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I documenti digitali, nonostante concettualmente non si differenzino dai documenti analogici perché sono ugualmente identificabili come “documenti” (ovvero come oggetti contenenti informazioni), presentono alcune caratteristiche differenti. L’aspetto tecnologico, seppur non identificativo del documento digitale153, è utile per la sua comprensione154. Prenderemo in considerazione ora tre testi di autori di diverse origini culturali per mostrare come la percezione di queste caratteristiche, anche se descritta a livello generale, sia ormai compresa a livello internazionale.

Il mondo accademico americano è sempre il contesto in cui vengono fatte più elaborazioni a riguardo155. Tra queste riportiamo quanto scritto da Liu156 (2008, 9- 12; 40- 42): il documento digitale è caratterizzato da:

- difficoltà di conservazione e inaccessibilità per dipendenza da determinati hardware e software157; -intangibilità: l’informazione con i media digitali è invisibile all'occhio umano e dipendente da dispositivi di lettura. Questo porta a separazioni nette tra chi ha e sa usare questi dispositivi e chi no: il digital divide; - uguaglianza o difficoltà nel distinguere documento originale e copia; viene descritto come decreasing uniqueness of document;

- facilità di duplicazione;

151 “[…] the clean divisions drawn between “old” and “new”, “analogue” and “digital”, “discrete” and “continuous” as well as

the broader division of the “digital” from the “physical”, popularised in the cyber-utopianism of the early 1990s..” Allen- Robertson (2017 b).

152 Allen-Robertson (2017 a).

153 Come abbiamo esposto al paragrafo precedente e appena ribadito, esistono queste nuove tipologie di documenti chiamati

“documenti digitali” che sono rappresentati in forma di 0 e 1 e devono essere letti con dei medium appositamente creati allo scopo. Tuttavia il concetto che vogliamo portare avanti in questo paragrafo è che il documento digitale, a livello concettuale, non è diverso dall’“analogico”, dato che abbiamo visto già alla pagina precedente come “le numérique modifie les

composantes du document, pas la notion de document en tant que telle” (Chabin, 2004). Per cui l’aspetto tecnologico non è identificativo perché il “documento digitale” non è diverso dal “documento analogico”: è sempre e solamente documento. La necessità di differenziarli è necessaria unicamente a livello pratico, perché si tratta di documenti espressi con medium diversi e che per questo presentano alcune caratteristiche differenti. La tecnologia differente distingue effettivamente i documenti “analogici” e quelli “digitali” ma nella realtà si tratta di una divisione arbitraria e di comodo che deriva tra le altre cose dal fatto che l’arrivo delle tecnologie digitali, recente e veloce, ha creato problemi e innovazioni anche livello linguistico. Noi accettiamo che si parli di documento “digitale” perché a livello “popolare” è difficile far comprendere come un incunabolo di carattere archivistico e un documento con firma digitale siano la stessa cosa, scritta su supporti diversi ma con lo stesso significato. In conclusione, si possono definire entrambi semplicemente come “documenti” senza falsare la loro comprensione a riguardo. Infatti la tecnologia digitale è importante per i documenti, ma non è identificativa, come nel passato non era identificativa la carta rispetto alla pergamena o al papiro per identificare i documenti.

154 "Insister sur les origines techniques du document numérique ne suffît pas en soi à le distinguer. Les documents, comme tout

objet produit par l'activité humaine, relèvent d'une dimension technique." Cotte (2004, 37)

155 Per un ulteriore testo dal mondo accademico U.S.A si veda Schamber (1996). I documenti digitali in questo testo sono

descritti come: manipolabili , ricercabili, trasportabili, replicabili all’infinito, collegabili tra loro tramite link interni ed esterni.

156 Ora professore alla San Jose State University, dipartimento di biblioteconomia.

157 Liu (2008, 10): “The higher information density of digital media […] implies a paradigm shift in the preservation practice:

-fluidità, per confronto con la stabilità dei documenti cartacei.

Vediamo poi una descrizione proveniente dal mondo francofono158 con Cotte159 (2004, 39-41)160. L’autore identifica alcuni tratti distintivi per il documento digitale:

- apertura: a differenza del libro cartaceo un file è suscettibile di cambiamenti e manipolazioni161 a tutti i livelli162;

-automaticità, plasticità e ricomposizione: prodotto da un elaboratore, il documento digitale è “parametrabile” e quindi può essere diviso più volte senza difficoltà e scambiato tra supporti diversi163;

- importanza del ruolo dello strumento: l’uso di una macchina per leggere il documento è una delle basi del digitale, è necessario un apparecchio di lettura e scrittura.

Per il contesto italiano, consideriamo quanto detto da Tammaro and Salarelli164 (2006, 28- 38). La loro analisi descrive il documento digitale come caratterizzato da:

-flessibilità: i documenti si possono combinare tra loro;

-simulabilità: l’utente può modificare il documento senza compromettere l'originale, che resta inalterato; -riproducibilità e conservazione: sono più facili da riprodurre rispetto ai documenti analogici; questo porta alla comoda creazione di più copie per cui è più probabile che il documento si conservi165;

-trasmissibilità : essendo documenti espressi con valori numerici (i bit), è più facile la loro trasmissione ed elaborazione, che avviene tra elaboratori, rispetto alla trasmissione di documenti in formato cartaceo.

Dopo questa breve carrellata internazionale166, possiamo concludere che, anche se sono chiamate da

studiosi diversi con nomi diversi, le caratteristiche del documento digitale sono comuni e sono: - Interattività;

- fluidità167.

158 Per altri testi dalla Francia si veda il testo di Accart (2005). Per una descrizione più specifica delle caratteristiche del

documento digitale si veda il 1° paragrafo del testo di Caro Dambreville (2003). Interessante anche il paragrafo 6, che contiene lo schema riassuntivo de concetti espressi.

159 Ora deceduto, è stato professore di Scienze dell'informazione e della comunicazione all’Università Lille 3.

160 Il suo contributo è inserito all’interno di un dossier tematico della rivista, dedicato appunto al documento digitale, chiamato

“Du «document numérique» au «textiel»”.

161 Si ritorna al concetto di fluid già espresso da Levy (1994).

162 Questa idea si avvicina a quanto detto da Zani (2006, 60-61) a riguardo della granularità, concetto che riteniamo esprima

proprio questa caratteristica descritta da Cotte.

163 L’autore tuttavia è piuttosto prudente verso questa interpretazione e non la accetta pienamente.

164 Tammaro è professoressa all’Università di Parma e tra le altre cariche membro del’IFLA, nella sezione Library theory and

research. Salarelli è professore di scienze dell’informazione all’università di Parma e membro di diversi comitati scientifici e riviste del mondo della biblioteconomia e della scienza dell’informazione.

165 Qui ci si differenzia dal contesto U.S.A., affermando che la conservazione del digitale è più semplice.

166 Sembra interessante inserire all’interno del discorso anche un elaborato proveniente dal mondo anglosassone, il testo di

Kallinikos, Aaltonen and Marton (2010), per dimostrare come l’analisi sia realmente internazionale.

167 Moltissini altri autori oltre a quelli citati hanno argomentato relativamente alla fluidità del documento digitale. Tra gli altri

vediamo Chabin (2004) che afferma “Il faut donc fixer le document d’une manière ou d’une autre pour contrer la volatilité naturelle de l’écrit numérique”. Anche Metitieri and Ridi (2003) ne accennano nel trattare delle caratteristiche

dell'informazione in Internet, inserendo i concetti di fluidità esterna e interna. Ridi (2007, 26) ne tratta ulteriormente, e afferma “L'informazione veicolata da documenti analogici può essere vista come "solida", in quanto stabile, immodificabile e

strettamente solidale al supporto fisico che la ospita” . Tuttavia già Levy and Marshall (1994) ribadiscono quanto già detto nel di poco precedente “Fixed or fluid” (Levy, 1994): “it is assumed that paper technologies produce documents that are fixed and permanent while digital technologies produce documents that are fluid (changing) and transient. But this is simply wrong,

Possiamo descrivere entrambe in breve con la “metafora della liquidità”:

"l’'informazione […] diventa "liquida", ovvero mobile, modificabile e facilmente trasportabile da un supporto fisico ad un altro quando si digitalizza. [...] La liquidità spiega […] sia le caratteristiche positive (malleabilità, interattività, personalizzabilità, ricercabilità, copiabilità, trasmissibilità) che quelle negative (instabilità, volatilità, difficoltà di conservazione, di catalogazione e di valutazione della qualità e dell'autenticità) dei documenti digitali".

Ridi (2007, 26)

2.4 LE CONSEGUENZE DEL DIGITALE. ALCUNE PROBLEMATICHE

Anche se è vero che il digitale ha apportato alcuni vantaggi 168 in molti ambiti dell’information society, è vero anche che ha provocato alcuni problemi e difficoltà per le sue caratteristiche intrinseche169. Possiamo riscontrare problematiche a questo proposito sia per l’informazione che per il documento.