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Il termine istituzioni della memoria si può legare anche al termine istituzioni della cultura309 (o culturali)310. Qui si uniscono i due termini istituzione e cultura, quindi ci si concentra sulle biblioteche, archivi, musei e gli altri istituti come enti con finalità culturale311.

Un primo esempio dell’uso del termine si ha nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (2004)312, dove, tra i principi generali per la fruizione dei beni culturali, all’articolo 101313,comma 1, si scrive esplicitamente. “Ai fini del presente codice sono istituti e luoghi della cultura i musei, le biblioteche egli archivi, le aree e i parchi archeologici, i complessi monumentali.” Si utilizza il termine istituti della cultura per quelle che noi abbiamo riconosciuto già come istituzioni della memoria, dando loro però un carattere di stabilità fisica (luogo) e un minore legame con il concetto di memoria. Nello specifico l’articolo 101 descrive ogni tipologia di “istituto della cultura” che il codice considera tale:

“Si intende per:

a) "museo", una struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio;

b) "biblioteca", una struttura permanente che raccoglie, cataloga e conserva un insieme organizzato di libri, materiali e informazioni, comunque editi o pubblicati su qualunque supporto, e ne assicura la consultazione al fine di promuovere la lettura e lo studio;

c) "archivio", una struttura permanente che raccoglie, inventaria e conserva documenti originali di interesse storico e ne assicura la consultazione per finalità di studio e di ricerca.

d) "area archeologica", un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o strutture preistorici o di età antica;

e) "parco archeologico", un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all'aperto; f) "complesso monumentale", un insieme formato da una pluralità di fabbricati edificati anche in

309 Cultura è per Devoto and Oli (2000, 566): “Quanto concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale

e sull’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete all’interno della società”. Legato a questo il concetto di culturale, per Devoto and Oli (2000, 566): “ Pertinente all’apprendimento, all’elaborazione, alla diffusione delle arti, delle scienze, della tecnica.”

310 Legato a questo il concetto di culturale, per Devoto and Oli (2000, 566): “ Pertinente all’apprendimento, all’elaborazione,

alla diffusione delle arti, delle scienze, della tecnica.”Si veda nota alla pagina precedente. Per ulteriori informazioni si rimanda al testo di Spencer-Oatey (2012), di cui citiamo due frasi che ci sembrano importanti per mostrare che anche questo concetto ha insito in se un ruolo sociale: “Culture is associated with social groups” e “Culture is both an individual construct and a social construct” (Spencer-Oatey, 2012, 7- 8).

311Per una analisi ed una evoluzione storica degli istituti culturali dal Cinquecento ad oggi si rimanda a Zannino and Casalena

(2015). Per ulteriori informazioni si rimanda al testo di Spencer-Oatey (2012), di cui citiamo due frasi che ci sembrano importanti per mostrare che anche questo concetto ha insito in se un ruolo sociale: (p.7 - 8) “Culture is associated with social groups” e “Culture is both an individual construct and a social construct”.

312 Codice dei beni culturali e del paesaggio (2004).

epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, una autonoma rilevanza artistica, storica o etnoantropologica.”

Vediamo un ulteriore esempio dell’utilizzo del termine a livello legislativo nelle Nuove norme per l'erogazione di contributi statali alle istituzioni culturali (1996) , che disciplina appunto le istituzioni culturali. Queste istituzioni prendono carattere pubblico se soddisfano le condizioni dell’articolo 2, tra cui notiamo alcune caratteristiche che anche le istituzioni della memoria hanno: “non avere fini di lucro […] promuovere e svolgere in modo continuativo attività di ricerca e di elaborazione culturale documentata e fruibile, volta all'ampliamento delle conoscenze […]disporre di un rilevante patrimonio bibliografico, archivistico, museale, cinematografico, musicale, audiovisivo, qualunque sia il supporto utilizzato, pubblicamente fruibile in forma continuativa […]” Tuttavia si differenziano perché il loro scopo è “svolgere e fornire servizi, di accertato e rilevante valore culturale, collegati all'attività di ricerca e al patrimonio documentario”314.

Per una definizione più esplicita di istituzioni culturali, ci basiamo su quanto scritto dal Ministerio de Educación y Cultura dell’Uruguay in un testo che si è occupato di trattare del censimento delle istituzioni culturali del paese:

“Se entiende por institución cultural a todo aquel organismo que desempeña una función de interés público en relación al quehacer del sector cultural. En este sentido, la definimos como una unidad social compuesta por un conjunto de personas, que funciona con cierta continuidad y persistencia para alcanzar determinados fines y metas comunes en la órbita de lo cultural, obteniendo y utilizando recursos financieros, materiales y humanos. […] son vías que tiene cualquier comunidad, ya sea un pequeño grupo, un pueblo, una gran ciudad o un país, para expresar las identidades que lo conforman, las múltiples formas de entenderse y mostrarse.315”

(DNC- MEC, 2016) 316

Le istituzioni della memoria sono quindi tutte istituzioni culturali, perché hanno sempre anche uno scopo culturale. Viceversa però non tutte le istituzioni culturali sono istituzioni della memoria, anche se possono esserlo317.

314 Nuove norme per l'erogazione di contributi statali alle istituzioni culturali(1996).

315 Per un ulteriore approccio sociale al termine istituzioni culturali si rimanda al lavoro di Bense Ferreira Alves and Poulard

(2007), che, citando Becker (1988) e il suo studio di sociologia dell’arte, affermano: “ces institutions remplissent toutes les conditions permettant à la production et à la diffusion de biens culturels et artistiques de s'inscrire dans la durée. Tout d'abord, et bien qu'elles soient définies par une activité culturelle ou artistique particulière, souvent attribuée à l'activité d'un seul groupe, elles sont, avant tout, le produit d'une action collective. ” Interessante il rimando al collettivo e alla società, che abbiamo visto essere importante anche per il concetto di istituzioni della memoria.

316 Per una analisi del concetto di istituzione culturale con approccio culturale diverso, dal Nord Europa, si rimanda al testo di

Concludendo, dopo aver spiegato cosa sono e cosa non sono le “istituzioni della memoria” e consapevoli che, come hanno scritto Duff, Carter, Cherry, MacNeil and Howarth (2013)

“Despite similar vocations as cultural heritage and memory institutions, libraries, archives and museums are, with some exceptions, three distinct types of institution”

nei prossimi capitoli ci occuperemo di andare a descrivere singolarmente queste istituzioni principali dal punto di vista funzionale, descrivendone le varie caratteristiche.

317 Ne vediamo conferma in Hjerppe (1994), che elenncando le istituzioni della memoria inserisce “heritage (monuments and

4 I DOCUMENTI IN BIBLIOTECA

4.1 LA BIBLIOTECA

“Despite similar vocations as cultural heritage and memory institutions, libraries, archives and museums are, with some exceptions, three distinct types of institution”.

Duff, Carter, Cherry, MacNeil and Howarth (2013)

Qui inizieremo con la descrizione della prima di queste istituzioni, la biblioteca318, esplicitando in primis le sue funzioni e le sue diverse tipologie, per andare ad occuparci poi di come essa gestisce o subisce il passaggio al digitale.

Prima di cominciare vogliamo però chiarire che l’istituzione319 biblioteca è un istituto di origine

europea320, basata su millenni di “tradizione biblioteconomica del mondo occidentale”321 che ha, soprattutto in epoca coloniale, raggiunto il resto del mondo322. La biblioteca riflette quindi ideali e costrutti mentali occidentali, anche se ormai questo non è più riconoscibile nella società globalizzata contemporanea.

318 Oltre a quanto spiegato nel capitolo precedente, prova esplicita del fatto che una biblioteca sia un’istituzione si vede nel

primo capitolo del testo di Granata (2009, 11- 60), che l’autrice intitola appunto “la biblioteca come istituzione. Conferma Traniello (2007, 21): “non può considerarsi errato definire la biblioteca stessa come istituzione, anche se questo termine ha una vasta portata semantica e la sua diretta applicazione alla biblioteca non va esente a possibili equivoci”.

319 Gruppo di lavoro del seminario “Storia delle biblioteche” (2001/2002) per la conferma della considerazione della biblioteca

come istituzione.

320 Anche se innegabilmente anche nelle altre culture sono presenti strutture con la stessa funzione, come si vede in Zhang

(2011) che scrive “China, as a country with one of the most ancient origins of libraries, has a long history of books and libraries”.

321 Salarelli and Tammaro (2000, 76).

322 L’istituzione biblioteca, persona giuridica con funzione pubblica, deriva dalle convenzioni sociali e rappresenta la

“formalizzazione temporanea delle pratiche intrinseche della comunità […] Fissa (perciò) i limiti e opera un controllo in chiave amministrativa delle attività individuali svolte all’interno della comunità.” (Guerrini, 2007, 164). Anche Solimine (2004, 47) spiega che: “la biblioteca è uno degli elementi in cui si incarna l’identità culturale di una comunità”.

A riprova del suo rappresentare la società occidentale vediamo quanto scritto da Ojiambo and Kasalu (2015) per l’Africa “The development of libraries in Kenya is closely linked with the beginning of the British colonial rule and the arrival of European Missionaries and settlers mainly from Britain, and the Indian traders from India. Factors that contributed to the development of libraries in Kenya include the desire by the colonial government: to provide library services to the white settlers who had settled in Kenya and East Africa to exploit good agricultural land; to provide library service to colonial administrators who were employed in various government departments and; to provide religious reading materials by the Church Missionary Society..”; per l’Asia invece vediamo la testimonianza di Zhang (2011) che ricorda la lunga tradizione bibliotecaria cinese, antichissima, ma poi spiega che “China's modern library is a product of Western ideology and culture” che si è imposta perchè “After the failure of the Opium War, the internal and external influences accelerated the library reforms and developments in China. One influence came from the “forward-thinking Chinese intellectuals who not only promoted the learning of Western science and technology but also advocated the adoption of Western socio-political institutions”.

4.1.1 DEFINIZIONE

Il termine biblioteca deriva dal greco bibliotèke, da biblion e theke, parole che significano libro e scrigno, ripostiglio323.

Per spiegarne la definizione vogliamo cominciare con un analisi più generica per poi spostarci a studi specifici relativi al mondo delle LIS. Per Devoto and Oli (2000, 244) biblioteca è

“1. Raccolta di libri per lettura o studio, e anche il luogo (sala o edificio) dove si conservano, si consultano o si leggono. […]

2. Mobile o scaffale destinato a contenere libri.

3. Titolo di collezioni di opere di argomento affine o di varie opere di cultura generale , edite da una stessa casa editrice.

4. Nell’antichità, nome di varie opere storiche o antiquarie di compilazione”.324

Si notano qui diversi significati per questa parola, appartenenti a diversi ambiti (arredamento, editoria..). Quello che ci interessa per il nostro studio è il primo significato, che riteniamo però troppo semplice e generico per uno studio specializzato. Effettivamente come afferma Granata (2009) “bastano davvero, come suggerisce l’etimologia del termine, un locale ed un insieme di libri per fare una biblioteca? È facile dimostrare che non è così”.

In ambiente bilioteconomico325 in effetti con questo termine si intende un’istituzione caratterizzata in modo differente326. Per una definizione basata su ciò di cui si occupa, i documenti, possiamo descrivere “in prima approssimazione”327 la biblioteca come ente che

“includ(e) nelle proprie “collezioni” (o “raccolte”328) libri, riviste e altri documenti a carattere

prevalentemente (ma sempre meno esclusivamente) testuale, che sono stati “pubblicati”, ovvero che sono stati resi pubblici dai rispettivi produttori..”.

Ridi (2010, 105)

323 AA.VV. (2004) e Devoto and Oli (2000) per l’etimologia.

324 Confermano Maggi, Villa and Cittone (2006, 124) per i primi tre significati. Il quarto invece non viene segnalato. 325 Per la definizione di biblioteconomia si veda il paragrafo 1.3.1.

326 Traniello (2007, 20) ne da una definizione che sta a metà tra la biblioteconomia e una visione più generale, perché afferma

che essa è “un edificio debitamente attrezzato, destinato a un “servizio pubblico” indirizzato alla generalità o a un gruppo particolare di utenti..”

327 Ridi (2010, 105).

328 Vivarelli (2007, 41): le raccolte bibliografiche delle biblioteche sono, indubbiamente, costituite dall’insieme degli oggetti

Guerrini (2007 p.174) ne da una definizione affine affermando che

“la biblioteca è da intendersi come una raccolta ordinata di risorse documentarie - libri e altri materiali documentali”.

Altri studiosi invece definiscono questa istituzione riguardo al suo ruolo e utilizzano un termine molto importante nella sua comprensione, la parola “servizi”. Ne vediamo qui diversi esempi:

“La biblioteca è di per se stessa una struttura di servizio e di servizi329: l’esistenza stessa delle

collezioni librarie non è sufficiente a definir (la), in quanto essa stessa è costituita non tanto da e non solo da queste quanto dall’insieme delle attività, degli strumenti, dalle procedure che ne garantiscono la conservazione, ne consentono la fruizione e ne promuovono l’uso”.

Rabitti (2007)330

“in effetti non sembra che il luogo nella sua fisicità possa rendere conto di cosa sia una biblioteca, potrebbe forse risultare più significativo il fatto che attraverso essa si possa accedere ad una serie di opportunità e di servizi.331” Granata (2009)

“un sistema informazionale incaricato di espletare certe funzioni e certi compiti nei confronti di un’utenza”. Guerrini (2007, 244), citando Serrai (1995, 32-33)

In tutte queste definizioni si enfatizza l’importanza e il valore della biblioteca come modalità di accesso a specifici servizi, dal valore sociale importante332. Solimine (2004, 39) conferma senza mezzi termini questa visione:

“il termine biblioteca va oggi attribuito essenzialmente al servizio erogato e non alla raccolta posseduta o all’edificio che l’accoglie, che in passato avevano […] un rilievo […] maggiore”333.

329 Solimine (2004, 38) riporta che “l’essenza della biblioteca va ricercata nel servizio che essa offre e non nella collezione che

essa possiede”.

330L’autrice spiega che la biblioteca non è un bene culturale ma un servizio informativo, e comunque il suo ruolo verso la

conoscenza del bene culturale è secondaria rispetto alla sua funzione di conoscenza di informazioni.

331 Definizione tuttavia considerata incerta anche dallo stesso autore perché “In realtà neppure questa definizione sembra

funzionare del tutto…”: Granata (2009).

332 Fondamentale importanza è data al valore sociale della biblioteca, perché come spiega Rabitti (2007, 66) “le attività di

trattamento del libro hanno un senso solo in funzione e nella prospettiva del lettore”- “il rapporto con il pubblico […] è divenuto centrale e fornisce la potente chiave di interpretazione di tutto il lavoro della biblioteca.

333 Solimine (1995) aveva già trattato del significato di biblioteca dandone una ulteriore spiegazione: “La biblioteca non è il

luogo dove si va a leggere ciò che si potrebbe leggere a casa: la biblioteca è un luogo dove ci si reca per ricevere stimoli culturali nuovi e inediti, per informarsi, per studiare, consultare, utilizzare simultaneamente vari materiali documentari, per utilizzare tutte le informazioni accessibili, non solo quelle disponibili materialmente nel luogo in cui l’utente si è recato. Tale luogo, la biblioteca, non è altro che un terminale del complesso sistema di circolazione dell’informazione e della conoscenza. In questo senso la biblioteca è un servizio interattivo e non un luogo dove si conservano libri. Per rendere fruibile la sua raccolta di informazioni e documenti – nel duplice significato di raccolta fisica e raccolta virtuale –, ai fini di un suo utilizzo funzionale ai particolari interessi del suo pubblico, la biblioteca deve rendere identificabili, localizzabili,accessibili e

Tuttavia per comprendere a fondo che cosa sia questo ente è necessario anche comprenderne la natura. Come spiega Guerrini (2007, 164)334 nella biblioteca si possono distinguere tre nature differenti. Queste sono:

-natura bibliografica -natura istituzionale: -natura storico- sociale.

L’autore335 spiega come alcuni studiosi ritengano che una delle nature abbia un ruolo più

importante rispetto alle altre nel definire il concetto di biblioteca, e che prevalga nel definirla.

-Prevale la natura bibliografica: in questa interpretazione, la bibliografia336 è ritenuta il terreno su cui si poggia organizzazione, rapporto con gli utenti, evoluzione storica delle biblioteche;

-prevale la natura istituzionale: in questa interpretazione la biblioteca è considerata principalmente a livello di istituzione337, con determinate funzioni e obiettivi;

-prevale la natura storico- sociale: in questa interpretazione si vanno a cercare i legami tra l’evoluzione della biblioteca stessa e l’evoluzione della società che l’ha creata338. Si va inoltre a sottolineare il ruolo

sociale della biblioteca339.

Personalmente ritengo che tutte e tre queste nature siano ugualmente importanti340 per comprendere a

tutto tondo che cosa sia una biblioteca. Evidenziando, ad esempio, il valore sociale della biblioteca si porterebbe in secondo piano lo studio bibliografico da cui dipendono, oppure il suo essere un’istituzione, e viceversa; invece tutte e tre le sue nature devono essere poste sullo stesso piano, per poter comprendere appieno il significato di biblioteca- dato che esse si completano a vicenda.

disponibili tali documenti, deve offrire una rete di relazioni tra di essi, deve essere capace di dare qualcosa di più della somma di tali documenti, deve dare loro un valore aggiunto. Valore aggiunto che si crea nel momento in cui il contenuto informativo dei documenti viene trattato e mediato per dar vita al servizio.”

334 La sua interpretazione deriva da quanto elaborato al convegno nazionale AIB del 2002, come spiegano Petrucciani and

Traniello (2003).

335 Guerrini (2007).

336 Per bibliografia si intende “lo studio degli scopi, delle forme e delle tecniche di compilazione delle opere bibliografiche, nei

vari contesti storici di produzione del libro, di trasmissione delle informazioni e diffusione della cultura. […] L’importanza della b. risiede nella sua peculiarità di metodo e di tecnica d’indagine, momento fondamentale in tutta la fase4 preparatoria e organizzativa del lavoro intellettuale” (Vigini, 1985, 18-19).

337 Per l’analisi del termine istituzione si rimanda al capitolo 3.

338 Come si vede dalla quinta legge di Ranganathan (1931), la biblioteca è un organismo che cresce, che come spiega Rabitti

(2007, 70) “non significa necessariamente aumentare di dimensione, ma significa evolversi, trasformarsi, adeguarsi. […]servizi che mentre da un lato rispondono alle domande di oggi, dall’altro dovrebbero suggerire le domande di domani. I servizi della biblioteca devono quindi evolversi, crescere trasformarsi con la biblioteca stessa, con il suo pubblico, con il suo contesto culturale, sociale ed economico..”. Ricordiamo infatti che come ha scritto il Gruppo di lavoro del seminario “Storia delle biblioteche” (2001-2002) “la biblioteca è un’ istituzione sulla quale operano delle forze di ordine politico, sociale, economico e culturale, che possono cambiarne completamente lo scopo”.

339 Per quanto riguarda la natura sociale della biblioteca, essa è soggetto di numerosi discorsi di carattere biblioteconomico. Per

alcuni testi, si segnalano gli interventi di Santoro (2001), Galluzzi (2015) e Kachanova (2016).

Per una definizione di biblioteca che sia completa sotto tutti i tre punti di vista, riportiamo quanto scritto dall’IFLA341 (2002, 19):

“una biblioteca (pubblica)342 è un’organizzazione istituita, sostenuta e finanziata dalla comunità,

tramite l’amministrazione locale, regionale o nazionale, oppure tramite altre forme di organizzazione collettiva. La biblioteca fornisce l’accesso alla conoscenza, all’informazione e alle opere dell’immaginazione tramite una gamma di risorse e di servizi ed è aperta equamente a tutti i membri della comunità senza distinzione di razza, nazionalità, età, genere, religione, lingua, disabilità, condizione economica e lavorativa e grado di istruzione”.