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Se cambia l’informazione ed il modo in cui essa viene trasmessa appare evidente che anche il documento, oggetto fisico dal contenuto informativo di cui abbiamo discusso al capitolo 1128, cambierà perché dovrà

essere descritto anch’esso in rapporto al mondo “digitale”. Un documento digitale per l’informatica è qualsiasi documento rappresentato informa di 0 e 1129; per le scienze dell’informazione e della comunicazione invece il concetto è più complesso.

“Le numérique transforme, en effet, le cœur même du raisonnement, l’objet sur lequel était basé la construction de la dite science de l’information, même s’il lui était arrivé de l’oublier : le document. ” Salaün (2007, 13-14)130

125 Come vediamo nello schema di Zook and Schroeder (2006) esistono trasduttori di input e di output.

126 Il tema della comunicazione digitale nella realtà è molto più complesso di come è stato spiegato qui;, essendo tuttavia

secondario rispetto al tema del nostro elaborato non lo svilupperemo ulteriormente. Per ulteriori informazioni sui sistemi di comunicazione digitali si rimanda a Prasad (2004, 1) . Per una interpretazione sociale della comunicazione digitale all’interno dell’a società dell’informazione si veda Bertolotti (2009).

127 Interessante l’elaborazione di Codina (2001) riguardante le caratteristiche dell’informazione digitale: l’autore le identifica

con la “computabilidad”, traducibile con computabilità o calcolabilità e cioè la capacità di essere processato da un computer; la virtualità, cioè l’esistenza in forma di 0 e 1; infine la capacità, cioè la possibilità da parte del supporto digitale dell’informazione di contenerne una qualità infinita.

128 Attenzione dovrà essere posta nel non descrivere questo documento digitale come produzione di una determinata

istituzione; la maggior parte dei testi a riguardo è relativa al documento archivistico digitale ed è quindi facile il rischio di confondere le tipologie o non comprenderne la differenza. Qui si parlerà di documento per le LIS e quindi con significato più ampio e generale.

129 Allen-Robertson (2017a): “For any digital document, whether natively produced, or produced in reference to a prior

documentary form, its material reality as electrical signal means that it comes under the classification of ‘data’.”

Per trattare di questo cambiamento daremo prima una breve carrellata cronologica delle elaborazioni più importanti relative al concetto di documento, per poi dare alcune definizioni più recenti a partire dai lavori più significativi all’interno del contesto americano, francese, italiano e spagnolo, per tentare di dare una definizione o almeno una descrizione chiara di cosa si tratti.

Il primo studio che prendiamo in considerazione è quello di Levy (1994)131, che, già negli anni Novanta spiega che enfatizzare l’aspetto tecnologico dei documenti digitali132 ha portato solamente ad

un’incomprensione riguardo al loro significato e non a chiarirne le caratteristiche. La descrizione di un documento dovrà essere fatta indipendentemente dal suo supporto133. L’idea di usare la materialità dell’oggetto per descrivere il documento digitale per rapporto a quello analogico viene rifiutata fortemente a livello accademico da allora in avanti.

Evidenziamo poi il testo di Buckland (1998), “What is a digital document”134, in cui l’autore si interroga sul documento digitale come nuovo elemento per il mondo della documentazione. Quello che Buckland ricava dalla sua analisi è che non esiste ancora una definizione precisa del termine. Fino ad allora erano state fatte solamente definizioni non basate sull’approccio funzionale135, per l’autore ritenuto

il migliore, e quindi ancora non si era riusciti a definire cosa fosse precisamente un documento digitale. Alla soglia del duemila quindi non esisteva una definizione di documento digitale, a causa della confusione a riguardo evidenziata anche negli studi accademici. Da fine secolo, a causa dell’esplosione del digitale, in area francese è emersa tuttavia una teoria nuova con una diversa prospettiva a riguardo della comprensione del documento: la nozione di “ridocumentarizzazione”136.

131 Che descrive la compresente fluidità e la staticita dei documenti sia cartaei che digitali. Per altre elaborazioni riguardo al

documento come descritta per essere “fixed or fluid” si veda Zacklad (2005).

132 Tra gli esempi di autori che hanno definito il documento digitale a partire dall’aspetto tecnologico, ci riporta Cotte (2004,

34), vediamo Escarpit. L’autore crea una gerarchia dei documenti per cui sono documenti di primo tipo quelli che sono oggetto di lettura (quindi libri e riviste) e di secondo tipo quelli che sono oggetto di una percezione (quindi i documenti digitali). Il documento intero è quello che non ha bisogno di un medium tecnologico tra lui e il lettore ma solo di un supporto. Tutti gli altri sono semidocumenti. Escarpit (1991) per una conoscenza più approfondita. L’autrice sull’onda di Buckland rifiiuta l’interpretazione di Escarpit, perchè “insister sur les origines techniques du document numérique ne suffît pas en soi à le distinguer.”

133 Camara Siqueira (2012). Riporta le sue teorie tra gli altri anche Buckland (1998). 134 Rielaborazione del suo rimarchevole testo dell’anno precedente. Buckland (1997). 135 Approccio utilizzato da Briet (1851) e Otlet (1934).

136 Ri-documentarizzazione piuttosto che ri-documentazione perchè “On préfère « documentariser » à « documenter », qui

renvoie plutôt à la création d’un ou de plusieurs documents pour expliquer un objet ou une action, mais dans certains cas les deux activités se recoupent. ” Superando il concetto di “documentarisation” : L’objectif de la documentarisation est

d’optimiser l’usage du document en permettant un meilleur accès à son contenu et une meilleure mise en contexte. ” ( Salaün, 2007) Si veda lo schema in figura 1 per le differenza nell’età della documentarizzazione (documentazione) e

ridocumentarizzazione (ridocumentazione). Per il concetto di documentazione si vedano Buckland (1997, 1998), Gardiès, Fraysse and Courbières (2007), Hjørland and Gnoli (2017). Da allora il concetto di età post documentaria è stato accettato a livello accademico, tra le altre lo vediamo nell’affermazione di Allen- Robertson (2017a) “Digital documents, by their prominence in the everyday lives of people, present themselves as the future of documentary research.”

“Cette nouvelle forme de documentarisation reflète ou tente de refléter une organisation post- moderne de notre rapport au monde, repérable aussi bien dans les sphères privée, collective et publique, qui d’ailleurs se superposent de plus en plus”.137 Salaün (2007)

Essa è stata elaborata dal collettivo Pedauque (2003)138, che da qualche anno stava riflettendo sulla ridefinizione del concetto di documento con l’arrivo del digitale. Gli esperti del collettivo nei loro testi sottolineano come la differenza o meglio la “trasformazione” tra digitale e analogico per il documento stia nell’aspetto materiale, l’elaborazione cognitiva, la percezione o l’uso. La manifestazione più evidente del cambiamento è la perdita della stabilità del documento come oggetto materiale e la sua trasformazione in un processo. Ma la rottura non sta solamente nella considerazione del documento come oggetto: ne vengono date tre definizioni, a seconda del punto di vista in cui il documento viene analizzato 139.

Abbiamo poi una ulteriore rielaborazione di “what is a document” di area americana, con Frohmann (2009), che continua nella linea di Buckland e Levy. Per l’autore, il passaggio da cartaceo a digitale per il documento non è problematico e non è necessario distinguere le due categorie in modo rigido140. Tuttavia riconosce una qualche importanza al cambio di “contenitore” per l’informazione, perchè la nostra interpretazione può essere condizionata dalla forma materiale del documento141.

Come ci riporta più recentemente Camara Siqueira (2012), fino ai primi decenni del Ventunesimo secolo il concetto elaborato in campo accademico ha dato risultati pressochè comuni, identificando il documento sia analogico che digitale come un contenuto fissato su un supporto e con funzione intenzionalmente comunicativa142. Per cui nell’interpretazione più accettata non importa il supporto in cui l’informazione viene registrata, ma l’informazione in se143. Questa idea sembra la più consolidata e quella

che vogliamo accettare per descrivere il concetto di documento digitale.

Si discosta da questo pensiero tuttavia Allen-Robertson (2017 a) , la risorsa più recente a riguardo. Il suo elaborato, “Critically assessing digital documents: materiality and the interpretative role of

137 Superando il concetto di “documentarisation” : L’objectif de la documentarisation est d’optimiser l’usage du document en

permettant un meilleur accès à son contenu et une meilleure mise en contexte. ” (Salaün, 2007). Si veda lo schema in figura 1 per le differenza nell’età della documentarizzazione e redocumentarizzazione.

138 Pseudonimo di una rete di scienziati francofoni che lavorano nei vari campi di competenza delle scienze umane e sociali

nonché delle scienze e tecniche dell'informazione e della comunicazione, riuniti in una rete tematica multidisciplinare.

139 Documento come forma, cioè oggetto; come segno, cioè portatore di senso con intenzionalità; come mezzo,come traccia di

comunicazioni sociali. Ulteriori informazioni in Salaün and Charlet (2004).

140 Allen-Robertson (2017a, 4).

141 Ci segnala però che il cambiamento interpretativo che abbiamo riguardo alla comprensione del documento in area digitale

non è caratteristico del mondo della documentazione, ma vale per tutti i media digitali; quindi non è specifico.

142 Si sottolinea l’intenzionalità. Così anche Cotte (2004, 36): “la notion d'élaboration est fondamentale et que c'est une erreur

de considérer les objets de la communication en général comme des donnés et non comme des cristallisations de processus, des produits de métamorphoses successives.. ”

143 Interessante il diagramma elaborato dall’autrice per descrivere in maniera più chiara i concetti di documento e informazione

software”, riguarda precisamente i temi di cui ci stiamo occupando144. Il suo studio è basato sull’analisi

della materialità del documento digitale. Attraverso questa ricava che il documento digitale dipende moltissimo da essa145, perché dipende da “the confluence of correctly ordered signal, layers of transformative software operations, a rigid structure of expectation codified as a file format and contextualising data” che limitano il documento. Per lui sono oggetti fortemente mediati (dai medium digitali senza cui non è possibile la loro lettura) con una materialità che gioca un ruolo significativo nell’interpretazione dell’informazione. Si distaccata quindi in parte dalla visione più diffusa nel sottolineare l’importanza della parte materiale del documento digitale nella sua definizione.

Per quanto riguarda l’area italiana, viene accettato l’approccio che ritiene il documento digitale non definito dalla sua materialità, come vediamo dalle parole di Ridi (2007). L’autore spiega che documento è “ogni entità fisica, di qualunque forma e materiale, in quanto vi siano registrate delle informazioni” e quindi il documento digitale è un documento come il documento “analogico”.

Gli studi accademici quindi per la gran parte confermano che il documento digitale è solamente un documento che viene trasmesso con un medium differente, cioè attraverso le tecnologie digitali.146 Una definizione non esiste anche perché non è necessaria: non serve una definizione, perché “documento” ha già una definizione147. Il documento digitale ha sì delle proprie caratteristiche, per il fatto di essere

leggibile attraverso un medium diverso148, ma è un documento allo stesso modo in cui lo sono i documenti cartacei149. Non è necessaria la materialità dell’oggetto150 per descrivere il documento e quindi

non è necessario differenziarlo tra analogico e digitale, perché entrambi i tipi sono documenti e quindi non sono due entità diverse ma la stessa. Il documento digitale quindi non è diverso da documento analogico se non allo stesso modo in cui un manoscritto è diverso da un libro a stampa e un documento d’archivio è diverso da un sasso in un museo. Digitale ed analogico non sono in competizione, ne diversi

144 L’autore si era già occupato in precedenza del tema della materialità per i media digitali e questo elaborato continua la linea

precedente. All’interno del testo l’autore fa una completa analisi storica (3- 5) del concetto di documento, molto utile per la nostra ricerca. Si veda la risorsa per più autori che si sono occupati di questa problematica.

145 Gia in Allen-Robertson (2017 b) l’autore aveva affermato che “recognising digital media’s materiality, breaks down false

historical and conceptual boundary divisions that separate digital media from other media forms.”

146Chabin (2004), nonostante parli di un contesto più prettamente archivistico conferma che “Si on reprend les définitions de

document de l’environnement analogique et qu’on les applique à l’environnement numérique, on constate qu’elles restent valides. Le numérique modifie les composantes du document, pas la notion de document en tant que telle”.

147 Ghitalla (2000) invece si discosta da questo ragionamento e vede la differenza tecnologica tra documento analogico e

digitale come un punto di rottura fondamentale, che li differenzia in modo netto.

148 Allen-Robertson per elaborazioni approfondite riguardo alla materialità degli oggetti digitali.

149 Inoltre le caratteristiche tipiche che sono riferite al documento digitale (se ne parlerà nel prossimo paragrafo) sono

comunque presenti anche in documenti di tipo analogico: Levy (1994) e Brown (1996) tra gli altri ne fanno alcuni esempi. Per una analisi diversa della “fissità”, caratteristica opposta alla fluidità, per il documento digitale si veda Michel (2009, 6-7).

l’uno dall’altro151. “Digital documents are data that have been interpreted as having substantial document-

like qualities.”152