti del paesaggio storico-archeologico, comprendendo in questi ultimi i tradizionali punti di richiamo turistici e il sistema dei borghi rurali e dei centri storici minori, adeguatamente e opportunamente riqualificati.
I temi prioritari e le questioni urgenti sarebbero, secondo gli attori locali, da ricondurre essenzialmente alla valorizzazione delle risorse endogene attivabili, adeguatamente integrate e poste in sinergia con le risorse esogene (risorse comunitarie e capitali privati).
Relativamente al capitale ambientale e al capitale culturale, tali risorse (endogene), che comprenderebbero il patrimonio naturale e il patrimonio artistico, storico e architettonico offrirebbero notevoli margini di valorizzazione, offrendo il territorio in esame una discreta gamma di beni paesaggistici e naturalistici di forte magnetismo e un patrimonio artistico, culturale, architettonico ed archeologico di rilievo, ubicato in prevalenza nei centri minori, che andrebbe tutelato, conservato, valorizzato ma, soprattutto, fruito.
Il capitale economico, pur nella sua limitatezza, presenta, secondo gli attori locali, una eterogeneità di soggetti economici attivi nel territorio, essendo rilevata in tal senso l’esistenza di un patrimonio imprenditoriale non trascurabile, in relazione alla presenza diffusa, anche se non strutturata in sistemi locali e distrettuali, di piccole imprese, artigianali e commerciali che utilizzano risorse agricole ed artigianali; ne rappresentano importanti esempi le aree di produzione agroalimentare (Villalba, Vallelunga, Delia), vitivinicola (Riesi) e alcune zone di produzione di manufatti artigianali (Santa Caterina). In tale ambito, di rilevante importanza per la creazione di nuove attività, risulterebbe essere data dall’apporto dell’imprenditoria
femminile.
Le azioni di policy da porre in tal senso dovrebbero essere orientate alla conoscenza “locale” proprio nei settori produttivi ritenuti rilevanti (artigianato e produzioni tipiche), investendo altresì nel potenziamento delle risorse territoriali e urbane. I tessuti urbani esistenti nell’area presenterebbero, infatti, potenzialità di valorizzazione attraverso l’attivazione di azioni di riqualificazione, di miglioramento della qualità ambientale e di potenziamento delle infrastrutture dei singoli comuni.
Relativamente al capitale umano, come già peraltro messo in evidenza, gli attori locali condividono totalmente l’analisi secondo cui il dato di forte criticità demografica sia generato da fattori ormai strutturali e storicizzati, risalenti, da una parte, al forte flusso migratorio che ha raggiunto l’apice negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso e, dall’altra, dalla profonda crisi economica. Nonostante il calo demografico recentemente sia stato, anche se solo in parte, compensato dalla popolazione giovanile non stanziale attirata dall’offerta universitaria e dalla presenza di flussi migratori extracomunitari, si ritiene che le risorse umane di cui l’area dispone, caratterizzate in parte da un elevato grado di scolarizzazione, qualora opportunamente valorizzate, anche in riferimento alle diverse competenze e potenzialità connesse al genere, potrebbero costituire un fattore cruciale di sviluppo.
In tale ottica, di cruciale importanza per l’attuazione delle possibili azioni di policy è il livello di preparazione dei protagonisti dello sviluppo locale a svolgere il ruolo e le funzioni attribuite. Il problema fondamentale diventa, allora, l’assetto dei servizi, l’efficacia dell’azione amministrativa, la professionalità e l’ottimizzazione delle risorse umane e produttive.
In sintesi, la prospettiva di uno sviluppo locale che parta dalla valorizzazione del territorio fa emergere, in primo luogo, la necessità di una lettura della situazione, che parta proprio dall’individuazione degli elementi di vulnerabilità e fragilità del sistema stesso, per poi mettere in atto una serie di interventi di policy che permettano la rimozione di situazioni di povertà, contrastando lo spopolamento, stimolando anche l’occupazione e rispondendo così alle pressanti richieste di livelli di qualità della vita (salute, sicurezza, tempo libero, benessere) più elevati, dando “voce” e rappresentanza, al contempo, alle istanze specifiche delle aree più marginali che presentano problematiche più urgenti rispetto alle situazioni dei centri urbani di dimensioni maggiori.
5.4.2. L’impatto delle politiche europee per la qualità della vita nelle aree rurali secondo