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CARATTERIZZAZIONE DI MARTÍN FIERRO NELLA SECONDA PARTE DEL POEMA

CAPITOLO 3. IL PERSONAGGIO MARTÍN FIERRO

3.2 CARATTERIZZAZIONE DI MARTÍN FIERRO NELLA SECONDA PARTE DEL POEMA

Nella Vuelta è interessante vedere come Hernández modifichi le parole degli ultimi due versi della strofa iniziale, rispetto al manoscritto originale del poema, infatti, al posto di …«a contarles de mi historia/ la triste continuación», leggiamo …«a mostrarles que a mi historia/ le faltaba lo mejor». Nella versione definitiva possiamo notare una sfumatura propagandistica commerciale58. Nella seconda parte il protagonista cambia completamente atteggiamento, adesso si presenta accompagnato dal Sergente Cruz, infatti, si esprime utilizzando, spesso, il plurale. Il lettore si confronterà con un Fierro ben diverso da quello conosciuto nella prima parte

56 Jorge Luis Borges, El “Martín Fierro”, Buenos Aires, Pocket, 1982, p. 47. 57

Ibidem, pp. 49-50.

47 del poema; allo stesso tempo, anche Hernández era cambiato nel suo modo di raccontare il protagonista e se stesso. Difatti, tanto l’autore quanto il suo eroe avevano realizzato la loro Vuelta, il loro ritorno alla città, a Buenos Aires con successo, riuscendo ad integrarsi perfettamente in essa. L’interesse per la politica che tanto aveva tormentato il pensiero di Fierro nella prima parte del poema, si affievolisce considerevolmente nella seconda, di questo se ne rese conto Gastón Gori59, il quale ci dice che nella Vuelta, il protagonista trovò solo spazio per dare consigli, invitando alla prudenza i suoi figli e quelli di Cruz. Martín Fierro, in questo senso, cessa di essere un ribelle, inoltre, smette di essere un cantore per trasformarsi in narratore60. Il momento cruciale di questa seconda parte si ha quando Martín ritorna a casa. La situazione è completamente cambiata, la moglie è fuggita con un altro uomo, inoltre, non sappiamo nulla riguardo ai suoi figli, per cui il nostro protagonista si sente perso e si rende conto di essere un gaucho malvivente e libero da ogni vincolo. Fierro, che era sempre stato una persona corretta, rispettato da tutti e rispettoso degli altri, in quel momento si rende conto di essere diventato un vagabondo e un disertore. Per la società è un delinquente; la vita al fronte, le sofferenze e le amarezze avevano trasformato il suo carattere e la sua personalità. A tutto ciò va aggiunta la dipendenza dall’alcool, vizio comune a quei tempi nelle campagne pampeane, che lo aveva reso un prepotente attaccabrighe. In un negozio di alimentari, ad esempio, oltraggiò una donna, obbligando un suo compagno, un nero, a confrontarsi con lui, uccidendolo brutalmente dopo un duello ingaggiato con i coltelli. A questo tipo di situazioni ne seguiranno altre molto simili, che finiranno sempre con una morte. L’autore, attraverso il racconto di questi episodi, voleva informarci che era normale, nella campagna pampeana, assistere a tutti questi delitti; infatti, dietro a queste morti se ne nascondevano tante altre61. Le avventure di Fierro in questa

59 Gastón Gori, Vagos y malentretenidos. Aporte al tema hernandiano, Santa Fe, Colmegna,

1951, p. 96.

60

Cfr. E. Martínez Estrada, op. cit., tomo I, p. 83.

48 seconda parte continuano ma, adesso, non è più da solo, infatti, grazie alla compagnia di Cruz, i due raggiungono alcune terre nell’ovest della provincia, in cui erano situate le tende indigene. Alcuni indios che stavano tramando un’insurrezione contro il governo, li scambiarono per spie. Un capo tribù però, li salvò da morte certa; nonostante ciò, i due rimasero comunque nel ranch, come prigionieri; e fu proprio lì che trascorsero gli anni a seguire. Il mondo pastorale, bucolico che ci era stato mostrato nella prima parte come durissimo, si trasforma, nella seconda, in un mondo nuovo e più feroce, dal carattere quasi diabolico62. E proprio in questa nuova condizione che succedono le cose più spiacevoli: il capo tribù, che fino a quel momento aveva protetto sia Fierro sia Cruz muore e, successivamente, viene a mancare anche Cruz. La scomparsa di quest’ultimo viene narrata da Martín con un certo pudore, come se non volesse che rivivessimo nella memoria quelle ore tremende. La scena narrata dall’autore è molto toccante, qui di seguito ne mostriamo un frammento:

De rodillas a su lado yo lo encomendé a Jesús. Faltó a mis ojos la luz; tube un terrible desmayo; cai como herido del rayo

cuando lo vi muerto a Cruz. (II, 925-930).

Nell’agonia, Cruz raccomanda a Fierro di prendersi cura di suo figlio, sebbene da molto tempo non avesse più sue notizie:

me recomendó un hijito, que en su pago había dejado. -«Ha quedado abandonado-

-me dijo- aquel pobrecito.» (II, 909-912).

Oramai erano trascorsi molti anni da quando erano iniziate le avventure di Martín: tre anni li aveva trascorsi nel fortino, due li aveva vissuti come disertore e malvivente, e cinque nelle tende delle tribù

62 Per maggiori approfondimenti in merito al cambiamento psicologico subito da Martín

Fierro, tra la prima e la seconda parte del poema, si veda E. Martínez Estrada, op. cit., tomo I, pp. 52-75.

49 indigene; in totale, erano passati dieci anni, dopo i quali Fierro incontra i suoi figli, mentre stavano accudendo dei cavalli. In un primo momento i suoi figli non lo riconobbero, anche perché Fierro era invecchiato molto nel corso degli anni:

y allí estaban los muchachos cuidando unos paregeros63. Cuando me oyeron nombrar se vinieron al momento, diciéndome quiénes eran, aunque no me conocieron porque venía muy aindiao

y me encontraban muy viejo. (II, 1661-1668).

Una volta riconosciutolo, i figli gli rivelano che la madre era morta in ospedale. Borges ritiene che Hernández ci presenti questo passaggio del poema, in maniera frettolosa e poco dettagliata, difatti, l’incontro, tra l’eroe e i suoi figli, non viene considerata una scena molto commovente, come, in realtà, ci si aspetterebbe, forse perché l’autore sa già che di lì a poco questi personaggi saranno costretti a separarsi nuovamente, quindi sarebbe stato inutile dare troppa importanza a questa riunione familiare:

La junción de los abrazos, de los llantos y los besos se deja pa las mugeres, como que entienden el juego. Pero el hombre que compriende Que todos hacen lo mesmo, en público canta y baila,

abraza y llora en secreto. (II,1669-1676).

A questi tre personaggi, che raccontano le loro esperienze personali vissute negli ultimi dieci anni, si aggiunge un altro protagonista, Picardía che, a sua volta, chiede licenza per poter raccontare la propria storia. Nel momento in cui terminò il suo racconto, gli altri capirono, immediatamente, che si trattava del figlio di Cruz. L’immagine creata da Hernández in quel frangente sembrava rappresentare una riunione di famiglia; tanto è vero che

50 da quel momento in poi, s’iniziò a parlare di Picardía come di un altro figlio di Fierro, del quale si prese cura, senza esitazioni64. Come si è potuto notare dall’analisi della prima e della seconda parte, molte sono le differenze tra La Ida e La Vuelta. Esse possono essere sintetizzare in sei punti:

1. Cambia la funzione attribuita al narratore: da narratore-protagonista in prima persona si passa a una molteplicità di narratori, il che provoca il passaggio dall’evocativo-lirico al teatrale.

2. Cambia la funzione del lettore nel poema di Hernández: nella prima parte il destinatario è generico e indistinto ed è collocato al di fuori del poema, mentre nella seconda s’inserisce meglio non solo all’interno dell’opera ma anche nel racconto di Fierro. Un esempio in cui il lettore appare più partecipe nella narrazione, assumendo un ruolo attivo, lo riscontriamo nell’episodio in cui i figli di Fierro ascoltano il racconto del padre65.

3. Cambia la funzione delle formule liriche: le espressioni liriche che abbondano nella prima parte vengono riprese testualmente nella seconda, in maniera più elaborata, come ripetizioni e proprio per questo sono più povere.

4. Cambia la direzione della narrazione: nella prima parte si raccontavano una serie di episodi relazionati con la testimonianza, con la denuncia o con l’evocazione di un’esperienza; nella seconda parte, invece, vengono riprese le storie rimaste aperte, incompiute alle quali si conferisce una soluzione, un finale, così come avveniva nel romanzo naturalista.

5. Cambia la struttura della costruzione generale: la prima parte presenta un’organizzazione che obbedisce spontaneamente alle regole del genere gauchesco66, mentre nella seconda riscontriamo un effetto di costruzione più artistico.

64 Cfr. J. L. Borges, El “Martín Fierro”, op. cit., pp. 52-70. 65

Cfr. Amaro Villanueva, «Los dos», in Crítica y Pico, Santa Fe, Colmegna, 1954, p. 33.

51 6. Cambia il valore etico: al nichilismo e alla ribellione della prima parte, al doloroso sentimento rinunciatario con il quale si conclude il poema, succede un messaggio ragionevole di adattamento e rassegnazione nella seconda parte.