• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 1: VALORE

1.6 Capitale intellettuale e innovazione

Per continuare la comprensione lo stato dell’arte relativo al fenomeno in osservazione, per comprendere come il capitale intellettuale è collegato al valore, occorre iniziare l’analisi da un altro seminal paper, che ha aperto il dibattito su capitale intellettuale e innovazione, “The influence of intellectual capital on the types of innovative capabilities” [Subramaniam e Youndt, 2005].

Secondo Subramaniam e Youndt [2005] il capitale strutturale, raccogliendo la conoscenza strutturata, processi, banche dati e brevetti, può potenziare le capacità di innovazione incrementale, sebbene il capitale relazionale non sembri avere la capacità di fungere da enabler del capitale strutturale. I flussi di informazioni che travalicano i confini dell’impresa non sembrano superare la capacità informativa di quanto già istituzionalizzato interamente.

Contrariamente alle aspettative, gli Autori riscontrano che il capitale umano ha un'influenza negativa sulla capacità di innovazione radicale. Questo è un risultato interessante che suggerisce che l'individuo, e la sua esperienza, da soli non consentano l’innovazione radicale. Solo grazie all’interazione positiva del capitale umano e relazionale si influenza la capacità innovativa radicale. Questo dato è interessante perché l’importanza del capitale umano è fortemente legato al capitale relazionale. Quindi, a meno che la conoscenza individuale non sia messa in rete, condivisa e canalizzata attraverso le relazioni, fornisce pochi vantaggi alle organizzazioni in termini di innovazione. Sembra che la componente sociale degli individui sia probabilmente un aspetto intrinseco del loro capitale umano [Gratton e Ghoshal, 2003] che include quindi oltre alle conoscenze e competenze anche le capacità di fare squadra, le relazioni interpersonali e il network.

I loro risultati sono coerenti con l’ipotesi che le diverse componenti del capitale intellettuale di un’organizzazione, e le loro interrelazioni, influenzino le sue capacità di innovazione incrementale e radicale.

In letteratura vi è un'ampia varietà di definizioni di innovazione. Secondo Schumpeter [1934], il termine innovazione sottolinea il carattere di novità e può essere ampiamente applicata a: un nuovo prodotto, si tratti di beni o servizi, un

nuovo metodo di produzione, un nuovo mercato, una nuova fonte di approvvigionamento o addirittura una nuova struttura organizzativa.

Nel tempo innovazione e performance hanno suscitato un interesse crescente e l'OCSE ha pubblicato definizioni e linee guida per la raccolta e l'interpretazione dei dati sull'innovazione e la loro misurazione.

Questo concetto si è evoluto particolarmente nel tempo. Partendo esclusivamente da innovazione tecnologica di prodotto o di processo nel settore manifatturiero [OCSE, 1992], data la crescente importanza del settore dei servizi, nella sua seconda versione include anche innovazioni di processo, marketing e innovazioni organizzative [OCSE 1997].

Secondo l'ultima revisione del manuale di Oslo [OCSE, 2005], un'innovazione è "the implementation of a new or significantly improved product (good or service), or process, a new marketing method, or a new organizational method in business practices, workplace organization or external relations".

L’ultima revisione include quindi sia dimensioni interne che esterne. In un contesto di integrazione, le tecnologie dell'informazione svolgono un ruolo cruciale per facilitare il contatto con realtà esterne, un elemento sempre più importante in un’ottica di open innovation, concetto che può essere espresso come “the use of purposive inflows and outflows of knowledge to accelerate internal innovation, and expand the markets for external use of innovation, respectively. Open Innovation is a paradigm that assumes that firms can and should use external ideas as well as internal ideas, and internal and external paths to market, as the firms look to advance their technology” [Chesbrough, 2003; Chesbrough et al., 2006].

Nella letteratura la grande diversità legata al termine "innovazione" emerge poiché l'innovazione è stata misurata sulla base dei risultati della stessa, del processo di innovazione e del suo grado di radicalità.

L'innovazione in termini di conseguenze dell'atto di innovare, la ricerca orientata ai risultati, si concentra sull'effetto del processo di innovazione: si considerano gli output dell’innovazione come nuovi prodotti, servizi, processi o pratiche manageriali. Mentre le misure di output valutano l'innovazione in termini

di produzione, ad esempio la quantità di nuovi prodotti introdotti [Wu et al., 2007], gli studi sugli esiti dell’innovazione si concentrano sui risultati di tali innovazioni, come il fatturato relativo a nuovi prodotti [Hsu e Fang, 2009].

Gli studi sul processo innovativo si concentrano sui modi di innovare: la capacità di adeguare i processi per adattarsi ai cambiamenti della produzione [Menor e Roth, 2007], la capacità di cogliere e plasmare opportunità e minacce [Aramburu e Sáenz, 2011].

Il grado di radicalità delle innovazioni è legato al livello di cambiamento dell'innovazione sviluppata. Come spiegato nell'OCSE [2015], secondo la scuola di pensiero di Schumpeter, le innovazioni radicali creano grandi cambiamenti dirompenti, mentre le innovazioni incrementali avanzano continuamente nel processo di cambiamento.

Negli ultimi anni, il dibattito relativo al rapporto tra innovazione e capitale intellettuale è diventato un tema di discussione anche in tutta la comunità del capitale intellettuale.

In particolare, il capitale intellettuale sembra rappresentare una risorsa fondamentale per l’innovazione e la ricerca sul capitale intellettuale si è focalizzata sul ruolo che può svolgere come precursore dell’innovazione [Dost et al., 2016]. Tuttavia, il collegamento tra questi due elementi costituisce un fenomeno complesso che rimane ancora irrisolto e richiede ulteriori contributi per essere compreso (Delgado-Verde et al., 2016).

Nella ricerca sul tema si possono distinguere tre principali approcci:

 il primo si concentra sull'impatto delle singole componenti del capitale intellettuale considerate separatamente [Elsetouhi et al. 2015; Delgado-Verde et al., 2011] o nel suo insieme [Carmona- Lavado et al. 2013; Agostini et al., 2017];

 il secondo indaga la relazione tra le quattro componenti del capitale intellettuale: al capitale umano, strutturale e relazionale si aggiunge anche il capitale innovativo [Tseng e Goo, 2005; Chen et al. 2006; Wu et al., 2007];

 il terzo si concentra sul modo in cui le componenti del capitale intellettuale interagiscono per migliorare i risultati dell'innovazione [Dumay et al., 2013].

Relativamente al primo approccio di fatto i risultati non sembrano essere conclusivi; sembra non esserci un unico modo con cui le componenti del capitale intellettuale promuovono l’innovazione (vedi fig. 7).

Figura 7 - Componenti del capitale intellettuale e elementi dell'innovazione

Autori e anni

Componenti CI e elementi dell’innovazione

Cabello-Medina et al. (2011) SC --> HC --> I Carmona-Lavado et al. (2013) RC Chen et al. (2015) HC --> SC --> I Costa et al. (2014) RC Carmona-Lavado et al. (2010) SC --> RC --> I Chen et al. (2014)

Costa et al. (2014), Elsetouhi et al. (2015) RC --> SC --> I

Chen et al. (2006) RC > HC > SC --> I Costa e Ramos (2015) HC > RC > SC --> I Hsu e Fang (2009) RC > SC > HC --> I Zhang e Lv (2015) RC + --> I

Fonte: propria elaborazione

Questi autori hanno esplorato diversi concetti legati all’innovazione, come le performance innovative [Cabello-Medina et al., 2010], il grado di innovatività dei servizi e il successo dell’innovazione [Carmona-Lavado et al., 2013], l’innovazione di prodotto [Chen et al., 2014; Costa et al., 2014; Carmona-Lavado et al., 2010].

Una menzione particolare merita il lavoro di Agostini e Nosella [2017] che esamina un campione di piccole e medie imprese italiane, a cui appartiene anche

l’impresa del case study che sarà presentato in seguito. L’obiettivo del loro studio è esaminare l’impatto delle singole componenti del capitale intellettuale sulle performance di innovazione radicale e verificare se alcune o tutte le componenti fungono da mediatori per le altre.

I risultati di questo studio oltre che confermare che tutte e tre le componenti del capitale intellettuale hanno un’influenza positiva sulle performance di

innovazione radicale misurata da quattro item23, ammettendo che le componenti

possano trasformarsi e completarsi a vicenda, grazie a questa interazione si ottengono migliori performance innovative. Il capitale umano contribuisce a potenziare il capitale relazionale che a sua volta aumenta la performance dell’innovazione radicale. Il miglioramento del capitale relazionale e organizzativo contribuisce positivamente alla performance innovativa anche in modo indipendente.

Relativamente al secondo filone di studi, un gruppo molto limitato di studi [Tseng e Goo, 2005; Chen et al. 2006; Wu et al., 2007] ha invece indagato gli effetti del capitale intellettuale sul valore, considerando l’innovazione come quarto elemento del capitale intellettuale.

Questi studi forniscono risultati contrastanti sulle interrelazioni tra i diversi elementi del capitale intellettuale e i loro effetti di interazione sulle performance per cui sono necessari ulteriori studi per ampliare la ricerca, anche oltre le imprese manifatturiere.

Ad esempio Tseng e Goo [2005] si basano su una survey per esaminare il rapporto tra capitale intellettuale e valore, espresso dal valore di mercato, nelle imprese manifatturiere di Taiwan. Nella loro concettualizzazione di capitale intellettuale, introducono il capitale dell'innovazione, che include l'innovazione e capacità tecnologica e proprietà intellettuale. Il capitale strutturale quindi si scinde in capitale organizzativo e capitale innovativo (vedi fig. 8).

23 Gli item sono quelli sviluppati da Jansen et al. [2006] e consistono, considerando gli ultimi tre anni,

nell’introduzione di nuove generazioni di prodotti, apertura di nuovi mercati, introduzione di prodotti completamente nuovi, utilizzo di nuovi canali distributivi.

Figura 8 - Findings di Tseng e Goo

Fonte: adattato da Tseng e Goo [2005]

I loro risultati confermano gli effetti positivi del capitale dell’innovazione e del capitale relazionale sul valore aziendale, a differenza del capitale strutturale. Il capitale umano esercita un'influenza positiva sull'innovazione e sul capitale strutturale e relazionale, mentre il capitale strutturale influenza positivamente sia l'innovazione che il capitale relazionale. Infine, anche il capitale d'innovazione influisce positivamente sul capitale relazionale.

Si trovano quindi relazioni positive e significative sui quattro costrutti del capitale intellettuale che quindi articolano ben otto percorsi di creazione di valore. Gli effetti del capitale umano sul valore si sviluppano attraverso le altre componenti del capitale intellettuale. Gli Autori riscontrano che gli effetti del capitale intellettuale sul valore si intensificano passando da imprese non-high-tech ad imprese high-tech.

Continuando il discorso sulle specificità settoriali, Chen et al. [2006] indicano che quanto maggiore è il tasso di crescita di un settore, tanto più forti sono le relazioni positive tra gli elementi del capitale intellettuale e lo sviluppo di nuovi prodotti. Nelle aziende manifatturiere taiwanesi, riscontrano che il capitale relazionale sia l’elemento più importante per lo sviluppo di nuovi prodotti. I risultati della loro survey hanno importanti implicazioni: in primo luogo, le imprese manifatturiere taiwanesi hanno sottolineato le relazioni interattive con i loro fornitori a monte, e a valle con clienti e partner strategici, per comprendere le esigenze e le opportunità nello sviluppo di nuovi prodotti. In secondo luogo il capitale strutturale presenta una relazione positiva con le performance di sviluppo di nuovi prodotti sebbene sia la componente meno significativa.

Wang e Chang [2005] (vedi fig. 9) nel settore IT di Taiwan, confermano il fatto che il capitale umano sia il più importante elemento del capitale intellettuale, che influenza direttamente sia il capitale innovativo, che quello strutturale (di processo) e relazionale. In particolare, il capitale relativo ai processi contribuisce

direttamente alle performance24 e questo apporto diviene sempre più significativo

quando viene rinforzato dal capitale innovativo. Il capitale umano influenza, seppur indirettamente le performance.

Figura 9 - Findings di Wang e Chang

Fonte: adattato da Wang e Chang [2005]

Yang e Kang [2008], con un capitale innovativo, rappresentato quasi esclusivamente da indicatori di ricerca e sviluppo, dichiarano che i suoi effetti sulle performance si esprimono sia nelle industrie high-tech che low-tech a differenza degli effetti del capitale relazionale, che sono più forti nell’industria low-tech.

Il terzo filone di ricerca, che si concentra sul modo in cui le componenti del capitale intellettuale interagiscono per migliorare i risultati dell'innovazione [Dumay et al., 2013], rappresenta la prospettiva che si abbraccerà per rispondere alla domanda di ricerca su come il capitale intellettuale è collegato al valore.

24 Misurata attraverso 9 indicatori: ROA (Reddito netto / Totale Attivo), Adjusted ROA (EBIT/Totale

attivo), ROE (EBIT / Patrimonio netto), Adjusted ROE (EBT / Patrimonio netto), ROS (EBIT/ Vendite nette), prezzo dell’azione a fine periodo, Valore di mercato a fine periodo, Valore di mercato – valore di libro, Market to book (Valore di mercato alla fine del periodo / valore contabile a fine periodo)

Sebbene sembri una risposta banale dall’analisi della letteratura, e coerentemente con la grand theory che vede il capitale intellettuale come enabler dell’innovazione, prendendo in considerazione simultaneamente le innovazioni incrementali e radicali si potranno stabilire confronti e analizzare le differenze [Dumay et al., 2013; Wang e Chen, 2013] in un’ottica ostensive [Mouritsen, 2006].

Per rispondere alla domanda di ricerca si utilizzerà una metodologia qualitativa, un case study, nel settore delle telecomunicazioni, dove forse è più facile cogliere queste relazioni per l’intrinseco ruolo che queste hanno nel settore dei servizi in quanto caratterizzati da una stretta interazione tra fornitori e utenti, in cui il processo di produzione e il processo di personalizzazione sono ad alta intensità di conoscenze è fortemente dipendente dai singoli individui.

Le motivazioni relative alla scelta del metodo di ricerca saranno approfondite nel prossimo paragrafo.

L’ipotesi che è stata maturata a seguito dell’analisi della letteratura è che l’innovazione svolga un ruolo importante per la creazione di valore per la sua interazione con il capitale intellettuale, divenuto componente rilevante del valore. Ci si propone di analizzare come si sono evoluti negli anni gli indicatori di performance dell’azienda oggetto dello studio, per cogliere le motivazioni dei cambiamenti delle misure utilizzate e il perché delle scelte poste in essere. Ci si propone di comprendere, inoltre, come le componenti del capitale intellettuale influenzano l’innovazione per spiegare il legame tra capitale intellettuale e valore. Il presente lavoro vuole proporsi rispondere alla domanda di ricerca ricercando, inoltre, quali possono essere gli indicatori di misurazione del valore e delle performance del capitale intellettuale che meglio rispondono alla necessità di ampliare la prospettiva della misurazione del valore, includendo anche elementi di capitale intellettuale.

CAPITOLO 2: IL CASO WELCOME